Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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161.
ZELO DI GESÙ - II

«La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Chi vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia» (Gv 7,16-18).

1° Fu zelo soprannaturale, anzi divino; zelo prudente, zelo forte. Lo zelo deve essere soprannaturale nel suo principio e nel suo fine. Non per l’acquisto di una vana popolarità né per esibizione naturale, ma solo nasce dal vero amore di Dio e delle anime. Esso è infuso con la carità – essendo parte di essa – nei nostri cuori per opera dello Spirito Santo. Mira poi alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime: con dedizione generosa e costante. Lo zelo di Gesù non era soltanto soprannaturale, ma divino. Il fine dell’Incarnazione era chiaro: «Propter nos homines et nostram salutem, descendit de coelis, et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine et homo factus est».211 La spiegazione di quanto Gesù Cristo fece per gli | uomini: l’istituzione della Chiesa, dei Sacramenti, della Messa, con la predicazione, la passione, la morte, dove si può trovare? Nel Cuore Sacratissimo di Gesù che tanto amò gli uomini: «Cristo non cercò di piacere a se stesso» (Rm 15,3); «Faccio sempre ciò che piace al Padre» (Gv 8,29).

2° Zelo prudente. Egli si preparò con trent’anni di vita nascosta. Occorre, prima di parlare, pensare a quanto si dovrà dire. Poi volle premettere alla predicazione il Battesimo, il digiuno, la vittoria sulle tentazioni.
Nella sua prudenza, era riservatissimo. Solo due volte si trattiene solo con donne, per quanto leggiamo nel Vangelo. Cioè: converte la Samaritana. Ed era cosa così insolita che gli Apostoli se ne meravigliarono. Poi, quando, dopo la Risurrezione apparve alla Maddalena, le proibì di toccarlo: «Non mi toccare» (Gv 20,17).212
Inoltre: mirò a rendere stabile e duraturo il frutto della sua predicazione con l’istituzione dell’Apostolato e della Chiesa.
Ed ancora: non violentava213 a seguirlo, ma invitava; non imponeva, ma persuadeva. Voleva un regno, ma di sudditi volontari e convinti: «Un regno di verità, di giustizia e di amore».214

3° Zelo forte. Incontrò difficoltà nei parenti: «Neppure i suoi fratelli credevano in lui» (Gv 7,5), ed a Nazaret lo credevano impazzito e volevano precipitarlo da una rupe. Incontrò | difficoltà negli ignoranti e nei duri di cuore: «O stolti e tardi di cuore a credere!» (Lc 24,25). «È tanto tempo che sono in mezzo a voi e non mi conoscete!» (Gv 4,9). Incontrò gelosie ed invidie: «Sapeva che lo avevano tradito per invidia» (Mt 27,18), persino Pilato se ne era accorto. Difficoltà nei Farisei: che più volte cercarono di prenderlo in parola: per prenderlo in fallo nei suoi discorsi (Lc 20,20). Difficoltà nel diavolo che lo tentò nel deserto; che eccitò l’animo del traditore: «Satana entrò in lui» (Gv 13,27); che gli suscitò contro il Sinedrio, il quale lo condannò. Ma fortemente, a costo della vita, perseverò sino alla fine, proclamando la sua divinità innanzi al Sommo Sacerdote, e la sua regalità innanzi a Pilato.

Esame. –
Il mio zelo è soprannaturale od umano? È prudente o indiscreto? È forte o incostante?

Proposito. –
Studierò nei singoli particolari il ministero di Gesù.

Preghiera. – Lo Spirito Santo illumini le nostre menti; ci ammaestri nelle virtù apostoliche; ci conforti nell’imitazione dell’«Apostolo del Padre»: «Considerate l’Apostolo e il Pontefice della nostra fede: Gesù».215
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211 «Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo» (Credo).

212 Nelle nuove versioni della Bibbia questa espressione viene tradotta: «Non mi trattenere», oppure «Lasciami».

213 Non costringeva.

214 Dal Prefazio della Messa di Cristo Re dell’universo.

215 Eb 3,1.