Roma, 24-25 marzo 1958,
FSP - Libreria
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VIRTÙ E VOTI RELIGIOSI1
Avete lavorato tanto nell’apostolato, ed ora il Maestro divino vi invita: «Venite in desertum locum, et requiescite pusillum»2, venite in luogo deserto, cioè entrate nel periodo, nel tempo del silenzio, riposate il vostro spirito. Veramente le Costituzioni delle Figlie di San Paolo sono molto ben ordinate e segnano il tempo da impiegare nella pietà ogni giorno, ogni settimana, nel mese, nell’anno. Particolarmente stabiliscono la Visita al Santissimo Sacramento che alimenta la devozione anche nelle altre pratiche di pietà. Quindi la pietà è abbondante.
Poi il tempo dell’apostolato, che importa pensieri, preoccupazioni diverse, sempre però nella volontà di Dio. E quando si compie bene la parte della pietà, non è poi difficile esercitare l’apostolato nel raccoglimento e nel vero spirito. D’altra parte sempre dobbiamo contare sull’aiuto di Dio. In ogni modo, tra le opere di pietà annuali vi è il corso degli Esercizi spirituali, e questi giorni sono dedicati all’anima nostra. Dobbiamo cioè metterci noi con Dio, innanzi a Dio per parlare con lui, per sentirlo, per regolare i conti dell’anima nostra con lui e così
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provvedere per il prossimo anno spirituale. L’annata spirituale è per svolgere un programma spirituale e ognuna nel corso degli Esercizi formula i suoi propositi, formula il suo programma di lavoro spirituale e anche di lavoro apostolico.
Gli Esercizi spirituali sono un periodo con uno spazio di tempo per riposare lo spirito, per orientare meglio l’anima nostra: sono una grazia di Dio. La meritate, avete speso bene il tempo e il Signore adesso vi darà abbondanza di grazia, giacché avete speso bene il tempo nel fare conoscere la sua dottrina nell’apostolato.
Che cosa sono allora gli Esercizi di pietà, o meglio che cosa sono gli Esercizi spirituali? Gli Esercizi sono il tempo in cui ognuno lavora e si esercita in atti di fede, in atti di speranza, in atti di carità. Infatti la prima parte degli Esercizi è per considerare le verità fondamentali, il Credo specialmente. Crediamo di essere creature di Dio e crediamo di essere uscite dalle sue mani e crediamo di passare poco tempo sulla terra e poi arrivare al premio. Usciti da Dio, dobbiamo tornare a Dio.
E la via? Gesù Cristo che ha passato trentatré anni su questa terra, ha incominciato con una vita santissima e ha chiuso con una morte santissima. Salì al cielo e siede alla destra di Dio Padre, di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti. La via è Gesù Cristo. Gesù Cristo che, nato da Maria Vergine, concepito di Spirito Santo, è vissuto come noi, «cum hominibus conversatus est»3, esteriormente, come noi, ma più santamente, molto più santamente. Ha compiuto il suo apostolato nel ministero pubblico, e ha compiuto la redenzione dell’umanità nella passione e morte, ed è arrivato là, alla destra del Padre, glorioso.
Di là egli sparge le sue grazie e là ci attende per giudicarci dopo la vita presente. Intanto non ci ha lasciati soli, ci ha detto di andare dietro Gesù, ma non siamo soli, viviamo nella Chiesa. La Chiesa è la continuatrice della sua opera di salvezza e continua ad essere la maestra di fede. Dobbiamo credere a quello che predica e continua ad insegnarci la via del cielo. Noi dobbiamo assecondare e praticare i comandamenti, prendere i
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mezzi di grazia che sono i sacramenti in generale, la liturgia e la preghiera. Dobbiamo allora seguire Gesù Cristo secondo i suoi esempi, non solamente nella vita privata, ma anche nel ministero pubblico, cioè nell’apostolato per arrivare alla salvezza. Quindi crediamo la remissione dei peccati, crediamo la comunione dei santi, crediamo il giudizio finale, crediamo la vita eterna, il paradiso.
