Nelle Famiglie Paoline era come il cuore e l'anima. Immensa riconoscenza Gli deve il Primo Maestro, e con Lui tutti, come tutti sapevano di essere da Lui amati.
Si può dire che fu sempre il Vicario, di fatto. E certamente io mi fidavo più di Lui che di me; e sono contento di avergliene data prova innanzi ai nostri Ven.mi Superiori anche ultimamente.
CONCLUSIONE
SuffragarloSuffragare l'anima eletta con la stessa carità che il M. Giaccardo usava per tutti i nostri infermi e defunti. Per essi pregava ed operava, ed anche li invocava nelle quotidiane sue cure.
- Recitare, oltre il
Requiem, anche il
Gloria, per ringraziare la SS. Trinità dei benefici elargiti per mezzo di lui alle Famiglie Paoline.
ImitarloDal giorno che lo conobbi e che gli indicai il Tabernacolo quale luce, conforto, salvezza, la sua vita fu una
continua, quotidiana ascesa: come il sole che al mattino si affaccia quasi timido sull'orizzonte, si alza sino al pieno meriggio, quando tutto illumina e riscalda... Oh! come egli preferiva dire con S. Paolo: «Sino alla pienezza dell'età del Cristo...»; «per quotidianum profectum...»!
ContemplarloContemplarlo con S. Paolo in adorazione innanzi alla SS. Trinità, in cui onora Gesù Maestro non più nascosto nel Mistero eucaristico, ma svelato nella Sua gloria. Considerarlo nel momento in cui la Madre Maria lo venne ad accogliere.
Pensare alle tre sue stole:
la
stola battesimale: «accipe vestem candidam»
la
stola sacerdotale: che onorò come il vero homo Dei
la
stola di gloria: accanto al suo amatissimo S. Timoteo.
«Amavit eum Dominus et ornavit eum; stolam gloriae induit eum».
Prego conservare di Lui le lettere, gli scritti, gli oggetti. Prego comunicare i particolari edificanti della Sua vita.
Sac. G. Alberione