Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

322.
IL CONVITO E GLI INVITATI178

«Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore; mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo; mio scudo e baluardo, mia potente salvezza» (Sal 18/17,2-3).

1° «In quel tempo disse Gesù ai Farisei questa parabola: Un uomo preparò un grande convito e invitò molti. E mandò un servo all’ora della cena a ricordare agli invitati di venire, perché ogni cosa era preparata. Ma tutti cominciarono senz’altro a scusarsi. Il primo gli rispose: Ho comperata una villa e debbo uscire per vederla; ti prego di avermi per iscusato. E un altro disse: | Ho comperato cinque paia di buoi e ora vado a provarli: abbimi per iscusato, te ne prego. E un altro disse: Ho preso moglie, perciò non posso venire. E il servo ritornato riferì queste cose al padrone. Allora il padre di famiglia, irritato, disse al servo suo: Va’ subito nelle piazze e nelle vie della città, e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi, gli zoppi. E disse il servo: Signore, è stato fatto come tu hai comandato e ancora v’è posto. E disse il padrone al servo: Va’ per le strade e per le siepi e costringi a venire, affinché la mia casa si riempia. Poiché vi dico che nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena» (Lc 14,16-24).
Questo signore ricorda il Divino Salvatore. La grande cena indica la Mensa Eucaristica. Essa è una grande cena, considerando chi invita: Dio stesso. È grande per il cibo che vi si appresta: le carni dell’Agnello immacolato, Gesù. E grande per gli effetti che questo nutrimento porta alle anime: gioia spirituale, ristoro nelle fatiche, aumento di grazia e santità, unione più intima tra l’anima e il suo Dio. «La carne mia è veramente cibo» (Gv 6,56). «Venite a me, tutti voi che siete affaticati e dolenti: io vi ristorerò» (Mt 11,28).

2° Gli invitati sono gli uomini. Ma di questi: chi si astiene dalla comunione per orgoglio: «Ho comperata una villa, vado a visitarla» (Lc 14,18). Molti infatti credono un’umiliazione accostarsi alla balaustra con le pie donne ed i poveri. Vi è chi rifiuta l’invito di Gesù per | avarizia: «Ho comperato cinque paia di buoi; vado a provarli» (Lc 14,19). Coloro che hanno il cuore, il pensiero e tutta l’attività rivolta alle ricchezze non possono sentire fame di questo cibo celeste.
Ancora: la lussuria tiene molti uomini lontani dalla Comunione: «Ho preso moglie, non posso venire» (Lc 16,20). L’uomo animale non gusta i beni spirituali.

3° Il Signore della parabola, sentito il rifiuto degli invitati, ordina ai servi, ripetutamente, di chiamare alla grande cena i poveri, gli zoppi, gli infelici; finché tutti i posti siano occupati. Gesù ordina ai sacerdoti di invitare alla comunione tutti: poveri, donne, fanciulli. Gli umili capiscono e corrispondono al divino invito. Se saremo umili, il Signore ci farà capire le gioie, le verità, i beni dello spirito: quali tesori di grazia si trovi nell’Eucaristia; la caparra di salvezza che si ha nella comunione frequente e ben fatta.
Il padrone usò questa espressione per indicare quale insistenza doveva farsi ai poveri perché intervenissero alla cena: «forzate a venire» (Lc 14,23); forzali ad entrare. Così devesi dai sacerdoti mettere in pratica, anche a riguardo della Comunione, l’avviso generale dell’Apostolo per il suo discepolo: «Predica la divina parola; insisti a tempo opportuno ed anche non opportuno; riprendi, esorta, sgrida con tutta la pazienza e la dottrina» (2Tm 4,2).
Gesù Maestro, tu hai parole di vita | eterna. Annunziandoci l’Eucaristia tu ci promettevi il pane che alimenta la vita spirituale.

Esame
. – Mi comunico spesso? Con le dovute disposizioni? Ho una fede viva? Mi accosto con umiltà? Ho fiducia nella bontà di Gesù?

Proposito
. – Mi comunicherò spesso, e con fede viva.

Preghiera. – Gesù amorosissimo, ecco che tutto ciò che voi siete, l’avete donato a noi nell’Eucaristia. Io tutto mi dono a voi, mio Bene sommo ed eterno. Fatemi sentire la soavità del vostro amore, attiratemi a voi; nutrite l’anima mia; accendetemi del vostro amore; non permettete che ancora mi separi da voi.
322

178 Titolo originale: “Domenica II dopo Pentecoste”.