Prima parte degli Esercizi, meditare queste grandi verità. Mi trovo qui, ognuna sa gli anni che ha già passato sulla terra e può dare uno sguardo se questi anni sono stati buoni e sono serviti a raccogliere il merito per la vita eterna. Ognuna deve pensare: Adesso come mi trovo davanti a Dio? Il Signore è contento di me? Se continuo così, cammino sulla strada del paradiso? E cammino bene, nel miglior modo per acquistare il maggior numero di meriti? Ecco, fermarsi a considerare il nostro destino eterno, lassù, dove il Padre celeste ci attende. E considerare se noi teniamo la strada migliore, la strada più sicura; se per caso, per disgrazia, vi sono state delle cadute, se ci siamo rialzati o se ci vogliamo rialzare adesso. La prima parte degli Esercizi, quindi, per ricordare le grandi verità del Credo.
Nella seconda parte degli Esercizi, considerare la via, cioè com’è in pratica questa strada che dobbiamo fare per arrivare al cielo. La strada, in generale, per tutti i cristiani e per tutti gli uomini sono i comandamenti, poi vi sono i consigli evangelici, e ci sono le virtù cristiane. E allora nella seconda parte vediamo i comandamenti. Nella seconda parte degli Esercizi vediamo l’esame di coscienza che sia in generale più diligente. Si potrà fare la Confessione settimanale e si potrà fare la Confessione annuale e, nel tempo e nel momento della vita in cui vi trovate, raramente la Confessione generale. Tuttavia qualche volta può essere anche utile. Ma in generale è molto bene sistemare le cose della nostra coscienza anno per anno. E poi far punto fermo: Ora una pietra sopra tutto il passato. Costruirò meglio in avvenire.
I comandamenti: primo, preghiera; secondo, osservanza dei voti; terzo, la santificazione del tempo che dobbiamo consacrare a Dio particolarmente per questo; quarto, l’obbedienza; quinto la carità nei pensieri, parole, azioni; sesto, la purezza
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nei pensieri, sentimenti, parole, atti; poi [settimo] il rispetto della roba altrui; ottavo, la sincerità, la schiettezza nel parlare e nell’operare; quindi [nono e decimo] la santificazione interna evitando i pensieri contrari alla castità e i pensieri contrari alla giustizia. Si può scendere anche a dei particolari, secondo il bisogno che sente l’anima, particolarmente per voi, che avete abbracciato lo stato religioso, l’osservanza dei voti e della vita comune.
Occorrerà allora leggere le Costituzioni in quei capitoli della virtù e del voto di povertà, della virtù e del voto di castità, della virtù e del voto di obbedienza4. Quindi la vita comune, la carità fraterna, l’umiltà nella convivenza quotidiana e poi successivamente gli altri capitoli che ci parlano della pietà, dello studio e dell’esercizio delle virtù religiose, particolarmente quello che riguarda l’umiltà, lo spirito di sacrificio, la bontà con tutti. L’esame quindi sui comandamenti e consigli.
In ultimo, voi avete l’apostolato: noi dobbiamo guardare se ci spendiamo per le anime: «Spendere e sopraspendere le nostre forze per le anime»5. Certo, vi è sempre grado e grado, perché vi può essere un piccolo fuoco nel cuore, vi può essere un fuoco più sviluppato, e vi può essere un grande incendio. Abbiamo un cuore conformato al cuore di Gesù, il quale disse a S. Margherita Alacocque: Ecco quel cuore che tanto ha amato gli uomini e nulla ha risparmiato per essi6. Sì, vi sono propagandiste, vi sono libreriste e vi sono in generale Figlie di San Paolo che nulla risparmiano, qualche volta anche a danno della salute; e vi possono essere anche delle perdite di tempo. Può essere che si trascini un po’ l’opera dell’apostolato, con fatica. Siamo tanto infermi, abbiamo sempre bisogno che il Signore ci mandi il suo Spirito e infonda i doni della sapienza e della scienza, dell’intelletto e del consiglio, della fortezza, della pietà, del timore di Dio. Abbiamo tanto bisogno dell’infusione delle grazie di Dio.
