Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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DAI FRUTTI LI RICONOSCERETE188

«Quando infatti eravate sotto la schiavitù del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia. Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Infatti il loro destino è la morte. Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna. Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore» (Rm 6,20-23).

1° La domenica presente ci fa considerare la necessità delle opere buone. Ogni uomo, dice il Fillion, è come un albero che produce ogni sorta di frutti; se lo si vuol giudicare, basta considerarne i frutti, cioè la condotta, le azioni, la vita. Esse rivelano l’intimo dell’anima.
«In quel tempo disse Gesù ai suoi discepoli: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a | voi travestiti da pecore; ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li conoscerete. Si coglie forse dell’uva dalle spine o dei fichi dai triboli? Così ogni albero buono dà frutti buoni, ed ogni albero cattivo dà frutti cattivi. Non può l’albero buono dar frutti cattivi, né l’albero cattivo dar frutti buoni. Ogni pianta che non porti buon frutto vien tagliata e gettata nel fuoco. Voi li riconoscerete dunque dai loro frutti. Non chi mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi entrerà nel regno dei cieli» (Mt 7,15-21).

2° Falsi profeti sono i compagni, i maestri, i capiscuola, i giornali cattivi. Lusingano, adescano con belle maniere, ma nascondono le loro maliziose mire e il loro cuore perverso: pelli di pecora, animo di lupi rapaci. Vi è chi parla bene, ma opera male. Prima di voler togliere la pagliuzza da l’occhio del fratello, levino la trave dal loro. Il mercenario non è il buon pastore. Lo scrittore che lusinga il lettore, non osserva i diritti della verità.
Dai frutti si conosce la pianta: il grano non si raccoglie da l’ortica né l’uva da le spine; né il fico dai rovi. Se vi affacciate ad un pozzo e sentite un odore ributtante, giudicate che là entro vi è dell’acqua putrida. Così se da una bocca escono parole maliziose, siete certi che il cuore è guasto; poiché «dal cuore vengono i cattivi pensieri, i furti, gli adultéri» (Mt 15,19). La cattiva condotta, i disordini, il peccato | scoprono la radice cattiva; la buona condotta, la vita virtuosa, le azioni buone dimostrano una radice sana.
Forse che davanti a Dio basta la fede? Basta qualche preghiera? Vuote invocazioni? No, occorre invece adempiere la divina volontà; occorre compiere le opere. «Chi farà la volontà del Padre, questi entrerà nel regno dei cieli» (Mt 7,21). Ogni giorno il divino volere.

3° Divino Maestro, mi suona minacciosa all’orecchio la vostra sentenza: «Ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e messo sul fuoco» (Mt 7,18). Sono già tanti gli anni miei; e non ho ancora fatto nulla. Temo la sentenza: «Perché occupa [inutilmente] il terreno? Tagliatelo».
Esame. – Le mie opere dimostrano nel mio cuore una fede viva ed una carità sincera?
Proposito. – Prima di dar confidenza ad una persona, ne esaminerò la vita.
Preghiera. – Divino Spirito, fortificate la mia volontà: onde io operi secondo la fede. Illuminate la mia mente col dono del consiglio, perché il mio amico sia scelto fra mille.
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188 Titolo originale: “Domenica VII dopo Pentecoste”.