Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CIRCOLARE 215

Indica i motivi e gli obiettivi dell'anno a Gesù Maestro, che è per noi Via, Verità e Vita. Sottolinea le conseguenze pratiche e spirituali di tale devozione.

ANNO DEDICATO AL DIVIN MAESTRO
Epifania 1955 - Epifania 1956

Consideriamo Maria Regina degli Apostoli e di ogni apostolato. Ragione fondamentale: Ella è la madre dell'Apostolo Gesù Cristo; secondo San Paolo: «Habemus Pontificem et Apostolum nostrum Christum Jesum»478.
Maria compie il suo apostolato donando al mondo il Figlio, Maestro Divino, Ostia di propiziazione, Sacerdote sommo ed eterno; Gesù Cristo che è Via, Verità e Vita.
Nell'anno mariano, tra le braccia di questa Madre, abbiamo contemplato Gesù, che Ella ci ha presentato; come l'aveva presentato ai Pastori, ai Magi, ai Sacerdoti nel tempio.
Ecco quindi che è venuta la proposta dalla Famiglia Paolina:
Dedichiamo un anno a Gesù Divino Maestro.
Tutti accogliamo volentieri l'invito, specialmente dopo letto l'articolo di D. Roatta479 che è stato pubblicato sul libro «Mi protendo in avanti»; articolo che, secondo le richieste avute, si stampa a parte in formato più maneggevole per usarlo in Chiesa.
Il Maestro Divino è: la Verità che dobbiamo conoscere e credere; la Via che dobbiamo tenere per andare a Dio; la Vita che dobbiamo vivere, per essere in eterno felici (Imit. di Cristo, cap. III, 56).
E’ bene che l'anno consacrato al Divin Maestro sia incominciato in forma solenne il giorno dell'Epifania 1955 per concludersi all'Epifania del 1956. La Chiesa commemora in tale
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giorno specialmente la manifestazione di Gesù ai Magi; e nella Liturgia, in due antifone480, anche il Battesimo di Gesù, dopo il quale il Padre manifestò il Figlio suo diletto; e quando Gesù stesso si manifestò Messia-Dio, alle nozze di Cana: «Manifestavit gloriam suam, et crediderunt in eum discipuli eius»481.
Fini: Conoscere sempre meglio il Divin Maestro; imitarlo più perfettamente; pregarlo con maggior raccoglimento; e farlo conoscere, imitare, pregare più abbondantemente anche dagli altri. Tutto per avere un premio più grande in cielo.

I. LA VERITÀ CHE DOBBIAMO CONOSCERE E CREDERE.

Gesù è la sapienza del Padre, è l'autore del creato e di ogni sapere, è il datore della nostra intelligenza, è l'apostolo del Padre, il Maestro Divino, che ha insegnato quanto abbiamo nel catechismo, nei nostri libri di teologia, quello che insegna la Chiesa.
E’ tutto un fiume di verità divina che partendo dal primo capitolo della Bibbia sino alla Incarnazione arriva all'umanità; poi si allarga ed approfondisce in Gesù Cristo: «Multifariam multisque modis olim Deus loquens patribus in prophetis: novissime diebus istis locutus est nobis in Filio suo»482 (Eb 1, 1). Quindi per mezzo della Chiesa, custode, interprete e maestra, le verità insegnate da Gesù Cristo sono chiarite e proposte a credere, giacché «cum venerit Paraclitus, ille docebit vos omnia et suggeret omnia quae dixero vobis»483.

Conseguenze:

