Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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II
IL NOSTRO APOSTOLATO1


La Confessione è certamente un grande mezzo di progresso spirituale, sia per misurare il nostro cammino settimanale, sia per misurare il cammino mensile e il cammino annuale. Perciò non è ordinata solamente a mettere in pace l’anima per quello che riguarda la vita passata, ma particolarmente per condurre sempre meglio la nostra vita di perfezione. Ognuna deve sentire che la nostra vocazione è vocazione alla perfezione. Lo stato religioso è uno stato di perfezione, più che lo stato degli Istituti secolari, e sul modello degli Istituti che si chiamano Ordini contemplativi.
Il progresso ha da verificarsi non solo individualmente, ma anche socialmente e sul punto importante dell’apostolato, nel caso vostro, per la maggior parte, dell’apostolato di propaganda. Perciò, chiedere la grazia di fare bene gli esami di coscienza quotidiani, perché ognuna sia sempre pronta a confessarsi quando arriva il momento, anche se non ha una preparazione immediata o l’abbia breve, non importa. Essere sempre in quello stato di umiltà che è la nostra terza condizione spirituale: Tenete il cuore umile. Tenete, conservate un cuore penitente. Abbiate il dolore dei peccati2. Prima abbiamo detto che importa tanto migliorare le idee, i pensieri, poi i sentimenti del cuore, naturalmente, quindi, si arriverà a migliorare il modo di parlare e il modo di operare.
Parlando particolarmente a voi: Si hanno le idee giuste sulla propaganda? Ecco il punto. Si forma una mentalità preparata alla propaganda? Si mette nella propaganda quell’amore,
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quell’interesse, quella dedizione? Sulla propaganda quindi le idee giuste e i sentimenti giusti.
Le idee giuste. Essa è la continuazione del ministero pubblico di Gesù: «Evangelizare pauperibus misit me: Il Padre celeste mi ha mandato a predicare ai poveri»3. Per poveri si intendono in primo luogo le masse, quelle che vivono di lavoro, che può essere manuale, intellettuale, morale. Continuazione della vita pubblica di Gesù: «Io sono venuto al mondo per rendere testimonianza alla verità», dice Gesù a Pilato che l’aveva interrogato se fosse re, e la risposta qui sembrava poco a proposito a prima vista. Ma è molto a proposito: «Ad hoc veni in mundum ut testimonium perhibeam veritati»4, perché chi semina idee giuste, chi guida il pensiero è un re, è lui che muove le masse. Da che cosa sono mossi questi partiti di cui si è sentito tanto movimento in questi giorni delle elezioni?5 Sono mossi dalle loro convinzioni, dalle loro idee, perché l’uomo prima ha delle convinzioni, ha delle idee, poi opera secondo quelle convinzioni, quelle persuasioni, quelle idee. È vero che qualche volta anche le idee buone trovano ostacolo nelle passioni, ma l’idea tende all’atto e, o trionfa subito o trionferà in seguito.
Chi forma la mentalità cristiana è veramente un apostolo. Formare la mentalità, dando quello che possono capire, non soltanto mirare all’offerta, ma mirare a dare le verità cristiane, come Gesù è venuto al mondo per dare la verità. E allora, siccome vi è carità nel cuore, vi è amore alle anime: «Veritatem facientes in caritate»6, dare la verità per amore di Dio. Oh, sì, il mondo ha più bisogno di verità che di pane, perché la sua fame è più interna che esterna, cioè più spirituale che fisica. Certo, vi è anche la fame corporale, ma la fame principale è la fame dello spirito. L’idea esatta: l’apostolato il prolungamento della missione di Gesù Cristo, missione che è in primo luogo dare la verità. È il primo comando: «Andate e predicate»7. Portare gli uomini ad amare Iddio con la mente è il primo passo per
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educarli, per prepararli alla vita e prepararli alla salvezza, alla vita eterna. Si ha questa idea, e si è mossi da questo sentimento di amore alle anime?
Secondo: Avendo questo fine si procura un’istruzione proporzionata, adatta a far progredire questo ministero, questo apostolato? Si cerca di conoscere quello che si ha, si cerca di conoscere la persona a cui si dà, si cercano i modi per moltiplicare l’apostolato? Conoscere ciò che si dà: il libro, il periodico. Non diamo del pane che non possono masticare, ma diamo del pane che possono masticare. A volte il bollettino parrocchiale aiuta molto più che un libro di alta speculazione. Dare quello che la massa può masticare. Si cerca il più sublime, e ci vuole, anzi occorre, anche quello che corrisponde alle mentalità e alle necessità dei ceti intellettuali. Ma noi dobbiamo preparare il pane per tutti, e la maggior parte degli uomini, almeno quaranta milioni su quarantotto o quarantanove che ci sono in Italia, appartengono alle masse lavoratrici, alle classi inferiori: contadini, piccoli commercianti, operai, pastori, ecc.
