Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Convegno San Paolo Film1
Roma, 7-8 marzo 1958

I
SCELTA DEI FILM E COLLABORATORI2


In questi giorni di convegno è bene che esponiate le vostre difficoltà, che chiediate consigli e che comunichiate anche le vostre esperienze, perché voi siete più competenti di noi, sotto un certo aspetto. Volevo dire qualcosa sulla scelta dei film. Bisogna che ci atteniamo alle Costituzioni, cioè la revisione delle pellicole va fatta da due parti: dal Centro3 e dall’Istituto4. Se si trattasse di film prodotti da noi si dovrebbe tenere l’ordine inverso: la visione prima sarebbe fatta dall’Istituto e poi si consegnerebbe la pellicola al Centro per avere il suo parere.
Per i libri ci vogliono anche due approvazioni: anzitutto l’approvazione dell’Istituto il quale guarda molte cose alle quali la Curia non bada. L’autorità diocesana si limita alle questioni riguardanti la fede e i costumi, ma noi dobbiamo osservare che ci siano anche molti altri requisiti, per esempio: se è adatto alle nostre librerie o no; se è adatto ai tempi, alle necessità dell’attuale momento, ecc. Così quando si hanno da rivedere le pellicole per l’accettazione o meno, chi le esamina
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da parte dell’Istituto guarda a tutto un complesso di cose che ad altri potrebbe sfuggire e cioè, l’Istituto guarda al lato artistico, al lato morale, al lato economico e ad altri elementi ancora.
Qualche volta avviene che si crede di poter vedere tutto, da tutti e da tutte! Questo principio è errato. Se si teme che in un libro ci sia una morale o una dottrina non sana non si diffonde e non si potrà leggere finché non ci sia il nulla osta dell’autorità ecclesiastica. Così è per le pellicole.
Abbiamo bisogno di ottenere molte grazie sull’apostolato del cinema, stando molto riservati, anzitutto rinunciando a vedere le pellicole non adatte per voi. Il vedere la pellicola solo per il piacere allontana le grazie dall’apostolato. Così la revisione deve essere fatta da quei tre o quattro incaricati, i quali, perché incaricati dall’obbedienza, hanno grazie speciali per fare questo e anche se vi fosse qualcosa che non va non ne riceveranno danno. Chi vede le pellicole solo per divertirsi non ha la garanzia dell’assistenza divina e allontana ancora le grazie dall’Istituto.
Bisogna che noi facciamo l’apostolato, non che godiamo l’apostolato. Il sollievo è permesso nella giusta misura e la giusta misura vi è già stata indicata5. L’apostolato dipende dalla grazia di Dio, e perché possiamo meritare la benedizione di Dio sull’apostolato è necessario che ci mortifichiamo e che ci mortifichiamo in varie maniere, ma anche nel non vedere pellicole che non ci interessano e che non ci riguardano, tanto più quando non fossero ancora revisionate.
I due o i quattro che faranno la revisione d’ora in poi dovranno dare il loro parere per scritto e dovranno specificare il valore del film in campo artistico, in campo morale, dottrinale, spettacolare, economico, ecc. Le suore addette alle agenzie e tutte le altre si servano di queste relazioni che sono come la carta d’identità della pellicola. È come se uno si mettesse a leggere un libro sul quale ancora non è stato pronunciato il giudizio se si possa leggere o non leggere. Finché non è giudicato come conveniente, non si può leggere. Mortificarci quindi
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proprio per ottenere più grazie e più lumi sulla direzione, più aiuti per la parte economica, più benedizioni su tutte le persone che lavorano nelle agenzie.
Il cinema come apostolato siete solo voi che lo esercitate in Italia, perché voi lavorate proprio per allontanare le persone dal peccato, per impedire che vadano a vedere pellicole brutte. Inoltre fate anche la parte positiva portando cose belle. Del resto è già portare una cosa bella, in un certo limite, quando si dà un sollievo, un divertimento che è riposo sano.
Esaminarsi se si compie il lavoro con spirito e finalità soprannaturali. Compiere un vero apostolato con l’attività del cinema. Il vero senso dell’apostolato è questo: portare alle anime il bene. Recarsi perciò alle agenzie con questo ideale: fare del bene! Ritenere come sacro il locale dell’agenzia, essere rispettose e prudenti, evitare chiacchiere inutili. Voi compite azione sacra che non deve essere disturbata da ciò che non è veramente sacro.
