Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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11. GLI ISTITUTI SECOLARI1

La meditazione presente è per invitare a leggere attentamente la prossima circolare che sarà stampata e distribuita e riguarda gli Istituti Secolari2di cui già si sono tenute due meditazioni nel corso degli ultimi Esercizi3. Averne una cognizione sempre più chiara e passare un poco alla pratica in quello che è possibile a noi.
Che cosa sono gli Istituti Secolari. Sono società in cui si realizza in modo completo lo stato di perfezione, riconosciute giuridicamente, di ordine privato. Sono definite dalla Costituzione Provida Mater Ecclesia4. Le parole sono queste: Le associazioni clericali o laicali i cui membri per acquistare la perfezione cristiana e per esercitare pienamente l’apostolato professano nel mondo i consigli evangelici, affinché possano convenientemente distinguersi dalle altre comuni associazioni dei fedeli, si chiamano con il loro nome proprio o semplicemente Istituti, o Istituti Secolari5, e sono sottoposti alle norme della Costituzione apostolica Provida Mater Ecclesia. Quindi sono associazioni. Secondo: per acquistare la perfezione. Terzo: la perfezione nel mondo. E quarto: per esercitare pienamente l’apostolato.
I caratteri di questi Istituti sono: primo, la totale e definitiva consacrazione alla vita di perfezione e all’apostolato con i tre voti che sono semi-pubblici e non sono da confondersi con i voti privati. Secondo carattere: la Secolarità, perché queste persone esercitano le virtù per l’acquisto della perfezione e l’apostolato nel mondo, pur non essendo persone del mon-
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do. Terzo: l’apostolato pienamente esercitato. Ciò significa che siccome in molti ambienti è chiusa la porta al sacerdote o alla suora, questi possono entrare anche in quegli ambienti che sono un po’ ostili alla religione, perché vestono abito secolare e per sé dovrebbero rimanere come nascosti, con il silenzio, perché gli altri non dovrebbero sapere che appartengono a un Istituto religioso. Altro carattere: l’universalità, cioè possono estendersi in varie diocesi. Altra caratteristica: la gerarchia, per cui pur estendendosi a varie diocesi, dipendono da una direzione centrale. La segretezza, sebbene non sia prescritta per tutti, in generale è utile.
Pio XII6 circa questi Istituti scrive: Il degnissimo Signore, il quale senza accettazione di persone, più e più volte invitò i fedeli di ogni luogo a perseguire e a praticare la perfezione, con ammirabile consiglio della sua Divina Provvidenza dispose che anche nel secolo, pur depravato da tanti vizi, fiorissero e fioriscano ancora folte schiere di anime elette, le quali non soltanto bruciano dal desiderio della perfezione religiosa, ma rimanendo nel mondo, per speciale vocazione di Dio, possano trovare nuove e ottime forme di associazioni rispondenti alle necessità dei tempi in cui attendere alla perfezione e attendere all’apostolato7.
E, dopo altre spiegazioni, finisce con il dire: Questi Istituti che sono stati specialmente iniziati da un secolo e mezzo, più volte sono stati lodati dalla Santa Sede, non diversamente delle altre congregazioni religiose8. E aggiunge: Dal felice incremento di questi Istituti apparve ogni giorno più chiaramente come essi potessero essere di efficace aiuto alla Chiesa e alle anime sotto molti aspetti. Questi Istituti possono conferire e giovare con facilità per vivere seriamente, sempre e dappertutto la vita di perfezione, per poterla abbracciare in molti casi in cui la vita canonica religiosa non sarebbe possibile o conve-
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niente, per un profondo rinnovamento cristiano delle famiglie, delle professioni e della società civile, mediante un contatto intimo e quotidiano, mediante una vita perfettamente e totalmente consacrata alla santificazione e per esercitare un multiforme apostolato, e i ministeri e i luoghi, tempi e circostanze in cui sarebbe proibito, risulterebbe difficile ai sacerdoti e ai religiosi lavorare9. Poi la circolare riporta i benefici, cioè elenca i vantaggi di questi Istituti. Quindi viene a parlare delle condizioni per appartenere e per entrare in questi Istituti.
Ecco quello che è da aggiungere stamattina, il resto era già stato detto. Primo: l’Istituto San Gabriele Arcangelo10. Oggi in tutte le nazioni il laicato di ispirazione cattolica è in grande movimento: congressi nazionali, internazionali, convegni, settimane di studio, raduni, prese di posizione, contatti diretti e indiretti con la gerarchia cattolica, stanno ad indicare la necessità di nuove vie per salvare l’umanità dal materialismo, dall’ateismo e dai residui dell’anticlericalismo massonico. D’altra parte, ci sono giovanotti e uomini che vogliono attendere alla santificazione propria in una vita stabile, organizzata religiosamente e guidata da obbedienza, senza entrare nella vita degli Istituti tradizionali. Il sacerdote non può penetrare in tutti gli ambienti sociali e per certi ceti di persone si è creata una separazione netta fra l’azione benefica, apostolica e salvatrice del clero cattolico ed il sistema di vita di molti laici. Perciò gli Istituti Secolari rispondono a un bisogno dell’ora presente, con forme nuove e assai adatte alle nuove necessità. Gli Istituti Secolari aprono un nuovo cammino di luce e di amore per i giovani che vogliono collaborare nel modo più efficace all’avvento e alla diffusione del regno di Dio, del divino Maestro Via, Verità e Vita.
