Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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INTRODUZIONE

Il presente volume raccoglie la predicazione di Don Alberione tenuta alle Figlie di San Paolo nel 1958, anno di svolta nella vita della Chiesa e della società. In Congregazione è caratterizzato da un forte incremento vocazionale, dall’apertura al laicato, dall’impegno per qualificare l’apostolato attraverso l’organizzazione di convegni orientati a preparare adeguatamente le libreriste, le propagandiste, le sorelle addette alla San Paolo Film.
Considerando il quadro d’insieme in cui è stato teoricamente suddiviso l’arco del magistero alberioniano (1915-1971), il 1958 fa parte del settimo periodo denominato: Gli anni della maturità e del Concilio (1956-1969).

I. LA PREDICAZIONE ALBERIONIANA: 1958

1. Contesto storico ed ecclesiale

A partire dall’anno 1958, l’Italia sperimenta una trasformazione strutturale profonda in cui ebbe una rilevanza centrale il processo di integrazione economica europea, avviatosi il 1° gennaio 1958 con l’entrata in vigore del Trattato di Roma. La società italiana si avvia ad abbandonare la propria secolare strutturazione per assumere nuovi valori e stili di vita, linguaggi e costumi che favoriscono un deciso cambio di comportamento nelle famiglie italiane. Esplode il miracolo economico e nelle case di quanti possono contare su uno stipendio e un posto di lavoro stabile, cominciano a entrare beni di consumo quali gli apparecchi televisivi, le prime lavatrici e frigoriferi e soprattutto le automobili.
Il 1958 segna una svolta anche in campo politico. Dopo gli anni del centrismo, cioè dell’egemonia della Democrazia Cristiana che occupava il centro dello schieramento politico italiano, Amintore Fanfani, nel secondo consiglio dei ministri
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che presiede, apre il Governo al partito dei socialdemocratici che partecipano alla maggioranza del governo: nasce quello che dopo alcuni anni sarà denominato il centro-sinistra.
Nel 1958 muore Pio XII, il Papa che tanto amò la Famiglia Paolina, l’uomo delle cose ben fatte; l’uomo che occupava il tempo fino all’estremo; uomo di grande fede e di preghiera (med. 23). Nell’elogio funebre pronunciato il 10 ottobre 1958, Don Alberione ne tratteggia il fecondissimo magistero, la sensibilità pastorale e spirituale, l’instancabile attività in favore della pace, e in particolare evidenzia la riconoscenza di tutta la FP che ha ricevuto da Pio XII le più importanti approvazioni (med. 22).
La Chiesa entra in una nuova stagione con l’elezione al soglio pontificio (28 ottobre 1958) di Angelo Giuseppe Roncalli che prende il nome di Giovanni XXIII. Un papa che parla apertamente di aggiornamento, di semplificazione, della necessità di integrare la fede nel mondo contemporaneo, che promuove l’unità, l’apertura al dialogo con i cristiani di altre Chiese, con esponenti del mondo ebraico e musulmano e con molti altri uomini di buona volontà. Don Alberione riconosce in Papa Giovanni XXIII il Pontefice voluto dalla Provvidenza per i tempi e le necessità attuali e sollecita tutti ad assecondare filialmente ogni suo desiderio (cf CVV circ. 242).
In ambito cattolico si fanno sempre più strada vari Istituti Secolari che sollecitano il Fondatore ad aprire le porte della FP alla vita consacrata secolare e al laicato.

2. Realtà della Congregazione

L’intensa esperienza ecclesiale vissuta in questo periodo e la svolta pastorale richiesta dalle mutate situazioni della società, incidono sulla vita dell’Istituto.
Nella Congregazione e nella Famiglia Paolina fervono le iniziative. Nei centri formativi di Roma e di Alba affluiscono numerose vocazioni.
Il 1958 è l’anno in cui Don Alberione apre le menti e i cuori delle Figlie e dei Figli alla conoscenza e alla valorizzazione del laicato cristiano per l’annuncio del Vangelo. E la riflessione
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si concretizza anche attraverso l’assunzione di personale laico dipendente, incaricato della diffusione a domicilio. Quindi non solo consacrati e consacrate secolari, non solo Cooperatori paolini, ma anche semplici laici che diventano gli agenti delle Edizioni Paoline.
L’albero della Famiglia Paolina accoglie nuovi rami: viene avviato, a Castelgandolfo, l’Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni e prendono consistenza gli Istituti paolini di vita secolare aggregati alla Società San Paolo: l’Istituto San Gabriele Arcangelo e l’Istituto Maria Santissima Annunziata.
È l’anno in cui la Famiglia Paolina è sollecitata dal Fondatore ad aprirsi all’Africa e ad altri confini: le Figlie di San Paolo fondano la comunità di Kinshasa (ex Léopoldville) e contemporaneamente si preparano ad aprire nuove comunità in Estremo Oriente e già intravedono la prossima fondazione in Taiwan, a Kaohsiung (5 maggio 1959).
Vi sono eventi particolari che offrono a Don Alberione l’opportunità, sempre ricercata, di sottolineare l’autentico significato della devozione al Divin Maestro, una devozione orientata a formare il Cristo nelle anime fino al perfezionamento a cui è giunto S. Paolo e cioè: «Vivit vero in me Christus» (med. 3). Il 20 gennaio 1958 viene approvata dalla Congregazione per i Riti, la Messa in onore del Divin Maestro e proprio in quest’anno procedono alacremente i lavori per la costruzione della casa di Esercizi Divin Maestro di Ariccia.
In quest’anno, il Primo Maestro e Maestra Tecla non programmano viaggi all’estero. La salute di ambedue richiede di tornare di tanto in tanto ad Albano per visite, controlli e cure. Anche quando Don Alberione si reca ad Albano per motivi di salute, gli viene richiesta la meditazione che sovente ha un indirizzo piuttosto generico, perché rivolta al personale infermieristico (fsp), alle paoline ricoverate ma anche a suore ammalate di altre Congregazioni.
Il clima congregazionale e la consapevolezza di vivere una stagione di grazia, è ben sintetizzato nelle parole di sr Assunta Bassi (1915-2012) in occasione della consueta presentazione al Fondatore degli annuali frutti apostolici (med. 8):
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