Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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13. CONSACRAZIONE A MARIA PER L’APOSTOLATO1

Leone XIII, scrivendo l’Enciclica per invitare i fedeli a santificare il mese del rosario2, dice che bisogna considerare Maria come Mater Ecclesiae, Magistra et Regina Apostolorum: Madre della Chiesa, Maestra e Regina degli Apostoli. È molto bene che in questa novena prepariamo la nostra consacrazione a Maria, che si potrà fare il giorno della festa esteriore, e si potrà fare, se si preferisce, alla fine del mese di maggio.
La consacrazione è un grande atto. Notare specialmente che è un atto diverso la nostra consacrazione a Maria per essere più di Gesù, da quello che può essere per i semplici fedeli. I fedeli offrono a Maria, e per suo mezzo al Signore, i frutti, le opere. Ma il religioso, la religiosa, oltre ai frutti della pianta, offrono la pianta stessa, e cioè offrono interamente se stessi. Quindi la consacrazione dei religiosi e delle religiose è come, in un certo senso, una rinnovazione più estesa della professione medesima. Più estesa: offriamo il nostro essere, tutto il nostro essere con tutte le potenze dell’anima e con tutte le forze del cuore, del corpo, il tempo della nostra vita, le nostre azioni.
Consacrazione vuol dire donazione da una parte: donare noi stessi a Maria, fare Maria la padrona di noi, per essere più intimamente e più profondamente di Gesù, perché passiamo per le sue mani per essere consegnati a Gesù, consegnati al Signore. La consacrazione dei fedeli quindi è diversa dalla consacrazione dei religiosi.
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Ora, che cosa significa più particolarmente la consacrazione nostra a Maria. Vuol dire donare noi stessi e poi essendo proprietà, essendo cosa di Maria, servirsi delle cose che abbiamo, come di cose che appartengono a Maria e con il permesso di Maria e secondo il gusto di Maria. Così servirsi dell’intelligenza solamente in quello che pensiamo piace a Maria, e non usare la nostra mente per pensare a cose inutili, o a cose che sono contrarie a ciò che piace a Maria.
Donarci a Maria per essere più di Gesù. Che cosa donare? Donare prima le nostre facoltà interne: l’anima con la sua intelligenza, con la volontà, con tutte le potenze. Donare il corpo con i sensi, gli occhi, la lingua, il tatto. Donare le nostre opere buone e anche i meriti della vita passata e le virtù. Tutto quello che si può dare a Maria: i meriti della vita passata, perché li conservi e un giorno non abbiamo da gloriarci, da invanirci e perderli, ad esempio. E donare quello che stiamo facendo oggi, i nostri propositi. Donare ciò che sono le virtù stesse. Finora per essere arrivate a questo punto, molto avete fatto, distaccandovi dal mondo, unendovi a Dio con i voti di povertà, castità e obbedienza. Mettere nelle mani di Maria i voti, le promesse del Battesimo, le promesse che facciamo nelle Confessioni e le promesse che facciamo ogni giorno; mettere nelle sue mani l’attività della giornata, in maniera da riservarci niente. E si capisce subito che la consacrazione, intesa così, è più larga di quella consacrazione che fanno tutti i fedeli, e della quale specialmente parla S. Luigi Grignion de Montfort3, perché la religiosa consacra a Maria ancora tre cose, oltre a quello che consacrano i fedeli per essere donati al Signore.
Consacra in primo luogo l’apostolato. Tutte le religiose, tutti i religiosi devono fare apostolato. Non è disgiunto l’amore di Dio dall’amore al prossimo e anche se si è dedicati alla vita contemplativa, l’apostolato è obbligatorio egualmente, dice il
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Papa4. Non sarà un apostolato di azione, per esempio non si parte per le missioni, ma si opera per le missioni, si prega per le missioni e si esercita la carità intimamente verso tutte le anime in generale. Questa carità si può anche esercitare verso qualche anima o qualche ceto particolare, per esempio anime che offrono se stesse perché sia santificata la scuola, dai bambini piccoli quando cominciano nella scuola materna ad apprendere qualche cosa, fino all’università e di perfezionamento, anche dopo l’università stessa: che tutto l’insegnamento elevi il giovane intellettualmente, ma nello stesso tempo spiritualmente, moralmente. Quanto è utile e bello questo! Quindi consacrare l’apostolato. Può essere l’apostolato del buon esempio, l’apostolato della vita interiore, l’apostolato della sofferenza, l’apostolato della preghiera. Tutta la giornata è convertita in una continua orazione, sia pure attraverso un lavoro manuale. Quindi la religiosa è nel suo apostolato, e ogni giorno offre il suo apostolato.
