Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CIRCOLARE 201*

Presenta l'anno liturgico: fasi, culto interiore ed esteriore che l'uomo deve rendere a Dio, l'eucarestia come centro del mistero cristiano.

L'ANNO LITURGICO

La Chiesa, Maestra di fede, di morale e di preghiera, lavora a formare il cristiano perfetto, il cittadino celeste. La formazione avviene in Cristo, che è Via, Verità e Vita. Egli si è fatto per noi Maestro ed in questa elevazione, cristianizzazione e divinizzazione dell'uomo è Maestro unico. La Chiesa che è il corpo mistico di Gesù Cristo, conosce bene, opera con sapienza, comunica e perfeziona questa educazione e formazione dell'uomo, perché sia un degno membro di Gesù Cristo capo.
Essa procede come maestra impareggiabile; e come una buona maestra che prima espone, spiega una determinata parte di una scienza; poi assegna le lezioni ed i compiti di prova o di avviamento.
L'anno liturgico ha due tempi; primo tempo: dall'Avvento all'Ascensione di Gesù Cristo; secondo tempo: l'applicazione a noi dei frutti di verità, di santità e di grazia portati da Gesù Cristo.
L'anno liturgico ci presenta Gesù Cristo: tempo natalizio, tempo quaresimale, tempo di passione, tempo pasquale; dal presepio all'Ascensione è compresa la vita privata, il ministero pubblico, la redenzione, la glorificazione di Gesù Cristo. Dura circa sei mesi nell'anno ecclesiastico.
Poi vengono i sei mesi, circa, del tempo dopo Pentecoste: in essi la Chiesa ci presenta e spiega l'insegnamento, l'esempio, i mezzi di grazia offerti da Gesù Cristo agli uomini: perché si risvegli in noi la fede, per addestrarci a vivere secondo Gesù Cristo, per usare i mezzi di grazia da Lui stabiliti.
In questo tempo (dalla festa di Pentecoste fino all'ultima settimana dopo Pentecoste) ricordiamo e meditiamo quanto
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Gesù ha predicato nei tratti di Vangelo che la Chiesa ci propone nelle singole domeniche; riflettiamo sopra gli esempi santissimi in ogni virtù lasciatici da Gesù Cristo; si accoglie e si vive sotto l'azione dello Spirito Santo operante in mirabili modi, ma specialmente nei Sacramenti e nella preghiera liturgica.
Il messalino (Berruti-Torino) così chiarisce: «Durante il primo semestre dell'anno liturgico (Avvento-Pentecoste) la Chiesa ricostruisce e presenta ai fedeli la vita di Gesù Cristo. Durante il secondo semestre (Pentecoste-Avvento) mostra la vita di Gesù Cristo nella Chiesa, la quale lavora a riprodurre nei santi il Maestro Divino. Questo secondo tempo è l'eco fedele del primo: ne approfondisce gli insegnamenti, propone la via della santificazione, e le feste dei santi che sono intercalate diventano il commento vivo della Parola del Divino Maestro».
Si tratta ogni anno di sentire una nuova lezione-istruzione sopra Gesù Cristo, per crescere sempre più nella conoscenza imitazione e partecipazione della sua vita: elevazione continua, sino alla pienezza dell'età di Cristo.

L'uomo deve prestare a Dio degno culto. Questo può essere interno od esterno. L'interno dà all'esterno il suo valore e significato; l'esterno vivifica ed esprime l'interno.
Siccome l'uomo è socievole e vive in società, deve anche prestare un culto sociale ed ufficiale. Questo sarà retto da una autorità che lo regoli, lo diriga, metta gli ufficiali per compierli; l'autorità è in Gesù Cristo e nella Chiesa, esercitata per mezzo del Papa, specialmente. Il culto sociale ben regolato secondo l'uso tradizionale è detto Liturgia. La Liturgia è il complesso delle preghiere, atti, parole, pratiche pubbliche stabilite da Gesù Cristo e dalla Chiesa.
Gesù Cristo non è solo il supremo legislatore; è insieme il vero Liturgo, il ministro principale, cioè l'attore essenziale. Egli prega, offre, scancella i peccati, comunica la grazia, adora ringrazia, soddisfa, supplica, ecc. Gli esecutori del culto sono come i ministri secondari, come organi del Cristo e rappresentanti della Chiesa. «Per mezzo di Gesù Cristo, dice S. Paolo, abbiamo gli uni e gli altri accesso al Padre, mediante il medesimo spirito»402.
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Il culto cristiano si può considerare in tre atti: Dio, a cui l'uomo dà gloria, soddisfazioni, ringraziamenti, suppliche; l'uomo che va a Dio; l'uomo, a cui Dio come padre comunica i suoi beni; e Gesù Cristo, che sta in mezzo, in quanto è sempre il mediatore, la via per cui l'uomo sale a Dio, e Dio discende all'uomo; in Gesù Cristo l'uomo diventa come un dio: «Dii estis», partecipe della vita divina; tralci uniti alla vite. In Gesù Cristo si incontrano l'uomo e Dio, come in Lui sono unite in un'unica persona la natura divina e la natura umana. «Per mezzo di Lui, con Lui ed in Lui, a Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria»403.
Mira perciò a due fini la liturgia sacra: cioè a dare a Dio il debito culto e santificare l'anima nostra: sempre per mezzo di Gesù Cristo: «Per Christum Dominum nostrum».

Culto a Dio Padre. Questo è il nome che per tutta l'eternità il Figlio di Dio ha dato al suo Padre e del quale ci parla spesso nel Vangelo amorosamente e rispettosamente; e che continua nell'Ostia Santa silenziosamente ad esprimere con ineffabile amore. E' la parola che deve aprire ogni preghiera «Padre nostro»; è la parola che ci ispira lo Spirito Santo «in quo clamamus Abba! Pater»404; è la voce che ispira ogni fiducia alla Chiesa militante e purgante; è il riassunto di tutte le lodi che in cielo danno a Dio i beati, poiché suona: principio, comunicazione di vita.

La nostra santificazione. La Liturgia è la più feconda sorgente di grazia, che per mezzo del nostro Capo si effonde nelle sue mistiche membra. Dalla Messa, dai Sacramenti si ha la comunicazione dell'umore vitale che dalla vite passa ai tralci: «Io sono la vite, voi i tralci: chi sta unito a me porta abbondanti frutti»405 di grazia e di apostolato.
La liturgia della Chiesa è simbolo, prenotazione e mezzo per la ineffabile liturgia che si svolge in Paradiso. Chi ama le belle funzioni, il canto sacro, le cerimonie, chi penetra lo spirito della sacra liturgia, ha con sé un segno di partecipare un giorno alla eterna liturgia in cielo, dove funziona l'eterno pontefice
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Gesù Cristo, assistito dagli Apostoli, Martiri, Confessori, Vescovi, Vergini, ecc.; dove la Vergine con tutti i cori angelici cantano: Santo, Santo, Santo!
Centro del culto è la Messa; primi raggi, i sette Sacramenti; raggi secondari, tutte le altre pratiche liturgiche.
Queste pratiche ed atti sono raccolti nei libri liturgici: Messale, Rituale, Breviario, Pontificale.

Primo Maestro

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201*. St. In RA, gennaio (1953)1-2; in SP, dicembre II (1952)1-2. RA omette tutta la parte che riguarda il «centro», le edizioni liturgiche e le norme particolari.

402 Cf Ef 2,18.

403 Dossologia eucaristica.

404 Cf Rm 8,15: «Per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!».

405 Cf Gv 15,5