Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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4. VESTIZIONE1

Oggi la Chiesa solennizza la conversione di S. Paolo che da persecutore della Chiesa, fermato da Gesù sulla via di Damasco, divenne il più attivo fra gli apostoli e stabilì molte Chiese nel mondo, tanto che la liturgia ci fa pregare: Deus qui moltitudinem populorum beati Apostoli praedicatione docuisti, da nobis, quaesumus, eius apud te patrocinia sentiamus2.
Sulla via di Damasco la vita di Paolo venne totalmente cambiata. Prima egli era tutto pieno di sé e vedeva in Gesù Cristo un oppositore della legge mosaica ma, illuminato da nostro Signore Gesù Cristo stesso, ecco che riconobbe in lui il Messia e immediatamente si arrese a Gesù Cristo e cominciò a predicarlo nella stessa città di Damasco.
Le nuove vestite3cambiano oggi anche loro l’indirizzo della vita. Davanti a loro stavano due vie: la via della famiglia e la via della religione. Esse, illuminate da Dio, guidate dalla sua grazia, hanno scelto la via migliore, hanno scelto Iddio, hanno scelto Gesù Cristo, hanno scelto la religione, hanno scelto la vita paolina. Questo non è avvenuto senza intervento dello Spirito Santo. È Dio che dà la vocazione, che l’accompagna fino al pieno sviluppo ed è ancora Dio che ci assiste nel compimento, nella piena corrispondenza alla vocazione.
Ecco perché il Vangelo, parlando della vocazione degli Apostoli, dice: «Quos voluit elegit: elesse quelli che volle»4.«Cuius multae misericordiae»5, il Signore ha misericordia di coloro che sceglie.
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La vocazione è una chiamata di Dio la cui voce non giunge ordinariamente all’orecchio in modo sensibile come a S. Paolo, ma attraverso mezzi ordinari. Dopo aver infuso in una bambina le inclinazioni soprannaturali che dipendono dalla grazia, dipendono dalla fede, il Signore fa sentire al cuore l’invito, più o meno presto: può essere a sette anni, può essere a quattordici, può essere a ventuno, qualche volta anche più tardi. Fa sentire la sua voce al fondo del cuore, una voce che è soave, una voce che suona, parla nei momenti di maggiore raccoglimento: negli Esercizi, dopo la Comunione, durante la meditazione, forse nel confessionale. E tuttavia questo non basta, è necessario poi che l’aspirante apra il suo cuore al confessore, al direttore di spirito, e ascolti il giudizio del rappresentante di Dio. Le ispirazioni interne e la voce del confessore, del direttore spirituale garantiscono quasi la certezza della vocazione.
Quando poi si entra in un Istituto là si trovano le persone che sono competenti a giudicare. Bisogna che si faccia, come dice S. Paolo, la prova dello spirito6, se sia da Dio. E da una parte le figliole continuano a mostrarsi, a spiegarsi, a confidarsi e più di tutto operando lealmente, sinceramente, mostrano le loro tendenze. E d’altra parte l’Istituto, per mezzo di persone costituite, osserva se nelle aspiranti vi siano davvero le qualità intellettuali, morali, fisiche necessarie alla nuova vita, e le tendenze che mostrino una vera chiamata di Dio. E qualora il giudizio del confessore, delle Maestre dell’Istituto e le tendenze dell’aspirante fossero concordi e favorevoli, si procede alla vestizione.
La vestizione immette in una prova nuova, una prova più intima, poiché la figliola, nuova vestita, comincia a vivere la vita paolina quasi integralmente, e benché non abbia ancora l’obbligo dei voti, certamente ha già l’obbligo di praticare le virtù, cioè, già deve osservare la povertà, la castità, l’obbedienza nella vita comune, sotto la direzione di chi la forma, di chi la istruisce, di chi la guida. La vocazione così si va maturando, sotto l’influsso dello Spirito Santo, sotto la guida delle Maestre e con la propria buona volontà.
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Segue poi il noviziato e la professione temporanea la quale si rinnova di anno in anno poiché la professione temporanea prepara alla professione perpetua.
