Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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27. IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DELL’IMMACOLATA1

Prima dell’Immacolata, è bene che questa mattina ci fermiamo a considerare il singolare privilegio di Maria concepita senza il peccato originale. La sua esistenza sulla terra incominciò con una grazia straordinaria di Dio, come si concluse con un privilegio ugualmente straordinario: la sua assunzione corporea al cielo. L’Immacolata Concezione è un privilegio eccezionale, perché tutti i figli di Adamo nascono con questa macchia che non è personale, ma ereditata.
Adamo, ornato di tutte le grazie con cui Dio l’aveva creato, per il peccato perdette questa suprema ricchezza della vita soprannaturale, della grazia di Dio, e con la grazia gli altri beni. Peccando, questi beni, questa grazia non poté trasmetterla ai suoi figliuoli, come un padre che prima era ricco, se spreca il suo patrimonio, il suo denaro, non può più lasciarlo in eredità ai figli. Però il Signore promise il Riparatore, cioè il Figlio di Dio che si sarebbe incarnato e sarebbe venuto a riparare il peccato di Adamo. Si sarebbe incarnato nel seno di una vergine, come era stato predetto dai profeti.
E allora il Signore volle che il Figlio si incarnasse in una vergine che fosse del tutto monda, una vergine la cui anima non fosse mai stata in possesso del demonio, nemico di Dio. Neppure per il peccato originale. Ecco quindi il privilegio straordinario, eccezionale! La Vergine Maria, nella sua concezione immacolata, non fu solo preservata dalla colpa, fu anche ornata di grazia e di grazia straordinaria, abbondantissima. Privilegio eccezionale! E Maria, successivamente, corrispose a tutta la grazia. L’Angelo la salutò: Piena di grazia, il Signore è con te. Benedetta fra le donne. Piena di grazia: Maria aveva la pienezza di grazia in proporzione al suo ufficio, alla sua missione
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di Madre di Dio, Madre del Redentore, del Maestro divino, dell’Ostia santa e del Sacerdote eterno.
E il Signore fu sempre con lei: «Il Signore è con te»2, e cioè dalla prima esistenza fino all’ultimo respiro della vita presente, quando concluse il suo terreno pellegrinaggio, sempre il Signore è stato con lei. Non fu mai allontanato il Signore dalla colpa. E di conseguenza, ecco: «Benedetta fra tutte le donne»3. Singolare privilegio e singolare dignità di Maria, la Madre del Figlio di Dio incarnato.
Dobbiamo considerare in primo luogo come il Signore è stato misericordioso con la Vergine santissima. Tutte le grazie che sono concesse agli uomini, vengono concesse per i meriti di Gesù Cristo. Così il privilegio dell’Immacolata Concezione di Maria è stato concesso in vista dei futuri meriti di Gesù Cristo. Anche gli antichi padri si sono salvati, ad esempio Abramo, per i futuri meriti di Gesù Cristo. Anche noi adesso ci salviamo per i meriti di Gesù Cristo, per la sua passione compita. Sperando sempre in lui: Per Christum Dominum nostrum4. Maria fu riconoscente al Signore, e cantò a suo tempo il «Magnificat anima mea Dominum: L’anima mia esulta nel Signore»5.
Prima riflessione: a differenza di Maria, il peccato originale in noi fu scancellato per il Battesimo. Cioè, presentati al battistero, versata l’acqua sulla nostra testa, pronunciate le parole della formula dal sacerdote, il Signore ci accettò come suoi figli. Divenimmo allora figli di Dio, membri della Chiesa6 ed eredi del paradiso. E da lì ha inizio tutta la serie di grazie che sono poi venute a noi successivamente. Non solo fu tolta la colpa originale, ma nel Battesimo abbiamo avuto la vita soprannaturale, la grazia. E con la grazia il dono della fede, il dono della speranza, il dono della carità. E tutti gli altri doni che lo Spirito Santo volle concedere alla nostra anima.
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Allora, la prima conseguenza per noi: riconoscenza a Dio il quale non solo ci creò, ma ci fece cristiani. Ci fece cristiani per mezzo del Battesimo, cioè seguaci di Gesù Cristo. Cristiani! Dopo sono venute tutte le altre grazie. Vi è un’altra differenza tra noi e Maria: non sempre noi abbiamo corrisposto alla grazia che il Signore ci ha concesso nel Battesimo, mentre Maria corrispose perfettamente alla grazia dell’immacolata concezione. Il Signore nella vita ci ha seguito con la sua misericordia, con la sua bontà, e quante volte egli ha aggiunto grazia a grazia! E quante volte nella sua bontà ha perdonato le nostre colpe!