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La terza parte poi degli Esercizi è la pratica della carità, cioè l’unione con Dio. La virtù che riassume tutte le altre è la carità. Da principio si fanno tanti propositi, supponiamo sulla preghiera, sull’obbedienza, sulla vita comune, ecc. Poi man mano che l’anima procede nella virtù, allora tutto in lei è riassunto nella pratica della carità verso Dio e verso il prossimo.
L’unione con Dio: quando la mente ha sempre pensieri buoni, non solo pensieri di Dio, ma pensieri che riguardano il volere di Dio. L’unione dei cuori, quando il nostro cuore sta nel cuore di Dio, nel cuore di Gesù, e cioè si ama il Signore con tutte le forze e c’è già, ad esempio, il distacco dal nostro io, dalle cose della terra, dalla stima degli uomini. Poi la carità verso il prossimo, sempre pensando in bene, desiderando il bene, parlando in bene, facendo del bene. La carità è questa unione con Dio.
E in terzo luogo, la volontà nostra unita a Dio: volere ciò che vuole il Signore, detestare ciò che detesta il Signore. La religiosa non ha né il volere né il non volere. La religiosa ha da tener presente solamente la volontà di Dio, ha da sciogliere la sua volontà nella volontà di Dio, non ha capricci, non ha resistenze al volere di Dio. Allora, nell’ultima parte degli Esercizi vedere di stabilire bene la nostra unione con Dio: pensare come pensa Gesù Cristo, amare come ama il cuore di Gesù e volere quello che Dio vuole, solo il santo voler di Dio.
Vi sono poi dei punti particolari per ogni anima. Può essere che vi siano suore che abbiano bisogno di una maggiore disciplina in fatto di castità per tenere a freno non solo i pensieri, i sentimenti, ma anche per tenere a freno le mani e tenere a freno le relazioni. Le relazioni, non intendo dire soltanto per quello che riguarda il popolo, o che riguarda coloro che frequentano la libreria, ma anche relazioni in casa. Non vi siano preferenze, né vi siano simpatie particolari e neppure favorite, per disgrazia, dalla superiora.
Occorre che si rimanga in quella disciplina giusta senza scrupoli. Lo scrupolo è una malattia spirituale. Senza scrupolo ma anche senza abuso, cioè una disciplina giusta, retta, come l’avrebbe praticata S. Giuseppe, come la praticava Maria. Ecco gli esempi che abbiamo da seguire. Questa disciplina riguardo
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alla purezza va tanto bene; se non si vigila si arriva a un certo punto in cui il cuore è già un po’ impigliato senza accorgersi e allora la persona si trova come un uccello che è cascato nella rete e più si dibatte più si trova chiuso nella maglia della rete.
Ugualmente, non confondere, parlando del voto di obbedienza, la personalità con i capricci: Io ho la mia personalità, ma non intendo che voglio quel che voglio io, e penso che quel che penso ed è giusto. No, non è così. La personalità della Figlia di San Paolo può essere solo in Cristo. E cioè la Figlia di San Paolo ha una vera personalità quando capisce qual è la vita della Figlia di San Paolo, qual è il modo di comportarsi, fa le sue cose che sono comandate con ragionevolezza, con coscienza, obbedisce con coscienza. La personalità la porta qui, a perseverare con fermezza nella via che ha abbracciato. Non lasciamoci indurre da una falsa cognizione sulla personalità. La personalità è una sottomissione intelligente, la personalità è una pietà intelligente, la personalità è un apostolato intelligente, la personalità importa una povertà intelligente. Ha fatto i suoi voti, supponiamo di castità, ma con quale convinzione, con quale consapevolezza, con quale maturità! Allora c’è una personalità paolina e non ce ne può essere un’altra. Ogni altra personalità, fosse anche personalità delle carmelitane, non è la vostra. Personalità paolina! Va fino alle osservanze di ogni articolo delle Costituzioni o di ogni punto degli articoli, ma sempre con consapevolezza. E quando non capisce la ragione, capisce questo: è volontà di Dio. Questo vale tutto: Dio sa bene, è sapientissimo e ciò che dispone è sempre il meglio per me. Io uniformando la mia volontà alla sua so di procedere nella sapienza e nel volere di Dio.