Studiare le verità, approfondirle, crederle fermamente, predicarle con zelo.
Quindi: studio del catechismo, cultura religiosa, amorosa applicazione agli studi sacri.
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Far bene le scuole.
Diffondere il Vangelo.
Scrivere sempre meglio di Dio e di quanto riguarda il suo servizio: migliorare l'apostolato tecnico e di propaganda. Pensare al cinema, radio, televisione secondo le nostre Costituzioni.
Curare la predicazione, specialmente l'ordinaria, quotidiana, diretta alla formazione dei nostri.
Domandare l'aumento di fede; fede viva; fede operosa, progressiva.
Quotidiana lettura della Bibbia (Nuovo e Vecchio Testamento).
Far dipendere tutto lo zelo dalla comunicazione con Gesù- Ostia. «Ego sum lux mundi»484, «Vos estis lux mundi»485. «Di qui voglio illuminare»486.
In refettorio leggere la vita di Gesù Cristo; cominciando la scuola considerare qualche versetto del Vangelo.
Accogliere questo Divino Maestro «Quem Pater supremus edidit» (Liturgia)487, «Verbum caro factum est» (Vangelo)488, «Scimus, Magister, quia a Deo venisti» (Vangelo)489.

II. LA VIA CHE DOBBIAMO TENERE.

In doppio senso l'umanità avrà accesso al Padre ed al cielo: In quanto ogni adorazione, speranza, ringraziamento, soddisfazione, supplica ha valore se passa per Gesù Cristo, passaggio obbligatorio e mediatore tra Dio e l'uomo. Questo specialmente si sente nella S. Messa e nei sacramenti: la Chiesa prega sempre «Per Christum Dominum nostrum».
In secondo luogo: in quanto Gesù Cristo è nostro modello da imitare, precettore da seguire. Dall'incarnazione, nascita, vita nascosta, vita pubblica, vita dolorosa, vita gloriosa, vita eucaristica: in tutto è esempio perfettissimo di ogni virtù.
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L'umanità aveva perduto la strada del cielo; Gesù Cristo si fece via e disse: «Venite post me»490, «Discite a me...»491,
«exemplum dedi vobis...»492.
Esempio adattato al tempo natalizio: contempliamo Gesù nel presepio, dove apre la prima scuola, ben più importante di ogni università di questo mondo. Grande scuola per la dignità di Chi vi insegna, per il modo di insegnare, per la materia che tratta, per la grazia che accompagna il suo insegnamento, per la moltitudine di uomini che vi invita, di ogni tempo e di ogni condizione.
L'uomo è profondamente colpito dal peccato originale, ma questo Maestro non distrugge ciò che Dio aveva fatto bene, invece ne sana le ferite: «Non spegne la lucerna fumigante, né rompe la canna già incrinata»493. Nell'uomo vi sono tre concupiscenze che lo fanno deviare dalla via del cielo: «Omne quod est in mundo concupiscentia carnis, concupiscentia oculorum, superbia vitae»494. Gesù insegnò, e nel presepio diede l'esempio, come governare e soprannaturalizzare le passioni della superbia, dell'avarizia e della sensualità.
Si è fatto bambino, bisognoso di tutto, Egli ch’era Dio! Sopporta il rifiuto dei betlemiti, fugge in Egitto come incapace di difendersi: ecco l'umiltà. Se l'uomo è orgoglioso, impari ad acquistare da questo Maestro l'amore alla vera eterna gloria, alla nobiltà più alta che è la santificazione: «qui se humiliat exaltabitur»495: si umilii obbedendo sempre: «propter quod exaltavit illum»496.
Si è fatto povero: una grotta, una mangiatoia, un po' di paglia, dei poveri pastori... Se volete essere ricchi «veras divitias amate»497; ricchezze eterne «thesaurizate vobis thesaurum in coelis»498.
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Mortificò se stesso in tutto: il freddo della stagione, il penoso viaggio in Egitto, le povere coperte, i luoghi disagevoli... Volle insegnare la mortificazione dei sensi, occhi, gusto, pigrizia, gola, tatto, cuore. Il corpo mortificato, tenuto a freno, assoggettato allo spirito, risorgerà glorioso. Amare davvero il corpo procurandogli una risurrezione felice: impassibilità, immortalità, splendore, agilità, leggerezza... per l'eternità.
Ciò che il Divin Maestro insegna nel presepio lo insegna pure tutta la vita con l'esempio e le parole.
Chiedere al Divin Maestro la grazia: di imitarlo in ogni cosa: specialmente nella povertà, castità, obbedienza, carità; tanto più noi religiosi.
Impegnarci ad educare bene i nostri con la parola e l'esempio. Leggere l'enciclica «Illius Divini Magistri»499. Curare l'istruzione, l'assistenza, la correzione, secondo faceva Gesù con gli Apostoli.
Nell'anno, fare e tenere le meditazioni sopra il Vangelo quotidiano, cioè distribuito in 365 tratti, con le applicazioni segnate nei commenti. Di grande vantaggio sarebbero i libri di educazione ispirati al Vangelo; esempio «Gesù formatore degli Apostoli».