Guardiamo il modo con cui ha predicato Gesù. Magnifica e fondamentale è l’opera del catechismo. Allora, se in questi giorni si parla del catechismo, tutti, tutte devono conoscere bene sia la ragione della divisione in classi, sia la necessità che ne hanno le persone adulte, le quali spesso sono anche persone istruite, ma ne sanno meno dei ragazzi che hanno frequentato il catechismo. Vedere che cosa si dà, conoscere, per poter presentare il libro, il periodico convenientemente.
Certo questo è gran fatica. Una propagandista non può fare così, come può accadere, e può essere la tentazione in certi posti: Andiamo con la borsa piena e offriamo per aver l’elemosina. E siccome ricevono qualcosa, ci danno l’elemosina e poi ce ne andiamo. Finché arrivano sul posto, alla fabbrica, oppure al paese, si occupano di tutt’altro, pensano a tutt’altro, magari fanno la calza. Oh, la propaganda sapiente! Perché allora non è più propaganda, è cercare le offerte, come altri che circolano nelle case e danno la medaglia, danno un crocifisso, offrono un quadretto o altre cose simili per avere l’offerta. Ma quella non è propaganda. Non bisogna tradire la vocazione. La vocazione è dare la verità. È la stessa di Gesù Cristo. Noi non possiamo
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diminuirla. Anzi, quando una si dedica a questo, dobbiamo esserne così penetrati da vivere per quello. Questo vale di più per chi va alle case, ma vale ugualmente, o almeno in un senso e in una misura simile, per chi sta in libreria e per chi fa la propaganda da casa, cioè dal centro. Sapere che cosa si dà.
Poi, sapere a chi si dà e cioè misurare l’intelligenza delle persone, misurare anche la condizione spirituale, morale delle persone a cui si offre. Altro è la giovane, altra è la madre, altro è l’uomo maturo, altro è un vecchio. Bisogna sempre che proporzioniamo, che diamo il cibo adatto. La mamma fa il cibo adatto al suo bambinello che appena appena ha messo i dentini; l’infermiera fa un cibo adatto per il malato che forse non può più masticare. Un cibo adatto per il lavoratore e un cibo adatto per chi sta al tavolino buona parte del giorno o sta nel ministero del confessionale, supponiamo, o nella scuola. Sapere a chi si dà. Il libro deve rispondere a un bisogno, il periodico deve rispondere a un bisogno che quella persona ha. E la persona deve sentire che la sua offerta è stata piccola rispetto al guadagno che ha [fatto], perché ha dato qualche lira, qualche soldo, ma il bene spirituale, l’istruzione spirituale che riceve, è tanto superiore per il valore che contiene. Essendo mandati a tutti, cerchiamo di avere cose che corrispondano ai bisogni di tutti.
Ma voi fate già delle belle scelte e fate anche delle scelte rivolgendovi a editori che hanno quello che noi non possiamo ancora avere. Ma siccome quello che esce dall’Istituto è come sacro, finché si può, dare il nostro. Altro è se parla una maestra che fa il catechismo, altro se parla il parroco. È diverso. Tutti possono insegnare il catechismo, ma il ministero sacerdotale ha una benedizione speciale, e voi avete una benedizione speciale che è connessa con la vocazione: è la grazia di ufficio, di vocazione. Quando avete fatto la professione, su di voi è venuto un lume particolare, sono venuti nell’anima sentimenti e desideri diversi. Se questi maturano, perché una ha ricevuto proprio l’incarico della propaganda, allora questi sentimenti, questi desideri porteranno maggior frutto.
Verrà così il desiderio di offrire al Signore tutto il sacrificio, i passi che si fanno, le umiliazioni che si ricevono. Del re-
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sto, vedete, non si fa, voglio dire, una professione umana: noi ci siamo votati alle anime. Se non sappiamo fare il sacrificio, noi otterremo ben poco. Se una persona è calda, perché ama il Signore, perché ama gli uomini, perché ha un cuore conformato al cuore di Gesù, sopporterà i sacrifici, arriverà a formare vocazioni, arriverà a portare le anime più avanti nel servizio di Dio, perché il Signore guiderà, e anche quando non sapremo far bene, e tuttavia c’è la buona volontà, interverrà la grazia di Dio e opererà.