Quanto poi alla povertà, intenderla in modo ragionevole. Si prende il cibo per mantenersi nel servizio di Dio e mantenersi nell’apostolato. Così il riposo, così la ricreazione che si può avere negli orari che sono disposti. Povertà intelligente, povertà che da una parte è rinnegarci in qualcosa che vorremmo, dall’altra parte è un produrre alla gloria di Dio, al bene della Congregazione. È anche un provvedere ai bisogni che ci possono essere qua e là, è un aiutare costantemente l’apostolato per un maggiore sviluppo. Può essere che vi siano degli
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altri bisogni particolari e allora gli Esercizi sono il tempo in cui si esaminano questi bisogni particolari, si studiano le varie posizioni e si cerca di avere una soluzione adeguata. Come conclusione: non fidarci mai di noi, alla fine consigliarsi, consigliarsi. Consigliarsi in che modo? Esponendo le nostre cose, aspettando le decisioni, i consigli che vengono dati, accettandoli con amore e alla fine, praticarli. L’occasione degli Esercizi è una provvidenza, è occasione che viene dalla sapienza e dalla provvidenza di Dio, perché si possano risolvere i problemi che a volte si sono accumulati o che sono nati nel corso dell’anno.
Venire a Casa madre, venire alla Casa generalizia è venire a un rifornimento di spirito. Rifornimento di spirito, e allora gli Esercizi saranno veramente utili e l’anno spirituale che seguirà porterà frutto, cioè un avanzamento nella virtù, nella santità. Le Figlie di San Paolo camminano in genere così bene, tutte ben unite per i due fini: la santificazione della vita e l’apostolato con i mezzi moderni e con i mezzi più celeri, più efficaci.
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1 Meditazione tenuta a Roma il [24] marzo 1958, come introduzione agli Esercizi alle libreriste. Trascrizione da nastro: A6/an 46b = ac 79b. Così contestualizza Il Raggio: “A Roma, dal 30 marzo al 1° aprile si tenne il Primo Incontro delle suore addette alle librerie, preceduto dagli Esercizi spirituali che, nei giorni 24 e 25 vennero predicati dal Rev.mo Primo Maestro. Egli nelle prime tre considerazioni diede alle libreriste direttive precise e norme pratiche con quella ricchezza spirituale e quel mirabile equilibrio che gli sono propri. Le riportiamo integralmente, affinché tutte possano leggerle, meditarle e tradurne in pratica le sapienti direttive” (Rag. I, n. 3, maggio 1958, p. 61). Sulla registrazione è indicata la data del 25 marzo, ma si tratta di introduzione alla meditazione delle ore 18 sulla diffusione. La predicazione del Primo Maestro di questo corso di Esercizi è stata stampata su Il Raggio, periodico interno delle Figlie di San Paolo iniziato nel febbraio 1957 con lo scopo di aiutare le propagandiste e le libreriste nel loro compito apostolico. Cf Damino A., Bibliografia..., o.c., pp. 271-272.
2 Cf Mc 6,31: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’».
3 Cf Bar 3,38: «Ha vissuto fra gli uomini».
4 Cf Cost ’53, art. 130-206. Per l’apostolato: art. 251-258.
5 Cf 2Cor 12,15.
6 Rivelazione del Sacro Cuore a S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690), monaca della Visitazione di Paray le Monial, mistica francese, apostola della devozione al Sacro Cuore di Gesù.