Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

97.
LA FEDE - I

«La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza. Per fede noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sì che da cose non visibili ha preso origine quello che si vede» (Eb 11,1-3).

1° La fede è virtù teologale infusa da Dio nei nostri cuori, la quale ci inclina a credere fermamente alle verità rivelate da Dio ed a noi proposte dalla Chiesa. Si crede per l’aiuto della grazia divina; non già perché comprendiamo le verità, ma perché sono rivelate da Dio che non può sbagliare né ingannarci. S. Paolo ci dice tutto in brevi parole: «La fede è sostanza dei beni sperati, argomento delle cose che non si vedono» (Eb 11,1).
Si crede anzitutto in Dio ed a Dio; poi si credono le verità da Dio rivelate agli uomini. «Di fede divina e cattolica è da credersi tutto quello che è contenuto nella S. Scrittura e nella Tradizione, e che la Chiesa col suo insegnamento o solenne od ordinario, propone da credere agli uomini».1 La Chiesa soltanto è vera maestra di fede; ad essa sola e sempre gli uomini con piena fiducia possono e devono affidarsi interamente, come i bambini succhiano il latte materno. E la Chiesa nel decorso dei secoli sempre più chiaramente spiegò la sua dottrina ai fedeli; condannò gli errori; definì le verità in modo solenne. | Però non propose mai dogmi o verità nuove: tutto ciò che insegna, lo prende dalla Rivelazione di cui è custode, testimone e interprete. Siamo più certi delle verità della fede che non delle verità che conosciamo con la ragione o delle cose che vediamo con gli occhi.

2° La fede è massimo bene: è principio dell’eterna salvezza, fondamento e radice della giustificazione2 e della grazia. «Senza la fede è impossibile piacere a Dio».3 Nessuno ebbe la grazia senza la fede. «È necessario che chi si avvicina a Dio, creda: che Dio esiste e che è giusto rimuneratore di chi lo cerca» (Eb 11,6).
Il Divin Maestro insegnò: «Chi non crederà, verrà condannato» (Mc 16,16).
Quindi ogni uomo è obbligato ad accogliere l’insegnamento della fede e piegarsi a credere per ricevere il dono della grazia divina. Almeno di tanto in tanto ogni cristiano deve fare qualche positivo atto di fede; ma specialmente in punto di morte, nei pericoli e nelle tentazioni contro la fede.

3° I cristiani sono obbligati ad istruirsi; e i pastori di anime devono fare i catechismi, le istruzioni, le prediche.
L’istruzione è necessaria per ricevere i Sacramenti, per premunirsi dagli innumerevoli errori che sono oggi disseminati, per unirsi sempre meglio a Gesù Cristo con l’intelligenza e meritare di prepararsi sulla terra alla visione eterna di Dio.
Sono tenuti a procurare l’istruzione religiosa secondo la loro posizione: i genitori, i tutori, gli educatori, i maestri, i padroni, ecc.

Esame
. – Ho fede? Cerco di istruirmi nelle verità della fede? Penso ad istruire gli altri?

Proposito
. – Devo sentire o leggere la parola di Dio; anche se già conosco il necessario: essa alimenterà la mia fede.

Preghiera. – Signore, fatemi conoscere quanto mi sia utile e necessario meditare voi e le verità divine. Che io vi conosca! Questo è il fondamento e principio di ogni santificazione. Io vi amerò di più se vi conoscerò meglio; vi servirò più fedelmente, se penetrerò meglio i vostri insegnamenti. Lo studio e la meditazione delle cose sacre è il più necessario, il più utile, il più perfetto, il più soave allo spirito.
Datemi, o Divino Spirito, fame e sete della Divina vostra Sapienza, vero cibo dell’anima: questa non vive di pane ma della verità che procede dalla bocca di Dio.
97

1 Concilio Vaticano I, Costituzione dogmatica Dei Filius” (DENZINGER-SCHÖNMETZER, Enchiridion Symbolorum, edizione bilingue, 1995, n. 3011).

2 «Fides est humanæ salutis initium... fundamentum et radix omnis iustificationis» (Concilio di Trento, Decreto sulla giustificazione, DENZINGER-SCHÖNMETZER, Enchiridion Symbolorum, edizione bilingue, 1995, n. 1532).

3 Eb 11,6.