L’Istituto San Gabriele prende il nome da questo arcangelo, perché vuole formare e avviare i suoi membri a una vita
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apostolica di penetrazione, usando fra gli altri mezzi, il cinema, la televisione e la radio che sono stati posti da Sua Santità Pio XII sotto il patrocinio di S. Gabriele arcangelo, come risulta di nuovo nell’enciclica Miranda prorsus11.
Il fine consiste nel professare in mezzo al mondo la totale consacrazione al Signore e la piena dedizione all’apostolato. Il fine speciale è servire e cooperare con la Chiesa per dare all’umanità Gesù Cristo Maestro Via, Verità e Vita, con la diffusione del pensiero cristiano, della morale cristiana, e con mezzi di elevazione della vita individuale e sociale, particolarmente in forme nuove.
Poi vi sono indicati i mezzi e si parla dei membri, i quali possono essere accettati dai 18 ai 35 anni. Si dice che possono vivere nelle loro famiglie e vestire abito secolare, per avere libero accesso in quei luoghi dove l’abito religioso non sarebbe gradito. Emettono tre voti, e alcune volte, invece dei tre voti, fanno il giuramento di osservare povertà castità e obbedienza o la promessa per cui si legano all’Istituto. Quanto poi alla vita comune che possono praticare, sono indicati dei mezzi, particolarmente: adunarsi per gli Esercizi ed in altre occasioni. L’indirizzo viene dato dal Centro12, dalla direzione per mezzo di fogli e in altre maniere, secondo i tempi. Questo per la parte maschile.
Per la parte femminile: l’Istituto Maria Santissima Annunziata13. Vi è un discreto numero di figliuole che desiderano consacrarsi al Signore in una vita di maggior perfezione e dedicarsi nello stesso tempo ad un apostolato per la salvezza delle anime. Non amano l’abito religioso o hanno uffici in società che non conviene abbandonare, o hanno salute non adat-
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ta ad una vita pienamente comune. Vorrebbero un apostolato moderno corrispondente ai bisogni dell’ambiente o una vita ben diretta, ma di tanta libertà nell’iniziativa, così da esplicare le tendenze e tutti i talenti propri con una maggiore attività di intervenire alle necessità nuove, pur sempre seguendo quel che è l’ideale di perfezione.
Quanto al fine è uguale. L’Istituto è collegato spiritualmente con la Famiglia Paolina dalla quale riceve lo spirito. Praticano le medesime opere di pietà, accettano in obbedienza gli uffici che sono assegnati o quelli che vengono approvati, ricevono indirizzo dal Centro per le cose che devono fare, e devono rendere conto, almeno una volta al mese, di quello che è stato fatto, sia spiritualmente, individualmente e sia come apostolato.
Le norme comuni per l’accettazione o per l’ammissione: occorre vocazione per entrare in tali Istituti, cioè la chiamata di Dio, poiché la Chiesa considera tali Istituti, e lo sono davvero, stati di perfezione e ha dato loro un ordinamento proprio. Per ciò che riguarda noi, le parole del Papa: Raccomandiamo con paterno animo di promuovere generosamente sante vocazioni di questo genere, di offrire aiuto con mano amica, non solo alle Religioni ed alle Società, che tutti conoscono, ma ancora a questi Istituti Secolari che sono veramente provvidenziali14.
Quanto ai requisiti, alcuni sono più interni ed altri più esterni: volontà decisa di attendere alla santificazione e all’apostolato, perché tutta la vita deve svolgersi e arrivare all’apostolato. Poi qualità fisiche, morali, intellettuali, psicologiche e sociali necessarie per attendere all’apostolato sociale. Hanno il noviziato di almeno due anni, poi la professione temporanea per otto anni, cinque con voti annuali e una con i voti triennali, e quindi sono ammessi alla professione perpetua.
In generale l’indirizzo è quello dato per gli Istituti religiosi, tuttavia le cose sono adattate alle particolari circostanze di vita di questi aspiranti e di questi professi.
Ad esempio, abbiamo uomini che sono uniti in questo già negli Stati Uniti e quest’anno hanno preso la gestione di un cinema pubblico. È un magnifico cinema, uno dei più nuovi
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della città di Buffalo, con milleduecentocinquanta posti. Questi uomini sono partecipi dell’Istituto San Gabriele arcangelo, sono incaricati di coloro che si possono chiamare, in qualche maniera, vocazioni tardive. Allora possono prendere iniziative che la suora non potrebbe prendere, che il sacerdote non potrebbe prendere.
