Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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157.
FORMAZIONE DEGLI APOSTOLI

«Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della maestà nei cieli, ministro del santuario e della vera tenda che il Signore, e non un uomo, ha costruito » (Eb 8,1-2).

1° Gesù ritenne con sé i dodici per formarli al loro ministero: «fece in modo che i dodici rimanessero con lui» (Lc 8,1).198 Questa sua opera di formazione durò tre anni; ad essa dedicò le migliori ore ed incessanti fatiche. Diede buoni frutti sebbene fosse ancora necessaria l’opera dello Spirito Santo.
Molte difficoltà incontrò Gesù, Maestro incomparabile. Dovette molte volte rimproverare la loro debolezza nella fede: «Modicae fidei... noli esse incredulus... exprobravit incredulitatem eorum... stulti et tardi corde ad credendum».199 Spesso non veniva capito: capivano di un regno terreno ciò che diceva del regno celeste: «Non | sapete quello che chiedete» (Mt 20,22); conservavano le loro ambizioni ed in prossimità della passione di Gesù disputavano «chi di loro fosse il maggiore» (Mc 9,33); non entravano nel suo spirito: «Non sapete di che spirito siete» (Lc 9,55); aborrivano la sofferenza e la croce e Pietro lo dichiarò energicamente fino a meritarsi lo sdegno di Gesù: «Va’ indietro, satana: tu mi sei scandalo» (Mt 16,23). Ma il Salvatore continuò ad istruire, a correggere, a ripetere, a richiamare, ad ammonire, a pregare con pazienza e dolcezza (2Cor 12,12).200

2° Quali mezzi adoperò Gesù? La convivenza anzitutto: «Voi siete quelli che rimaneste con me» (Lc 22,28). Egli li edificava col suo esempio, che era una scuola di ogni virtù. La sua vita dimostrava a quelle persone buone, ma dure a capire, con i fatti, come avrebbero dovuto vivere: tanto che alla fine disse: «Vi ho dato l’esempio perché facciate come io ho fatto» (Gv 13,15).
Gesù spesso li esortava, li faceva pregare, li correggeva: la convivenza era una scuola continuata.
Inoltre: l’insegnamento. «Tutto ciò che ho udito dal Padre ve l’ho fatto sapere» (Gv 15,15). Egli li istruisce a parte in segreto: «A voi è dato di conoscere il mistero del regno di Dio, agli altri parlo in parabole» (Mt 13,11; Lc 8,10). Ad essi le più intime confidenze: «Tutto quello che ho saputo dal Padre ve l’ho fatto sapere» (Gv 15,15).
In terzo luogo: li avviò al ministero, con regole, esperimenti, correzioni. Li mandò a due a due, diede poteri, li corresse dalle vane compiacenze, promise la sua continua assistenza: «Sarò con voi fino alla fine dei secoli» (Mt 28,20). Più di tutto li amò. «Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi» (Gv 15,9). «Vi ho chiamati amici» (Gv 15,15). Anzi fratelli: «Andate ad annunziare ai miei fratelli» (Mt 28,10). Li consolò: «Venite, riposatevi un poco» (Mc 6,31), «Non si turbi il vostro cuore» (Gv 14,1). Promette loro un posto in cielo: «Vi vado a preparare un posto» (Gv 14,2).

3° Il frutto. A primo aspetto non sembrerebbe meraviglioso. In ultimo si mostravano ancora ambiziosi disputandosi i primi posti, presuntuosi all’ultima cena; deboli, fuggendo tutti all’arresto del Maestro. E Giuda lo tradì, e Pietro lo rinnegò, e tutti si mostrarono increduli alla risurrezione.
Così la nostra opera di educatori non ottiene sempre il frutto desiderato. Ma Gesù rimise allo Spirito Santo il compiere la formazione degli Apostoli: «Riceverà del mio e ve lo darà»; «Vi insegnerà ogni cosa, vi rammenterà tutto quello che vi ho detto» (Gv 14,26). Ed essi divennero forti, profondi teologi, ripieni di zelo; dopo essere stati testi201 di Gesù Cristo fino ai confini del mondo, con la morte provarono la loro fede ed il loro amore al Maestro Divino.

Esame. –
Comprendo l’opera delle | vocazioni all’apostolato? Vi porto il contributo di preghiera, di opera, di denaro che mi è possibile? Con quale spirito lavoro?

Proposito
. – Mediterò spesso il grande problema della vocazione. «O Gesù Pastore eterno delle anime nostre, mandate buoni operai alla vostra messe».

Preghiera. – «Rivolgete, o Maestro Divino, il vostro sguardo benigno sul mondo. Metà del genere umano ancora non vi conosce; giace nelle tenebre dell’errore e del vizio. Suscitate le vocazioni; ma, insieme, date buoni maestri, custodi e formatori delle vocazioni. È vero, siamo servi inutili, ma pure, secondo la vostra volontà e le leggi della Chiesa essi devono dare l’opera loro per quelli che avete chiamati. Sosteneteli, illuminateli, concedete frutti copiosi al loro ministero».
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198 Forse Don Alberione si richiama più precisamente a Mc 3,14.

199 «Di poca fede..., non essere incredulo..., rimproverò la loro incredulità..., stolti e tardi di cuore nel credere» (cf Mt 14,31; Gv 20,27; Mc 16,14; Lc 24,25).

200 Citazione probabilmente fuori posto, riferita all’azione formativa di S. Paolo.

201 Dal latino “testes”: testimoni.