Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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IV
ISTITUTI SECOLARI (II)1


2\I membri degli Istituti Secolari il primo loro fine è tendere alla perfezione/ e quindi il lavoro spirituale per l’emendazione dei difetti e per l’acquisto delle virtù, devono compierlo, e lo possono compiere come tutti i fedeli, come quelli che si trovano nel mondo e che hanno famiglia. Tuttavia, vi è un lavoro di perfezionamento che [nella vita religiosa] è organizzato in tre gradi: primo, negli Ordini che hanno voti solenni; nelle Congregazioni religiose che hanno i voti semplici e pubblici; negli Istituti Secolari che hanno i voti semi pubblici, sociali, e riconosciuti.
Maggior perfezione l’hanno le Congregazioni religiose dove si fa la vita del tutto comune, e l’apostolato è regolato, determinato e uguale in tutto l’Istituto. Vengono poi gli Istituti Secolari. Leone XIII ha considerato come Istituti Secolari le Congregazioni che hanno voti semplici e pubblici. Pio XII è andato oltre, considerando e approvando gli Istituti Secolari che non richiedono più la vita comune come è richiesta nelle Congregazioni come la vostra.
Ci sono due differenze. Primo: la differenza sta in questo, che l’apostolato degli Istituti Secolari non è uguale per tutti i membri; e seconda differenza, che si tratta di vita condotta per la maggior parte nel mondo, quindi non c’è vita comune, come non c’è l’abito comune. Invece, quanto ai voti, anche i membri degli Istituti Secolari fanno i voti da compiersi, esercitarsi un po’ diversamente dal modo con cui si esercitano e praticano nelle Congregazioni religiose. Ma hanno i loro voti. In alcuni
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Istituti Secolari, invece del voto, hanno il giuramento, oppure hanno semplicemente le promesse. Ma i migliori Istituti Secolari hanno i tre voti, escluso l’impegno della vita comune.
Quanto poi all’apostolato, ogni membro fa il suo apostolato, il quale viene approvato e diretto dalle superiore, dai superiori. Ma non vi è un apostolato comune. Naturalmente, per coloro che vivono in comunità, che sono in generale pochi membri: quelli che governano l’Istituto, quelli che accolgono coloro che vengono per gli Esercizi spirituali e per le altre necessità, questi faranno la vita comune. E vi sono anche alcuni che fanno sempre vita comune. Gli Istituti Secolari hanno questo nome che è stato dato loro dal Sommo Pontefice Pio XII, quindi non hanno il nome di religiosi. Perciò nessuna suora può rimanere nel mondo. Maggiore perfezione è certamente la vita comune.
Quali sono i caratteri di questi Istituti Secolari? Il primo carattere è la secolarità. In grande maggioranza vivono nel mondo, nella famiglia, e compiono un ufficio, il loro apostolato. Qualche volta vivono da soli, qualche volta sono in pensione presso un Istituto religioso. La secolarità. E non si distinguono in mezzo alla società, in quanto non avendo abito comune, né vita comune, queste persone generalmente non sono riconosciute come membri di un Istituto religioso. Fanno poi una vita che esteriormente non ha grande differenza dalla vita dei cristiani, dei fedeli comuni, sebbene sia diversa, perché sono anime consacrate a Dio, anime le quali praticano veramente i consigli evangelici e quindi sono di esempio.
D’altra parte è molto importante che non siano riconosciuti come membri di un Istituto: quindi la segretezza. La segretezza veramente è un segreto di riuscita, perché non essendo notati come religiosi, possono fare quel bene che la suora, il prete e il religioso non possono fare. Possono entrare in tanti ambienti dove non può entrare il sacerdote, non può entrare la suora.
In alcuni Istituti è proprio obbligo di coscienza il non manifestarsi come religiosi, mentre in altri è consigliato. Questo segreto è necessario che sia rispettato da chiunque fa propaganda di questi Istituti, perché una volta che se ne è parlato e si viene a conoscenza che una persona è membro o aspirante
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a questo Istituto, quella persona è subito nella condizione o di non più entrare o di potervi entrare solo più avanti. Osservare la segretezza anche nel parlare tra di voi sui singoli o sulle singole, sebbene sia lodevole e sia da incoraggiare lo zelo, perché molti siano membri di questi Istituti.