Un altro esempio. Sotto la direzione del vescovo, si sta formando il primo nucleo di ausiliari delle Figlie di San Paolo, per aiutare nell’apostolato: è formato da uomini. Voglia benedirci, ecc. E altri stralci delle lettere ricevute15.
Lo spirito paolino che cosa deve ispirare? Mirare a tutti i mezzi che sono a nostra disposizione per il Vangelo, per la salvezza della società e delle anime. Con queste persone si possono poi iniziare delle attività che non sono possibili al sacerdote o alla suora. Ad esempio, in un posto si sono già uniti e hanno promosso un’associazione di maestri cattolici i quali si impegnano a insegnare ai giovani che frequentano le scuole, oltre le materie civili, il catechismo e dare un insegnamento che sia conforme alla dottrina cristiana. In un altro posto si parla di fare dei gruppi che rendano stabile la propaganda fatta dalle Figlie. Di questo abbiamo già parlato altre volte. Nelle parrocchie si formano le apostoline e gli apostolini, detti anche cooperatori16.
Ma i cooperatori veramente sono una cosa distinta, e cioè la cooperazione all’apostolato paolino può essere fatta con la cooperazione di cristiani comuni, i quali seguono la loro vita di famiglia semplicemente, vivendo però cristianamente. Ma prima abbiamo parlato di cooperatori speciali, cioè di quelli che si uniscono e praticano anche i voti. D’altra parte riservano tutto il tempo che a loro è possibile all’apostolato nel loro ambiente.
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Adesso quale conclusione? La conclusione è questa: primo pregare, affinché si formino queste organizzazioni. Nella Famiglia Paolina, non c’è posto per nessuno per fermarsi a giudicare, a condannare, a criticare. Invece vi è da lavorare per tutti. Dedicarsi con ogni energia per promuovere sia l’opera di santificazione, la più urgente, sia l’apostolato nelle varie forme. E quanto sarebbero di aiuto queste forme nuove e varie per la diffusione del pensiero cristiano, della morale cristiana e per fare conoscere i mezzi di grazia, i mezzi di elevazione spirituale sia nell’individuo sia nella società! Ogni cristiano deve zelare. Vedete la parola che adopera il Papa: Che brucino…. L’amore a Dio, l’amore alle anime, la sete delle anime, la sete che aveva Gesù Cristo quando ha detto: «Sitio: ho sete»17. E non era solamente una sete materiale, era la sete spirituale, la sua sete: «Venite ad me omnes qui laboratis et onerati estis, et ego reficiam vos»18, venite tutti a me.
E si possono costituire tra questi, gruppi di anime vittime per la salvezza del mondo, oppure gruppi per l’adorazione, gruppi di uomini che si impegnano a far valere al Senato, alla Camera i principi del Vangelo, in quanto questi principi si applicano alla vita sociale, alla vita nazionale. E in Italia ne abbiamo, che non sono conosciuti generalmente. Il loro apostolato è più efficace se non si sa che appartengono ad Istituti, ma sono uomini e donne che costituiscono come il lievito che viene messo nella massa della farina e fa fermentare tutta la massa della pasta. Nelle famiglie e nella scuola, nelle associazioni civili e nelle industrie, nella vita sociale, nei consigli comunali, nei consigli provinciali, alle Camere dei Deputati e dei Senatori, e più in quelle associazioni di stampa, di radio, televisione, ecc., che sorgono qua e là, in modo speciale nelle altre nazioni dove queste iniziative non sono statali, come da noi.
Il bene da fare è immenso e noi dobbiamo possedere il cuore di S. Paolo, un cuore sempre aperto a tutti: «Il mio cuore si è dilatato per accogliervi tutti»19. Dobbiamo portare tutte
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queste anime nel nostro cuore, tutte le anime, tutte le persone che vivono sulla terra attualmente. Portarle nel cuore quando andiamo alla Comunione e parlare di esse a Gesù quando si fa la Visita, e offrire il sangue di Gesù Cristo durante la Messa, perché scenda in benedizione sopra tutti gli uomini. Non ci fanno pena tutti coloro che prendono la strada che non porta al paradiso, e ai quali spettano le pene eterne se non c’è la conversione, se non c’è l’orientamento verso Gesù Cristo, se non prendono i mezzi di salvezza che sono dati dai sacramenti? Persone che perdono le loro energie in sciocchezzuole, in quisquilie, ma il Signore ci ha dato l’energia, l’intelligenza, la forza fisica, il tempo, le grazie spirituali per metterle a servizio dell’apostolato. E come dice il Papa: Tutto sia orientato verso l’apostolato. Questo vuol dire: «Amare il prossimo come noi stessi»20, adempiere il secondo precetto della carità.
Le Figlie di San Paolo possiedono il cuore del loro padre, lo spirito del loro padre. Allora fiducia che tutti si adoperino un poco in questa duplice iniziativa, secondo le possibilità, almeno con la preghiera.
E in questo tempo, alle persone inferme raccomandiamo specialmente di offrire le loro sofferenze o spirituali o fisiche a questo scopo: che i due Istituti fioriscano e possano silenziosamente, ma efficacemente portare il Vangelo e portare la salvezza, la grazia in molti ambienti.
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IV
GLI ISTITUTI SECOLARI1