La Chiesa, sommamente prudente, non si accontenta e non vuole degli entusiasmi e dei fuochi di paglia, ma cerca la virtù, cerca le disposizioni e cerca che l’aspirante dimostri di trovarsi bene e di essere contenta nel nuovo genere di vita. Dimostri che ama la Congregazione, poiché l’amore alla Congregazione che ha scelto è sempre il principale segno di vocazione. La stima e l’attaccamento alla propria Congregazione, mentre dimostra le attitudini alla vita religiosa, dimostra anche che la figlia si trova bene nell’Istituto che ha preferito fra tanti. Quale differenza da certe decisioni prese precipitosamente nel mondo e magari suggerite da motivi materiali! La Chiesa è prudentissima, perché s’ispira a colei che è chiamata Virgo prudentissima7.
La vocazione religiosa è una chiamata alla perfezione, all’apostolato. È una vocazione che promette una vita piena di meriti e una corona grande in paradiso. La vocazione religiosa importa degli obblighi che spettano all’aspirante e altri che spettano all’ambiente sociale in cui la giovane vive. La figliuola deve stare lontana dal peccato poiché la vocazione è una grazia speciale, e se la figliola si mette nei pericoli oppure è accondiscendente alle passioni non potrà sentire la voce di Dio o, se anche la sentisse qualche rara volta, non avrebbe la forza per seguirla.
Ma vi sono responsabili di vocazioni anche nella famiglia e nella parrocchia, nella scuola e in tutto l’ambiente sociale in cui si viene a trovare la fanciulla o la giovane. Quando nella famiglia vi è lo spirito cristiano, vi è il timore di Dio, e quando il peccato è bandito dalla casa, si forma un clima adatto che è il primo requisito per lo sviluppo della vocazione. Poi la fanciulla, la giovane troverà un altro aiuto e un aiuto essenziale, necessario nella parrocchia. Le parrocchie che danno buone vocazioni per se stesse dimostrano fervore, vita cristiana ben vissuta e la presenza di pastori zelanti.
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È sempre una predilezione da parte del Signore per la famiglia e per la parrocchia in cui fiorisce la vocazione. Nessun’altra vita può essere così perfetta come la vita religiosa. Si può tendere alla perfezione dappertutto, ma la perfezione trova il suo stato, il suo ambiente, i suoi mezzi più facilmente nella vita religiosa.
Il Papa ha detto: Non abbiate paura di privarvi di qualche figliuola nella parrocchia o nella famiglia per darla a Dio; la vita religiosa è più perfetta e conduce l’anima a maggior santità e con maggior facilità. L’offerta di una figliuola a Dio assicura molte benedizioni, grazie speciali alla famiglia e alla parrocchia. Non è perduta una figliuola che viene consegnata a Gesù, non è perduta né per la famiglia, né per la parrocchia: sarà come una candela accesa davanti al Tabernacolo la quale invoca le grazie per tutti coloro che hanno contribuito a formare la vocazione, in modo particolare sarà pegno di benedizione per i genitori, per il parroco e per tutto l’ambiente parrocchiale.
Sia dunque benedetto il Signore il quale quest’oggi ci ha dato questa consolazione di aver potuto vestire un buon numero di figliuole, di giovani che aspirano alla vita di perfezione. Coraggio! Questo è il primo passo: verranno gli altri successivamente e verranno compiuti con la preghiera, la vigilanza, con l’obbedienza, la docilità. Possiate formarvi secondo Iddio che vi ha chiamate: veramente paoline!
Discenda la benedizione del Signore su tutti coloro che hanno contribuito a prepararvi questa felice giornata: i parenti, il parroco, il confessore, le Maestre, su tutti. Discenda dall’alto la benedizione di Dio, e voi, da parte vostra, impegnatevi a pregare ogni giorno per loro, per coloro che vi hanno dato la vita spirituale e per coloro che hanno contribuito a rendere più rigogliosa, più forte questa vita spirituale.
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1 Meditazione tenuta a Roma il 25 gennaio 1958. Ciclostilato a forma di ottavo, pp. 6. La data è desunta dal ciclostilato.
2 Cf O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola dell’apostolo Paolo, concedi anche a noi di camminare sempre verso di te e di essere testimoni della tua verità. Oremus della Messa della Conversione di S. Paolo apostolo, 25 gennaio.
3 La vestizione dell’abito religioso si svolge nel clima di preghiera secondo il Rituale della Pia Società delle Figlie di San Paolo. Vestizione-Noviziato-Professione religiosa, Figlie di San Paolo, Roma 1945.
4 Cf Mc 3,13: «Chiamò a sé quelli che voleva».
5 Cf Sal 86,5: «Sei pieno di misericordia».

6 Cf 1Tm 3,10.

7 “Vergine prudentissima”. Dalle litanie lauretane.