Allora noi dobbiamo riparare le incorrispondenze alla grazia. Riparare le incorrispondenze alla grazia di quando eravamo piccoli, e poi più avanti già negli anni, e ancora più recentemente. Chi ha corrisposto totalmente alle grazie di Dio? Ecco, noi possiamo sempre umiliarci, perché da una parte non conosciamo pienamente la grande quantità di grazia che il Signore ci ha concesso nei nostri anni passati. Non possiamo comprendere tutto l’abisso della bontà di Dio e d’altra parte neppure possiamo misurare tutta la nostra ingratitudine, quanto, più o meno, sia stata verso il Signore e quanto, non corrispondendo alla grazia di Dio, ci siamo privati di altri doni. Allora riparare, onde le conseguenze del male passato non si estendano all’avvenire per la nostra incorrispondenza. Il Signore, aggiungendo grazia a grazia, scancelli anche le conseguenze del nostro peccato, delle incorrispondenze alla grazia. Sempre camminare in umiltà, anche quando una persona ha già fatto molto progresso nella via di Dio. C’è sempre da umiliarsi.
Terzo, dobbiamo mettere grande fiducia in Gesù Cristo, il quale non solamente ha pagato per i nostri peccati, ma ha ottenuto per noi la grazia e quindi la vita soprannaturale, ci ha riaperto il paradiso, e ci ha dato la possibilità di arrivare a grande santità. Ci ha dato la possibilità, per mezzo dei sacramenti, di accrescere continuamente la grazia. Che fortuna ricevere la Comunione spesso! Ci ha dato la vita religiosa che è uno stato stabilito da Gesù Cristo, e così pure ci ha dato la Chiesa da cui ci vengono innumerevoli beni, specialmente la verità e il complesso degli insegnamenti per la nostra santificazione, e tutti i mezzi di grazia che abbiamo a disposizione.
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Dobbiamo sempre essere riconoscenti a Gesù e confidare in lui: Per Christum Dominum nostrum. Le nostre preghiere, le nostre suppliche, e le misericordie di Dio ci vengono elargite per mezzo di Gesù Cristo e per i suoi meriti. Egli intercede continuamente presso il Padre celeste per noi qui nel tabernacolo dove è vivo e vero, e lassù in cielo dove egli è salito nella sua gloria. Noi siamo sempre presenti alla sua mente e al suo cuore. Egli non desidera altro che di applicarci sempre più abbondantemente i meriti della sua passione e della sua vita, perché li ha compiuti appositamente. Sono per noi. Se avessimo tanta fede e ci lasciassimo santificare! Allora l’opera di Gesù Cristo sarebbe compiuta secondo i disegni del Padre celeste e secondo i disegni del suo Cuore. Lasciamoci santificare nella docilità e nell’umiltà e nella fede! Docilità alla grazia, umiltà, perché da noi nulla possiamo, e fede, perché con lui, con Dio, possiamo tutto. Chi è che non può farsi santa? Solo chi si oppone alla volontà di Dio e manca di fede. Solo chi si oppone alla volontà di Dio e quindi non ha la fede che dovrebbe avere, perché come chi non crede a niente si perde, così chi crede poco, va poco avanti nella santità.
Allora, fede nei meriti di Gesù Cristo che ha incominciato a raccogliere nel presepio, dove cominciò la sua vita terrena in tanta povertà, sofferenza e umiliazione. Dal presepio al sepolcro, la sua vita fu tutta un succedersi di meriti messi a nostra disposizione. Egli ha glorificato il Padre con la sua vita santissima e i meriti li ha preparati per noi. Fede! Che Gesù ci conceda i suoi meriti e santifichi le nostre anime.
Dunque tre pensieri per la novena dell’Immacolata Concezione: il primo è la riconoscenza a Dio, perché conservò la nostra Madre immacolata, e la riconoscenza, perché ci ha ammessi ad essere suoi figli per il Battesimo. Secondo, il pensiero di umiltà, perché nella nostra vita non abbiamo sempre corrisposto alle grazie come ha corrisposto Maria. Pensieri di umiltà. Terzo, fede in Gesù Cristo, il quale non solo ha pagato per i nostri peccati, ma ancora ci offre i suoi meriti, ci offre i mezzi di santificazione. Ma se noi siamo capricciosi e resistiamo alla sua volontà, se non c’è anche la nostra volontà, egli non ce li può concedere, perché la salvezza non viene data contro la
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volontà dell’uomo. Noi crediamo, e allora egli può operare in noi. Operare così da comunicarci i suoi meriti, santificarci e cancellare anche le conseguenze delle incorrispondenze alla grazia che ci sono state. Così la novena dell’Immacolata porterà più frutto. Confidare nei meriti di Gesù Cristo, i meriti che egli raccolse dal presepio al momento in cui consegnò il suo spirito nelle mani del Padre celeste.
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1 Meditazione tenuta ad Albano il [28] novembre 1958. Trascrizione da nastro: A6/an 56b = ac 96a. Dal Diario Sp. risulta che in questo giorno il Fondatore è ad Albano e si intrattiene con le suore.

2 Cf Lc 1,28.
3 Cf Lc 1,42.
4 Per Cristo nostro Signore. Formula conclusiva abbreviata delle orazioni liturgiche.
5 Cf Lc 1,46: «L’anima mia magnifica il Signore».
6 Cf Catechismo di Pio X, n. 290.