Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CIRCOLARE 187

Approva alcune norme di galateo «per spendere meglio per Dio tutte le forze» e per vivere una vita pienamente umana.

MORTIFICAZIONI NECESSARIE PER TUTTE
ED EDUCAZIONE UMANA-RELIGIOSA

Far rendere la vita al massimo: per il tempo e per l'eternità, per noi e per l'apostolato.
Per vivere veramente da uomini;
Per vivere veramente da cristiani;
Per vivere veramente da religiosi;
Per vivere veramente da apostoli;
Per davvero santificarci;
Per avere una vita più lunga;
Per godere maggiori consolazioni divine;
Per dare maggior gloria a Dio;
Per godere miglior salute ed agilità;
Per dare più buon esempio;
Per condurre vita più serena;
Per vincere più facilmente ogni cattiva tendenza;
Per spendere meglio per Dio tutte le forze.

Occorre regolarci con sapienza soprannaturale: nel cibo e nel sonno.
Siamo creati per conoscere, amare, servire il Signore poi andarlo a godere per sempre in Paradiso.
L'uomo, però, è composto di anima e di corpo. E perché l'uomo possa attendere a raggiungere il suo fine in vita e nell'eternità ha bisogno di riposo e di cibo. L'anima ed il corpo hanno vicendevoli relazioni, dipendenze ed aiuti.
Mantenersi nel servizio di Dio. Non diventare schiavi dell'accidia o della golosità. Sono due peccati capitali che ne causano altri.
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Negli Esercizi Spirituali stabilire delle regole: onde non si cada nel rigorismo, né nel lassismo.
Ogni Suora senta il bisogno ed il dovere di mantenersi nel servizio di Dio e nell'apostolato attivo, attraverso al servizio dell'Istituto: chi non vuole nutrirsi o riposarsi tanto da mantenersi nel servizio di Dio e nell'apostolato, non può mantenersi nella Congregazione, perciò sia dimessa. Chi non sa regolarsi così da mantenersi nel servizio di Dio e della Congregazione, trasgredisce un precetto naturale, in cosa grave, e dà prova di non capire che cosa significa entrare in una Congregazione e per di più paolina. Il voto della povertà è perfezionamento del comando di lavorare, per guadagnarsi il pane col sudore della fronte.
La saggezza religiosa sta nella giusta via, evitando ogni eccesso. La ragione e lo spirito governino la carne.
Ritenere che la vita è per il servizio di Dio e in preparazione alla eternità.

