Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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116.
UMILTÀ - III

«In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?. Ma Gesù gli disse: Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia. Allora Giovanni acconsentì» (Mt 3,13-15).

1° La preziosità di questa virtù si deduce pure dai suoi frutti.
È chiave dei divini tesori. Il Signore in tutte le sue opere mira necessariamente alla sua gloria: darà quindi i suoi beni a chi li riconosce come doni suoi, gliene è grato e gliene dà gloria. Egli non può fare diversamente: «Non darò la mia gloria ad altri» (Is 42,8). «Ai superbi resiste, agli umili dà le grazie» (Gc 4,6). I superbi sono come i monti, l’acqua delle divine grazie non vi si ferma e restano aridi. Gli umili sono come valli in cui le acque si raccolgono: «Ogni valle sarà colmata e ogni monte sarà abbassato» (Lc 3,5). L’umiltà ha, dunque, l’ufficio di inclinare la bontà benefica del Cuore Divino a dare, e di preparare il cuore dell’uomo a ricevere. La bontà di Dio è diffusiva; ma il superbo la ferma, la impedisce; l’umile lascia che si espanda e se ne arricchisce.

2° L’umiltà è fondamento negativo68 e nutrice di ogni virtù.
Le virtù teologali e morali sono infuse dallo Spirito Santo; e questo Spirito non abita nel | cuore orgoglioso, gonfio del sapere o del potere; ma si comunica ai semplici. Ed ecco che il Signore rivela ai piccoli la sua sapienza, con uno spirito di fede sincera e profonda; l’umile spera in Dio, non in se stesso e la sua speranza si fortifica e diviene operosa; la carità è opposta all’egoismo che è amor proprio, orgoglio, alterigia; l’umiltà rende l’uomo diffidente di sé e prudente; il superbo esagera i suoi diritti e dimentica quelli del prossimo, ma l’umile osserva la giustizia; l’umile, conscio di essere debole, trova in Dio la sua fortezza; l’umiltà è pure buona custode della temperanza, come della castità.

3° L’umile ha gran pace, frequenti ed intime comunicazioni col Signore, sta volentieri nel posto assegnato dalla Provvidenza. Forse appare poco innanzi agli uomini, ma gli sguardi del Signore si volgono con compiacenza su di lui; e grandi tesori di meriti accumula per il cielo.
S. Agostino così parla: «Vuoi elevarti? comincia ad abbassarti. Pensi di elevare molto alto il tuo edificio? Poni prima il fondamento dell’umiltà».

Esame. –
Ho alta stima dell’umiltà? la desidero? la cerco? la chiedo al Signore?

Proposito. –
Considererò l’umiltà nella vera pratica della vita: con Dio, col prossimo, con me stesso.

Preghiera. – Fate, o Signore, che io | comprenda la vostra parola: «Quando sarai invitato a mensa, non cercare il primo posto, perché non ti avvenga che arrivando altri più degno di te, il capo di casa debba dirti: va’ indietro; cedi il posto a quest’altro; e ne avresti vergogna. Tu invece mettiti all’ultimo posto; forse il capo di casa ti inviterà a passare avanti; ed allora avrai lode innanzi a tutti i commensali».69 A me conviene l’ultimo posto; sono tanto peccatore!
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68 Nel senso di passivo, recettivo.

69 Lc 14,8ss.