Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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275.
LA LITURGIA - II

«È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo» (Is 58,5-6).

1° La Liturgia, oltre l’onore a Dio, procura l’unione delle anime a Cristo; e per Cristo a Dio. Vuole purificare l’anima sempre più dal peccato e da ogni affetto terreno; vuole congiungere sempre più l’anima al Cristo come un membro al Capo, come un tralcio alla vite. Cosicché l’uomo sempre più si conformi a lui e da lui attinga l’ispirazione e la forza di cui ha bisogno, in modo che l’uomo senta uno stimolo sempre più efficace al bene, al dovere, alla pratica della religione, al fervente esercizio della virtù, secondo | l’insegnamento di S. Paolo: «Voi siete di Cristo e Cristo è di Dio». Perciò il centro della Liturgia è nell’Eucaristia come Presenza reale, Messa, Comunione. Tutto, anche la confessione, deve portare a Gesù-Ostia.

2° Che l’uomo vada a Dio è l’adempimento del precetto della carità. Tutta la Liturgia è ben organizzata secondo Gesù Cristo dalla sapienza della Chiesa. Con l’insegnamento della dottrina cristiana, con l’esortazione ad osservare i precetti, essa prepara la via alla sua azione propriamente sacerdotale e santificatrice. Dispone le anime ad una più intima contemplazione della vita di Gesù, a maggior penetrazione dei misteri della fede, a più grande desiderio di perfezione e santità. Così tutto porta all’Eucaristia; e da questa l’uomo parte rafforzato e spargerà il profumo di Cristo. Ne avranno immenso vantaggio la famiglia, l’attività privata, coniugale e sociale: ne risentiranno anche l’ambiente, e persino l’azione politica ed economica. Ovunque si porterà Cristo e la sua grazia. Tutto a Gesù-Ostia; tutto da Gesù-Ostia. Tutti in Cristo, da Cristo tutto.

3° S. Paolo ci ammaestra: «Avendo, dunque, fiducia di entrare nel Santo dei Santi per il sangue di Gesù Cristo, per la via nuova e vivente che egli inaugurò per noi attraverso il velo, cioè attraverso la sua carne, ed avendo un gran Sacerdote preposto alla casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, con pienezza di fede, purgato il cuore da coscienza di colpa e lavato il corpo con acqua monda, attacchiamoci | incrollabilmente alla professione della nostra speranza... e stiamo attenti gli uni agli altri per stimolarci alla carità ed alle opere buone».103

Esame. –
Possiedo vera scienza liturgica? Assisto alle funzioni come freddo spettatore, o come partecipante all’azione liturgica? Progredisco nelle osservanze liturgiche secondo la Chiesa?

Proposito. –
Mediterò le parole di Pio XII ai Vescovi: «Ritenete di non aver mai abbastanza soddisfatto al vostro zelo apostolico se non quando vedrete i vostri figli accostarsi in gran numero al celeste convito: che è Sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità».

Preghiera. – Gesù, che dimorate nel Sacramento del vostro amore, attirate a voi tutte le anime. Che vivano di voi e per voi. Che io comprenda e professi sempre meglio il «per Cristo, con Cristo e in Cristo, ascenda a te, Padre celeste onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria».
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103 Eb 10,19-24.