Nell’aggiornamento giova molto che vi sia almeno un breve tempo dedicato alla propaganda vocazionaria, perché si possano scoprire facilmente quelle anime che sono chiamate ad una vita più perfetta, si possa parlare loro in modo persuasivo, aprire loro la strada. E quando si sono fatti i primi avvicinamenti, i primi approcci, si possono segnalare a chi è incaricato, all’incaricata delle vocazioni.
Ora richiamiamo alcuni pensieri del papa Pio XII, espressi in vari documenti, particolarmente in Provida Mater Ecclesia2. La Chiesa è una madre provvidente e anche previdente. Il Papa ha spiegato in vari discorsi che cosa sia la perfezione. La perfezione consiste essenzialmente nella carità, nell’amare Iddio. In questo amore di Dio si può arrivare a un grado di perfezione e a un alto grado di maggior perfezione. La perfezione è aperta a tutti i cristiani, i quali possono attendere, mirare alla perfezione individualmente, anche senza seguire propriamente gli stati di perfezione, dove la perfezione viene esercitata in modo collettivo e in modo organizzato. L’amore di Dio allora viene spinto fino alla povertà perfetta: distacco da tutti, da tutto; alla castità perfetta: il celibato, il cuore tutto a Dio; all’obbedienza perfetta: la volontà sottomessa sempre al volere di Dio attraverso le superiore, i superiori. Vi sono tanti cristiani che se non seguono questi tre consigli evangelici, ne seguono altri e la loro carità, l’amore di Dio e l’amore del
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prossimo, a volte è tanto elevata, profonda. Vi sono persone che nella vita secolare, nella vita semplicemente cristiana, compiono tanti sacrifici, amano Iddio veramente, profondamente, compiono la loro missione sulla terra con spirito soprannaturale, con vero sentimento di fede, e con speranza sempre viva e operosa.
I consigli evangelici sono parecchi, non sono solo tre: farai del bene a quelli che ti vogliono male e che ti hanno fatto del male, a quelli che ti perseguitano, che ti odiano, che sono veramente persecutori. Gesù, quando salì il Calvario e venne spogliato di tutto, non si giustificò. Gesù, appena elevato sulla croce, pregò per i crocifissori, beneficò e offerse la vita per loro. Questo è un consiglio che richiede eroismo, l’eroismo più alto. Gesù offre tutto al Padre, Gesù perdona al ladrone, Gesù ci dà Maria per nostra Madre e muore per tutta l’umanità. Ecco fin dove è giunta la sua carità, il suo amore al Padre celeste, il suo amore per l’umanità.
Vi sono persone che tendono alla santità nel mondo, ma questa tendenza, questo lavoro di perfezione viene organizzato dalla Chiesa che ha fissato tre stati che si chiamano: stati di perfezione. Questi stati sono sempre divisi tra loro e hanno una gradazione, tuttavia comprendono sempre la povertà perfetta, la castità perfetta, l’obbedienza perfetta. Vi sono gli Ordini che hanno i voti solenni, le Congregazioni che hanno i voti pubblici e semplici, e vi sono gli Istituti Secolari che hanno voti che sono semi-pubblici, sociali e riconosciuti. Sono diversi dai vostri voti, quindi vi è una gradazione.
Questi raggruppamenti di persone, queste associazioni sono nate particolarmente in questi ultimi tempi. Le prime hanno la data, si può dire, di un secolo e mezzo fa, centocinquant’anni. Poi si sono moltiplicati gradatamente, e adesso raggiungono press’a poco il numero di duecento. Press’a poco, perché ne nascono in continuità secondo i vari bisogni della Chiesa. È sempre la divina Provvidenza la quale offre alle anime mezzi di santificazione, di perfezione, e mezzi di apostolato. La Provida Mater Ecclesia, illuminata dallo Spirito Santo, offre i mezzi di perfezionamento e i mezzi di apostolato, secondo bisogni e circostanze di tempo e di luogo.
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Questi Istituti Secolari sono sotto la direzione della Congregazione dei religiosi3. Sia il modo di accettare i membri, la formazione delle Costituzioni, sia le approvazioni, il governo e particolarmente la preparazione a esserne membri, e anche la dispensa dai voti, sono sotto il governo della Congregazione dei religiosi.
Sono tanto diversi l’uno dall’altro. Vi sono, per esempio, le persone che appartengono all’Istituto di Maria Santissima Regina del lavoro, che sono diffusi particolarmente in Francia e in Belgio, un po’ anche in Italia, che hanno per scopo di mettere in pratica i consigli e gli indirizzi del Papa Leone XIII dati nella Rerum novarum4. E vi sono altri Istituti che tendono a cose più spirituali, come sarebbe la ricerca dei malati in una città grande, dove non sempre il parroco con quaranta, cinquantamila parrocchiani, può arrivare a tutto: ricerca, visite, preparazione a ricevere i sacramenti e assistenza fino a che rendono l’anima a Dio, e poi ancora i suffragi. Vi sono invece Istituti che fanno cose direttamente appartenenti al culto, come quelle persone che organizzano adorazioni al Santissimo Sacramento, specialmente nella prima domenica del mese, oppure al giovedì. Fanno l’ora di adorazione in unione e nello spirito dell’ora che Gesù passò al Getsemani pregando e accettando la volontà del Padre di andare a patire e morire.
