Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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L’EUCARESTIA - III

«Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8,38-39).

1° È il Sacramento che nutre ed accresce la vita cristiana e le principali virtù.
Viviamo una vita naturale; e per questa vi è un cibo materiale: il pane. Ma il cristiano vive pure una vita soprannaturale; e questa ha pure il suo alimento. «La mia carne è veramente cibo; il mio sangue è veramente bevanda» (Gv 6,56). Questo pane celeste ci viene dal cielo: «Dal cielo donasti loro un pane contenente in sé ogni delizia» (Sap 16,20). E Gesù spiegò: «Io sono il pane della vita» (Gv 6,35).
Con la grazia, è pur alimentata la fede. Qui abbiamo un mistero di fede: i nostri sensi nulla percepiscono; ma la fede ci svela un complesso di misteri. E col mistero eucaristico sono connessi i misteri dell’Incarnazione, Redenzione, SS.ma Trinità. È quindi un continuo esercizio di fede, specialmente se preghiamo con gli Apostoli: «Aumenta in noi la fede» (Lc 17,5).

2° La speranza viene nutrita: «Ci è dato come pegno della futura gloria»39 in questo Sacramento. Qui è una fonte di acqua che sale a vita eterna: «Attingerete con gioia le acque dalle fonti del Salvatore» (Is 12,3). Qui si attingono tutte le grazie per la santificazione, mentre l’unione con Gesù Eucaristico richiama e prepara l’unione eterna con lui in paradiso.
Gesù Cristo ci infervora in modo mirabile. Questo è il Sacramento d’amore: «Avendo amato i suoi... li amò sino alla fine» (Gv 13,1). Nonostante che egli prevedesse tutte le ingiurie con cui nel corso dei secoli l’umana malizia l’avrebbe trattato, volle rimanere in mezzo a noi. Volle qui stabilire una perenne fonte di grazie, volle qui immolarsi continuamente. «Chi non riamerà chi tanto ci ha amato?». L’amore verso il prossimo per mezzo dell’Eucaristia viene purificato ed elevato. Tutti ci nutriamo del medesimo cibo, ricchi e poveri, dotti e ignoranti. Tutti in Cristo, che è il capo, formiamo un sol corpo: «Siccome vi è un unico pane, noi, pur essendo molti, formiamo un sol corpo, comunicandoci col medesimo pane» (1Cor 10,17). Gesù Cristo volle che questa intima unione dei fedeli fosse simboleggiata nel pane e nel vino. Infatti da molti grani si fa un unico pane, da molti acini risulta il vino. Così di tanti cuori in Cristo, i cristiani hanno come un sol cuore.

3° Gesù mio, vi adoro con S. Giovanni Crisostomo: voi ci portate un amore più che materno. Le madri talvolta fanno allattare i loro | bambini da donne estranee; ma voi, o Salvatore, ci avete generato alla nuova vita e ci nutrite e fortificate con le vostre carni e con il vostro sangue. Quale sovrano dirà al suo suddito: mangia della mia carne e bevi del mio sangue?
Esame. – Dalle mie Comunioni ho riportato frutto? Aumento di fede, di speranza, di carità? Se non l’avessi riportato, ciò non dal cibo dipenderebbe, ma dalla mancanza di disposizione in me.
Proposito. – Desidero comunicarmi spesso, anche ogni giorno. Ma desidero ancora di più di ricevere buon frutto dalle mie Comunioni.
Preghiera. – Buon Pastore, Pane vero, o Gesù abbi pietà di noi; tu ne pasci, ne difendi: tu ne fa’ vedere il sommo bene nella terra dei viventi. Tu che tutto sai e tutto puoi, che ci pasci qui, mortali, fa’ che siamo tuoi commensali, coeredi e compagni dei santi nel Cielo. Così sia.40
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39 Antifona O sacrum convivium.

40 Inno Lauda Sion Salvatorem.