Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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243.
VISITA A GESÙ EUCARISTICO - II

«Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero» (Mt 11,28-29).

1° Dice S. Agostino: «Nessuno mangi quella Carne, senza averla prima adorata». Chi visita il SS.mo Sacramento fa un’ottima preparazione alla Comunione. L’hanno adorato i pastori al presepio. Essi vennero chiamati dall’angelo, gli offrirono i loro doni, gli presentarono i loro cuori, ricevettero le primizie delle grazie che il Figlio di Dio incarnato portò agli uomini.
Lo adorarono i Magi. Erano venuti dall’oriente, seguendo una stella. «Prostrati lo adorarono» (Mt 2,11). Ed in segno della loro sottomissione, della loro fede e del loro amore, gli offrirono: oro, incenso e mirra.
L’adorarono a Nazaret S. Giuseppe, la SS.ma Vergine; essi avevano nella casetta Gesù, vero Dio e vero uomo, come noi l’abbiamo nelle nostre chiese. Disponevano di Gesù come il Sacerdote fa dell’Eucaristia: la si porta, la si | chiude, la si espone, ecc. Ma come il Sacerdote intanto che così si comporta, l’adora; così Maria e Giuseppe prestavano le loro adorazioni, suppliche, propiziazioni e ringraziamenti.

[2°] L’adorò S. Pietro: «Tu sei Cristo, il Figlio di Dio vivo» (Mt 16,16). Gesù aveva chiesto che cosa dicessero gli uomini di lui. E gli apostoli avevano risposto: Chi Giovanni, chi Elia, chi uno dei profeti. Ma Gesù aveva incalzato: Ma voi, chi dite che io sia? Per tutti aveva risposto Pietro, facendo una grande confessione.
L’adorò il cieco-nato: «Prostratosi lo adorò» (Gv 9,28). L’aveva guarito Gesù; ma la confessione del cieco nato gli era costata l’espulsione dalla sinagoga. Ma il miracolato era uomo schietto e sincero, risoluto: alla rivelazione che Gesù era il Messia, Figlio di Dio, risolutamente si era prostrato adorando.

3° Ti adoro, o Gesù benedetto, vero Figlio di Dio e vero uomo, nato da Maria Vergine, Maestro e Salvatore del mondo, presente in cielo e nel Sacramento dell’altare. Qui tu sei il mio Dio onnipotente; il mio benefattore che continua a distribuire i doni a chi te li cerca; il mio amico che trovi le tue delizie nello stare con gli uomini; l’esemplare di tutte le virtù che io devo ricopiare.

Esame. –
Considero il Tabernacolo come la casa del mio impareggiabile amico? Il rifugio in ogni bisogno? La consolazione in tutti gli sconforti?
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Proposito. – Condurrò a Gesù quante anime mi sarà possibile.
Preghiera. – A Gesù Sacramentato: Ecco il fonte di ogni bene, Gesù Eucaristia, il quale dice. «Chi ha sete venga a me». Oh! quante acque di grazie hanno ricavato i Santi da questa fonte, ove vengono dispensati i meriti della passione. «Attingerete acque con gioia, alla fonte del Salvatore». Diceva un’anima, solita a passare ore intere innanzi al SS.mo Sacramento: Io vi starei tutta l’eternità. Non vi è qui l’Essenza di Dio, pascolo dei Beati? Buon Dio, che si fa innanzi a lui? e che non si fa? Si ama, si loda, si ringrazia, si domanda. E che fa un povero innanzi ad un ricco? Un malato innanzi al medico? Un assetato innanzi alla fontana? L’affamato dinanzi a lauta mensa?
Voi, Gesù, siete il mio tesoro, la vita, la grazia, la speranza, il tutto.