I caratteri di questi Istituti sono: primo, la consacrazione perfetta a Dio con i voti di povertà, castità e obbedienza nel modo che è loro possibile. Secondo, l’apostolato. La loro vita, dice il Papa, deve tradursi tutta in apostolato: mentre bruciano,
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di amore a Dio, queste anime si dedicano alle opere di carità e di zelo per la salvezza degli uomini. Terzo, il loro carattere è la secolarità, cioè vivono nel mondo con l’abito ordinario dei semplici fedeli, secondo la loro condizione e secondo la loro professione, ed esercitano il loro apostolato nel mondo, con i mezzi del mondo. Per esempio, maestri collegati tra loro per dare alla scuola, all’educazione dei giovani un timbro decisamente cristiano. Oppure altre opere come sarebbe la protezione della giovane, l’assistenza alle giovani che vanno a servizio nelle grandi città, ecc. Tanti fini.
Oltre la secolarità, hanno come carattere la segretezza. Per fare maggior bene, queste persone, in generale, osservano il segreto, cioè non si sa che appartengono ad un Istituto secolare, perché non siano considerate con diffidenza e così possano, quasi dissimulandosi, intervenire e operare un bene maggiore, operare quel bene che non sarebbe possibile, che non sarebbe adatto per una suora, per un sacerdote.
Questi Istituti hanno anche, diciamo, un privilegio: venendo la persecuzione contro il clero, i religiosi, le religiose, come si verifica adesso in molti paesi, questi non sono colpiti, perché non si conoscono. E del resto sono sparsi un po’ in tutta la società: medici, maestri, avvocati, ministri, e dirigenti organizzazioni operaie, industriali, commerciali, operai semplici, contadini, ecc. E continuano a fare del bene anche dove è impedita l’azione del sacerdote. E di queste persone ce ne sono sparse in Polonia dove è più difficile, e pure in Russia e nelle altre nazioni che hanno aderito come satelliti5 ai comunisti bolscevici.
Molti Istituti, non potendo fare il bene che vorrebbero in tutti i campi, si sono formati a lato, a fianco alcuni di questi Istituti. Ricordare solamente questo: vi è uno di questi Istituti che ha già un bel numero di membri e ha il fine di aiutare le vocazioni che altrimenti non potrebbero arrivare al sacerdozio, o perché non hanno i mezzi o perché hanno impedimenti o per altre ragioni. È Istituto gradito ai Vescovi. Sono i Gesuiti
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che l’hanno promosso al loro fianco per fare questo lavoro che molte volte a loro non è permesso. Come si fa a radunare pensioni, fare abiti, pagare per seminaristi poveri, quando i religiosi stessi sono poveri? E allora si promuovono questi Istituti. Questi sono esempi.
Ma nella circolare interna San Paolo, che poi è stata pure riprodotta nella circolare Regina Apostolorum6 , vi sono elencati, solo per averne un esempio, molti di questi Istituti Secolari e gli apostolati che possono fare. Questo è appunto ciò che bisogna dire qui. L’apostolato di questi Istituti in generale non è determinato. L’Istituto non fa un apostolato come tale: l’Istituto dà l’indirizzo, illumina, aiuta, incoraggia, sostiene, richiama secondo i bisogni. Ma l’apostolato è personale, dei membri. Non è collettivo come il vostro, perché gli Istituti religiosi, le Congregazioni religiose propriamente dette, hanno un apostolato determinato, come voi avete l’apostolato delle edizioni. In questi Istituti, ognuno fa ciò a cui è più inclinato. L’iniziativa è sua, l’apostolato è suo, se riesce, il merito è suo, se fallisce non ne è responsabile in nessuna maniera l’Istituto. È personale. Allora ci possono essere tanti Istituti e tanti apostolati. Ci può essere un Istituto che ha cento membri e quindi questi membri possono esercitare cento apostolati diversi. Una grande libertà.
Qualcuno, come ho detto, ha un apostolato proprio, quello delle vocazioni, però ciascuno lo fa in modo diverso. Si lascia a ciascuno l’iniziativa. Uno si trova in una diocesi e lavora in quella diocesi per le vocazioni, e in collaborazione o in collegamento con il Vescovo. E sarà soprattutto per raccogliere fondi per le vocazioni povere, perché in certe diocesi molti sono poveri e le vocazioni vengono specialmente dai poveri. Altrove questo apostolato vocazionario si esercita in altro modo: può essere che si organizzi una crociata di sofferenze per le vocazioni. È un’altra maniera di esercitare quest’apostolato.
Certamente questo grado, voglio dire, questo stato di perfezione è minore del vostro; ma può aprire la strada a tanto bene. Quante figliole hanno oltrepassato l’età e non possono entrare negli Istituti religiosi! Altre sono ottime, ma per carattere o
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per salute non possono stare nella vita comune. Il meglio di questi Istituti, in generale, è che i membri stanno in mezzo alla società, vivono nelle loro famiglie, continuano le loro professioni, chi è medico fa il medico, chi è maestro è maestro, chi ha un laboratorio femminile tiene il laboratorio femminile ed esercita il suo apostolato lì. Molti poi hanno paura dell’abito e, d’altra parte, vi sono poi persone che fanno già un apostolato nel mondo e alle quali non possiamo dire: Lasciatelo per farvi religiose, perché sarebbe diminuire un bene e sarebbe di minor gloria a Dio. Quindi, voglio dire, vi sono tante circostanze che consigliano queste persone di abbracciare la vita di perfezione in uno stato secolare.