Il Santo Padre esorta che tutti si dedichino a cercare membri per questi Istituti, e a cercare vocazioni alle Congregazioni e agli Ordini religiosi. Il Santo Padre esorta vivamente i membri dell’Azione Cattolica a questo zelo per le vocazioni agli Istituti Secolari, perché è passare da una vita meno perfetta a una vita più perfetta. Sicuramente è una vita superiore a quella del semplice cristiano, il quale osserva le pratiche devote e i comandamenti, praticando la vita del cristiano. Primo carattere è dunque la secolarità.
Secondo carattere è la totale e perpetua consacrazione a Dio. Totale consacrazione a Dio: quindi il Papa dice che siano anime che bruciano di amore di Dio e traducono la loro vita intera in apostolato. Consacrazione a Dio, perciò la povertà, la castità, l’obbedienza. La vita comune è ridotta al minimo, possiamo dire, a quanto è essenziale: un mese nell’anno, qualche volta meno di un mese, per gli Esercizi, per conferire con le loro superiore o con i loro superiori e qualche volta anche per riposo o per malattia. La loro consacrazione a Dio è totale, vissuta in mezzo alla società. Maria non aveva abito proprio, viveva in famiglia, era considerata una madre di famiglia comune e la sua vita fu esemplare più della vita di ogni religiosa: povertà, castità, obbedienza e apostolato il più alto.
Terzo carattere di questi Istituti è precisamente l’apostolato da esercitarsi in modo diverso. L’Istituto non ha un apostolato suo, ma ogni membro fa l’apostolato secondo le sue attitudini, le circostanze, le sue qualità intellettuali e secondo il suo ambiente. Gli apostolati, quindi, possono essere molti, però al Centro, nella casa di direzione, se vi è un certo numero di persone che fanno la vita comune avranno un apostolato.
Di conseguenza, le Figlie di San Paolo possono organizzare queste istituzioni dando loro l’apostolato che vedono più utile, per esempio in un paese, in una parrocchia, dopo che
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le suore sono passate, negli anni seguenti dovrebbero curare tutti gli abbonamenti o tenere la biblioteca o il deposito di libri oppure fare l’apostolato cinematografico. Nelle nazioni in cui vi è possibilità o vi sono altre leggi, non solo il cinema, ma la radio e la televisione. In America vi è già un gruppo che lavora da tempo e quest’anno ha preso anche un cinema pubblico a proprio rischio e pericolo3.
Altro carattere di questi Istituti è quello della universalità, e cioè possono essere in varie diocesi e in vari continenti, cioè vi possono essere membri di questi Istituti Secolari, supponiamo in Italia e in varie diocesi dell’Europa, dell’America, dell’Asia, dell’Africa.
Le regole che governano questi Istituti sono specialmente queste: la Costituzione apostolica Provida mater Ecclesia, legge propria per gli Istituti Secolari emanata dalla Santa Sede; il Motu Proprio del Papa che comincia con le parole Primo feliciter, in lode ed approvazione di tali Istituti; poi vi sono le Istruzioni agli Istituti Secolari e la Sedes sapientiae4 che regola un po’ tutto e in modo particolare gli studi.
Gli Istituti Secolari sono nati dopo la rivoluzione francese5 e i più antichi hanno circa un secolo e mezzo di vita, altri invece esistono da cento anni, cinquant’anni, e magari solo da dieci anni. Contro i sacerdoti, le suore, i religiosi vi era la persecuzione, come vi è attualmente oltre cortina6. Allora da molti si è sentito il bisogno di vivere senz’abito comune e senza vita comune, per entrare un po’ in tutti i settori della vita sociale e fare apostolato. Come adesso in Russia, in Polonia ci sono addirittura sacerdoti o fedeli cristiani molto fervorosi che si applicano a tenere viva la fede in quelle regioni dove vi è la persecuzione e fanno un mestiere, magari il gelataio che va in giro. Sono vestiti con abito comune e fanno i mestieri comuni, le professioni comuni e hanno più facilità ad entrare in tutti i
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settori della vita sociale. A che cosa vengono paragonati? Secondo la parabola del Vangelo: «Come una donna che prende del lievito e lo sminuzza, e lo immette in una massa di farina e, impastata questa farina, ecco che quel lievito fa fermentare la massa»7. Quasi non si nota la presenza del lievito, ma l’effetto sarà sensibile: il fermento della massa. E cosi questi.
