Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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CIRCOLARE 158

Fa un bilancio delle visite effettuate e presenta la relazione della visita alle comunità paoline del Messico. Mette in rilievo i bisogni vocazionali della Congregazione e i bisogni del popolo messicano.

IN VOLO DAL GIAPPONE ALL'AMERICA

Ogni Casa si apre e funziona come la prima Casa (pur nelle piccole diversità di luogo, tempo e persone); il mondo è sostanzialmente uguale, come gli uomini, come la missione, come la pratica delle Costituzioni, come gli aiuti divini, come il fine individuale e sociale, come i mezzi, sempre ed ovunque. E vi sono anche le grazie speciali d'inizio!
Primo passo: mirare alle vocazioni indigene ed alla loro formazione. I primi atti del Maestro Divino, che è Via, Verità e Vita anche in questo (e specialmente in questo!) furono le chiamate di Andrea, Pietro, Giacomo, Giovanni, ecc. ecc.: formarsi il nucleo eletto, i migliori, e più ben preparati a capirLo e seguirLo, i continuatori della sua missione. Ad essi dedicò la parte più abbondante e migliore del suo ministero pubblico.
Nella prima Casa di S. Paolo si chiamarono, prepararono, scelsero, prima di tutto, le vocazioni; poi si pensò al nido (casa), macchinari, iniziative, ecc. E’ possibile un fecondo apostolato in casa d'affitto, privi di macchinari, senza denari... Ma si farà opera stabile e veramente efficace ed ampia cercando, aiutando, formando vocazioni.
Perdonate se lo ripeto sino alla noia: vi sono Case che si lasciano sfuggire troppe occasioni di proporre la parte migliore.
A questa opera danno poco tempo... e, senza preoccuparsene, insistono molto per avere altro personale. Io prego di considerare le cose in un buon Ritiro Mensile e prima di chiedere, domandarsi: «Faccio in questo la parte mia?». Voglia il Signore che per nostra indolenza non abbia a perdersi nessuna vocazione... E vi sono Case che invece zelano davvero. A chi compie quest'opera è riservato grande premio.
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E si abbia cura dei giovani e dei principianti! Verrà allora esaudita la invocazione: «Mandate buoni operai alla vostra messe».
In ogni nazione, arrivando, si può incominciare l'apostolato e ricavare da esso i mezzi di sussistenza. Con l'apostolato si fa l'apostolato. Esso è il primo e principale mezzo di vita; il secondo è la beneficenza.
Se si è riflessivi, fedeli alla pietà, desiderosi della gloria di Dio e di salvezza delle anime, si inventeranno tante industrie, iniziative, lavori...; si gettano piccoli semi che si svolgono, crescono, portano frutti... Da tali umili inizi nascono altre iniziative, industrie, lavori... finché si avrà una pianta che potrà rassomigliarsi ad un albero piantato lungo la corrente delle acque sorgenti dal Tabernacolo, che darà frutto a suo tempo. Il nostro apostolato ha inesauribili risorse e vie. Dove è chiusa una via, ve ne sono aperte altre.
Bisogna fare apostolato, però; non cose aliene da esso: si finirà sempre col riconoscere che la nostra via è cosparsa di grazie e benedizioni. Senza libri nostri si fa libreria, come vidi i Gesuiti; senza Cristiani vi sono oggetti religiosi che vengono accolti, come in una Casa in cui si fabbricano Corone e Crocifissi; gli stampati a servizio delle Missioni sostentano; senza macchine si fa stampare... Ed uno dei Nostri mi scrive: «Ritardando il permesso di rimanere permanentemente qui, io cerco vocazioni per le altre nostre Case». Si legga bene la vita di San Paolo: il Padre indicherà ai figli la strada buona: ciò che Egli ha fatto è buono anche per noi.
Oh! i nostri bravi Religiosi quanti ripieghi e industrie hanno trovato!
La cura delle vocazioni e l'amore all'apostolato molto contribuiscono ad una vita pia, ad una convivenza caritatevole, alla serenità di spirito.
Non si pretenda soltanto di venir trattati con carità; ma pratichiamola per primi con gli altri. Spesso il mormorare è un rilevare i difetti nostri. Amare! è vivere in Dio. In Giappone ho sentito da nostri Sacerdoti che quegli abitanti, che sono pagani, stimano uomini di testa piccola coloro che si irritano contro i fanciulli o mormorano degli adulti.
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Dal Messico289

