Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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70.
LA GRAZIA SANTIFICANTE - II

«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi» (Gv 14,15-17).

1° Nel buon cristiano abita Dio, Uno e Trino, come in un tempio e come in cielo. Egli è in noi per portarci la sua luce, il suo conforto, la sua vita. Questa vita è gaudio: esso sarà perfetto in Paradiso, ma l’anima fervente già lo pregusta su la terra.
Egli è l’Ottimo e Massimo;179 Principio, Governatore, Fine di ogni cosa. Adoriamolo in noi, in spirito e verità, come Dio Uno e Trino. Molte anime fervorose, quasi ripiegandosi su se stesse, pensano e quasi contemplano la SS. Trinità nei suoi eterni splendori, riposante nel loro cuore. Ripetono spesso la preghiera: Gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo; come era in principio... Santo, santo, santo è il Signore... Alla SS. Trinità indirizzano tutte le loro azioni, | che incominciano col segno della croce: In nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo. Queste anime contemplano le divine ed eterne operazioni delle Tre SS. Persone e glorificano ciascuna di queste Persone per le sue speciali operazioni ed attribuzioni. E da Dio, luce eterna, si diffonde in loro una luce, che le rende sagge, prudenti, sapienti: «Ti ringrazio, o Padre, perché hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e prudenti (del mondo); le hai invece rivelate ai piccoli» (cioè agli umili innocenti) (Mt 11,25).

2° Imitiamo Dio Uno e Trino: «Siate perfetti come perfetto è il vostro Padre celeste» (Mt 5,48). Questo Dio abita nell’anima del giusto per renderlo simile a Sé; per farla partecipe della sua natura che è bontà; e comunicarle le sue perfezioni, vita, virtù.
Orniamo il tempio di Dio che è il cuore nostro con la divozione che porteremmo ad una chiesa: purezza, pazienza, carità fraterna, affinché siamo una cosa sola, come una cosa sola sono le Tre Divine Persone.
Sentiamo la presenza di Esse in noi: non soltanto quando si prega; ma ancora nel corso della intera giornata. Dio non cessa di pensare a noi; e noi non cessiamo di pensare a lui, facendo ogni azione, anche le più comuni, per la sua gloria. Si previene così la vita del cielo; che Dio ci dona come un anticipo, con le beatitudini del Vangelo: «Io ho trovato il cielo su la terra; il | Paradiso è possesso di Dio; ed io già lo stringo e racchiudo qui, in me».180

3° Confidare ed amare questo Dio. Come in chiesa ci rivolgiamo al tabernacolo, così fuori di chiesa possiamo rivolgerci al tabernacolo della Trinità che è il cuore. Parliamo con fiducia a questo Dio in noi: è un atto di grande amore; è una comunicazione paterna di beni ai figli di adozione che Dio vuol fare. Confidiamo al Signore, in santa intimità, ogni segreto, pena, aspirazione.
Amiamo! Egli ci dice: «Dammi, o figlio, il tuo cuore» (Pr 23,26). Detestiamo ogni peccato; ringraziamo Dio delle sue infinite grazie; procuriamo la sua gloria; cerchiamo la sua volontà: «Io faccio sempre ciò che gli è gradito» (Gv 8,29).

Esame. –
Penso, sento, amo, prego questo Divino Ospite del mio cuore?

Proposito. –
Durante le mie occupazioni mi concentrerò ogni tanto per raccogliermi alla presenza di Dio che abita in me.

Preghiera. – Signore, che avete stabilito un Paradiso nel mio cuore, dove abitate continuamente, rendetemi attento alla vostra voce, alla vostra presenza, ai vostri inviti. Quanto è grande la vostra bontà! Quanto è dolce il parlare con voi! qual familiarità tra voi e chi vi ama! Io voglio godere questo anticipo di Paradiso. Fatemi gustare le beatitudini evangeliche, | promesse ai poveri di spirito, ai mondi di cuore, agli affamati della giustizia eterna.
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179 Anticamente tale titolo era attribuito, specie nelle epigrafi, a Giove (Juppiter optimus et maximus, abbreviato JOM).

180 Da una preghiera di suor Elisabetta della Trinità (1880-1906).