Secondo: il religioso e la religiosa devono offrire ancora in questa consacrazione totale, il loro lavoro interiore di santificazione. Quindi, i pensieri, i propositi buoni, la pietà che praticano e tutti gli esercizi di devozione che sono propri dell’Istituto e che si compiono nella giornata, nella settimana, nel mese, nell’anno. Tutto il lavoro interiore di purificazione ed emendazione. Tutto il lavoro interiore di conquista delle virtù: supponiamo il proposito per la pratica della carità fraterna, il proposito di una maggiore intimità con il Signore nell’orazione, tutto il lavoro interiore.
Terzo: offrire lo spirito del proprio Istituto. Le devozioni proprie dell’Istituto, ma soprattutto la vita religiosa come è vissuta nell’Istituto, accettata pienamente per amore di Dio. E per vivere più perfettamente la vita come è espressa nelle Costituzioni, come è espressa negli usi che si sono introdotti nella vita dell’Istituto, in modo che non vi sia neppur un filo che non venga offerto a Maria e attraverso Maria a Gesù. L’offerta si fa
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sempre a Maria, perché la purifichi, tolga quello che è imperfetto e aggiunga le sue preghiere e consegni tutto a Dio e, per le sue preghiere, la nostra offerta sia più gradita a Gesù. Tutta la devozione a Maria ha per fine la devozione a Gesù, e per mezzo di Gesù alla Santissima Trinità: «Soli Deo honor et gloria»5.
Adesso la seconda parte della consacrazione. Dopo esserci interamente consacrati al Signore, devo dire: Questo è di Maria, io devo usarlo. Bisogna che abbia il suo permesso, e per usarlo bisogna che io adoperi quel che ho offerto, secondo il desiderio di Maria. Come se uno entra in una casa non sua, e deve adoperare qualcosa di quella casa, bisogna che abbia il permesso dal padrone e bisogna che adoperi poi quella cosa che vuole usare in un servizio, in un lavoro in sostanza che piaccia al padrone di quella cosa, non contro il padrone stesso. Quindi una volta consacrata la lingua alla Madonna, la lingua l’adoperiamo come una proprietà di Maria, con il suo permesso preso in generale, non momento per momento, adoperare quella lingua, e in che cosa? In quello che piace a Maria, mai contro i gusti e i desideri di Maria, che sono i gusti e i desideri del Signore, del suo figlio Gesù. Questo posso dirlo o non posso dirlo? Piace a Maria o dispiace a Maria?
Così si va in chiesa, si cominciano le orazioni: piace a Maria che si adoperi la lingua per pregare e per lodare il suo Figlio, e per domandare a suo Figlio le grazie di cui abbiamo bisogno. Ma dispiace a Maria che usciti di chiesa si faccia, supponiamo, una mormorazione. Così adoperi le cose di Maria contro Maria stessa? Ecco, parlando della lingua è più facile capirci. Ma si deve dire degli occhi: quegli sguardi sono sguardi che darebbe Maria? Danno gusto a Maria o no? Puoi leggere o non leggere questo? Così dell’udito e così di tutto il corpo. Più intimamente, il cuore: ha degli affetti che il cuore di Maria aveva? Ha dei desideri che il cuore di Maria ha? Dei desideri, dei sentimenti, delle tendenze che Maria approva, che a Maria piacciono? Se no, si adopera il cuore contro Maria, contro la Madre, perché è sua proprietà. Non puoi più disporre liberamente, diciamo così, ma puoi disporre di te stesso, mente, volontà e sentimento
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solo in quello che piace a Maria, mai in quello che dispiace a Maria.
È una cosa seria fare la consacrazione, comunque non è la recita di una preghiera. Quando noi facciamo la donazione di noi stessi, diamo grande gioia, grande gloria a Maria e per mezzo di lei al Signore. Ma poi le conseguenze. Fatta Maria padrona del nostro essere, di tutte le potenze e dei nostri meriti e del lavoro spirituale e dell’apostolato, ecco: siamo di Maria. Tutto ciò che piace a Maria, niente di quello che dispiace a Maria.
Perciò è consigliato che prima di fare la consacrazione, si faccia la preparazione di un mese. È buono prendere propriamente il mese di maggio che è tutto consacrato alla devozione a Maria, quindi la preparazione sarà perfetta e si farà con Maria stessa.
Questa preparazione consiste in tre cose: primo, purificare il cuore. Non possiamo offrire a Maria un cuore freddo o tiepido, bisogna che togliamo la tiepidezza e la freddezza; non possiamo offrire a Maria un cuore orgoglioso, invidioso, dobbiamo offrire a Maria un cuore puro. Le piaccio? Non si osa neppure portare a tavola un cibo che dispiace a una persona, e possiamo offrire a Maria una cosa che non le piace? Anzi una cosa che le dispiace? Quindi, purificazione la prima preparazione che possiamo dire negativa.
