Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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329.
IL PIANTO SU GERUSALEMME190

«Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi. Il timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti, più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante. Anche il tuo servo in essi è istruito, per chi li osserva è grande il profitto. Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalle colpe che non vedo» (Sal 19/18,9-13).

1° Corrispondere alle grazie di Dio e temere i castighi riservati agli ostinati: sono i due frutti da ricavarsi dalla S. Messa di oggi. Il Signore è Padre buono, che ci segue con tanta bontà: ci vuole salvi; ci vuole santi. Ma guai a chi si fa sordo ai suoi inviti ed ispirazioni.
Nessun popolo fu più favorito da Dio di Israele, chiamato il popolo eletto per eccellenza. Nessuna città di Israele ebbe più cure da parte del Salvatore di Gerusalemme. Israele si ostinò; | Gerusalemme fu sorda agli amorosi inviti di Gesù; e ne prepararono la crocifissione e la morte.
Ma ecco il Vangelo di oggi:
«In quel tempo: essendosi Gesù portato vicino a Gerusalemme e scorgendo la città, pianse su essa, dicendo: Oh! se in questo giorno avessi conosciuto, anche tu, quello che occorreva per la tua pace...; ma tutto ciò è ormai nascosto ai tuoi occhi. Perciò verranno dei giorni per te, quando i tuoi nemici ti circonderanno con trincee e assedieranno e angustieranno te da ogni parte; e getteranno a terra te e i tuoi figli che abitano in te, e non lasceranno in te pietra su pietra, poiché non hai conosciuto il tempo in cui sei stata visitata. Ed entrato nel tempio, cominciò a cacciare quanti lì dentro vendevano e compravano, dicendo loro: Sta scritto: la mia casa è casa di preghiera. Voi invece ne avete fatta una spelonca di ladri. E ogni giorno insegnava nel tempio» (Lc 19,41-47).

2° Anche molto chiara è l’Epistola che ci parla dell’ingratitudine degli Ebrei caduti nell’idolatria nel deserto; dove adoravano il vitello d’oro.
«Fratelli: non bramiamo le cose cattive che quelli (i Giudei) desideravano, né siate idolatri così come alcuni di loro, dei quali è stato scritto: Il popolo si assise per mangiare e bere e si alzò per tripudiare; né fornichiamo come alcuni di loro fecero, e in uno stesso giorno ne caddero ventitremila. Non tentiamo il Signore come alcuni di loro, i quali perirono vittime dei serpenti. | Non mormorate, come alcuni di essi mormorarono e perirono per opera dello sterminatore. Tutte queste cose, del resto, accaddero loro per servire di esempio e sono state scritte per mettere in guardia noi, che siamo venuti alla fine dei tempi. Così chi pensa di star dritto, guardi di non cadere. Non vi è sopravvenuta mai alcuna tentazione maggiore delle vostre forze: Dio è fedele e non sopporterà che voi siate tentati sopra le vostre forze, ma darà il mezzo, insieme con la tentazione, affinché voi possiate vincerla» (1Cor 10,6-13).

3° Molti, tra gli Ebrei, corrisposero alle grazie del Signore e si salvarono. Nel popolo eletto Dio ebbe dei servi fedeli che raggiunsero la santità. Anche quando Gesù Cristo predicò la sua celeste dottrina, molti lo accolsero, come gli Apostoli e tanti ebrei. Così oggi si ripete la medesima cosa. Vi è chi ha orecchie e non sente; vi è chi ha lingua e non prega. All’incontro,191 vi sono anime belle che ascoltano, pregano, praticano; e si salvano.

Esame. –
Sono sensibile alla divina grazia? Corrispondo alle ispirazioni buone?

Proposito. –
Devo ascoltare, meditare, ricavare frutto da questo tratto di Vangelo. Pregherò perché la parola di Dio non cada in un cuore insensibile.

Preghiera. – O Divino Spirito, insegnatemi ciò che Gesù ha predicato. Datemi intelligenza per | capire; memoria per ricordare; volontà docile per praticare; cuore generoso per corrispondere ai vostri inviti. Togliete da me il cuore di pietra per sostituirvi un cuore sensibile.
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190 Titolo originale: “Domenica IX dopo Pentecoste”.

191 Al contrario.