Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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114.
UMILTÀ - I

«Questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio. Non però che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio» (2Cor 3,4-5).

1° È virtù che ci inclina a conoscerci, a considerarci e voler esser tenuti nel nostro vero valore.
L’umiltà è verità: l’umiltà di mente è profonda persuasione che:
come esseri creati nulla abbiamo di nostro; anzi nulla affatto è nostro nell’ordine soprannaturale, giacché tutto abbiamo ricevuto, sopra la stessa esigenza della natura creata.
Come peccatori, poi, abbiamo offeso il Signore, e nulla sarebbe sufficiente a pagare i | debiti contratti con la Divina Giustizia: castighi, umiliazioni, dolori.
Come chiamati alla santità, nulla affatto possiamo da noi: la cooperazione alla grazia è tanto incerta che, senza l’aiuto di Dio, non si può sperarla. Dice San Tommaso: Nell’uomo si possono considerare due cose: cioè quello che è di Dio e quello che è dell’uomo. È dell’uomo quanto è difetto; è di Dio quanto appartiene alla perfezione e salvezza.

2° L’umiltà è giustizia. Se nulla abbiamo nell’ordine della natura e nell’ordine della grazia: a Dio solo andrà l’onore, il ringraziamento, l’adorazione. Io commetterei un’ingiustizia se mirassi alla lode; sarei un ladro di quella gloria che Dio solo merita. Se sono peccatore ho fatto tale torto a Dio e tale atto di temerità e di stoltezza che, per quanti torti e ingiurie mi facciano gli uomini, saranno sempre meno di quanti ne ho fatto io al Signore; per quanto mi giudichino sciocco, imprudente, colpevole, non peseranno mai tutta l’enormità della mia insipienza e colpa.
Il peccato ha una certa infinità di malizia. Se Dio solo dà i buoni pensieri, le buone risoluzioni, ed il compimento di esse, io dipendo in tutto da lui: è lui che opera. D’altra parte dovrò stare sempre col capo chino, con l’occhio supplichevole, pregando che continui la sua misericordia. Come non sussisterei senza quasi una continua creazione nell’ordine naturale, così | non persevererei senza una particolarissima azione della grazia nella via del bene; né arriverei all’eterna salvezza, se pure già fossi perfetto come S. Luigi: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5).

3° L’umiltà è ordine. Ognuno al suo posto! Dio è Dio, ed io il nulla; ne segue che io devo comportarmi come il nulla; vivere in tutto sottomesso alle disposizioni di Dio; come un malfattore sfuggito alla galera, non perché ignorato, ma perché graziato; come un innesto che riceve tutta la vitalità dalla Vite-Cristo; come una canna fragilissima che un vento basta a piegare. Sono così corto di intelligenza; Dio invece è la Verità; sono così pieno di passioni disordinate, mentre Dio è la Santità; sono così volubile, mentre Dio è immutabile; vivo sull’orlo di un sepolcro, mentre Dio è eterno... «Che cosa hai che non hai ricevuto?» (1Cor 4,7). Che cosa dirò al giorno del giudizio, io, superbo, polvere e cenere?

Esame
. – Sono ben convinto che l’umiltà si radica nei dogmi fondamentali? Che cosa è la verità quanto al nostro vero essere ed all’Essere infinito, Dio? Considero che essa è giustizia verso Dio? è l’ordine per cui Dio è considerato praticamente per ciò che è: ed io mi metto al posto che mi spetta?

Proposito. –
Rifletterò che, per aver fede, per osservare la giustizia, per rispettare | l’ordine devo farmi umile interiormente; prima nella mia mente.

Preghiera. – Gesù Maestro, mansueto ed umile di cuore, fate il mio cuore simile al vostro.
La Vergine Maria, quando fu riconosciuta e salutata come Madre di Dio, diede ogni lode al Signore: «La mia anima loda il Signore... Mi concesse cose grandi, egli che è potente e che è santo».
61
S. Paolo scrive: «Dico dunque, in virtù della grazia che mi fu data, ad ognuno che è tra voi, di non sentire troppo altamente di sé, cioè più di quanto deve; ma sentire modestamente; ognuno secondo la fede compartitagli da Dio».
62
114

61 Cf Lc 1,46ss.

62 Rm 12,3.