Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CIRCOLARE 155*

Fa la relazione della visita alle comunità dell’India e delle Filippine: mette in particolare rilievo i bisogni di quei popoli e le loro interpellanze alla vocazione paolina.

DALL'ESTREMO ORIENTE

Dall'India...271

Allahabad presenta tutte le caratteristiche di una grande città orientale e indiana. Essa, con tutto il buono cui accennavo nella precedente relazione, con il suo esuberante e variopinto bazar, ecc., ha tuttavia anche grandissime miserie morali e materiali.
Per l'apostolato nostro due grandi difficoltà di ordine esterno si frappongono nell'India: la prima è costituita dall'analfabetismo; la stragrande maggioranza degli abitanti, calcolabile sui nove decimi della popolazione, non sa leggere; la seconda consiste nella notevole povertà delle masse, congiunta alla convinzione che dal Sacerdote e dalla Suora si deve soltanto ricevere. Eppure v'è tanto bisogno dell'apostolato nostro! Solo 4 milioni di Cattolici, su 400 milioni di abitanti! Stampa con molte figure, comprensibili da tutti, cinema, parola moltiplicata... In India è possibile l'apostolato del cinema (ancorché in lingua inglese); sono possibili i Catechismi con figure a colori; è desiderato un Vangelo ben tradotto, come pure una Bibbia ove sovrabbondino le illustrazioni, ecc. ecc. Il capo secondo della lettera di S. Paolo agli Efesini272 è di una attualità sorprendente: lo abbiamo meditato.
Alle due precedenti una terza difficoltà si aggiunge all'apostolato, ma questa piuttosto di ordine interno: è la persuasione che tutte le Religioni sono buone.
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Tuttavia, nonostante queste notevoli difficoltà, assai radicate, il Cattolicesimo in India ha già profonde radici: la stessa opera di Gandhi a favore degli Intoccabili (che egli chiamava i «figli di Dio») è una copiatura dell'opera dei Sacerdoti Cattolici per i più poveri.
I protestanti compiono un lavoro intenso, per vie diverse: tengono scuole, hanno collegi per la gioventù che frequenta le Università, hanno chiese nei centri più frequentati. Vi sono dei pastori, delle cosiddette Suore, dei maestri e delle maestre.
I Cattolici difettano più di loro di mezzi materiali.
Si spera che la Costituente, ora in pieno sviluppo lascerà abbastanza libera la Religione Cattolica. Per ora la conversione non è proibita; ma è proibito, in alcune regioni, il proselitismo. Stante però la mentalità, il convertirsi è tale eroismo che solo l'attività di un grande zelo e l'opera della grazia possono dare delle speranze che siano fondate.
L'India è davvero misteriosa, sotto molti aspetti! Qui occorre che preceda Maria! Ella porterà Gesù. I Nostri lo sentono: Maria Regina Apostolorum; e fanno sacrifici ammirabili per questa nostra Madre e Maestra: Rosari, Feste, mese di Maria. E Maria è la nostra speranza: per i Nostri e per le popolazioni.
E’ presto detto: un miliardo e duecento milioni di Infedeli! Ma vivere con essi, anche solo per qualche giorno, è altra cosa!...

[...]a
La mentalità, il sentire, la vita di questi popoli ci obbligano a riconoscere il gran dono della Fede e l'azione missionaria di S. Paolo tra i Gentili. Ma insieme ci fanno pensare se noi, Sacerdoti e Religiosi Cattolici, possediamo il Cuore di Gesù che tanto amò gli uomini e nulla risparmiò per essi; se comprendiamo il «come il Padre ha mandato me, così io mando voi». Quanti vi sono «occupatissimi nel far nulla» ? Troppi, esageratamente troppi!
Occorre conquistare; ma con una mentalità ed un'azione pastorale, organizzativa, efficace per l'uso anche dei mezzi moderni. Illuminare le masse, rivolgersi alla parte colta, formare un ambiente sempre più vicino al Vangelo...
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Sento spesso dire: «In Italia disprezziamo i protestanti; qui fanno tanto».
Il Missionario cattolico non può sempre dare l'elemosina del pane; ma può insegnare a guadagnarlo! E ciò con un lavoro razionale, dove tante sono le ricchezze naturali. Insegnare il lavoro è più che dare un pane, sia nell'ordine della natura che della Religione.

