Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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342.
LA MONETA DI CESARE E QUELLA DI DIO211

«State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore: sia al re come sovrano, sia ai governatori come ai suoi inviati per punire i malfattori e premiare i buoni. Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all’ignoranza degli stolti» (1Pt 2,13-15).

1° Siamo membri della società civile e membri della Chiesa. In ognuna abbiamo dei mezzi per procurare l’eterna salvezza. In ognuna pure abbiamo dei doveri; gli uni e gli altri sono di volontà di Dio. L’adempimento di essi ci merita la vita eterna.
Appare chiaro dal Vangelo di questa domenica: «In quel tempo: i farisei ritiratisi, tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nelle parole. E gli mandarono i propri discepoli con gli Erodiani, a dirgli: Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo la verità e non ti curi di nessuno, che non guardi in faccia alle persone. Dicci dunque: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?
Ma Gesù, conosciuta la loro malizia, disse: Perché mi tentate, ipocriti? Mostratemi la moneta del tributo. Ed essi gli presentarono un denaro. Ed egli domandò loro: Di chi è quest’immagine e l’iscrizione? Gli risposero: Di Cesare. Allora disse loro: Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22,15-21).

2° La malizia dei farisei e degli Erodiani fu conosciuta da Gesù Cristo. I farisei non volevano dare al Cesare di Roma il tributo come riconoscimento di sottomissione. Dicevano che era contro la legge mosaica. Gli Erodiani lo pagavano ed accusavano come ribelli coloro che si | rifiutavano. Comunque avesse risposto Gesù Cristo, sembrava a loro di poterlo prendere in parola e farlo condannare. Ma Gesù Cristo si fa portare la moneta; aveva l’immagine e l’iscrizione di Cesare. Dunque, già l’avevano cambiata per pagare il tributo, poiché per questo occorreva la moneta romana [e chi la usava] riconosceva il potere di Roma. Gesù sentenziò: «Date a Cesare ciò che è di Cesare». Poi andò più avanti e si fece giudice degli interlocutori: «Date a Dio quello che è di Dio».
Al potere civile dobbiamo dare quello che esso ha diritto di esigere. Ma non si dimentichi che vi è pure la Chiesa, vi è l’anima, vi è Dio: ecco un’altra serie di doveri, e ben più alti e delicati. Ciò significa: l’anima porta l’immagine e la somiglianza con Dio: deve essere data a lui. A Dio la ragione, la volontà, le intenzioni, le adorazioni, la riconoscenza. Dice S. Agostino: «Noi siamo la moneta di Dio, coniata con la sua effigie. Dio esige ciò che è suo; come Cesare ha diritto di esigere ciò che porta la sua impronta». Vi è chi vorrebbe negare il proprio tributo tanto al potere civile come alla Chiesa ed a Dio. Vi è chi difende i diritti dello Stato, disprezza o nega i diritti di Dio, della Chiesa, dell’anima.
Il buon cristiano è il miglior cittadino, il miglior soldato, il miglior professionista. Nello stesso tempo egli ricorda che l’anima nostra, immagine di Dio, passerà ancora una volta nelle mani di Gesù giudice. Egli esaminerà se tale immagine è conservata integra e incontaminata.
La Chiesa è società più alta della civile: essa ha diritti alla vita ed alla libertà per compiere la missione che il divin Fondatore le affidò. Chi intralcia l’opera del Papa e dei sacerdoti, chi impedisce l’educazione cristiana dei giovani, chi intralcia la penetrazione dei principi evangelici si oppone a Dio e a Gesù Cristo.
L’uomo è corpo, ma anche spirito. I doveri dello spirito sono immensamente superiori a quelli del corpo.

3° Da Dio è ogni potestà: la civile e la religiosa. Io adoro Dio, rappresentato da quelli che governano. Onoro in questi l’autorità e i diritti di Dio: li amo e li obbedisco, sapendo che in essi obbedisco a Dio: «Non vi è autorità se non da Dio; e quelle che esistono sono istituite da Dio» (Rm 13,1). Fosse pur un discolo chi dispone, ascoltando per amor di Dio, io acquisto merito di vita eterna. Voi, o benedetto Gesù, vi siete sottoposto alle autorità terrene, sebbene non obbligato. Seguirò dunque il vostro esempio.

Esame. –
Stimo, onoro, rispetto, amo Dio in chi governa nella società civile? E nella Chiesa specialmente?

Proposito. –
«Ogni persona sia sottomessa alle autorità superiori» (Rm 13,1).

Preghiera. – Buon Maestro, alla vostra nascita vi siete sottomesso alle disposizioni di Augusto; nel ministero avete pagato il tributo per voi e per Pietro; avete adempiute le | prescrizioni legali, religiose; vi siete piegato alla sentenza del Sinedrio e di Pilato. Quanto rimprovero alla mia superbia ed alla mia ostinazione! Deh! mutatemi; rendete il mio cuore docile ed ossequiente come il vostro.
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211 Titolo originale: “Domenica XXII dopo Pentecoste”.