Arrivo dopo 43 ore di buon volo. Qui il numero, la qualità, la generosità dei Benefattori e Cooperatori sorpassa le aspettative. Merita rilievo questo: che un buon numero di essi, dai fanciulli alle persone mature, fanno la propaganda dei libri con zelo e intelligenza: presso le famiglie, alla porta delle Chiese, con altre industrie. Vi sono contribuzioni mensili per le vocazioni, per l'apostolato, per le spese di casa.
«San Paolo» è veramente amato. Il popolo messicano è buono, gentile e nella maggioranza religioso. Occorre l'istruzione fatta con il nostro apostolato: stampa, cinema, radio.
La capitale ha circa tre milioni di abitanti: in una sola via vi sono 28 cinematografi che, dicono, sono sempre affollati. La stampa cattolica è scarsissima di fronte a quella più neutra che ostile. Campo meraviglioso per «San Paolo».
Guadalupe con la sua Madonna è un'attrattiva ed insieme fondamento di ogni speranza. Sul Santuario, grandioso e raccolto, gloria del Messico cattolico, è scritto: «Non feci taliter omni nationi»290: Maria ha dimostrato un affetto tutto speciale a questa nazione in cui l'apostolato nostro ha buoni principi e larghe speranze.
Nella Messa, all'Altare della dolce Madre, oltre che per i Nostri, le Suore, i Cooperatori, ho pregato per le Famiglie Paoline, le vocazioni, i Diaconi che saliranno presto al Sacerdozio.
Apostolato. Lavoro intensissimo. Trentacinque pubblicazioni danno complessivamente 300.000 (trecentomila) volumi, tra grandi e piccoli.
Benedizione della nuova tipografia. E’ vasta, ordinata razionalmente, considerata come una chiesa. I cooperatori sono intervenuti numerosi, ed insieme si è pregato e considerate le belle espressioni del Rituale che domandano a Gesù Cristo, Via, Verità e Vita che infonda il suo spirito sopra gli scrittori, i tecnici, i propagandisti, i lettori. Fu giornata di grande entusiasmo, cui prese parte S. E. il Delegato Apostolico, e lasciò nei giovani soavissima impressione.
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Il Messico è nazione che presenta tante speranze e tante possibilità, se non fosse della Costituzione vigente. Essa è ancora quella della persecuzione ultima, e potrebbe venir applicata in tutto il suo rigore da un momento all'altro. Sta sospesa come la spada di Damocle sulla Chiesa messicana.
L'apostolato radio ha campo libero e larghissimo. Si può dire che ogni famiglia possiede l'apparecchio ricevente.
L'apostolato del cinema ha pure vastissimo campo, sebbene le leggi restrittive obblighino a riserve. Nella sola capitale (2.500.000 abitanti) vi sono 1200 sale cinematografiche.
I giornali e i periodici sono ricchi di pagine, di pubblicità, di notizie; in genere sono moderati sotto l'aspetto morale-religioso, eccezione fatta degli illustrati.
Vi è bisogno di Librerie cattoliche e di stampe per i fanciulli. Non hanno molta fortuna i romanzi, mentre è assai ricercato ogni libro di cultura morale e scientifica.
Tutti mi parlano della infelice fine dei persecutori.
Preghiamo i molti, gloriosi Martiri messicani per la Chiesa e per la nostra promettente Casa in Messico. Preghiamo per una correzione della Costituzione che nei riguardi della Chiesa Cattolica è la più ostile del mondo.

Sac. Alberione

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158. St. In RA, agosto (1949)1-3.

289 I Paolini giunsero in Messico il 16 marzo 1947; le Figlie di San Paolo il 26 maggio 1948.

290 Cf Sal 147,20: «Così non ha fatto con nessun altro popolo».