Adesso, quali sono le condizioni? Come viene fatta la preparazione o l’entrata? In generale hanno un anno di aspirandato e due anni di noviziato, perché devono formarsi molto seriamente: dovranno praticare la castità in continui pericoli, essere forti. Hanno otto anni di professione temporanea prima della professione perpetua, appunto perché vi possono essere delle difficoltà e, d’altra parte, occorre assicurarsi che veramente tendano alla perfezione, compiano un apostolato utile alla Chiesa e siano perseveranti. Perseveranti! È poi la perseveranza che indica se si è virtuosi veramente, in tutti i posti.
Vi è da dire un’altra cosa: i voti sono praticati, ma in maniera un po’ diversa, eccetto il voto di castità. I voti di povertà e di obbedienza, in modo un po’ diverso dal modo con cui li praticate voi. Ad esempio, non possono chiedere i singoli permessi, come fate voi giorno per giorno. E non possono essere continuamente assistiti, mandati di qua e di là. Devono fare il programma dell’annata e sottoporlo alla loro superiora, al loro superiore, secondo i casi, con un orario che è conforme alla loro condizione. Vi sono persone che lavorano fino alle undici, alle dodici di sera e al mattino non si alzeranno alle cinque o alle cinque e mezzo. Si può dire che ogni persona è un caso a sé, ma questo viene sempre giudicato, discusso, regolato tra la superiora e il membro dell’Istituto prima della professione. Poi, se vi sarà bisogno di altri permessi che non erano compresi nel programma, allora si scrive, ci si rivolge alla superiora o al superiore.
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In certi Istituti, i membri mandano al superiore l’esame di coscienza mensilmente, in altri fanno il resoconto spirituale agli Esercizi spirituali che devono essere fatti in comune ogni anno. Anzi, nel corso dell’anno si devono ritrovare in vita comune per qualche giorno, secondo le occasioni in cui hanno tempo libero, come sarebbe per il Natale o il tempo pasquale, forse per le ferie estive, ecc. Inoltre la vita comune è favorita dalle relazioni mensili [scritte]. Qualcuno pensa che sia quasi un’esagerazione questo rendiconto mensile, invece è un grande mezzo di collegamento per chi è lontano. Del resto, noi sacerdoti albesi eravamo iscritti, in un certo numero, prima che si iniziasse la Società San Paolo, all’Unione apostolica del Clero7 e mandavamo mensilmente il nostro esame di coscienza al superiore dell’Istituto, ricevendo poi qualche ammonizione, qualche consiglio o incoraggiamento, secondo il caso.
Così il voto di povertà non può essere come il vostro, ed è in questo che la vostra vita è più perfetta. Il voto di povertà in questi Istituti Secolari permette che ognuno mantenga la proprietà e l’amministrazione, che a voi non è permessa, e l’uso dei beni che possiede. Quindi è più largo. Tuttavia per tutte le spese, per il modo di vivere, l’amministrazione e l’uso, in principio dell’anno e nel corso degli Esercizi specialmente, devono intendersi con la superiora, con il superiore, essere approvati, perché tutto sia fatto in obbedienza, e quindi abbia le benedizioni di Dio.
Adesso si propongono i due Istituti: l’Istituto San Gabriele Arcangelo e l’Istituto di Maria SS.ma Annunziata8. San Gabriele Arcangelo, perché è l’annunciatore, ed è chiamato l’angelo della redenzione, dell’incarnazione. Maria, accettando, rappresenta l’umanità. Così è rappresentata la Chiesa che annuncia e comunica i frutti della redenzione, e nello stesso tempo è rappresentato chi accetta questo annuncio della redenzione, dell’incarnazione.
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Che cosa potete fare oltre la vostra propaganda? Tutte possono pregare. Con questo, se si stabilisce bene com’è nella volontà di Dio, faremo un bene molto più largo di quello che stiamo facendo. Per esempio: organizzare delle figliuole che estendano e rendano stabile la propaganda. Quanto bene si fa a queste anime, perché guadagnano meriti, e quanto bene arriva ai fedeli i quali non possono sempre essere visitati da voi. Nelle nazioni che sono grandi, e le Figlie di San Paolo quante dovrebbero essere? In Cina per cinquecento milioni di abitanti? E magari in India per quattrocento milioni di abitanti? A volte siamo gocce in un grande mare! Pregare. Poi chi ha bisogno di qualche spiegazione si rivolga a Maestra Felicina9 che ne è l’incaricata; e chi vuole programmi si rivolga pure a lei, perché si possa con prudenza proporli, darli perché si istruiscano. Ma con prudenza sempre! Perché anche lì vi è la segretezza. Il bene di queste persone, se fosse messo in pubblico e così fossero facilmente riconosciute, diminuirebbe assai. Devono operare nel silenzio davanti a Dio.
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1 Meditazione tenuta a Roma il 14 aprile 1958. Trascrizione da nastro: A6/an 47a = ac 81a.
2 Cf CISP pp. 1297-1309 e RA, 4 (1958) 1-7.
3 Probabilmente si riferisce agli interventi fatti ai corsi di Esercizi tenuti alle suore della San Paolo Film (cf 16 marzo 1958) e alle suore libreriste (cf 25 marzo 1958).
4 Pio XII con la Costituzione apostolica Provida Mater Ecclesia, 2 febbraio 1947 approvò lo statuto generale degli Istituti Secolari.
5 Pio XII, Provida Mater Ecclesia, n. 18, art.1.

