Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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136.
ZELO - II

«Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo» (2Cor 4,5-6).

1° Sono uomo, ma anche cristiano. Il sacramento della Cresima accende in ogni cristiano il fuoco dello Spirito Santo. Nel perfetto cristiano è un fuoco sacro la fiamma dello zelo. Se amo il mio Dio, se credo che egli ha diritto all’ossequio, obbedienza, rispetto da parte degli uomini, che cosa penserò del modo con cui vivono gli uomini? Se sono convinto di dover chiedere «adveniat regnum tuum»,135 quale dolore sentirò nell’udire tante bestemmie? Come starei in pace nell’osservare che centinaia di milioni di uomini crescono, vivono, muoiono senza conoscere Dio, e senza adorarlo? Cosa penserei nel riflettere che molti di quelli che lo conoscono lo rigettano, gli muovono guerra, vivono come se | Dio fosse un essere di nessun conto; organizzano anzi la società come se Dio non esistesse, disconoscendone ogni diritto. Dio conta su di me, perché vuole che concorra a estendere il suo regno con le opere e con la parola.

2° L’amore alla Chiesa crea gli apostoli. Essa è mia madre perché mi ha generato alla vita nuova, mi ha formato sulle sue ginocchia, facendomi partecipare alla sua ricca eredità di fede e di vita. Io devo ad essa quanto vi è in me di soprannaturale. Io devo amarla. Ora essa mi chiede dei figli: «Da mihi liberos».136 Questo mi impegna a difenderla dagli assalti dei nemici; a zelarne la diffusione; a farla amare da chi non l’ama. Per quanto sia limitata la mia influenza, devo, con le preghiere, con l’opera, con la parola, farla conoscere: lavorando perché vi sia «un solo ovile sotto un solo pastore» (Gv 10,16).
L’amore alle anime richiede che io mi interessi della loro salute eterna. Io non posso essere un sincero credente e rimanere indifferente riguardo alla loro salvezza. Non è cosa indifferente: felicità eterna o fuoco eterno. Se il vizio è una sventura, io sarò mosso a liberarne i peccatori. Se l’ignoranza religiosa è causa di tutti i mali di oggi, io devo accendermi di zelo per i catechismi e l’istruzione. Se comprendo che vi è l’inferno e che molti prendono la via che mena137 colà, mi metterò alla porta, per sbarrare la via, gridando: fermatevi, o insensati, cambiate strada e salvatevi.

3° Voi, o Gesù Salvatore, avete dato il sangue e la vita per le anime: «Mi amò e si è dato alla morte per me» (Gal 2,20). Ora io temerei qualsiasi fatica per le anime? Non sarei capace di un sacrificio? Lascerei nascosti i tesori della grazia, le verità del Vangelo, i sacramenti di salvezza che voi avete offerti all’umanità? «Venni perché abbiano la vita» (Gv 10,10); «Venite tutti a me» (Mt 11,28), avete detto. È dunque il sospiro del vostro cuore la salvezza degli uomini: se io vi amo, certamente vi condurrò anime.

Esame.
– Vi è in me amore alle anime? amore a Dio? amore alla Chiesa? amore a Gesù Cristo? Questo amore accende in me lo zelo?

Proposito
. – Confronterò spesso il mio cuore, tanto freddo, col cuore di Gesù infiammato di amore per le anime.

Preghiera. – Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo perché con la tua croce e con la tua morte hai redento il mondo. Io non posso lasciare che il vostro sangue sia stato sparso invano; io non posso permettere che restino inutili i dolori della vostra passione. Comprendo che troppe volte rimase senza frutto la vostra morte: che utilità nel mio sangue? Oh! non più così; unirò i miei sacrifici ai vostri dolori: che le anime si salvino!
136

135 «Venga il tuo regno»: Mt 6,10.

136 «Dammi dei figli, [se no, morirò]»: è la richiesta di Rachele al suo sposo Giacobbe (Gen 30,1).

137 Conduce.