Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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63.
LA REDENZIONE

«Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna» (Eb 9,11-12).

1° Il peccato dell’uomo contiene due mali: una grave offesa fatta a Dio, e la privazione della grazia e del diritto alla gloria. Rispetto a Dio, un’enorme ingiuria; rispetto all’uomo, rovina spirituale eterna.
La Redenzione161 è opera di ammirabile bontà di Gesù Cristo che: da una parte soddisfa sufficientemente l’offesa e l’ingiustizia fatta a Dio; dall’altra merita di nuovo la grazia e il diritto alla gloria.
La Redenzione si compone di due elementi: soddisfazione e merito.
La Redenzione fu operata da Gesù Cristo che pagò per l’uomo.
La Redenzione fu compiuta da Gesù Cristo con tutte le opere, le virtù, le pene della sua vita dall’Incarnazione alla morte, ma particolarmente ed ineffabilmente per mezzo della passione e del sacrificio della croce.
La Redenzione fu opera di amore. «Dio che è ricco in misericordia, per la stragrande carità con cui ci amò... ci restituì la vita in Cristo» (Ef 2,4). La Redenzione fu pure opera di giustizia, perché Dio infinitamente misericordioso volle liberarci dal peccato per mezzo di una riparazione adeguata; anzi sovrabbondante: «Dove aveva abbondato il peccato, sovrabbondò la grazia» (Rm 5,20). Così la giustizia e la pace si abbracciarono e baciarono.162

2° Il peccato è la perdita della vita eterna; la Redenzione è il ritrovamento e la restituzione di essa; compita col versamento del prezzo che è il Sangue di Gesù Cristo.
Il peccato privò tutti gli uomini della vita eterna; cioè della grazia che contiene pure il diritto alla gloria. Chi è senza peccato? nessuno: neppure l’uomo nel suo primo giorno di vita. Tutti nasciamo col peccato, privi della grazia, esclusi dal cielo.
Gesù Cristo tutto ci restituisce: «Non vi è salute in altri (che in Gesù Cristo)» (At 4,12), né vi è sotto il cielo altro nome nel quale ci possiamo salvare.
Gesù Cristo è l’Uomo-Dio; come uomo versò il suo sangue; e come Dio diede a questo sacrificio un valore infinito.

3° Considero: «Così Dio amò il mondo che diede il suo Figlio Unigenito; affinché chiunque crede in lui non perisca, ma arrivi alla vita eterna» (Gv 3,16 ). Dio non risparmiò il suo Figlio, ma lo diede a noi; come non ci avrebbe con lui dato ogni bene?163 Gesù Cristo ci amò e morì per noi come ostia di soddisfazione per noi. Gesù Cristo ci comunicò il frutto della passione nello Spirito Santo.
«La carità di Dio è diffusa nei nostri cuori per lo Spirito Santo che vi abita» (Rm 5,5).

Esame. –
Ho considerato che cosa significhi Redenzione? Conosco bene il Crocifisso? Sono riconoscente all’amore misericordioso del mio Dio?

Proposito. –
Ricorderò: «È stato piagato per le nostre iniquità» (Is 53,5).

Preghiera. – O Gesù, che per noi uomini e per la nostra salvezza sei disceso dal Cielo, ti sei incarnato per opera dello Spirito Santo nel seno di Maria Vergine, ti sei fatto uomo e sei stato crocifisso per noi, concedici di poter corrispondere al tuo amore imparando da te a odiare il peccato e a intraprendere la via della virtù.
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161 Per questa sezione sulla Redenzione, cf DF, pp. 56-57: «Il peccato originale privò l’anima della grazia; questa è la vita dell’anima. Gesù pagò per l’uomo, ricuperò la grazia, diede quindi di nuovo vita all’anima. Così ricuperò la vita per l’uomo caduto nel peccato attuale. 2. Ora la soddisfazione di Gesù Cristo fu perfetta, cioè: per gli uomini di tutti i tempi, quelli di tutti i luoghi; circa le quattro necessità, ognuna nel modo suo: scienza, integrità, impassibilità, immortalità; sovrabbondante: “copiosa apud Deum redemptio”, “superabundavit gratia”; infinita: poiché ogni azione di Gesù Cristo è di valore infinito. 3. a) Ecco perché Dio sopporta tanti miei peccati! b) Ecco perché sono così ampie le grazie del Signore nella Chiesa: Santa Comunione, indulgenze, le tante conversioni, l’assoluzione fino settanta volte sette».

162 Sal 85/84,11.

163 Cf Rm 8,32.