E’ difficile distaccarsi da questo «isolotto paolino» per le speranze che offre, per la dedizione generosa che si vive, per la stima che gode, per le difficoltà stesse che si incontrano. Occorrono cuori apostolici che amino l'Oriente, tanto è pio e
«sine Christo», ma preparato a riceverLo, quando fosse capito e si ripetesse il «cum essem astutus, dolo vos coepi»273.
Certo: in India le difficoltà da superare sono molte: oltre l'ambiente, la mentalità, il tenore di vita, vi sono anche le lingue da imparare: lingue che sono diverse per caratteri, lontane dall'Italiano, usate in mescolanza con dialetti vari. Ma che cosa non può l'amore di un cuore infiammato di zelo per Gesù e per le anime?

La estimazione che godono i Nostri in India si conosce anche dal fatto che, ripassando a Delhi, l'Arcivescovo era personalmente ad aspettarci all'aereoporto e ci usò attenzioni delicatissime, e personalmente venne con la sua macchina nel ripartire per Calcutta.
Le opere dell'Arcivescovo di New-Delhi sono molto belle. Oltre la Cattedrale degna di questa meravigliosa ed immensa città, le scuole maschili e femminili s’impongono ai pagani stessi che le frequentano numerosi.
In questa città, dove s'incontrano quattro civiltà rappresentate da insigni monumenti, occorre ancora che si sovrapponga la civiltà cristiana a mutare tenore di vita, culto, mentalità, legislazione.
I Cristiani si distinguono con molta facilità tra i pagani, Indù e Mussulmani: hanno una espressione di serenità, di fiducia, di letizia che si manifesta sul volto. Mi si fece notare che i non Cristiani vivono ancora realmente sotto l'impressione
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del timore; sempre pensano a placare, allontanare gli spiriti avversi per i loro peccati... e muoiono temendo.
La legge dell'amore, la fiducia in Cristo Riparatore, nella Vergine SS., nella Confessione e Comunione aprono il cuore dei Fedeli alla speranza e certezza dei beni eterni e di essere uniti al Cristo quaggiù.
D'altra parte i Cristiani sono anche più aperti al progresso in ogni campo; ed occupano per lo più uffici distinti ed importanti.
Gli Indiani sono riflessivi, intelligenti, religiosi: quale apporto avrà la Chiesa quando accoglieranno il Vangelo! E quali trasformazioni sociali e quanto progresso morale e civile!
Uno strazio: turbe innumerevoli; contrasto tra la vita lussuosa di pochi, di fronte alle grandi masse in misere condizioni... Ma: e le anime degli uni e degli altri?...
«Se vuol mandare Missionari ad evangelizzare, non mancheranno i popoli», mi fu scritto in questi giorni.

La Società Biblica (India e Ceylon) ha in Calcutta una grande Libreria, con larga diffusione. I protestanti, anche qui, si vedono nelle strade offrire specialmente libretti e fogli volanti. Le edicole presentano ricche riviste. Il Digest è sempre primo.
I Cinema principali iniziano le proiezioni alle 9 del mattino, per terminare alle 24.
Vi sono specie di Librerie ambulanti, che si fermano nelle maggiori piazze ed innanzi alle stazioni, ritrovi, bar, bazar. Da notare che Calcutta conta 5 milioni di abitanti, oggi, secondo quanto mi dicono. Ha una quindicina di Parrocchie. Molto lavorano i Salesiani, i Gesuiti ed altri Istituti Religiosi. V'è anche Clero secolare.
Un buon amico di S. Paolo mi volle a pranzo con lui all'Hotel: la sala centrale è più larga della nostra «S. Paolo» in Alba. Diceva: «Vede che i denari vi sono...: solo per le opere di Dio stentiamo tanto». Risposi: «Haec est victoria quae vicit mundum: fides nostra»274.