L’apostolato del cinema per ciò che riguarda il noleggio delle pellicole, richiede molta accortezza, perché la stessa pellicola può fare tanto bene in un ambiente e fare del male invece in un altro. Bisogna invocare con fede i lumi dello Spirito Santo. L’ufficio della distribuzione dei film richiede molta sapienza divina, il dono della scienza, il dono dell’intelletto e del consiglio. L’apostolato del cinema attualmente è più difficile dell’apostolato della stampa, di qui la necessità che tutte coloro che lavorano nelle agenzie abbiano più virtù, maggiore grazia. Inoltre si richiede molto buon senso anche per il prezzo di noleggio delle pellicole.
Ho però un’altra cosa da dire che mi sta tanto a cuore. Desidero che facciate un passo avanti nel vostro apostolato formando altre apostole anche nel cinema. Due o tre anni fa avevo già spiegato un poco come fare per rendere stabile il frutto della propaganda6, particolarmente entusiasmando ed eccitando delle persone a continuare il vostro apostolato nel paese, nella città. Tenervi poi in relazione con queste persone affinché continuino a svolgere la vostra opera.
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Nella Chiesa di Dio da circa un secolo, ma particolarmente da cinquant’anni, e più particolarmente da trent’anni, si stanno estendendo i così detti Istituti Secolari. Gli Istituti Secolari portano aiuto ai vari Istituti religiosi, così ci sono quelli che aiutano i Gesuiti, quelli che aiutano i Salesiani, ecc.
Ma l’Istituto Secolare ha due proprietà:
1) È una unione di persone che vogliono tendere alla perfezione mediante i santi voti e secondo lo spirito della Congregazione alla quale sono affiancate. Il loro primo costitutivo quindi è l’impegno di tendere alla perfezione mediante i voti o un giuramento o delle promesse da adempiersi.
2) Rimanendo però nel mondo. Stando a casa tendono alla perfezione nel modo detto, pur disimpegnando i loro uffici e le loro responsabilità quotidiane di impiegate o di insegnanti o di presidente di Azione Cattolica, ecc. Tuttavia non sono propriamente religiosi, perché non hanno l’obbligo della vita comune: sono stati di perfezione.
3) La Costituzione Provida Mater Ecclesia7 nota che queste forme di perfezione sono necessarie per arrivare dappertutto, per poter penetrare in tutti gli ambienti. Lo stesso abito secolare dà la possibilità di portarsi ovunque. La terza caratteristica quindi di questi Istituti è data dall’apostolato che essi svolgono e che è chiamato perfetto, mentre il nostro è chiamato imperfetto, perché non arriva dappertutto. Il sale sciolto nell’acqua della pentola raggiunge tutte le gocce di quell’acqua e la rende tutta saporita. La finalità degli Istituti Secolari è appunto questa: poter entrare dappertutto e in unione all’Istituto religioso cui sono affiancati.
Si dovrebbe arrivare a lasciare in ogni paese o borgata o città ove passiamo qualche persona che si tenga a noi collegata per continuare la nostra opera. Se, ad esempio, entra in questa organizzazione affiancata alla Società San Paolo il vice curato, perché è tutto desideroso di dedicarsi all’apostolato del cinema o perché si fa propagandista dei vostri periodici o delle biblioteche, ecc., allora veramente si può dire che si entra un po’ dappertutto. Noi per ora manchiamo proprio di questi apostoli
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che rendono l’apostolato nostro completo e perfetto. Non vi pare che abbiamo proprio bisogno di lasciare sul posto delle continuatrici e dei continuatori del nostro apostolato? Queste persone partecipano a tutto il merito dell’apostolato paolino, usufruiscono dei vantaggi e dei favori spirituali concessi alla Congregazione. Inoltre, mediante l’approvazione della Santa Sede la loro missione è elevata e assicurata.
Voi faticate fin troppo individualmente. Vorrei che faticaste un po’ a suscitare delle apostole e degli apostoli. Vi è una città in cui lavorano molto i protestanti con la stampa: posseggono sette rotative e diciassette linotype, stampano libri protestanti per la propaganda protestante, circa duecentomila copie per ogni libro e hanno circa settemila propagandisti e cinquecento persone che lavorano nella tipografia e nella produzione delle edizioni senza stipendio. Molti vivono addirittura in comunità ed altri, pur stando in famiglia, vanno a lavorare senza stipendio. La loro opera è completa, perché fanno tutto: inchiostri, clichéts, ecc., meno la carta, non essendovi in quella nazione il legname adatto. Quei settemila propagandisti arrivano ovunque per la diffusione dell’idea protestante.
