1. LA SACRA FAMIGLIA1
Sempre venire alla Messa accompagnandoci con Maria al Calvario e cercando di indovinare e fare nostri i sentimenti della Madre di Dio, quando andava ad assistere alla crocifissione, all’agonia, alla morte del Figlio. Infatti la santa Messa è sempre la rinnovazione del sacrificio della croce, in modo diverso, ma sostanzialmente uguale, e ridonda alla maggior gloria di Dio, alla maggior pace del mondo, della nostra anima, delle comunità e delle famiglie. Pace non vuol solamente dire che non ci sono discordie, vuol dire che si è uniti a Dio: pace con Dio e con gli uomini e con noi stessi.
Domenica prossima è la festa della Sacra Famiglia2. La Santa Sede ha voluto mettere sotto la protezione della Sacra Famiglia le famiglie religiose, tutti gli istituti religiosi. Sono tanti e sono anche tante le suore che sono negli istituti religiosi. In Italia, ad esempio, sono circa centocinquantamila suore, dai conti, quasi precisi, che hanno fatto in questi ultimi mesi.
Chiedere alla Sacra Famiglia che tutte le famiglie religiose si compongano nello spirito e nel modo di vivere, sull’esempio della Sacra Famiglia. Là, la povertà, la castità, l’obbedienza, la vita comune, l’apostolato, erano osservati nella miglior maniera, nella massima perfezione. Sempre considerare come vivevano in quella casa le santissime persone: Gesù, Maria e Giuseppe.
Però, nello stesso tempo, la Sacra Famiglia è stata eletta, nominata protettrice delle famiglie umane, di tutte le famiglie
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naturali del mondo, specialmente delle famiglie cristiane. E allora, pregare per le famiglie. Abbiamo cominciato la pubblicazione del Foglio3, del periodico Famiglia Cristiana4proprio per portare alle famiglie quell’istruzione, quel bene che era possibile, secondo il nostro apostolato: portare.
Pregare per le famiglie. Va bene per una suora pregare per le famiglie? Va benissimo, anzi, è dovere per ciò che riguarda la propria famiglia, i membri della famiglia naturale. Donandosi a Dio, la famiglia della suora è quella dell’Istituto, quindi gli affetti, le preghiere, l’opera, la salute, il tempo, le forze devono tutte indirizzarsi al proprio Istituto. Questo non solo per dovere religioso, ma anche per dovere di giustizia, di coscienza. Quindi tutto alla nuova famiglia religiosa, come le mamme che hanno famiglia e devono tutte impegnarsi per la loro famiglia naturale. La famiglia della religiosa è una famiglia di un grado superiore, perché si tratta di vita che in se stessa ha come parte principale la vita soprannaturale, poiché si entra per amore di Dio, si sta per amore di Dio, si vive nell’amore di Dio, e si muore nell’amore di Dio: la vita è tutta consacrata al servizio di Dio e al bene delle anime. Famiglia nuova, famiglia nobilissima, la famiglia religiosa! Considerare sempre l’Istituto come la propria famiglia.
Ma per rispondere all’altra domanda: bisogna ancora pregare per la famiglia naturale? Ecco, con l’entrare nell’Istituto non è che distruggiamo il quarto comandamento: Onora il padre e la madre. Sempre alla famiglia naturale si deve riconoscenza, perché di là ha avuto inizio la vita nostra. Riconoscenza sempre, quindi amore. E quale aiuto? L’aiuto di preghiera. La religiosa, quanto più è perfettamente religiosa e quanto più aderisce e fa la vita del suo Istituto, in sostanza è suora più vera, tanto meglio aiuta la famiglia naturale.
