Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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76.
LA GRAZIA È INCERTA

«Non esser troppo sicuro del perdono tanto da aggiungere peccato a peccato. Non dire: La sua misericordia è grande; mi perdonerà i molti peccati, perché presso di lui ci sono misericordia e ira, il suo sdegno si riverserà sui peccatori» (Sir 5,5-6).

1° È dottrina dei protestanti, condannata dal Concilio di Trento, che per la giustificazione è necessario e sufficiente che il cristiano creda, e con certezza di fede, che gli sono rimessi i peccati. Il medesimo Concilio anzi insegna chiaramente che: ogni cristiano può temere e | dubitare della sua grazia; e nessuno può sapere con certezza assoluta di trovarsi nello stato di grazia.195
S. Tommaso dice: «Non possiamo conoscere con certezza la presenza o l’assenza di Dio in noi».
Nel libro dei Proverbi è scritto: «Chi può affermare: il mio cuore è mondo? Sono puro da ogni peccato?» (Pr 20,9). Eppure vi sono anime che hanno tanto pianto i loro peccati! Una santa umiltà ti deve sempre accompagnare: sono fisicamente certo di aver fatto quell’azione peccaminosa, con vera coscienza di peccato, ma non sono così sicuro di aver ottenuto il perdono. Tuttavia un’anima può confidare, anzi talvolta ritenere con morale certezza, di essere in grazia di Dio; per la pace interiore, l’essersi ben confessata, l’assicurazione del confessore, il suo stato di fervore, lo spirito di sacrificio con cui serve Dio.

2° L’Apostolo Paolo scrive: «Non ho coscienza di alcun peccato; ma non per questo posso starmene sicuro; chi mi giudica è il Signore» (1Cor 4,4).
S. Tommaso a questo riguardo dice: «Non conosco in me alcun peccato; ma non mi trovo per questo in grazia»; poiché possono in me nascondersi dei peccati che io ignoro, secondo la espressione del Salmo: «Chi comprende i delitti?».196 Perciò l’Apostolo stesso ci avverte: «Con timore e tremore attendete alla salvezza vostra» (Fil 2,12).
Senza una speciale divina rivelazione non può un’anima sapere con certezza di essere in grazia. Vi possono essere peccati nascosti; non sono sicuro di portare ai Sacramenti le dovute disposizioni per ottenere il perdono di quelli che conosco. S. Agostino scrive: «Per quanto sia grande la grazia in un’anima, deve sempre temere che forse si trovi in lui qualche colpa e responsabilità che non conosce».

3° Signore, sarebbe ben angoscioso tale dubbio, per le stesse anime più delicate. Ma io confido tutto nella vostra misericordia e so di poter sempre sperarla. Voglio assicurarmi quanto è possibile col prendere i mezzi per formarmi una morale certezza di essere nella vostra grazia. Essi sono: il buon testimonio di una coscienza retta; un amore fervente verso il Signore, accompagnato da orazioni fervide e da vigilanza per fuggire i pericoli; zelo verso le anime, disprezzo del mondo, pratica della mortificazione; una solida divozione verso la SS. Vergine; vita di perfezione secondo i consigli evangelici. Questi mezzi adoperati insieme dànno una morale certezza del perdono.

Esame. –
Per assicurarmi la remissione dei peccati passati, prendo uno ad uno questi mezzi?

Proposito. –
Sarò fedele alla pratica dell’obbedienza, castità e povertà evangelica.

Preghiera. – Eccomi, o Gesù Maestro, ai vostri SS. piedi, come la Maddalena. Datemi | un intenso amore a voi ed un vivissimo dolore dei miei peccati. Potessi anch’io avere l’umiltà di quella peccatrice ed il suo amore onde meritare io pure la vostra consolante sentenza: gli sono perdonati i molti peccati perché molto ha amato. Datemi un grande dolore; datemi un grande amore; datemi una serena fiducia del perdono.
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195 Concilio di Trento, Decreto sulla giustificazione, 13 genn. 1547, cap. 9 (DENZINGER-HÜNERMANN, Enchiridion Symbolorum, edizione bilingue, 1995, n. 1534).

196 Cf Sal 18,13: «Delicata quis intelligit?» (Vulgata).