...e dalle Isole Filippine275

« Vi ringrazio di avermi fatto cristiano»: forse mai lo dissi così di cuore quanto nell'avvicinare questi popoli pagani così
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numerosi, e degni quanto noi dei benefici gratuiti della Redenzione. Altrove avevo più ringraziato di avermi fatto nascere nella Chiesa Cattolica. Sta bene per tutti noi il «Si scires donum Dei!»276. La conoscenza nasce dalla considerazione; e dalla conoscenza la riconoscenza e l'amore per Colui che è amore in Sè, e che si è mostrato con così mirabili benefici Amore con noi. «O altitudo divitiarum sapientiae et scientiae Dei! Quam incomprehensibilia sunt judicia Eius et investigabiles viae Eius!»277. Perché preferiti?... «Ipsi gloria in saecula. Amen»278.

Durante i viaggi per visitare le Famiglie Paoline recito spesso il secondo mistero gaudioso. La SS. Vergine, appena concepito di Spirito Santo il Figlio di Dio, incarnatosi per morire per noi, Lo portò alla casa di Zaccaria e di Elisabetta. Entrò là per recare la luce, la gioia, la grazia. S. Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo, il Battista fu santificato, Zaccaria riacquistò la favella. Maria si comportò in tutto come l'Ancella del Signore.
La SS. Vergine mi ottenga la grazia di portare gioia, luce, grazia! Ed essere nelle case il «ministrator»279. Tutti siamo Fratelli, tutti dobbiamo darci edificazione, pregare assieme, confortarci nel pensiero del premio; tutti rendere a Dio grazie e lodi, tutti assieme contemplare Gesù Maestro, Via Verità e Vita, la Madre e Regina nostra, S. Paolo Apostolo.
Non vi è legge se non per lo spirito: lo spirito è la forza della legge.

Esercizi Spirituali (aprile 1949): in particolari circostanze di tempo e di luogo. I Padri Gesuiti portano ovunque il loro metodo; sempre il frutto è proporzionato alla preparazione spirituale di umiltà e di confidenza. Un incontro dell'uomo con Dio: del figlio prodigo con il Padre; un riordinamento ed orientamento della vita verso il Cielo; una stazione di rifornimento nel viaggio; una più sentita e vera sostituzione del «vivo ego»
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con il reale «vivit vero in me Christus»280, Via, Veritas et Vita. Fatti da un Paolino, sotto il manto di Maria. Una conversione. La vita è viaggio. Tutti camminano incessantemente; si arriva più o meno improvvisamente all'aereoporto o stazione, ove si ha la sentenza finale sul modo tenuto nel viaggiare. Questo fissa i pensieri e le risoluzioni.
Gli Esercizi sono completi quando si guarda a Gesù Maestro: a tutto il Maestro: Via, Verità, Vita. Lavoro di Dio e dell'anima - cooperatores - «donec formetur Christus in vobis»281. Cristo non è diviso; non Lo possiamo dividere: viviamo tutto il Cristo. Riusciamo così a passare giorni di ineffabili consolazioni e grazie.

Maggio a Maria. Mutare continenti, trovarsi su la terra, sul mare, nell'aria; incontrare nuove razze, altre civiltà, diverse lingue: ma sempre la stessa Madre, sempre cuori di figli, sempre la stessa divozione: quanto è consolante! Mille lingue, penne, accenti cantano Maria: speranza di tutti gli esuli figli di Eva, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Sempre con fiducia: «Prega per noi adesso e nell'ora della nostra morte».
A Maria tutto, da Maria tutto, con Maria tutto. Ella mostra a tutti il Suo Figlio in terra... Diciamo: «Mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno».

