Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

119.
OBBEDIENZA - I

«Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c’è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna» (Rm 13,1-2).

1° È virtù morale e soprannaturale: inclina il cristiano a sottomettere la sua volontà a quella dei legittimi superiori come rappresentanti di Dio.
Siamo creati da Dio: dipendenti quindi da lui. Le creature fanno la sua volontà: «Tutte le cose ti servono» (Sal 119/118,91). Ma l’uomo deve fare un’obbedienza più perfetta: egli ha ricevuto la libertà; egli è più perfetto: a Dio deve assai di più.
Inoltre: siamo, in Gesù Cristo, figli di Dio per adozione. Egli compì in tutto la volontà del Padre; obbedì a Maria e a Giuseppe; in ogni momento corrispose ai voleri del Padre: «fatto obbediente fino alla morte» (Fil 2,8). Gesù Cristo ci riscattò dalla schiavitù del demonio; siamo perciò suoi; gli apparteniamo: «Ormai non siete più vostri, perché siete stati comprati a grande prezzo» (1Cor 6,20). Per conseguenza dobbiamo obbedire al Vangelo ed alla Chiesa.

2° Dio però non viene a darci particolari precetti direttamente: Egli si fa rappresentare dai Superiori. Nella società vi deve essere chi guida: in famiglia, in comunità, nella nazione, nella Chiesa, in ogni organizzazione. «Non vi è potestà che non venga da Dio» (Rm 13,1) ed obbedire ai Superiori è obbedire a Dio; disobbedirli è disobbedire a Dio e meritarsi l’eterna dannazione: «Pertanto chi resiste all’autorità resiste all’ordinamento di Dio e si compra da se stesso la dannazione» (Rm 13,2). I superiori obbediscono a Dio, servendo i sudditi nei loro bisogni; di essi devono rispondere innanzi a Dio; esercitano per obbedienza il loro potere. E chi obbedisce sa di ascoltare il | Signore stesso: «Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi, disprezza me» (Lc 10,16). In comunità, poi, senza obbedienza, regnerebbe l’anarchia e tutti ne avrebbero danno. Solo in quello che è peccato, contro la legge naturale o divina, non si è obbligati, anzi è proibito obbedire.
Al Sommo Pontefice, al Vescovo, al parroco, ai superiori religiosi si deve obbedienza amorosa e religiosa.

3° Il Signore disse a S. Caterina da Siena: «Quanto è dolce e gloriosa l’obbedienza in cui sono tutte le altre virtù! Essa nasce dalla carità; in essa è fondata la pietra della santa fede; essa è una regina, e colui che l’ha sposata non sente verun male,78 ma sente pace e quiete... Oh! obbedienza che navighi senza fatica, e senza pericolo giungi al porto di salute!... sei grande con lunga perseveranza e sì grande che tieni dal cielo alla terra, perché con essa si disserra79 il cielo».

Esame. –
Conosco bene la virtù dell’obbedienza? La compio soprannaturalmente? L’amo?

Proposito. –
Ricorderò l’esempio di Gesù: «Era soggetto a Maria ed a Giuseppe» (Lc 2,5).

Preghiera. – Signore, fatemi comprendere come io devo obbedire sempre e in tutto. Datemi questo spirito di mortificazione interiore | della mia volontà. Fatemi conoscere i meriti dell’obbedienza e la gran pace che essa porta all’anima. Fatemi ancora conoscere come debbo obbedire: non perché vedo buona e vantaggiosa l’opera comandata, ma perché è comandata, perché è di vostra volontà. Voi sempre ed in tutto potete disporre di me. Io sono vostro, vi appartengo totalmente, in ogni mia facoltà ed energia; in ogni momento. Da voi tutto accetto; disponete di me come vi piace: in vita ed in morte: sia fatta, non la mia, ma la vostra volontà.80
119

78 Forma arcaica: sta per “nessun male”.

79 Riapre.

80 A dimostrazione di come la preghiera di Don Alberione nascesse dall’impegno pratico e vitale, si legga quanto egli aveva scritto, durante il corso di esercizi spirituali del 1940, nei suoi Taccuini personali: «Prego il Signore di togliere da me ogni mia volontà, gusto, preferenza: perché Dio faccia quanto e come vuole di me e di tutto quanto mi riguarda per il tempo e per l’eternità. Desidero che il Signore possa liberamente fare e usare di me come vuole; mi riduca pure al nulla se crede per la salute, la stima, il posto, le occupazioni, le cose più interne come le esterne; tutto e solo per la gloria di Dio, per l’esaltazione eterna della sua misericordia, per isconto dei miei peccati...».