Che spropositi: Tu vuoi farti suora, perché non ci vuoi bene, non pensi a noi. Ci penso nel modo più elevato. Of-
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frendo la nostra vita a Dio, il Signore benedice la famiglia naturale, mentre benedice la famiglia religiosa, la famiglia dell’Istituto. La suora fa sempre il massimo bene ai suoi quando è perfetta religiosa, conserva riconoscenza e amore e compie perfettamente la sua vita di religiosa. Riconoscenza e amore alla famiglia naturale, ma vive le sue Costituzioni, osserva tutto quello che è prescritto nel proprio Istituto. Vi sono suore che sanno portare bene l’aiuto alla propria famiglia naturale, santificando la vita nella famiglia religiosa, vivendo da perfette religiose. Si dirà che non ci pensano più. È proibito pensare in certi modi! Certamente, non si può lavorare nell’Istituto ed essere mantenute dall’Istituto e intanto lavorare per la propria famiglia. Non si possono fare doni, ecc. Ciascuno ha le sue regole, non entro nei particolari, perché ogni Istituto ha determinato, per esempio, quando visitare i parenti, visitare il padre e la madre. Ciascuno deve osservare le regole del proprio Istituto.
Tuttavia vi sono suore che danneggiano le loro famiglie pensandoci troppo, preoccupandosi troppo, troppo naturalmente. Si preoccupano soltanto di loro e si preoccupano poco delle cose della famiglia religiosa, mentre pensano alla famiglia naturale, in modo naturale. Siete consacrate a Dio: tutto è religioso, tutto quello che si fa è fatto religiosamente. Quindi alla famiglia naturale si dà un aiuto particolare in altro modo: essere totalmente di Dio e operare a servizio dell’Istituto in cui si è, e metterci anche l’intenzione di ottenere grazie per i membri della famiglia naturale. Sì, questo bisognerebbe che fosse ben impresso nelle anime.
Qui alle volte vi sono degli sbilanci, degli ondeggiamenti, delle oscillazioni del cuore. Ciascun religioso, e per voi, ciascuna religiosa osservi quello che è nelle proprie Costituzioni, nella propria Regola, quello che è stato dato come indirizzo nelle spiegazioni durante il noviziato. [Vi sono] suore che danneggiano la propria famiglia naturale preoccupandosi in modo troppo umano. E suore che aiutano nel modo più perfetto l’anima dei loro cari, e non solo l’anima, ma tante volte anche per le cose naturali la propria famiglia naturale, vivendo da buone suore e comportandosi come si comportavano Maria, Giuseppe, Gesù nella Sacra Famiglia.
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Comportarsi da vere, perfette religiose, da anime perfettamente consacrate a Dio. Preghiera, quindi, e riconoscenza, ma più di tutto l’amore intenso a Gesù. Concentrare il cuore in Gesù e nella famiglia religiosa amandola. Oh, come è prezioso questo amore alla famiglia religiosa! Come è prezioso! Se una mamma amasse poco la sua famiglia, sarebbe un delitto, perché si è consacrata a una famiglia e ha cominciato la famiglia ai piedi dell’altare con un sacramento, poi forse il Signore le ha dato in consegna dei bambini. Ora se una suora ama poco la propria famiglia religiosa, l’amore è scarso quando non ne osserva lo spirito, e allora vedete come si trova indietro! Perché alla famiglia naturale non può più portare l’affetto naturale e dare aiuto nel modo umano, e alla famiglia soprannaturale non porta tutto il contributo delle proprie forze.
Ma stamattina volevo dire ancora quest’altra cosa: pregare per le famiglie naturali. Pregare con queste intenzioni: che i matrimoni si compongano sempre nello spirito del Vangelo, come vuole il Vangelo. Maria andò sposa a S. Giuseppe. Gesù, quando incominciò il suo ministero apostolico, partecipò alle nozze di Cana e là operò il primo miracolo. Perché non si formano famiglie? Pregare perché il sacramento del Matrimonio sia preceduto da una vita santa, da intenzioni sante e si compia veramente nello Spirito Santo. Ai nostri tempi quanti fidanzati vanno a fare gli Esercizi spirituali prima del Matrimonio? E vi sono purtroppo moltissimi che non si preparano come ci si deve preparare a un sacramento. È tanto bello quello che vi è in uso in qualche città, specialmente in una in cui l’ho notato di più: i coniugi domandano che il Signore dia loro un figlio o una figlia da consacrare a Dio. Ecco, da consacrare a Dio, così come Maria e S. Giuseppe portarono il loro Bambino al tempio e lo offrirono a Dio. E quando questo si compie santamente si ha una disposizione, e forse una benedizione da Dio.