Vi è in Congregazione chi si esprime con molta semplicità, ma in questa espressione c’è tutto: Facciamo del bene! Diamo Dio!. E non ci basta? Non contiene tutto un’espressione simile? Vale più di una grande predica, una grande istruzione, magari con tutte le prove filosofiche e teologiche. Ma tu fai dei sacrifici per i lettori? Sai importi il silenzio qualche volta, perché il Signore benedica la loro lettura e ne abbiano frutto? Se noi sacerdoti non sapessimo imporci qualche penitenza per il penitente, noi faremmo sì il nostro mestiere di confessare e assolvere, ma da lì in poi ce ne vuole per sentirsi Gesù Cristo che è morto sulla croce per le anime: «Io do la mia vita per le pecorelle»8 ! Non solamente come il mercenario, dice Gesù, che aspira al pagamento della mercede, della giornata, oppure vuole la lana e il latte delle pecorelle, ma non le ama. Il mercenario quando viene il ladro fugge, ma Gesù va incontro ai bisogni delle anime e muore per salvarle. Fino a che punto ami? Profondo esame su queste cose! Fino a che punto ami!
Qualche volta abbiamo proprio bisogno che Gesù venendo nel cuore comunichi tutti i suoi sentimenti, perché quel cuore è freddo, è indifferente, anzi quasi ripugna quel nobilissimo, altissimo ufficio della propaganda. E possono anche arrivare a perdere la vocazione, perché si disamorano e neppure più loro capiscono il motivo del loro apostolato, e allora si disorientano nella vita. Quando una si disorienta nella vita è difficile che trovi un orientamento successivo. Quanto si amano le anime?
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In terzo luogo: come rendere più larga la propaganda. Sono problemi che voi studiate praticamente. Vanno tutti bene in questi giorni per un aggiornamento buono, sempre più illuminato. Questo corso di Esercizi fu lungamente desiderato e disposto proprio sapientemente per questo. Ora imparare tutti i modi. Bisogna comunicarseli, perché ognuna può insegnare qualche cosa all’altra. Si è sempre tra due cose: se si dice di parlare, a volte si parla di cose che non appartengono agli Esercizi, tuttavia bisognerebbe parlare quando si tratta di apostolato. I discorsi che seguono dopo le conferenze, dovrebbero servire proprio ad illuminare sempre di più. Poi fare le domande. E chi ha sperimentato qualcosa di buono, ne fa scuola alle altre sorelle, in carità.
La propaganda collettiva9. Poi ci sarebbe il modo di rendere stabile la propaganda. Se in certi paesi aveste gruppi guidati da una persona che appartiene agli Istituti Secolari si potrebbe, in quel paese, in quella parrocchia, in quella città operare in continuità. Siccome ogni anno non si possono visitare tutte le parrocchie, lasciare chi continui la missione a vostro nome. Altro sono i cooperatori che possono essere le persone che costituiscono i gruppi, e altro i membri degli Istituti Secolari, che dovrebbero guidare questi gruppi e guidarli nello spirito paolino. Affiancati da queste persone che sono più che i cooperatori, perché appartengono anch’esse a uno stato di perfezione, l’apostolato arriverà a penetrare in tutti gli strati della società. Propaganda sempre più sapiente e collettiva, ma rendere pratico e stabile il frutto. Non si dovrebbe proprio tutti gli anni arrivare alle singole case per l’abbonamento, dovremmo avere già formato delle persone, rese così amiche da potere contare su di esse come collaboratori.
Quando si fanno le Giornate catechistiche, le Giornate del Vangelo, le Giornate mariane10, se si può, fare anche un’istru-
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zione a un gruppo particolare più scelto, generalmente giovani o donne più libere, per istruirle e farne delle cooperatrici, dei cooperatori. Insegnare loro come possono nel paese tenere la biblioteca, distribuire i periodici, raccogliere gli abbonamenti e forse anche diffondere libri. Insegnare a loro.
Queste persone, come dice il Papa, la cui vita deve tutta tradursi in apostolato11 attendono alla perfezione individuale. Ma la loro vita deve tradursi tutta in apostolato, ed è la ragione della loro approvazione. Stabilire dei gruppi. Bisognerà, anche a questo proposito, preparare qualche conferenza pratica, magari si potrà mettere su nastro12 e poi farla sentire, se non si è tutte preparate a tenere direttamente a voce una conferenza. Ma scendere alla pratica: mostrare il merito che queste persone si fanno. Occorre formare degli apostoli. I cristiani di oggi devono diventare apostoli, devono arrivare fino qui. Quindi, l’esame di coscienza su questi pensieri e questi sentimenti interiori i quali fruttano poi l’attività esteriore. Potremo continuare un’altra volta, adesso è passato il tempo.