a) Regolare il sonno
Premesso che si deve distinguere il riposo dallo stare a letto:
E’ necessario il riposo; ma vi sono altri modi di riposare: cucire per chi è propagandista; propaganda per chi è insegnante; andare in qualche parrocchia o famiglia a cercare e fare beneficenza; cercare vocazioni; fare qualche lavoro nel cortile, orto, vigna ecc; curare la pulizia. Vi saranno ricreazioni, conversazioni, occupazioni varie: accudire il pollaio, mettere in ordine i libri nei magazzini, cucire, ricamare, lavorare all'uncinetto, ai ferri; aiutare la sagrestana, aiutare in cucina, aiutare l'infermiera nel servire le ammalate, preparare le borse per le propagandiste, ecc. ecc.
Ancora: Le Suore propagandiste ogni settimana staranno a casa due giorni interi, occupate in altri lavori; oppure ogni giornata, avranno un limitato numero di ore di propaganda; oppure nel mese si fermeranno in casa o in libreria una settimana. Perciò, concludo, che, «il riposo non si prende solo con il sonno». Di più: variare le occupazioni ed il modo di riposare. Esempio: Chi ha dipinto passa a scopare o lavare i piatti. Chi ha atteso alla pulizia della casa si ferma a cucire, rammendare ecc. Chi ha studiato coltiva per qualche ora il giardino.
Non è possibile determinare con esattezza quante ore di sonno siano necessarie per ognuna. Ad una persona possono
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bastare cinque o sei ore, a qualche altra possono occorrere come massimo otto. I santi erano regolati anche su questo punto; cercando di dedicare all'azione ed all'orazione quel maggior numero di ore che era possibile. Il B. Pio X aveva ridotto il suo riposo al minimo (circa 5 ore). E così si spiega il suo altissimo spirito e la quantità di lavoro compiuto nei diversi ministeri. Ma da cinque ad otto ore, tra notte e giorno, tutte possono starci.
Si noti però che dal regolare o meno la nostra giornata in questo punto, dipendono massime conseguenze: il divenire cioè persona spirituale, quella in cui lo spirito domina la carne; o divenire persona carnale, quella cioè in cui la carne sovrasta lo spirito. L'eccesso è autentica pigrizia, sebbene spesso camuffata, scusata e difesa; è assai facile anche nelle persone consacrate a Dio.
Perciò per le persone oltre i venti anni, nelle comunità si possono concedere, tra notte e giorno, come massimo otto ore di sonno: cioè un terzo della giornata. Ciò s’intende in media: di modo che nell'anno (8760 ore) non si dorma più di un terzo (2920 ore). Questo perché non è possibile che ognuna determini il suo orario di riposo e di levata. Il troppo sonno infiacchisce lo spirito ed il corpo; l'insufficiente è dannoso all'uno ed all'altro: quindi una media ben studiata favorisce l'uno e l'altro.
Dunque: pur tenendo conto della salute, età, clima, costituzione fisica, genere di occupazioni, non si devono oltrepassare queste otto ore di sonno, tra la notte ed il giorno dopo i venti anni di età. Supponiamo sette ore e mezza di sonno notturno, mezz'ora di riposo giornaliero, sono una misura molto abbondante per una comunità; eccettuati i casi di malattia.
Perciò alle anziane si può più facilmente concedere di alzarsi prima delle altre; però le pratiche di pietà comuni quali la Messa, la Meditazione e la Visita, se non ci sono necessità particolari, si facciano in comune.
Invece le giovani sotto i venti anni devono dormire circa un'ora, o almeno mezz'ora di più: perciò vi saranno due levate. Chi per infermità ha bisogno di maggior riposo vada a letto più presto la sera.
Riporto quanto sta scritto in un libro di testo di igiene:
«Al moto è necessario succeda il riposo proporzionato, non però l'ozio. Il miglior riposo è il sonno. Nel sonno avviene la
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riparazione di tutti i tessuti, specialmente del tessuto nervoso e del tessuto muscolare.
Si dorma di notte: il sonno durante le ore del giorno è più dannoso che utile per i giovani.
Presto a letto la sera, ed alzarsi di buon mattino. Sette ore di sonno in media, bastano per tutti. I bambini dormono di più; i vecchi di meno.
I giovani, specialmente, procurino di addormentarsi ogni sera stanchi, e con la lieta coscienza di aver adempiuti tutti i loro doveri» (Zanon F. S.).

b) Educarsi per il cibo
1) Preparare vivande sane, nutrienti, appetitose, ben cotte, pulite.
2) Ognuna stia, per quanto è possibile, al comune, non distinguendo tra anziane e giovani; tra superiore e suddite, pressoché‚ come non si distinguono nell'abito. Si capisce: per le giovani una quantità più abbondante di cibo.
3) Si metta in mezzo ad ogni tavola pane, minestra e pietanza; proporzionate al numero dei commensali; ed ognuna si serva da sé. Ognuna pure si serva liberamente a colazione.
4) Non si insista per il mangiare più o meno; ognuna si educhi per la salute, lo spirito e la personalità. Non si educa senza questa libertà.
5) Giova sempre la mortificazione: non fuori pasto, non troppo precipitosamente, non distinzione fra cibo e cibo, moderazione nella quantità.
6) Ognuna vede le sue necessità di digestione, poi sentito il parere della Maestra, si fa un programma.
7) In una piccola casa: una sola minestra, una sola pietanza, un unico trattamento: eccettuato qualche caso di malattia.

Primo Maestro

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187. Ds e St. Il Ds porta qualche correzione manoscritta di don Alberione. Evidentemente il testo, preparato da altri, gli fu sottoposto ed egli corresse e vi appose la firma autografa: «Sac. Alberione». St. In RA, ottobre (1951)5-6.