Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CIRCOLARE 56*

Comunica i passi che la Famiglia Paolina deve compiere per la realizzazione del progetto di Dio: formazione scientifica più larga, formazione degli scrittori e delle scrittrici Figlie di San Paolo.

<Alba, 16 Febbraio 1936>a


<Abbiamo in vista tre notevoli passi da fare nella nostra minima fra le Congregazioni religiose, onde corrispondere ai disegni di Dio su di essa: la famiglia degli scrittori; la famiglia degli insegnanti per gli studi superiori; le scrittrici delle Figlie di S. Paolo.
Penso e prego con gran timore al giorno in cui Dio mi chiederà conto della vocazione:
a) La formazione scientifica più larga, e sempre meglio corrispondente, ultimo dato dalla S. Sede dei nostri carissimi Chierici. Il Signore vuole qui un'opera dalle nostre Congregazioni, un'opera importante, costosa, per la quale tanto si è pregato e si prega. L'ho raccomandato tante volte onde la scienza divenga pastorale117. E’ quella che segnerà il vero spirito della Congregazione; lo mostrerà anche a molti che ancora non hanno sufficienti elementi per conoscerla.
b) La preparazione più specifica e diretta degli scrittori. Lo sanno bene i Chierici, ai quali la scuola di redazione nell'Apostolato tanto lavoro ha già richiesto ed ha già dato alcuni buoni risultati.
c) La formazione delle scrittrici tra le Figlie di San Paolo. Esse hanno in Casa Madre un corso di venti suore che attendono allo studio118 della filosofia e della teologia, con progresso costante. Molto vi lavorano Don Chiavarino e Don Manera che
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loro spiegano vari trattati. La loro Congregazione non può restringersi alla parte tecnica e di propaganda; il Signore ha dato la penna a scrittrici di valore nella storia.
Buone prove furono già fatte per l'Apostolato di edizione, e in giornali e in libri nella Pia Società San Paolo, ma la Congregazione deve specializzarsi in questo che forma una delle principali ragioni di esistenza. Facciamoci penna e bocca di Dio per Gesù Cristo, nostro unico Maestro.
La Congregazione ha perciò attualmente un periodo di elaborazione spirituale e intellettuale, interiore, per la quale si attende una grande luce dal Tabernacolo e dal quale molto frutto alla Chiesa.
Procurare alla Congregazione questi tre grandi mezzi, di dare gloria a Dio e pace agli uomini è nostro dovere, è nostro amore, è nostra gioia.
Carissimi, da varie parti mi venne notato quanto pesi questo sulla Congregazione nel suo presente stato; in parte è vero: il Signore però è la nostra luce, virtù e grazia; e quando una cosa è di volontà di Dio, vi sono pure inclusi i mezzi. Io prego tutti ad avere pazienza e amore: in vista di un grande e specialissimo premio che il Padre Celeste tiene preparato ai miei Fratelli carissimi. A Roma il Maestro Giaccardo con intelligenza ed amore opera per questi scopi; casa madre vive di sacrifici e di speranze; i fratelli delle case lontane allargano il campo dell'Apostolato tutti con cuore apostolico; le Pie Discepole vigilano in preghiera con i Discepoli presso il Divin Maestro che ha il cuore lacerato da una stampa triste. Con queste visioni avanti! nei nostri quotidiani doveri, con semplicità e rettitudine di cuore.
Vediamo che ognuno nella Congregazione eviti il peccato, piaccia in tutta l'anima a Dio. Dio ha cura dei suoi. Confidiamo che i Nostri vogliano corrispondere agli intendimenti della Congregazione>a.

Nella scelta delle giovani, specialmente quando si avvicina la definitiva accettazione per la professione, attentamente, dobbiamo considerare se esse diano speranze di riuscire utili alla Chiesa attraverso la Congregazione.
La Congregazione deve risultare una riunione di persone attive, di iniziativa e, nella loro attività, conclusive praticamente. Non si può mirare ad essa come ad un posto per vivere tranquillamente, ma il luogo per servire al Signore, alla Chiesa, alle anime.
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Questo servizio deve mostrarsi nello spirito combattivo: quelle che non lavorano a vincersi, non hanno spirito combattivo dell'abneget: quelle che non hanno coraggio nel rinunziare alla propria famiglia, e sempre continuano a preoccuparsene umanamente, quelle che vivono in un egoismo ristretto di cura del corpo e del loro corredo e del gioco e dei libri, ed hanno in tutto da salvare l'amor proprio o la stima e il loro comando, ecc., non possono mirare gli interessi di Dio, né‚ delle anime: Christus non sibi placuit (Rom. XV, 3). Occorre siano attive e conclusive per lo studio, per l'esame di coscienza, poiché‚ diversamente si arriva soltanto a giudicare le consorelle, le fanciulle ed i Superiori, mentre che finiscono, queste, per divenire inutili ed anzi impeditive nello spirito. Occorre siano attive e conclusive per lo studio: e qui si conoscono più facilmente: dallo studio, dal tratto, dal fare i compiti bene, e dallo studio delle lezioni. Inconclusive sono le pigre, le amanti delle letture frivole, le parolaie. Occorre siano attive e conclusive nell'apostolato e per la redazione e per la tecnica e per la propaganda: proporzionatamente alle attitudini di natura e di grazia.
Ognuna deve fare frutti: non mangiare frutti: ognuna deve pascere, dare; poi sarà pasciuta e vivrà.
L'Apostolo S. Paolo, con i suoi progressi da gigante nella virtù e nell'apostolato, ci sta innanzi: Dottore, vaso d'elezione, esempio.
L'Apostolato della Stampa è il moltiplicatore di tutti gli apostolati; anche l'opera delle Vocazioni, presso le Paoline, darà frutti copiosi: occorre però una coltivazione più intensiva.
Occorre amare prima la Congregazione, poi l'individuo; escludere anche le capacità troppo scarse, le saluti troppo deboli, quelle che troppo devono sostenersi con cure individuali e con incoraggiamenti umani. Chi nel ginnasio e nel probandato non osserva i Comandamenti, non potrà arrivare ai Consigli Evangelici. Non basta vivere sulla pianta, occorre essere la pianta: non è sufficiente vivere nella Congregazione, occorre essere la Congregazione, cioè la sua regola, il suo spirito, la sua attività, il suo premio. Nella Chiesa di Dio, furono sempre grandi calamità un Clero od i Religiosi che vivevano su di Essa; invece di crescerla di persone e di perfezioneb.

<Sac. Alberione>

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56*. St. In EC, aprile (1936)1; in SP, n. 22, che porta la seguente data: «Alba, 16 febbraio 1936». Dei tre argomenti trattati dall'originale EC riprende solo il terzo e lo trascrive al femminile, abbiamo inserito anche‚ il primo, perché riguarda espressamente l'identità e lo sviluppo delle Figlie di San Paolo.

a EC omette.
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117 Cf CISP, pp. 30-31.

118 Cf BOFFA G. Gli studi e la redazione delle Figlie di San Paolo nel periodo fondazionale (l915-l97l). Memorie e Documenti, Roma 1990 (Arch. stor. gen. FSP, Roma).

b EC omette il testo ai Colossesi, il saluto finale e la firma.