Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

98.
LA FEDE - II

«Dio è luce e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato» (1Gv 1,5-7).

1° È la luce che illumina il cammino dell’uomo verso il cielo. Per essa il cristiano si distingue dal filosofo, come la ragione distingue l’uomo dall’animale. La conoscenza che viene | dalla rivelazione è più perfetta, alta e sicura che la conoscenza che viene dall’intelletto o dai sensi. La fede ci fa partecipi della sapienza di Dio; e ci unisce a Dio; per essa la luce con cui Dio conosce Se stesso diviene luce nostra; la sapienza di Dio sapienza nostra; la sua mente, mente nostra; la sua vita, vita nostra. La fede è «fonte di luce per l’intelligenza, forza e consolazione per la volontà, principio di meriti per l’anima». Essa alberga4 le cognizioni su Dio e su le cose divine: quanto è da Dio rivelato sui misteri e su la sua vita intima; su la nostra elevazione in Cristo; su l’inabitazione dello Spirito Santo e su tutto l’organismo spirituale, che ci fa operare in ordine alla vita eterna. Tutta la morale evangelica, immensamente più perfetta, alta, larga e completa di quella naturale, ci è svelata da Gesù Cristo nel sermone della montagna.5 Importa in noi una vita da veri figliuoli di Dio per adozione; l’imitazione di Gesù Cristo.

2° La fede è forza e consolazione: essa ci fa considerare il premio eterno: «Non mi resta che ricevere la corona di giustizia» (2Tm 4,8). «La nostra momentanea e leggera tribolazione produce per noi un eterno e sopra ogni modo sublime cumulo di gloria» (2Cor 4,17), dice S. Paolo. Ed altrove: «Penso che le sofferenze della vita presente non hanno proporzione con la gloria ventura» (Rm 8,18). Ed allora si fatica, si combattono le passioni, si zela, si compiono i quotidiani doveri con gioia: «La | vittoria che trionfa del mondo è la nostra fede» (1Gv 5,4).
Essa è sorgente di meriti; poiché è già merito ogni atto di fede. Dà una intenzione retta alle nostre buone opere. Inoltre: la fede è tanto più meritoria in quanto siamo esposti a molti pericoli di perderla.

3° La fede è dono di Dio; perciò occorre pregare per accrescerla. È nostra libera adesione alla rivelazione; perciò occorre il nostro sforzo. Con la preghiera e l’esercizio, la fede diverrà più ferma, più operosa, più semplice, più illuminata.
L’orgoglio intellettuale è la causa per cui molti non credono od hanno una fede languida, inefficace, titubante innanzi alle tentazioni ed ai nemici.
Ma la fede può essere perfezionata sino a farci vivere di essa: «Il giusto vive di fede» (Eb 10,38).

Esame.
– La fede in me è viva? gioiosa? ferma? operante? forte?

Proposito. –
Reciterò con molta devozione il Credo e l’Atto di Fede.

Preghiera. – Signore, infondete in noi i doni della sapienza e dell’intelletto con una più copiosa effusione di Spirito Santo. Che io viva di fede! che veda in tutto la vostra mano che guida persone, cose, eventi. Che io ragioni, operi, parli | con la preghiera, gli esempi, le parole, le opere, la conoscenza del Vangelo. Che io sia un vero figlio della Chiesa; sempre umile, docile, fervente.
98

4 Probabilmente si deve leggere “allarga” (come nell’edizione successiva).

5 Cf Mt 5,1ss.