Noi dobbiamo fare molti atti di contrizione, perché sotto certi aspetti la nostra missione non è ancora realizzata in pieno. La debolezza nostra ora è la propaganda. Se stampassimo duecentomila copie di un libro il prezzo sarebbe ben ridotto e si potrebbe arrivare un po’ in tutti gli ambienti. L’esempio che vi ho portato deve far capire la necessità, l’opportunità di avere persone secolari che collaborino con noi. Cercare collaboratori che ci aiutino. Vorrei che si pregasse molto per questa intenzione: non essere solo apostole, ma fare delle apostole! Chiedere questa grazia in tutti gli Esercizi dell’anno.
Bisogna che arriviamo come il lievito in tutte le parti della massa. Avete già fatto molto bene e avete acquistati tanti bei meriti, ma fate ancora questo passo avanti: Fate degli apostoli! È il Papa che chiama completo8 l’apostolato potenziato dagli Istituti Secolari, perciò noi, come figli docili, accettiamo e pratichiamo la sua parola.
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Le condizioni del Centro sono dure, ma se c’è l’unione tra tutte le persone che si dedicano all’apostolato del cinema avremo le benedizioni di Dio. Unione, intesa tra le agenzie e la direzione, e unione di tutti i membri con i superiori. Unione di preghiera, di pensiero, di intendimenti.
È purtroppo vero che sovente il fattore spese porta non poche preoccupazioni. Ma qual è quell’apostolato che si fa senza spese? Qual è quel sacramento che si amministra senza la materia? Per battezzare è necessaria l’acqua, cioè la materia, ma ciò che fa il sacramento è l’intenzione. Così per l’apostolato del cinema abbiamo bisogno di molte cose materiali: della pellicola, delle macchine per stamparla, ecc., e il terzo punto delle Costituzioni dice di chiedere le offerte in proporzione delle necessità dell’Istituto e dello sviluppo delle sue opere. Anche il sacerdote vive dell’offerta della Messa.
Se noi potremo sgravarci dei forti pesi che gravano sull’amministrazione faremo molte cose nuove che ora rimangono impossibili per questa difficoltà. Tuttavia voi siete sempre libere, anzi è bene che lo facciate, di esporre tutte le difficoltà al Centro e coloro che sono al Centro tengano conto di ogni cosa.
Quarant’anni fa la difficoltà del periodico e del libro era molta, mentre adesso è diventato tutto relativamente facile nel campo della stampa. L’apostolato del cinema in questo momento riveste le difficoltà che aveva la stampa una volta, ma bisogna che superiamo coraggiosamente questi ostacoli sia morali che economici.
Le benedizioni di Dio e i meriti sono perciò certamente maggiori per chi lavora nel cinema se sta alle direttive dei superiori. Tra le agenzie, la Prima Maestra e il Centro ci sono intendimenti comuni, siamo tutti alleati per un fine solo: compiere la nostra missione.
Concludendo: non portarsi mai all’azione senza che vi sia stata abbastanza orazione. Fare bene l’esame di coscienza sull’apostolato, esaminarsi se si impiegano bene tutte le energie. Ricordare che quello che manca al nostro apostolato non sono né i bei libri, né i bei periodici, ma la propaganda.
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Belle pellicole ne abbiamo tante, e quale altra Casa può vantare tanti bei film? A noi però mancano i propagandisti, i cooperatori che ci rappresentino presso le sale.
Cercare giovanetti e signorine che ci aiutino in questo difficile apostolato. Ci sono certamente vocazioni per questo, perché la Provvidenza non può mancare alla Chiesa. Dio provvede sempre alla Chiesa gli uomini adatti ai bisogni dei tempi, ma bisogna stare buoni per scoprire queste vocazioni.
Pregare per questo l’arcangelo Gabriele, protettore delle tecniche che comunicano il pensiero, a collaborare con noi.
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1 Il Convegno della San Paolo Film si è tenuto a Roma, Villa San Giuseppe, via Portuense nei giorni 7-8 marzo 1958. Il verbale delle adunanze è stato stampato in opuscolo: “Primo Convegno delle Suore delle Agenzie San Paolo Film” Verbale delle adunanze, Roma, Villa San Giuseppe, 7-8 marzo 1958.
2 Conferenza tenuta a Roma, Villa San Giuseppe, il 7 marzo 1958. “Il Rev.mo Primo Maestro dà alcune direttive circa la revisione dei film e la propaganda da farsi attraverso buoni Cooperatori. Riportiamo integralmente la sua conferenza” (“Primo Convegno...”, pp. 14-18).
3 Centro Cattolico Cinematografico fondato in seguito all’enciclica di Pio XI Vigilanti cura (29 giugno 1936).
4 Cf Cost ’53, art. 292. La Società San Paolo e le Figlie di San Paolo avevano costituito una “Commissione revisione film” che aveva il compito di rivedere le pellicole per la riduzione in 16 mm e la diffusione.

5 Per ricreazione e per informazione in comunità si proiettava un film al mese preceduto da presentazione.

6 Cf FSP56, pp. 481-488.

7 Cf med. 11, nota 4.

8 Cf Pio XII, Provida Mater Ecclesia, n. 6.