Poi pregare perché vi sia la concordia nelle famiglie. Quello che avete studiato nel catechismo riguardo al sacramento del Matrimonio sia tutto osservato, e cioè vi sia tra i coniugi perfetta concordia, collaborazione e impegno per santificare la casa, santificare la vita domestica. Poi, che ai figli si dia una educazione veramente cristiana. Cura fisica, cura dell’istruzione, che
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siano istruiti, ma cura anche dello spirito. Non solamente che il Battesimo sia dato per tempo ai bambini, ma perché i bambini, giunti all’uso di ragione, imparino con le prime parole ad invocare Maria, ad invocare Gesù. E comincino a pensare e vedere che quel fabbricato che c’è nel centro del paese, che si chiama parrocchia, non è un fabbricato comune, è l’abitazione di Gesù. È là dove si prega, è là dove si riceve Gesù nella Comunione, è là dove si celebra la Messa, si confessano le proprie colpe. E vi è nella parrocchia un uomo che è consacrato a Dio per il bene spirituale della famiglia parrocchiale.
[Attenzione] perché si frequenti il catechismo dei fanciulli. Se i genitori non sono attenti e impegnati, quante trascuranze! Come ha scritto un santo: Mio padre e mia madre si curavano che io crescessi robusto e che andassi a scuola, ma quanto all’anima poco o niente. Pregare che i genitori siano illuminati sui loro doveri e pensino che devono rendere conto a Dio di quei tesori che sono i figli, li devono custodire e avviare alla vita cristiana e preparare, indirizzare al paradiso, che è il fine della vita. Per questo il Signore li dà.
Poi, [pregare] che nelle famiglie si conservi sempre la fede, sia allontanato il peccato, il peccato particolare e individuale dei membri, per esempio i figli che disobbediscono, ma anche i peccati sociali della famiglia che si mette nell’indifferenza religiosa e non osserva i doveri religiosi. Oppure, quando nelle famiglie entra lo spirito di discordia, la divisione tra i membri, quando ciascuno guarda a se stesso; e poi, quando va peggio, la famiglia moralmente viene smembrata, viene disfatta. Disfatta! La disgrazia maggiore allora è per i figli. Certo, ma è pure disgrazia comune. Anche nell’anno che è finito, vi è stata qua e là la tendenza a stabilire la legge del divorzio5, e in uno Stato è stata introdotta. Ecco la rovina delle famiglie! Pregare perché le leggi che riguardano la famiglia siano leggi sane, leggi conformate al Vangelo. Si porteranno tante ragioni, e in Italia si sono portate delle ragioni così strane, per invocare una tale legge! Bisogna proprio che il Signore illumini le menti.
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[Pregare] perché i genitori non siano abbandonati nei loro ultimi anni di vita, e tutte le famiglie siano attente a curare i malati, specialmente a far ricevere loro i sacramenti. E quando i malati si aggravano, siano preparati a fare il transito verso il cielo, non un transito nel buio. Chissà come andrà quest’anima al giudizio, come si troverà! Assicurare, per quanto è possibile, una morte serena. Poi, non tanti fiori alla sepoltura, ma piuttosto suffragi, suffragi abbondanti per i propri cari trapassati e che vengano ricordati dopo morte. A volte si arriva fino a quel, chiamiamolo delitto, perché è delitto: i genitori dispongono che siano celebrate per loro delle Messe dopo morte, e a volte i figli non le fanno celebrare per avarizia. E la suora supplisca a tutto quello che ci può essere di dimenticato oppure ingiustamente trascurato, riguardo ai suffragi delle persone che sono passate all’eternità.