6 Pio XII, Eugenio Pacelli (1876-1958), romano, eletto Papa nel 1939 alla vigilia della seconda guerra mondiale. Si adoperò instancabilmente per la pace e per l’assistenza alle vittime della guerra. Emanò 41 encicliche e tenne numerosi discorsi su varie questioni.
7 Pio XII, Provida Mater Ecclesia, n. 7.
8 Ibid., n. 9.

9 Ibid., n. 10.
10 Istituto aggregato alla Società San Paolo fondato da Don Alberione nel 1958. Il Primo Maestro scrive: “L’Istituto S. Gabriele prende il nome da S. Gabriele arcangelo, perché vuol formare e avviare i suoi membri ad una vita apostolica di penetrazione usando tra gli altri mezzi: cinema, televisione e radio che sono stati posti sotto il patrocinio di S. Gabriele arcangelo da Pio XII con l’enciclica Miranda prorsus su cinema, radio e televisione”. Cf RA, 4 (1958) 4-5.

11 Pio XII, Lettera enciclica Miranda prorsus su cinema, radio e televisione, 8 settembre 1957, AAS 49 (1957) 765-805.
12 Sede romana del delegato del Superiore generale per l’Istituto San Gabriele Arcangelo.
13 Fondato da Don Alberione nel 1958, l’Istituto si compone di laiche desiderose di santificare la loro vita mediante i tre voti, pur restando nel mondo e lavorando nel mondo. “Fine speciale dell’Istituto: Servire e cooperare con la Chiesa nel dare all’umanità Gesù Cristo Maestro Via, Verità e Vita, con la diffusione del pensiero cristiano, della morale cristiana e dei mezzi di elevazione della vita individuale e sociale particolarmente in forme moderne”. Cf RA, 4 (1958) 5-6.