Seconda preparazione: è l’impegno per acquistare i sentimenti di Maria, i pensieri di Maria, i voleri di Maria, in sostanza le virtù di Maria. Sforzarsi di essere figliuoli suoi, buoni e docili.
E terzo: la preparazione di preghiera per poter purificare sempre, sempre meglio il nostro cuore, la nostra vita e poter essere sempre più graditi a questa Madre.
Pensiamo: come deve comportarsi una figliola verso la madre, se vuole piacere alla madre buona e santa? Come dobbiamo comportarci come figlioli buoni verso questa Madre, la più santa, questa Madre che tanto ci ama? Quindi preparazione con purificazione e con impegno a diventare sempre più santi, più graditi a Maria, più santi noi stessi e poi preparazione di preghiera.
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Prepararci in modo che sia una consacrazione totale. Nessuno può fare la sua consacrazione così bene come il religioso e la religiosa, una consacrazione più completa e perfetta. E poi vivere la consacrazione. Dunque, la consacrazione ha due parti: prima l’offerta, secondo la vita. Vivere come appartenenza, proprietà di Maria, proprietà di tutto il nostro essere e di tutto quello che noi possiamo fare e dare. Tenere presente il duplice lavoro che dobbiamo compiere, perché è fondamentale il pensiero: l’amore di Dio e l’amore del prossimo che è l’apostolato. Si applica in tante cose, ma particolarmente nell’apostolato, essendo la vita religiosa destinata a portare la persona che si consacra a Dio all’amore perfetto a Dio e all’amore retto e giusto al prossimo.
Oh, com’è bella la consacrazione quando è fatta in questo modo, con questo spirito! Poi non bisogna più disfarla questa consacrazione. Non più ritirare: Eh, adesso penso quel che voglio, e allora tu ritiri la mente da Maria. Adesso adopero le mani come mi piace, e allora si ritirano le mani. Adesso voglio ascoltare quello che mi piace, e allora si ritira l’udito. No, quello che piace a Maria: siamo suoi e vivere come suoi. È più difficile vivere come suoi, e tuttavia per chi vuole acquistare più facilmente l’amore a Dio e vivere meglio la sua vita religiosa, questo è un grande mezzo: consacrarsi a Maria. Perché allora avremo la sua grazia, il suo aiuto e potremo quindi progredire e vivere perfettamente i due primi precetti, i precetti fondamentali.
Qualche volta avviene che una persona pensi di ritirarsi nella vita contemplativa, perché non gradisce , non si sente portata all’apostolato. Questo sarebbe un errore fondamentale, perché metterebbe da parte il secondo precetto che è obbligatorio. Sette comandamenti sono per l’osservanza della carità, quindi noi dobbiamo portare la nostra carità più avanti, perché religiosi, e non soltanto astenerci dall’offendere la carità, ma esercitare positivamente la carità, il che significa: apostolato.
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1 Meditazione tenuta ad Albano il 28 aprile 1958. Trascrizione da nastro: A6/ an 47b = ac 82a. Il titolo della registrazione è: “Novena alla Regina degli Apostoli”. Ma considerato che la Pasqua in quell’anno cadeva il 6 aprile, la novena alla Regina degli Apostoli sarebbe dovuta iniziare l’8 maggio. Inoltre, considerato il contenuto, le curatrici hanno sostituito il titolo con: “Consacrazione a Maria per l’apostolato”
2 Cf Leone XIII, Lettera enciclica Adiutricem populi christiani, sul santo rosario, ASS 28 (5 settembre 1895), in Enchiridion delle encicliche, vol 3, EDB, Bologna 1999, n. 1219. Per Don Alberione costituì l’orientamento alla devozione verso Maria Madre, Maestra e Regina degli Apostoli.

3 Luigi Grignion M. de Montfort (1673-1716), fondatore delle Figlie della Divina Sapienza e dei Missionari della Compagnia di Maria, detti Montfortani. Considerava la vita spirituale come consacrazione a Gesù per mezzo di Maria e a completa dipendenza da lei. Riguardo all’Atto di consacrazione a Maria, cf Trattato della vera devozione alla santa Vergine, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1987, p. 217.

4 Cf Pio XII, Sponsa Christi, Costituzione apostolica per le religiose di vita claustrale, 21 novembre 1950, AAS 48 (1951), in Enchiridion della Vita Consacrata, EDB 2001, nn. 2244-2245.

5 Cf 1Tm 1,17: «A Dio solo onore e gloria».