Manila! capitale delle Isole Filippine (sono oltre 7000). Quasi 20.000.000 di abitanti, di cui l'80% Cattolici.
Regione di tante speranze per la Congregazione, in riguardo all'Oriente. Regione tanto provata dalla guerra.
Manila: una città con due Università Cattoliche: una dei Padri Domenicani e l'altra dei Padri Gesuiti; città piena di Istituti religiosi con molte scuole; città che risente dello spirito spagnolo ed è intimamente legata all'USA. E’ preparata a vivere il Cattolicesimo integrale.
I molti cinematografi, la stampa per lo più indifferente, il lavoro delle sette, le difficoltà dipendenti dal clima e dalle conseguenze della guerra, sono ostacoli gravi. Il più formidabile è la scarsità del Clero: un Sacerdote ogni 30.000 abitanti, mentre in Italia ve n'è uno ogni mille!
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Il Signore sparge sul cammino dei piccoli uomini consolazioni: tra esse questa: di rivedere i Fratelli non ancora incontrati dopo la loro partenza dall'Italia, e trovarli così affezionati alla loro missione ed alla nostra Congregazione: Don Casolari e Don Selvo.
Manila! Città di circa 1.000.000 di abitanti. Dove tanto i Nostri hanno lavorato, sofferto. Ed il campo presentava una bella messe, quando il flagello della guerra lo dissipò e distrusse tante cose. Ma furono salve le persone, salvi i meriti, salvo lo spirito, salva la buona volontà, in tutti. Lo mostrano le opere riprese con fede e sacrificio e spirito paolino.
Tutto porta l'impronta del Superiore D. Bernardo Borgogno. La Chiesa costruita è grande, devota, pastorale, ben funzionata. La casa nuova è accogliente; conveniente per una comunità religiosa. La popolazione apprezza l'opera dei Nostri, corrispondendo alle premure del Parroco D. Marco e dei suoi bravi Sacerdoti cooperatori. Funzioni solenni e devote.
Intanto l'animo è rivolto al reclutamento delle nuove vocazioni, al nostro apostolato, a costruire su le basi già poste, a realizzare i progetti, sviluppare le buone iniziative già prese. Se la Provvidenza ci darà un periodo di pace, si possono prevedere frutti copiosi e stabili. Il Divino Maestro ha tante cose da dire a queste anime: Egli che le acquistò col Suo prezioso Sangue!
Il buon lavoro fatto, i buoni risultati ottenuti, le buone basi stabilite (nonostante le distruzioni subite), la generosità dei Nostri aprono il cuore alle più belle speranze. Abbiamo fiducia nella Regina Apostolorum e nell'Apostolo Paolo! «Qui coepit opus bonum, ipse perficiet, confirmabit solidabitque»282. Chi è destinato ad un ufficio, secondo spiega S. Bernardino da Siena, ha le grazie per compierlo santamente con maggior merito per la vita eterna.
L'apostolato nostro tanto conviene in queste isole, ed ha pure larghe vie aperte. Dio solo è grande. I tempi maturano; essi sorpassano gli uomini. Gli uomini sono piccoli servitori di Dio, quando sono docili ed intendono le voci degli avvenimenti. Siamo gocce d'acqua nel gran fiume dell'umanità che scorre verso l'eternità.

Primo Maestro

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155*. St. In RA, giugno (1949)1-4; in SP, giugno (1949)1-4. Seconda puntata della relazione del viaggio che viene introdotta nel modo seguente: «Anche questa volta Regina degli Apostoli dà posto quasi esclusivo alla relazione e lettere che il Sig. Primo Maestro e la Sig.ra Prima Maestra ci inviano dall'estremo Oriente».
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271 I Paolini giunsero in India il 10 aprile 1935; le Figlie di San Paolo il 18 agosto 1951.

272 Tratta della gratuità e universalità della salvezza.

a RA omette il punto riguardante gli esercizi spirituali per i sacerdoti.

273 Cf 2Cor 12,16: «Scaltro come sono, vi ho preso con inganno».

274 Cf lGv 5,4: «Questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede».

275 I Paolini giunsero nelle Filippine il 7 luglio 1935; le Figlie di San Paolo il 13 ottobre 1938.

276 Cf Gv 4,10: «Se tu conoscessi il dono di Dio!».

277 Cf Rm 11,33: «O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!»

278 Cf Ef 3,21: «A lui la gloria nei secoli. Amen!».

279 Cf Lc 22,26: «Colui che serve».

280 Cf Gal 2,20: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me».

281 Cf Gal 4,19: «... finché non sia formato Cristo in voi».

282 Cf Fil 1,6: «Colui che ha iniziato l'opera buona, la porterà a compimento».