Questi Istituti sono nati dalle necessità dei tempi. Poi, se ai sacerdoti, ai religiosi, alle suore sono stati tolti i beni, se questi sacerdoti, religiosi e suore sono stati scacciati dai monasteri e le case loro adoperate per altri fini, ecc., questi non avendo casa propria, non possono essere perseguitati, perché sono come tutti gli altri cittadini. Durante la persecuzione essi sono liberi e continuano il loro ufficio, il loro apostolato nella società secondo le varie loro attitudini. È stata quindi la divina provvidenza che è intervenuta per la Chiesa in tempi così difficili. È bene sapere che i membri di questi Istituti oggi sono tanti. Sono tanti e si notano poco. Hanno gli apostolati più disparati. Dall’apostolato più religioso, all’apostolato apparentemente meno religioso: apostolato, supponiamo, dell’unione di anime vittime; apostolato eucaristico con l’adorazione al primo giovedì del mese o alla prima domenica oppure l’impegno di santificare la prima domenica facendo il ritiro mensile, ricevendo la Comunione. L’apostolato più vario: abbiamo deputati che sono membri di questi Istituti e fanno la loro vita apparentemente in nulla diversa dagli altri. Non si distinguono neppure dai comunisti, ma si distinguono bene per le loro idee, come difendono la Chiesa nei momenti opportuni alla Camera e come sostengono una legislazione buona, socialmente buona per il rinnovamento cristiano, supponiamo per la scuola. La battaglia che si combatte adesso, per esempio in Belgio per la scuola libera, cioè per la scuola cristiana, cattolica, è sostenuta dai cattolici in genere, ma anche dai vari membri di questi Istituti che fanno parte del governo.
Vi è da dire che, essendo tanti i bisogni, sono sorti tanti apostolati. Vi può essere un’organizzazione forte che ha un solo membro che appartiene agli Istituti Secolari, e gli altri
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sono organizzati. Adesso in Portogallo una persona, che si è dedicata con maggior coraggio, sta organizzando laboratori per le giovani, per preparare paramenti sacri e oggetti religiosi, non solo per la nazione, ma anche per le missioni. Le giovani in generale non sono membri dell’Istituto, lo possono essere alcune, ma per lo più non lo sono; invece vi è quel membro dell’Istituto Secolare che esercita questo apostolato liturgico. Così sono la maggior parte. E quando nella parrocchia vi è una persona che si mette a capo, questa ne può organizzare tante che non sono membri dell’Istituto, ma che possono lavorare insieme.
Quali sono i vantaggi? È resa possibile la vita di perfezione organizzata a tante persone che altrimenti sarebbero impedite e, d’altra parte, sono capaci di maggiore santità e di efficacissimo apostolato. Persone che in una famiglia sono esemplari; maestre che tra le insegnanti, le varie insegnanti di una città, sono esemplari e sostengono sempre la parte buona, non solamente istruiscono i loro giovani, i loro scolari, ma educano anche ai principi della vita cristiana. Persone che in una società, in una fabbrica, in un commercio, ecc., portano lo spirito cristiano. La perfezione è proprio ciò che a volte è meno notato esteriormente, ma che ha una grande efficacia nell’esempio.
Inoltre, è enormemente agevole, esteso ed intensificato l’apostolato in innumerevoli ambienti, professioni, organizzazioni ordinariamente chiuse al religioso e al sacerdote. Il secondo numero del San Paolo tratta di questi Istituti e ha fatto anche un’elencazione di apostolati a cui si dedicano8. Quest’elencazione è presa in generale da ciò che gli altri fanno, dagli Istituti che già lavorano in quel senso.
La parola ‘azione cattolica’ non è da riservarsi solamente a quelli che appartengono a un’organizzazione cattolica come quella dell’Italia9, ma è tutta azione cattolica quella che si fa nel mondo a favore della religione. I cooperatori paolini sono azione cattolica; i cooperatori salesiani sono azione cattolica; i Terz’ordini sono azione cattolica; così pure l’apostolato nel
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campo catechistico, nella vita parrocchiale, per la famiglia, per l’infanzia, per la gioventù, per la donna, per la scuola, nello sport, tra gli intellettuali, nelle professioni liberali, nel mondo del lavoro, l’apostolato dell’assistenza, l’apostolato del mare, l’apostolato degli emigranti,... In sostanza, gli apostolati diventano sempre più numerosi e corrispondono in generale a un bisogno del tempo, perché è il Signore che regge la Chiesa e suscita le anime, suscita gli apostoli secondo i bisogni dei tempi.
Un altro vantaggio: la Santa Sede, con la Costituzione Provida Mater Ecclesia ha dato un solenne riconoscimento, sapienti norme di formazione e di vita, e indirizzi di apostolato. La Famiglia Paolina nel suo specifico apostolato troverebbe molto potenziata ed accresciuta la sua influenza utilizzando uno dei mezzi più moderni, efficaci e fruttuosi.
