Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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272.
DIREZIONE SPIRITUALE102

«Porgi l’orecchio e ascolta le parole dei sapienti e applica la tua mente alla mia istruzione, perché ti sarà piacevole custodirle nel tuo intimo e averle tutte insieme pronte sulle labbra. Perché la tua fiducia sia riposta nel Signore, voglio indicarti oggi la tua strada» (Pr 22,17-19).

1° La via della salvezza e della perfezione è lunga ed ardua, fiancheggiata da molti pericoli, insidiata da astuti nemici, diversi per le diverse anime; occorre una guida esperta, sia per sceglierla sia per percorrerla con sicurezza. Questa guida dicesi Direttore Spirituale. Spesso è lo stesso confessore; qualche volta un altro Sacerdote. È grave imprudenza farne a meno.
Leone XIII scrive: «Troviamo alle origini stesse della Chiesa una celebre manifestazione di questa legge: benché Saulo, spirante minacce e carneficine, avesse inteso la voce di Cristo stesso e gli avesse chiesto: Signore, che volete che io faccia?, pure fu inviato ad Anania in Damasco: Entra in città e là ti sarà detto quello che devi fare». Ed aggiunge: «Così fu sempre praticato nella Chiesa; questa è la dottrina | unanimemente professata da tutti coloro che, nel corso dei secoli, rifulsero per scienza e santità». Gesù Cristo infatti stabilì la Chiesa come una società gerarchica; i membri di essa sono santificati da quelli che hanno l’ufficio di governare, amministrare la parola di Dio ed i Sacramenti, «ed insegnare a fare quanto Gesù Cristo ha comandato». Reggere il popolo cristiano e guidare al cielo ogni anima è per i Sacerdoti compito voluto da Gesù Cristo. Il Sacerdote non solo in generale, ma anche per ogni anima, deve essere luce che illumina, guida nel sentiero del cielo, canale della grazia e vita eterna.

2° Cassiano nelle Istituzioni, S. Giovanni Climaco nella Scala del Paradiso, S. Bernardo nei Sermoni e nelle epistole, insegnano che le vie dello spirito sono difficili e che nessuno è capace di guidare se stesso: «Chi si costituisce maestro di se stesso si fa discepolo d’uno stolto». S. Girolamo, S. Agostino, S. Alfonso con la loro dottrina e con la pratica squisita insegnano la necessità della direzione spirituale. Non necessità assoluta, ma morale, perché è il mezzo ordinario e normale di progresso spirituale. San Francesco di Sales dice: «Perché vorremmo essere maestri di noi stessi nello spirito, mentre non lo siamo per ciò che riguarda il corpo? I medici stessi, quando sono infermi, chiamano altri medici per farsi indicare i rimedi buoni per loro». L’anima trova difficoltà da principio, ne trova a metà, ne trova al termine di questa difficile via.

3° Meditiamo le parole del P. Godinez: «Su mille persone che Dio chiama alla perfezione, dieci appena corrispondono; e su cento che Dio chiama alla contemplazione, novantanove mancano all’appello... Bisogna riconoscere che una delle cause principali è la mancanza del maestro spirituale... Esso è il nocchiero per l’anima. E se nessuna scienza od arte si impara senza un maestro che la insegni, per semplice che sia, tanto meno si potrà imparare quell’alta sapienza della perfezione, ove si incontrano così profondi misteri... Stimo quindi cosa moralmente impossibile che, senza un miracolo o senza un maestro, un’anima possa per lunghi anni passare per ciò che vi è di più alto e di più arduo nella vita spirituale, senza correre rischio di perdersi».

Esame
. – Quali convinzioni ho io sulla direzione spirituale? Ho la mia guida? Sono docile come un figlio spirituale ai suoi consigli?

Proposito. –
Pregherò, sceglierò la mia guida e aprirò totalmente il mio cuore ad essa.

Preghiera. – Tre grazie vi chiedo, o Maestro Divino, che vi faceste guida spirituale agli apostoli: di trovare un direttore spirituale fornito di queste tre doti: carità, scienza e prudenza. Secondo: di aprirmi per tutto il mio interno ed esterno, passato e presente, a lui con candore e schiettezza. Terzo: di essere docile e perseverante nell’assecondarne gli insegnamenti ed i consigli; dopo aver chiesto per lui i lumi divini.
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102 Cf DF, p. 80: «DIRETTORE SPIRITUALE. 1. È l’angelo visibile che guida l’anima nel cammino della perfezione. Spesso si identifica col confessore abituale. Esso ha gli uffici dell’Angelo per Tobiuzzo: illumina, custodisce, regge fino alla casa paterna nel cielo l’anima docile. 2. Ragioni naturali: trovare un amico è trovare un tesoro: poiché troviamo una intelligenza, un’esperienza, un sostegno robusto. Ragioni soprannaturali: Dio si serve delle cause seconde anche nel governo delle anime. Dio benedice l’umiltà e la docilità. L’esempio dei Santi: Beato Cottolengo, Beato Bosco, Sant’Ignazio, tutti i maggiori fondatori e formatori di anime. 3. Scelta: [a)] “si doctus, si sanctus, si prudens regat nos”. b) Aprire la coscienza: facendogli conoscere: il passato, il presente, i propositi pel futuro. Inoltre giova sappia: inclinazioni, circostanze di vita, pericoli, abitudini. c) Docilità come Paolo ad Anania, specialmente nei punti più delicati, di scelta e orientamento della vita».