Considerare la vostra missione come una continuazione della missione di Gesù Cristo, il Figlio di Dio che discese dal cielo per noi uomini e per la nostra salvezza. Consideratevi le postine di Dio. Le postine impiegate dello Stato fanno quello per lucro, per le necessità della vita corporale. Voi per le necessità di apostolato, per le necessità spirituali delle anime. Cooperatrici della Chiesa. Sempre l’apostolato sia innaffiato da qualche sacrificio, per esempio, osservare il silenzio a tempo, moderare le dimostrazioni di affetto tra di voi, sapersi mortificare nel non ascoltare la radio per certe cose che non sono necessarie, rinunziare ad una pellicola, praticare la carità vicendevole, la benevolenza tra tutte le sorelle. Poi offrire al Signore quelle mortificazioni, che non sono poche, che si possono ricevere dalle parole di quelle persone a cui si va, ecc. Tante piccole mortificazioni che assicurano i frutti.
Come una vocazionista che non sa mortificarsi, ottiene niente, o quasi niente, oppure raccoglie persone che non sono
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le migliori - invece una vocazionista che sa essere veramente di Dio, sa condurre le anime a Dio - così è in proporzione per la propaganda. Facciamo del bene a queste anime? Penso che un buon numero di voti alla Democrazia Cristiana13 siano venuti da voi, per la vostra opera. Occorre che penetriamo in tutti gli ambienti. Quanto sono più astuti e alle volte interessati i figli delle tenebre che non i figli della luce14 ! Siamo sempre figli della luce!15.
Gesù Cristo quando lo si riceve nella Comunione, illuminerà di sicuro le vostre menti, oltre alla grazia di ufficio che avete già, e dirigerà i vostri cuori, infonderà i sentimenti di carità e di zelo per tutti. Allora, se siamo apostoli, tutti moriamo sul campo di lavoro. Dobbiamo consumare le nostre forze secondo la missione che il Signore ci ha dato. E poi? Poi il paradiso. Tutto si risolverà in paradiso. Tante difficoltà e questioni che possono nascere, vengono tutte sciolte pensando al premio: Voi che avete fatto bene, cioè osservate la vita religiosa paolina, e avete insegnato bene, riceverete un doppio premio. Uno per il bene fatto, per l’osservanza religiosa, per la perfezione individuale, l’altro per l’apostolato compiuto.
Ritenete il vostro apostolato come il primo che si possa fare dalla donna: Dare al mondo Gesù Cristo Via, Verità e Vita. E in questa luce: scegliere quello che date, mirare a darlo bene e a renderne stabile il frutto. Ma quel che dico è ben poco. Io spero tanto che il Signore in questi giorni vi darà molta grazia. E preghiamo tutti assieme per un progresso stabile anche in questa parte dell’apostolato. Il progresso tecnico è stato tanto, ed è stato anche tanto il progresso redazionale, allora veniamo e facciamo progredire in proporzione l’apostolato della propaganda.
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1 Meditazione tenuta a Roma il 1° giugno 1958. Trascrizione da nastro: A6/an 49a = ac 84a. Esercizi spirituali alle suore addette alla propaganda. Stampata in Rag, n. 5, luglio-agosto 1958, pp. 140-145.
2 Cf AD 158.

3 Cf Lc 4,18.
4 Gv 18,37.
5 Accenno alle elezioni politiche in Italia del 25 maggio 1958.
6 Cf Ef 4,15: «Agendo secondo verità nella carità».
7 Cf Mt, 28,19-20.

8 Cf Gv 10,15.

9 Per “propaganda collettiva”, secondo il pensiero del Fondatore, si intende quella forma di diffusione che mira a raggiungere un maggior numero di persone contemporaneamente: “Sforzo di intelligenza per risparmiare le forze e aumentare il risultato”. Cf FSP54, p. 125.
10 Con la propaganda si incrementano altre iniziative: giornate o settimane dedicate al Vangelo o alla diffusione del culto mariano. Sono occasione per formare gruppi di laici per l’apostolato. Cf Martini C. A., o.c., p. 295.

11 Cf Pio XII, Provida Mater Ecclesia, n. 7.
12 Cioè: registrare la conferenza.

13 Partito politico fondato negli anni 1946-48. Il primo segretario della Democrazia Cristiana (DC) fu Alcide De Gasperi (1881-1954). Nelle elezioni politiche del 1958 la DC ebbe una larga maggioranza.
14 Cf Lc 16,8.
15 Cf 1Ts 5,5.