Supplire, pregare sempre per i defunti. Vi sono figliole che a volte si disperano [perché una persona cara] non ha potuto ricevere bene i sacramenti: c’è stata una morte improvvisa. Potete aiutarla adesso. Si dirà: Ma tanto è già morta, la sorte è già decisa; il giudizio particolare è già avvenuto. Il Signore prende e accetta le tue preghiere che fai adesso come le avessi fatte prima, perché a lui è già presente la tua preghiera e quindi il Signore è già intervenuto con la grazia. Ma non ha potuto ricevere i sacramenti. Non sappiamo che basta un atto interiore di pentimento per rimettersi in grazia di Dio, se non c’era lo stato di grazia? Un atto di pentimento buono, perfetto, oppure anche i sacramenti ricevuti con la sola attrizione, con dolore imperfetto, ma un’assoluzione data anche tardi, l’Olio santo dato anche tardi, meglio se l’anima non è ancora spirata. In sostanza: non stare tanto a lamentarsi, quanto a pregare sempre. Ma era già morto. Se le preghiere non serviranno al tuo defunto, alla persona a te cara defunta, andranno ad altri. Niente è inutile quando preghiamo. Pregare per tutte le famiglie cristiane.
Il periodico Famiglia Cristiana ha seicentocinquantamila copie, vuol dire che in Italia ci sono seicentocinquantamila famiglie che leggono quell’istruzione dogmatica e morale e leggono quelle spiegazioni che riguardano la preghiera, il culto,
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la Messa e i sacramenti, ecc. Oh, se tutte le famiglie cristiane ricevessero ogni settimana questa istruzione e questa luce che viene dal periodico! Disgraziatamente in molti luoghi si va poco all’istruzione in chiesa, particolarmente gli adulti e la gioventù maschile. E allora, giacché loro non vanno a prendere la Parola in chiesa, almeno la ricevano a casa la parola di Dio, anche solo qualche parola, qualche buon pensiero.
Quindi, comportiamoci bene, sia come membri della famiglia religiosa e sia come membri di una famiglia naturale. Diamo alla famiglia religiosa ciò che dobbiamo dare: una vita di religiosi perfetti, totalmente dediti al Signore attraverso la Congregazione. E alla famiglia: la riconoscenza, l’amore, la preghiera, specialmente stimando che più vivi da perfetta religiosa e più dai contributo alla tua famiglia. Ma una visita alle volte.... Ci sono delle osservazioni, delle obiezioni che contano poco. Molte volte il tuo sacrificio di star lontana, di scrivere nella maniera che è permessa negli Istituti, e così per le visite, donandoti totalmente all’Istituto contribuisci di più ai tuoi cari, perché è il Signore che fa le cose. È lui! Cosa potremmo fare noi? Qualche parola di conforto forse, ma il Signore dà le grazie che penetrano l’anima e che noi non vediamo. Fidiamoci di Dio!
Dunque per la festa della Sacra Famiglia esaminiamoci un po’ anche su questi punti, così importanti per chi si consacra al Signore.
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1 Meditazione tenuta ad Albano il [7] gennaio 1958. Trascrizione da nastro: A6/an 41a = ac 70a. Don Antonio Speciale (1922-2011), sacerdote della Società San Paolo che dal 1946 alla morte di Don Alberione fu suo segretario personale, tenne un diario quasi quotidiano, tuttora inedito. In questo risulta che il 7 gennaio 1958, martedì precedente la festa della Sacra Famiglia, il Fondatore tenne una meditazione alla comunità di Albano. Cf Diario curato da don Speciale (Diario Sp.).
2 Leone XIII, Gioacchino Pecci (1810-1903), papa dal 1878. Con il breve Neminem fugit, 14 giugno 1892, fondò l’Associazione della Sacra Famiglia. L’anno seguente istituì la festa della Sacra Famiglia che nel 1921 fu estesa a tutta la Chiesa da Papa Benedetto XV (1854-1922).
3 Foglietto settimanale Una buona parola, di quattro pagine, a carattere religioso e morale, iniziato nel dicembre 1921. Nel 1944 venne fuso con La Domenica. Cf Damino A., Bibliografia di Don Giacomo Alberione, EAS, Roma 1994, pp. 134-135.
4 Famiglia Cristiana, settimanale per le famiglie, fondato nel 1931 da Don Alberione e inizialmente affidato alla direzione delle Figlie di San Paolo.
5 Il divorzio in Italia venne introdotto nell’ordinamento giuridico il 1º dicembre 1970 con la legge n. 898.