14 Cf Pio XII, motu proprio Primo feliciter, 12 marzo 1948, n. 10.

15 Cf RA, 4 (1958) 6-7.
16 L’associazione dei Cooperatori Paolini, è stata fondata da Don Giacomo Alberione nel 1917. Sono laici impegnati, uomini e donne, giovani e adulti, che credono nel valore e nell’ideale del carisma paolino. Rimanendo nel proprio stato, sono uniti in spirito e in opere a tutta la Famiglia Paolina e “vivono” l’apostolato paolino nelle sue espressioni: catechesi, redazione, diffusione della stampa, inserimento attivo nelle emittenti radiofoniche e televisive, ecc. Collaborano nei centri diocesani delle comunicazioni sociali e vivono la comunione con la Famiglia Paolina anche con la preghiera e le opere e l’offerta.

17 Cf Gv 19,28.
18 Cf Mt 11,28: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro».
19 Cf 1Cor 9, 19-23.

20 Cf Mt 22,39.

1 Meditazione tenuta a Roma il 3 giugno 1958. Trascrizione da nastro: A6/an 50a = ac 85a. Stampata in Rag, n. 5, luglio-agosto 1958, pp. 151-154.
2 Cf Pio XII, Costituzione apostolica Provida Mater Ecclesia, 2 febbraio 1947. Con il Motu proprio Primo Feliciter del 12 marzo 1948, Pio XII emanava nuove importanti disposizioni sugli Istituti Secolari. Cf anche RA, 4 (1958) 1-6; RA, 5 (1958) 1-4; RA, 6-7 (1958) 2-8; RA, 11 (1958) 3.

3 La Congregazione dei religiosi ha fisionomia e nome proprio da quando Pio X, con la Costituzione Sapienti consilio (29 giugno 1908, AAS, vol. I, 1909, n. 1, pp. 7-19) la rende autonoma dalla Congregazione per i vescovi. Papa Paolo VI le attribuì il nome di Congregazione per i religiosi e gli Istituti Secolari (Costituzione Regimini Ecclesiae Universae, 15 agosto 1967). Con la Costituzione Pastor bonus di Giovanni Paolo II (28 giugno 1988) il dicastero assume il nome attuale di Congregazione per gli istituti di vita consacrata e per le società di vita apostolica. Si occupa di tutto ciò che attiene gli istituti religiosi, secolari e società di vita apostolica quanto a regime, disciplina, studi, beni, diritti e privilegi.
4 Cf Leone XIII, Lettera enciclica, Rerum novarum, 15 maggio 1891, ASS 23 (1890-91), pp. 641-670. L’interesse mostrato dal Papa per l’organizzazione dei laici al servizio della Chiesa preparò la strada all’Azione Cattolica che avrà pieno sviluppo nel sec. XX.

5 Dopo la seconda guerra mondiale (1939-1945) gli stati membri dell’Europa orientale controllati dal regime comunista di Mosca (Patto di Varsavia, 14 maggio 1955) furono chiamati “stati satelliti” dell’allora Unione Sovietica.

6 Cf RA, 5 (1958).

7 Unione apostolica del clero (UAC) sorta in Francia nel secolo XIX con la finalità di offrire un aiuto vicendevole nell’esercizio del ministero sacerdotale.
8 Cf med. 11, note n. 10 e n. 13.

9 Sr Felicina Luci (1917-2001), Figlia di San Paolo.