III. LA VITA CHE DOBBIAMO POSSEDERE E VIVERE.

Questa vita è la grazia. Gesù Cristo ce l'acquistò con la sua morte.
«Fons, Christe, vitae perpetis
quo vita quaevis defluit,
tu septa mortis conteris
vitamque rursus integras»
500.

Sono da studiarsi le meraviglie di questa vita divina, nel trattato «De gratia».
Tutta la nostra fortuna, ricchezza e saggezza è possederla ed accrescerla, dopo averla acquistata nel Battesimo, e, forse, riacquistata nella confessione.
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Anche l'anno che sorge è da Dio concesso per questo aumento: di esso renderemo conto a Dio.
La nostra pietà sia secondo le Costituzioni; siamo fedeli e curiamo nei nostri non solo la fedeltà, ma anche una pietà sapiente, forte, pratica, fervorosa.
Per questo scopo si è preparato il libro-guida: ogni pratica di pietà è ispirata alla divozione al Divin Maestro, Via, Verità e Vita. Leggere l'invito che è posto come introduzione: esso può servire per varie meditazioni.
Vi sono introduzioni per indicare come si fanno le varie pratiche secondo lo spirito nostro; e le stesse formule sono disposte secondo tale spirito: la Comunione, la S. Messa, la meditazione, la Visita al SS. Sacramento, l'esame di coscienza, il Rosario, la confessione, le divozioni della prima settimana del mese, il ritiro mensile, la via Crucis, ecc. ecc.
Sopra ciascuna pratica si possono fare più meditazioni, od almeno una.
«Maria edidit nobis Salvatorem». Accogliamolo bene perché «quotquot receperunt eum dedit eis potestatem filios Dei fieri »501.
Dalla buona celebrazione di quest'anno ad onore del Divino Maestro riceverà grande vantaggio ciascuno di noi e tutta la Famiglia Paolina.
«Jesu Magister, Via, Veritas et Vita, miserere nobis» (500 giorni d'indulgenza).

Primo Maestro

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215. St. In RA, febbraio (1955)1-3.
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478 Cf Eb 3,1: «Fissate bene lo sguardo in Gesù apostolo e sommo sacerdote».

479 ROATTA G., Il maestro chiave di volta dell’Istituzione Paolina, in Mi protendo in avanti, Roma 1954, pp. 173-290.

480 Cf Liturgia delle Ore, Ant. al Benedictus e Ant. al Magnificat.

481 Cf Gv 2,11: «Manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui».

482 Cf Eb 1,1: «Dio che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio».

483 Cf Gv 14,26: «Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

484 Gv 8,12: «Io sono la luce del mondo».

485 Mt 5,14: «Voi siete la luce del mondo».

486 Cf AD 152.157.

487 Cf Inno della liturgia di Natale, primi vespri.

488 Cf Gv 1,14: «E il Verbo si fece carne».

489 Cf Gv 3,1: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio».

490 Cf Mt 4,19: «Seguitemi».

491 Cf Mt 11,29: «Imparate da me».

492 Cf Gv 13,15: «Vi ho dato infatti l'esempio».

493 Cf Mt 12,29.

494 Cf lGv 2,16: «Tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre».

495 Cf Lc 14,11: «Chi si umilia sarà esaltato».

496 Cf Fil 2,9: «Per questo Dio lo ha esaltato».

497 Cf Lc 16,11: «Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?».

498 Cf Mt 6,20: «Accumulatevi tesori nel cielo».

499 Cf PIO XI, Divini Illius Magistri, 31 dicembre 1929.

500 Inno a Cristo Vita (cf Libro delle preghiere della Famiglia Paolina).

501 Cf Gv 1,12: «A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio».