Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

CIRCOLARE 190*

Impartisce norme generali e particolari sulla costruzione delle case e sulla loro buona manutenzione.

COSTRUIRE E SANTIFICARE LE NOSTRE CASE

Gesù Bambino è nato non in una casa ma in una povera grotta, alla quale come alla sua prima aula di insegnamento, invita tutti. Insegna con il suo esempio.
Noi dobbiamo ordinariamente abitare e svolgere l'apostolato in una casa, secondo la necessità della vita naturale, religiosa, apostolica.
Vi è una divisione di grazie: chi ha il dono di costruire le case; e chi ha le grazie per santificarle.
Le case sono uno dei mezzi per mantenersi nel servizio di Dio e delle anime: come il cibo, come la salute, come il vestito, ecc.
Considerarci come operai del Signore, felici di cooperare alla Divina Provvidenza: considerando sempre: «Nisi Dominus aedificaverit domum; in vanum laboraverunt qui aedificant eam»368.

Fini

Le nostre case devono insieme ordinarsi al primo fine: santificazione delle religiose; ed al secondo fine: esercizio dell'apostolato nostro. Determinati i fini si dispongono i mezzi.
Perciò: Nel progettare le costruzioni, le disposizioni dei vani, la scelta della posizione, ecc. vi sono tante buone regole: altre volute dall'igiene, altre dalla stabilità, altre da l'urbanistica, ecc. Ma il primo e decisivo criterio, al quale soggiacciono e servono tutte le altre norme è quello morale: più facile la vita di raccoglimento ed assistenza, più facile la formazione e
~
l'esercizio dell'apostolato; più facile passare da un 'occupazione all'altra e da ambiente ad ambiente.
Tener presente il servizio che deve fare la casa nuova: noviziato? studi speciali? apostolato ? scrittrici? cura della salute? ecc. Richiamiamo alcuni articoli delle Costituzioni:
Art. 46 - Il Noviziato, per quanto sarà possibile, sia separato da quella parte della casa in cui abitano le professe, in modo che le novizie, senza uno speciale motivo, e il permesso delle Superiore o della Maestra, non abbiano alcuna comunicazione con le professe, né queste con le novizie e rimangano isolate le une dalle altre, eccetto in Cappella, in refettorio e nelle processioni.
Art. 205 - Le case della Pia Società Figlie di S. Paolo devono avere locali destinati come centri di biblioteche parrocchiali e di diffusione di tutte le opere ed iniziative della Congregazione, con servizio ed informazione sulle varie edizioni.

Mezzi

Non ricercatezza né lusso; ma decoro, pulizia, igiene, proprietà religiosa. Tutto, dall'ingresso ai più umili ambienti, porti a raccoglimento ed alla vita di pietà, di studio, di apostolato.
Notare che la nostra vita religiosa è così intimamente connessa con l'apostolato da non potersi separare, specialmente per il periodo di formazione; perciò gli stessi locali dell'apostolato saranno anche materialmente collegati con quelli di abitazione: nel modo e nello spirito con cui la canonica del parroco (dove le cose son fatte bene) è collegata con la chiesa, così da formare un quid unum. Questo specialmente per le case di formazione: non temendo se in qualche parte ne soffrano la pulizia, il silenzio, l'accoglienza dei visitatori. All'apostolato si dia posto d'onore; locali belli, igienici, secondo i migliori esempi per il funzionamento, l'assistenza, la sicurezza personale. Quanto più la casa sarà destinata a giovani aspiranti, tanto più occorre che sia facile l'assistenza! Perciò nella sistemazione evitare i facili nascondigli, le facili evasioni, le facili e incontrollate uscite.
Circa la clausura: disporre le costruzioni in modo che gli esterni non possano entrare liberamente neppure per funzioni religiose, e possano comunicare con le Suore e Postulanti solo
~
nelle ore e modi voluti dalle Costituzioni e dalle esigenze di una buona vita religiosa.
Nello stesso modo chi ha bisogno di uscire di casa dovrà passare nel posto e nel parlatorio a ciò destinato, ove è facile la vigilanza sopra le persone e le cose. Questo vale per il giorno e tanto più per la notte.
Art. 109 - Per conseguenza, nelle relazioni con le sorelle si evitino le speciali famigliarità ed i segni di affetto troppo naturale; questa diligenza si usi pure con le persone estranee, anche parenti, con cui si dovesse trattare per qualche dovere od ufficio.
Art. 110 - Le Suore saranno specialmente prudenti nelle relazioni con persone dell'altro sesso, astenendosi da discorsi e relazioni non necessarie, o tenute all'insaputa della Superiora. Sempre devono adoperare la vigilanza voluta dal Divin Maestro, perché sia allontanato ogni pericolo, od anche il solo ragionevole sospetto in male.
Art. 158 - Le religiose tutte, comprese le novizie e le postulanti, devono osservare la clausura a norma dei sacri canoni e delle presenti Costituzioni.
Art. 159 - E’ necessario circoscrivere distintamente i luoghi riservati alla clausura. Il parlatorio sia vicino per quanto è possibile, alla porta d'ingresso, in modo che gli estranei non possano e non debbano entrare nei locali interni.
Art. 160 - Se la casa è destinata esclusivamente alle religiose, è tutta soggetta alle leggi della clausura, eccetto il parlatorio, la chiesa e sacrestia annessa, e le stanze dei forestieri.
Art. 161 - Nei locali soggetti alla clausura non si possono introdurre persone estranee, eccetto i medici, i Sacerdoti per l'amministrazione dei Sacramenti, gli operai ed altri la cui opera sia necessaria, e quelle persone che le Superiore, per giusti e legittimi motivi, crederanno potervi essere ammesse. Queste persone saranno accompagnate da una suora anziana o dalla portinaia. Anche nell'alunnato o ricovero annesso non si ammettano persone di altro sesso se non per giusta causa e con licenza delle rispettive Superiore.
Art. 162 - Gli estranei devono essere ricevuti e fermarsi in parlatorio, anche se parenti delle religiose o delle stesse Superiore. Le Suore andranno in parlatorio dopo aver ricevuto il permesso della Superiora, e solo negli orari stabiliti, eccetto
~
in caso di urgenza e straordinario, di cui giudicherà la Superiora. Le Suore non staranno sole in parlatorio, ma avranno con sé una religiosa, eccetto si tratti dei genitori o parenti di primo grado, od anche di altre persone di fiducia e di riguardo, secondo il prudente giudizio della Superiora.
Art. 163 - La porta della casa sarà accuratamente sorvegliata e non si aprirà senza bisogno. Saranno però aperti in orario ben determinato i centri di diffusione ove i fedeli devono accedere, per ragioni dell'apostolato stampa a norma dell'art. 208.
Art. 164 - Le Suore alle quali è affidata la custodia della clausura, del parlatorio, della porta e dei centri di diffusione, vigilino perché non sia turbato da visite inutili, troppo frequenti o troppo prolungate, da chiacchiere superflue, la regolare disciplina, con pregiudizio dello spirito religioso. Ma è dovere speciale della Superiora osservare e fare osservare diligentemente quanto è prescritto a riguardo del ricevere persone estranee nella casa.
Art. 165 - Nessuna suora può uscire di casa, anche per ragione di ufficio, senza averne prima ottenuto il permesso della Superiora e senza chi l'accompagni. Al ritorno dovrà presentarsi di nuovo alla Superiora.

Norme particolari

Si usano camerate per le aspiranti, novizie e professe temporanee: camerate che saranno più piccole per minor numero di persone man mano che queste sono più adulte.
In questo, però, è da tenersi presente l'uso dei migliori istituti nei diversi paesi.
Comunque si debba procedere, sempre si provveda con una ragionevole e formativa illuminazione e vigilanza, perché si possano davvero conseguire i benefici della vita comune.
Ancora: il progresso porta anche nuovi ritrovati nell'edilizia; né rigettarli, né accettarli senza serio esame. Vale qui ciò che è detto per l'apostolato: «Perché si possa conseguire sempre più perfettamente il fine della Società, i Superiori ricordino che, secondo il precetto del nostro padre S. Paolo la parola di Dio non è prigioniera369; e che il progresso umano fornisce
~
mezzi sempre più perfetti ed efficaci che non si devono inconsideratamente respingere né accettare con leggerezza».

Aspetto ed arte

Circa l'aspetto esterno e l'arte. Se si tratta di Chiese seguiremo sempre le leggi liturgiche e le disposizioni della Santa Sede, in dipendenza dalle commissioni diocesane per l'arte sacra, onde si abbia veramente la domus mea (Dei) e la domus orationis. Parola d'ordine per l'architettura, la pittura, la scultura, il canto, il suono: seguire più perfettamente possibile l'indirizzo della Santa Sede; bando a tutto quello che non si conforma; possedere un sano gusto liturgico e artistico.
Se si tratta di abitazioni e locali di apostolato: costruzioni che all'esterno non dispiacciano e non disdicano né allo spirito di povertà, né alla dignità di una casa religiosa. Qui vale il conciliare in sapienza e prudenza due cose: l'indirizzo ricevuto da Casa Madre, con l'adagio «Paese dove vai usanza che trovi»; purché si tratti di usanze buone. Vi è qualche luogo ove sono risultate diverse casette inadatte.
La forma, nel suo insieme, usata nella costruzione della Casa-Madre è ancora quella da preferirsi: anche l'esperienza lo ha confermato. Ampii ambienti, corridoio in mezzo, possibilità di adattamenti e di sviluppo. Sempre più e sempre meglio: ma i principi generali sono da conservarsi. Quindi si tengano presenti i progressi dell'edilizia, le circostanze di tempo e di luogo.

Spese

In riguardo alle spese vi è da procedere con molta prudenza, attinta dal Tabernacolo, dai consigli della Casa Generalizia e da persone disinteressate che conoscano, amino. Da notarsi una cosa cui gli esterni non possono badare: le nostre case costano in generale tre volte tanto rispetto agli istituti comuni, cioè la costruzione, i macchinari, il rifornimento dei magazzini per materie in lavorazione o in attesa di diffusione. Insieme, però, si noti che l'apostolato, ben guidato, frutterà; e la fede in Dio accompagnata da l'innocenza, compiranno i nostri progetti.
In generale tener presente che al termine della costruzione il debito ancora esistente non superi il valore del magazzino di libri e carte in lavorazione.
~
Evitare in quanto possibile i debiti ipotecari. In ogni modo il debito si possa e debba estinguere in quattro o cinque anni, considerando le entrate ordinarie dell'apostolato e della beneficenza. Si noti che le Case Paoline anche all'estero e negli stessi luoghi di missione, hanno il primo e principale introito dall'apostolato col quale deve vivere e svilupparsi. Non si tratta di un lavoro missionario nel senso comune. Ogni piccolo drappello può subito, ad esempio, aprire una libreria, fare un po' di propaganda, raccogliere Cooperatori e far altro simile; poi, ogni giorno un piccolo passo. Prima una Betlemme, poi Nazareth, poi si arriva alla vita pubblica. Qui giova anche riportare l'articolo 3 delle Costituzioni.
Art. 3 - La Pia Società Figlie di S. Paolo nell'attendere a raggiungere questo fine speciale non farà nulla a scopo di lucro, e non capitalizzerà se non in quanto sarà necessario al normale sviluppo e alla sicurezza economico-finanziaria della Congregazione; il resto sarà speso per la diffusione della buona stampa e per le altre pie opere cui attende l'Istituto.

Così l'articolo 353:
Art. 353 - Prima di decidere l'erezione di una nuova casa religiosa occorre accertarsi se la nuova casa, con le proprie rendite, e con le consuete entrate dell'apostolato, o in altra maniera, possa convenientemente provvedere al sostentamento delle religiose ed al mantenimento dell'edificio stesso.
Lasciarci guidare dalla Provvidenza: le costruzioni si fanno secondo il bisogno; come si prende il cibo per mantenersi nel servizio di Dio e dell'apostolato. Non vasti locali che poi rimangono vuoti.

Igiene

L'igiene. Aria e sole, cortili spaziosi, locali piuttosto elevati, specialmente per la tipografia, i dormitori, gli studi; accorgimenti per facilitare la pulizia personale e generale; disposizioni convenienti ad eliminare o diminuire i disturbi dall'esterno o dal movimento delle macchine per lo studio, la preghiera, il riposo.
Sottoporre alla Casa Generalizia i contratti di acquisto dei terreni e di case; e i progetti di massima per costruzioni; il preventivo delle spese previste. Saranno esaminati e fatti esaminare.
~
Per i Vocazionari: è bene scegliere una località vicina a grandi città e di molto probabile sviluppo; piuttosto, tuttavia, alla periferia. Si avranno così i due vantaggi: sufficiente comunicazione con la città, perché i nostri siano formati alla loro vita di apostolato con i mezzi moderni più efficaci e celeri.
Non località deserta o di carattere agricolo; né centro cittadino mondano.

Ingegneri ed impresari

Scegliere i migliori moralmente e di vera capacità professionale; avere l'assicurazione che chi eseguisce abbia personale qualificato e di buona fama, ed insieme sufficienti possibilità finanziarie. Ad essi si espongono le nostre necessità ed esigenze: e mentre si concede una giusta parte di iniziativa, occorre guidare, controllare, sostenere, dare la mercede dovuta a chi lavora. Essi sono dei cooperatori dipendenti per preparare locali adatti alle nostre necessità. Non paghe eccessive, ma neppure imposizioni e pretese irragionevoli.

Fede e prudenza

E’ ben difficile trovare per acquisto una casa costruita secondo le nostre esigenze; i tentativi di adattarla hanno dato sempre risultato scarso; oltreché alla fin fine, si è speso di più; e successivamente si è dovuto acquistare un terreno sufficiente ed edificare dalle fondamenta.
Nel primo stabilirsi in una nazione giova una casa in affitto per un certo periodo di tempo, ancorché non presenti tutti i requisiti; ma successivamente è meglio acquistare un terreno in località conveniente e abbondante superficie per iniziare una costruzione nuova, adatta, capace.

In generale

Il Signore ha preparate moltissime vocazioni alla Famiglia Paolina, proporzionalmente al bisogno degli apostolati moderni nella Chiesa. Occorre che abbiamo fiducia vera nella Provvidenza: da una parte evitare la presunzione facendo opere esagerate; dall'altra evitare la sfiducia costruendo casette che non si prestano ad ampliamenti organici - è un chiuder le mani alla Provvidenza - Camminando nella vera fiducia verranno più sane e numerose aspiranti, si potrà ampliare la costruzione
~
e compire poco per volta un programma ben studiato. Occorre che noi non mettiamo bastoni alle ruote del carro della Provvidenza: né col peccato né colla neghittosità.
Chiedere al Signore sempre ed insieme: che da una parte conceda il nido; e dall'altra parte mandi i passeri a riempire il nido.
Fiducia serena nel cercare e reclutare aspiranti per ogni apostolato. Preparare case proporzionate al gran numero; cioè con disegno e progetto ampio, da svilupparsi a poco a poco, man mano che la necessità lo richiede.
Procedere con fede e ragionevolezza: sviluppando tutto come un organismo proporzionato nelle sue membra, man mano che si verificano le necessità: spirito religioso, vocazioni, studi, apostolato, parte economica, abitazioni ecc.
Questa fiducia si appoggia alla grazia di ufficio e della missione; Dio che ci manda non ci lascerà mancare il necessario. Anche quando Gesù interrogò gli Apostoli se fosse loro mancato qualcosa, perché partiti privi di tutto, questi risposero:
«Nulla ci è mancato!»370. Realizziamo ciò che stabiliscono le Costituzioni.

Uso delle Case

Per l'uso: curare che non si imbrattino i muri con peccati, negligenze, offese a Dio; che si abusi della possibilità di chiudersi e nascondersi per fare meno bene; che il peccato trovi la porta aperta e possa nascondersi in qualche maniera.
Si raccomanda vivamente di usare tutti gli accorgimenti per evitare i pericoli di incendi, di cadute, ecc.; ma nello stesso tempo occorrono le assicurazioni incendio, civile, furti ecc. specialmente per i magazzini di carte.
In generale è molto più facile costruire le chiese e le case, che santificarle, riempiendole di meriti, vocazioni, apostolato, vita religiosa e lieta, preghiera; facendole anticamere e luogo di preparazione alla Casa Celeste. «Tuis fidelibus, Domine, vita mutatur, non tollitur, et dissoluta terrestris huius incolatus domo, aeterna in coelis habitatio comparatur»371. Le case per la
~
conservazione devono essere curate con molte attenzioni. E’ vero che muri, porte, finestre, mobili, ecc. tutto deve essere costruito robustamente come esige una comunità e con gioventù: ma inoltre, tutti devono usare ogni cosa con riguardo e rispetto come proprietà della Chiesa (attraverso l'Istituto); la povertà esige cure ed attenzioni per ogni parte.
La pulizia, l'ordine, la ventilazione, le riparazioni frequenti dai tetti ai pavimenti, alle tinte, ecc. dimostrino che si ha rispetto anche a noi stessi e all'apostolato; applicando pure qui il «Domine, dilexi decorem domus tuae»372. Quando saremo vicini alla morte la vista della camera e locali, degli oggetti, libri, abiti, mobili, ecc. (anche l'inginocchiatoio) non ci ricordino che l'uso santo fattone! Tutto è, infatti, solo in uso, come strumento per lavorare la corona eterna e prepararci una bella casa in cielo: «Dispone domui tuae quia morieris tu et non vives»373.
Uscirà la nostra salma dalla porta per sempre! ma l'anima possa fare il definitivo ingresso in cielo: «Veni... coronaberis»374, dopo aver santificato la nostra casa in terra.

Primo Maestro

~

190*. St. In RA, gennaio (1952)1-4; in SP, dicembre (1951)1-4. RA trascrive al femminile e sostituisce gli articoli citati con quelli delle Costituzioni delle Figlie di San Paolo, ed. 1944.
----------------

368 Cf Sal 127 (126),1: «Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori».

369 Cf 2Tm 2,9.

370 Cf Lc 22,35.

371 Prefazio dei defunti.

372 Cf Sal 26 (25),8: «Signore, amo la casa dove dimori e il luogo dove abita la tua gloria».

373 Cf 2Re 20,1: «Da' disposizioni per la tua casa, perché morirai e non guarirai».

374 Cf Ct 4,8: «Vieni... sarai incoronata».