Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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93.
LA STAMPA

«La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali» (Col 3,16).

1° Libri, opuscoli, giornali, riviste, riproduzioni di figure, stamperie, editrici, librai, giornalai, scrittori, tipografi, propagandisti, formano ciò che vien comunemente detto: «la stampa».
Essa può essere un apostolato di verità, di bontà, di religione; può essere un mezzo di cultura, di scienza, di arte; può essere strumento per ogni sorta di errore, eresia, perversione, disordine. È grande ritrovato moderno; per esso la parola dell’uomo si moltiplica, si allarga, arriva a tutti.
Dolorosamente se ne servono più i cattivi per il male, che i buoni per il bene. Sono più numerosi i lettori delle pubblicazioni cattive, che non i lettori che cercano la verità ed il bene.

2° La stampa è grande forza.251 La Bibbia, il Vangelo, i Libri di Dio, sono stati moltiplicati in edizioni e copie innumerevoli. Sono i libri dell’umanità. Così gli scritti dei Dottori, dei Papi, dei Santi, degli scrittori cattolici.
Essi hanno diffuso nel mondo il pensiero, la | morale, il culto cristiano, accanto alla predicazione orale dei Pastori della Chiesa. Bei libri di meditazioni.252 All’incontro:253 milioni e milioni di copie di giornali, libri, riviste, diffondono l’errore, il malcostume, la superstizione. Essi rovinano i buoni ordinamenti, suscitano guerre, sfruttano le passioni umane, combattono la Chiesa e le cose sacre, corrompono la gioventù. S. Agostino per la lettura di un tratto delle lettere di S. Paolo si convertì; anime candide di giovinetti perdettero l’innocenza per libri e giornali perversi.

3° I nostri doveri circa la stampa sono tre:
a) astenersi da ogni lettura cattiva e da ogni cooperazione, diretta o indiretta, alla stampa pericolosa. S. Paolo in Efeso fece portare sulla piazza molti libri scandalosi e superstiziosi: li bruciò alla vista del popolo.254
b) Leggere libri buoni, buoni giornali e contribuire alla loro condizione255 secondo le possibilità. La lettura del Vangelo, delle vite dei Santi, di libri spirituali è di immenso frutto.
c) Compiere l’Apostolato della stampa nel nostro ambiente e secondo le nostre possibilità: con la preghiera, le offerte, lo scrivere, il diffondere.
Oggi più che nel passato: poiché oggi si legge molto di più. Il Papa tanto ha insegnato; i Vescovi, i Sacerdoti tanto insistono. I peccati commessi con la stampa disonesta sono innumerevoli; sono gravissimi perché si oppongono | direttamente al Maestro Divino; sono scandalo continuato.

Esame.
– Ho coscienza del bene e del male che produce la stampa? Mi astengo dal frutto velenoso? Mi cibo del frutto sano? Contribuisco all’Apostolato della stampa?

Proposito. –
Considererò le parole di Leone XIII: opporre stampa sana a stampa pervertitrice delle anime.

Preghiera. – O Signore, che sempre ponete nelle mani dell’uomo strumenti più ingegnosi per la divulgazione del pensiero, volgete lo sguardo pietoso sopra la società odierna. Mirate come è insidiata la verità, la virtù, la Chiesa!
Illuminate e santificate scrittori, operai, propagandisti: perché sia allontanata ogni insidia e rovina per le anime. Perché il vostro Vangelo corra, si diffonda, sia glorificato ovunque.
Benedite e premiate gli apostoli delle buone edizioni; consolateli con frutti copiosi. Avete detto: Chi visse bene ed insegnò bene avrà doppio frutto.
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251 È ben noto quanto questa convinzione abbia influito sulla vocazione e missione di Don Alberione! Fin dagli inizi della fondazione della Famiglia Paolina egli ha sentito l’opera della stampa come “apostolato”, in ciò confermato dalle parole di Papa Benedetto XV: «Per il cattolico la stampa è una missione» (citato in San Paolo, maggio 1961). Su tutto l’argomento di questa meditazione e delle due successive Don Alberione s’intrattiene diffusamente nell’opera Apostolato Stampa (1933), integrato e aggiornato con L’Apostolato dell’Edizione (1944) rieditato per questa collana nel 2000.

252 Sottinteso: sono stati prodotti.

253 Al contrario.

254 Cf At 19,19.

255 “Condizione”: forse si intende “composizione”. In una edizione successiva si legge: “pubblicazione”.

256 Cf Mt 5,19; 1Tm 5,17.