Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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110.
PRUDENZA - II

«Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi; profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò inconsiderati, ma sappiate comprendere la volontà di Dio» (Ef 5,15-17).

1° La prudenza: esamina con maturità, risolve con senno, eseguisce fedelmente.
Richiede, in primo luogo, di esaminare bene il fine. Molti errano in questo punto essenziale: Perché sono creato?50 Perché esisto? Un maturo esame è richiesto per la gravità del problema che si deve risolvere.
Occorre riflettere sul passato nostro, poiché l’esperienza è maestra nella vita: le difficoltà incontrate, le cadute, le vittorie. Anche la storia ci giova perché fa conoscere quello che hanno fatto di bene o di male coloro che ci precedettero: e quali aiuti od ostacoli abbiano incontrati. Riflettere pure sulle circostanze presenti e sul futuro; come si delinea. Giova sempre consigliarsi. Uomini più saggi, che ci amano, come pure qualche volta anche persone inferiori di età, di cultura, di posizione possono illuminarci sui pericoli, scoprire un lato non considerato prima, darci un consiglio utile. E questa luce nei casi di decisioni importanti la chiederemo soprattutto al Signore; col Veni, Sancte Spiritus,51 o con altre preghiere.

2° Risolvere con senno: scegliendo i mezzi più sicuri per il fine. Per questo si allontanano accuratamente i pregiudizi, le passioni, le impressioni che turbano il giudizio: Che mi serve questo per l’eternità?52 Che cosa desidererò di aver fatto quando mi troverò in morte, o al giudizio? Non volendo ingannarsi, il cristiano approfondisce con perspicacia le varie cose; poi, con decisione, conchiude senza esitazioni eccessive. Sempre possiamo fidarci di Dio, quando si sono usati i mezzi che egli ci ha preparati; ché se anche materialmente si sbaglia, l’aiuto di Dio ed il premio non possono mancare. Egli sarà con noi per confortarci; sarà con noi per premiare almeno lo sforzo di buona volontà.

Eseguire fedelmente. Nonostante tutti i calcoli e la buona volontà, ci vuole sempre umiltà. Occorre prendere anche mezzi più potenti per non cedere innanzi a qualche sconfitta. Occorre circospezione: aprire gli occhi, notare le qualità delle persone, tener d’occhio il succedersi degli avvenimenti interni ed esterni. Adoperare ogni precauzione: «Videte quomodo caute ambuletis»53 (Ef 5,15). Il nemico prepara difficoltà e arti maligne tanto più astute quanto più belle e sante sono le risoluzioni. Così non si cade vittima di circostanze improvvise od impreviste; non si rimane sconcertati; si ha forza di rialzarci e di ricominciare; e con la Divina Grazia si ha forza di condurre a buon fine l’opera della nostra santificazione e tutte le buone iniziative di apostolato.

Esame
. – Quanto considero le cose? Come mi risolvo? Come eseguisco?

Proposito. –
Prudenza di mente; prudenza di sentimento; prudenza di azione.

Preghiera. – Medito le parole scritte da San Giacomo a riguardo della vera saggezza o prudenza: «La sapienza che viene dall’alto, prima di tutto è pura; poi è pacifica, modesta, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, aliena dal giudicare e dall’ipocrisia».54
Pudica di mente e di cuore; pacifica, poiché conserva la calma necessaria; modesta, essendo condiscendente, anzi
suadibilis55 perché si | arrende alle buone ragioni; piena di misericordia per i caduti, ottiene ovunque buoni frutti; non è parziale, non ha ipocrisie o finzioni.
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50 Vedi sopra, meditazioni 7 e 8.

51 “Vieni, o Santo Spirito” sequenza della Messa di Pentecoste.

52 «Quid hoc ad æternitatem?»: espressione attribuita a san Bernardo di Chiaravalle.

53 «Vigilate attentamente sulla vostra condotta».

54 Gc 3,17.

55 “Docile”, che si lascia persuadere.