Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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69.
LA GRAZIA SANTIFICANTE - I

«Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio» (Rm 8,26-27).

1° La grazia santificante è quel dono ineffabile e soprannaturale per cui l’uomo è liberato dal peccato; diviene santo come Adamo prima della caduta; ed erede del cielo. È il dono ineffabile che Gesù Cristo ci acquistò morendo su la croce.
La grazia santificante prende vari nomi, ma tutti indicano, nella sostanza, la stessa cosa.
Si chiama giustizia: in quanto mette l’uomo in stato adatto, sufficiente, giusto, rispetto a Dio, fine soprannaturale. Si chiama giustificante o santificante: perché | l’uomo partecipa della perfezione e santità di Dio; mentre il peccato è tolto, non solo coperto.
Si chiama amicizia di Dio: perché ci rende intimi di Dio, della SS. Trinità.
Si chiama carità: perché l’anima diventa cara a Dio.
Si chiama adozione divina: perché il cristiano è chiamato e realmente diviene figlio di Dio, non per natura, ma per adozione.
Si chiama inabitazione di Dio o dello Spirito Santo: perché le Tre Divine Persone vengono ad abitare nell’anima del giusto: e quest’opera di amore è attribuita allo Spirito Santo.

2° La grazia è una rinnovazione dell’uomo, una nascita spirituale; è uno sposalizio dell’anima con Gesù Cristo. È condizione assolutamente necessaria per conseguire la salvezza eterna.
È un dono della divina misericordia per cui il Padre ci guarda con compiacenza. È il frutto della morte di Gesù Cristo in croce, avendo egli soddisfatto per il peccato. È l’effetto del Battesimo e della Penitenza. Il Battesimo è necessario a tutti; la Penitenza a chi dopo il Battesimo ha peccato. È la condizione assolutamente, sempre, per tutti necessaria per farsi dei meriti sulla terra, e per entrare in cielo. È conseguenza delle interiori nostre disposizioni: desiderio di Dio fine beatificante, detestazione del peccato, uso dei Sacramenti.
L’anima viene lavata, mondata, rinnovata, | fatta bianca come la neve, sorella dei Santi e degli Angeli, abbellita dal riflesso di una luce divina. È il regno di Gesù Cristo e di Dio in noi; è la vita eterna incominciata realmente e posseduta. San Paolo perciò chiama santi i cristiani, rigenerati in Cristo. È la morte dell’uomo vecchio; è un rivestirci di Cristo innanzi a Dio ed agli Angeli. È una incorporazione a Cristo, divenendo il cristiano un membro del suo corpo mistico.

3° O Signore, che in modo meraviglioso creasti l’uomo, ed in modo ancor più meraviglioso l’hai riformato, concedici di diventare, mediante il mistero dell’acqua e del vino che si offrono nella Santa Messa, consorti della Divina Natura, di Colui che si degnò farsi partecipe della nostra umanità, Gesù Cristo, tuo Figliuolo e Nostro Signore, il quale vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Così sia.175

Esame. –
Ho capito bene la dottrina cattolica della grazia? Possiedo la grazia? Ne gioisco? Ne sono riconoscente a Dio? Comprendo che l’apostolato è essenzialmente portare gli uomini a vivere in grazia e ad aumentare sempre questa grazia con le opere buone?

Proposito. –
Mediterò spesso le parole del Divino Maestro: «Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano più abbondante».176

Preghiera. – Vivete in me, o Signore. Io | detesto il peccato, che è l’unico ostacolo a stabilire la vostra dimora in me; ed è anche la distruzione del tempio vostro nel mio cuore. Voi avete detto, o Signore: «Può forse una madre dimenticare il figlio suo, ed essere con lui crudele? Che se pure questo succedesse, Io non mi dimenticherò di te».177 Voi mi amate, dunque, immensamente: ed io vi debbo e voglio amare per sempre. Venite, o Gesù; stringiamo la più santa, stretta, durevole amicizia. Il mio Diletto è mio ed io son di lui.178
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175 Preghiera che il sacerdote, nel precedente Ordo Missae, recitava al momento di versare alcune gocce d’acqua nel vino: «Deus, qui humanae substantiae dignitatem mirabiliter condidisti, et mirabilius reformasti: da nobis per hujus aquae et vini mysterium ejus divinitatis esse consortes, qui humanitatis nostrae fieri dignatus est particeps, Jesus Christus, Filius tuus, Dominus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus: per omnia saecula saeculorum. Amen».

176 Gv 10,10.

177 Cf Is 49,15.

178 Cf Ct 2,16.