I cooperatori non sono membri degli Istituti Secolari, ma fanno un’azione cattolica, e tuttavia anche alcuni di questi cooperatori paolini possono diventare membri degli Istituti Secolari, quando possono e sono in grado di fare i voti e di esercitare un apostolato. È volere espresso della santa Chiesa che tutta la vita dei soci degli Istituti Secolari consacrata a Dio con la professione della perfezione, si traduca in apostolato, il quale si deve esercitare sempre e santamente con tale purità d’intenzione, intima unione con Dio, generosa dimenticanza e forte abnegazione di se stesso e amore alle anime, che non manifesti solamente lo spirito interiore che lo informa, ma che anche lo alimenti e lo rinnovi10.
Vi sono difficoltà: la povertà degli Istituti religiosi propriamente detti è più facile, perché i membri possono tenere la proprietà, ma non l’amministrazione; invece questi devono tenere la proprietà, l’amministrazione, e, tuttavia, osservare la povertà e provvedere a tutto, anche alle opere del loro apostolato.
Secondo: difficile la castità. Abbiamo alcune persone che sono negli uffici dei Ministeri qui a Roma. Vivono sempre in mezzo a giovanotti, dove in genere c’è grande leggerezza e devono stare zitte, non un momento come fa la propagandista
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che passa di casa in casa, ma sovente sei-otto ore al giorno. Occorre grande forza.
L’obbedienza poi viene praticata diversamente in quanto assumono un regolamento di vita e un orario, ma non avendo assistente e non essendo richiamati minutamente, devono avere grande forza di volontà per praticare gli orari e vivere disposizioni di sottomissione al volere di Dio. Trovano tanti ostacoli nelle famiglie, negli ambienti sociali, ecc.11. Allora, hanno bisogno di grazia.
Cose pratiche per noi: pregare e fare propaganda. Vi sono suore che hanno una relazione, e sempre santa, per ottenere del bene e fare del bene. E vi sono però, a volte, delle relazioni che non sono indirizzate tutte alla santificazione. Non devono mai andare a pranzo fuori, perché sono invitati. Se vi fosse un caso eccezionale in cui vengono a trovarsi, devono prima chiedere alla Superiora generale. Ma vi sono persone che utilizzano tutte le occasioni per far del bene, seminare del bene: vere apostole. Particolarmente a voi la relazione è facile, tuttavia è anche sempre una cosa delicata nelle librerie e nella propaganda. Ma se sapete organizzare bene, quanta fatica risparmiate alle propagandiste! E quanto più largamente si praticherebbe12...!
Pregate il Signore che vi dia una luce maggiore per questo in questi Esercizi. Formarci dei cooperatori nei nostri apostolati. Che preghino sì, ma che lavorino! Apostoli, cooperatori per azione. Il Signore ci dia questa grazia di fare un passo avanti...13 in questi tempi in cui il male si va moltiplicando e penetra un po’ in tutti gli ambienti, ma vi è una grande fioritura di piante nuove, le quali aspirano alla perfezione, hanno bisogno...Anime belle, dedicate all’apostolato, che però non hanno un orientamento: per un po’ una spiritualità, per un po’ un’altra; per un po’ un confessore, per un po’ un altro; ma lì il lavoro della perfezione religiosa viene14...
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1 Meditazione tenuta a Roma il 13 luglio 1958. Trascrizione da nastro: A6/an 52a = ac 87b.
2 Il rumore di fondo rende incomprensibili le parole iniziali.

3 Cf med. 11, nota n. 15.
4 Cf Pio XII, Costituzione apostolica Sedes sapientiae, 31 maggio 1956, AAS 48 (1956).
5 La rivoluzione francese fu un periodo di radicale sconvolgimento sociale, politico e culturale intercorso tra il 1789 e il 1799.
6 Espressione usata per indicare le nazioni che appartenevano al blocco orientale dell’Europa dopo la seconda guerra mondiale.

7 Cf Lc 13,20-21.

8 Cf CISP, pp. 1297ss.
9 Cf med. IV, nota 5, Esercizi alle libreriste, Roma 25 marzo 1958.

10 Cf Pio XII, Motu proprio Primo feliciter, n. 6.

11 Registrazione interrotta.
12 Parola incomprensibile.
13 Parole incomprensibili.
14 Parola incomprensibile.