Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CIRCOLARE 220*

Presenta una sintesi di quanto ha detto alle comunità in Oriente; evidenzia il nostro comportamento di evangelizzatori con i popoli non cristiani.

DALL'ORIENTE504

Il Primo Maestro ha visitato le case in Oriente con grande soddisfazione.
E’ utile ricordare alcuni pensieri da lui espressi nelle varie esortazioni.
In Oriente vive oltre la metà del genere umano. Su due miliardi e mezzo di uomini, quasi un miliardo e mezzo vive nelle regioni orientali: dall'India al Giappone, Cina, Australia, Nuova Zelanda e moltissime isole, ecc.
Chiunque ama le anime si protende facilmente verso quelle nazioni.
Chiunque capisce il mandato divino «Predicate il Vangelo ad ogni creatura»505 rileva quanto manca ancora per l'adempimento perfetto del volere di Gesù. Chiunque ama Gesù ne considera il desiderio e l'invito: «Venite a me tutti voi, che siete nella miseria e sotto il peso del male; ed io vi ristorerò»506.
In Oriente abbiamo recitato più di cuore la preghiera nostra507: «O Gesù, Maestro Divino, ringrazio e benedico il vostro Cuore generosissimo per il grande dono del Vangelo. Voi avete detto: Sono stato mandato ad evangelizzare i poveri508. Le vostre parole portano la vita eterna. Nel Vangelo avete svelato misteri divini, insegnato la via di Dio con veracità, offerto
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i mezzi di salvezza. Concedetemi la grazia di custodire il vostro Vangelo con venerazione, di ascoltarlo e leggerlo secondo lo spirito della Chiesa e di diffonderlo con l'amore con cui voi l'avete predicato. Che esso sia conosciuto, onorato, accolto da tutti! Che il mondo conformi ad esso la vita, le leggi, i costumi, le dottrine! Che il fuoco da voi portato sopra la terra tutti accenda, illumini, riscaldi».
I mezzi di evangelizzazione sono vari, ma il metodo è uno: dare Gesù Cristo Via, Verità e Vita. Si ha da santificare tutto l'uomo, tutta la società, stabilire la Chiesa. Perciò la vera fede, la pietà liturgica, la vita cristiana, pubblica e privata.
E questo la Pia Società San Paolo deve compierlo con quei mezzi che la Provvidenza vuole, che la Chiesa ci ha assegnati, ma anche e particolarmente per coloro che non sono ancora
«ex hoc ovile»509, riferendosi all'Oriente. Almeno preparare la strada al Sacerdote.

In Oriente il paese per ora più cattolico è quello delle Isole Filippine (18 milioni su venti milioni circa); può essere considerato come nazione atta a rifornire personale sacerdotale e religioso per le nazioni circostanti. E vi si trovano veramente vocazioni buone e numerose; aspettano soltanto chi le recluti, le formi, le mandi in quel mondo sterminato e brulicante di abitanti (44 milioni di kmq con un miliardo e mezzo di abitanti). Vocazioni numerose pure in Giappone, Australia ed India. Nostri sacerdoti e nostre suore che vi si dedicano con tanta generosità, spirito paolino e sacrificio; nella ristrettezza dei mezzi hanno iniziative ed industrie sante. L'apostolato è apprezzato e desiderato tanto; si notano frutti copiosi. I catechismi, il Vangelo, la liturgia ne formano la base. Oggi sempre più largo orientamento alla sociologia.

Troppi si abituano a vedere soltanto ambienti ristretti: l'Europeo, l'Americano... anzi, il proprio paese, la propria casa; facili sono i pettegolezzi inutili, i rimpianti vuoti, i desideri vaghi e sterili.
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Vedere sempre le cose in Dio, nel Padre nostro, in Cristo, nella Chiesa Cattolica.
Il più terribile nemico della Chiesa oggi è il falso nazionalismo; i veri cattolici sono insieme buoni patrioti.

Perché l'apostolato in Oriente (ed anche altrove) abbia buon frutto, occorre tener presente la storia di quelle nazioni, le tradizioni, gli usi, spesso le antiche civiltà; specialmente il pensiero arabo, indiano, cinese, persiano, giapponese, ecc. Scoprire quanto vi è di vero, di buono, di sano nel culto; ripulire tutto da quello che è contro la verità, il bene, la pietà gradita al Signore; aggiungervi ciò che manca, cioè il ricco complesso di beni portatici dal Cielo nella Redenzione di Gesù Cristo, Maestro unico ed universale.
Si dice che Roma possedeva tutto il mondo; si intende quello allora conosciuto. Ma al di là vi era tutto un formicolio di popoli, di religioni, di civiltà, di filosofia, di dottrine morali; gente che pensava, operava, credeva, insegnava, viveva in un mondo tutto proprio. Sono ancora così. La vita cristiana si svolge accanto alla loro vita, senza fondersi, senza che la vitalità del cristianesimo passi in quelle anime. Piccoli gruppi di cristiani come isolotti guardati con sospetto e diffidenza; attorno un mare di gente pagana o praticamente senza religione.
Prima di presentare il catechismo occorre una introduzione a modo di propedeutica popolare.
Occorre cristianizzare il pensiero orientale pressoché come S. Tommaso cristianizzò la filosofia greco-romana, specialmente Aristotele, purgandola, arricchendola, elevandola, unificandola in Gesù Cristo, Maestro Divino.
Non si tratta nemmeno di portare usi, lingua, nazionalismo... ma accogliere anche per questo quello che è onesto, per presentare la dottrina, la morale, la liturgia cattolica. Non si tratta di fare delle colonie sotto l'aspetto religioso, ma di fare cittadini del regno di Gesù Cristo e dei figli di Dio. Una rivista pastorale in Giappone lamentava che suore missionarie erano arrivate a pretendere che le alunne delle loro scuole pregassero in lingua francese solo!

In Oriente occorre che Gesù sia portato e trovato sulle braccia di Maria. E’ nello stile divino, che non muta come mutano
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le tendenze artistiche: i pastori, avvertiti dall'Angelo della nascita di Gesù in Betlemme, «venerunt festinantes et invenerunt Mariam et Joseph et Infantem»510.
La conoscenza, la devozione, la fiduciosa attesa in Maria sono ben accolte dal mondo orientale: e Maria è trovata Apostola e Regina degli Apostoli, in atto di offrire a quei buoni popoli il suo Gesù: ed accogliere loro nel numero dei suoi figli.
Il Congresso Nazionale Mariano di Bombay ne è stata una grandiosa prova.
I nostri in Giappone, Australia, Filippine, India hanno preso questa via, che è via divina.

Sac. Alberione

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220*. St. In RA, luglio-agosto (1955)7-8; in SP, giugno (1955)3-4.
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504 Il Primo Maestro visitò un’altra volta le case d'Oriente con M. Tecla. Partirono da Roma con l'aereo il 16 aprile 1955: visitarono le comunità delle Filippine, Giappone, Australia (Le Figlie di San Paolo aprirono in quella occasione la prima casa), India. Rientrarono a Roma il 2 giugno 1955.

505 Mc 16,15.

506 Cf Mt 11,28.

507 Coroncina al Sacro Cuore I, in Libro delle preghiere della Famiglia Paolina.

508 Cf Lc 4,l8

509 Cf Gv 10,16: «di questo ovile».

510 Cf Lc 2,16: «Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino».