Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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18. IL SANTO NOME DI MARIA1

In Alba, dove sta la Casa Madre, stava per entrare il nuovo vescovo che era monsignor Grassi2, religioso dei Barnabiti3. E qualcuno, facendo il discorso di entrata, ha detto: Monsignor Grassi Luigi. Ed egli, quasi riprendendolo e sorridendo: Mettete prima Maria: Grassi Maria Luigi!. Così dovete fare voi. E così avete fatto. E così è giusto che si faccia da tutte le suore, le quali hanno Maria per Madre e Maestra e Regina.
Maria è la prima suora, eccellentissima, perché è immacolata, e perché ebbe la missione di donare Gesù al mondo. Ella è il modello di ogni virtù per la religiosa, per il religioso, è protettrice delle religiose e dei religiosi, e perché in paradiso continua a distribuire la grazia. Maria ha nei cieli questo ufficio: mediatrice e distributrice della grazia a tutti, particolarmente si rivolge alle persone consacrate a Dio che vogliono imitarla più da vicino nella povertà, nella castità e nell’obbedienza.
Questo ufficio di mediatrice, distributrice della grazia, almeno quanto a distribuzione, cesserà alla fine del mondo, quando cioè non vi saranno più anime, più persone viventi sulla terra da aiutare. Intanto, ora in cielo ella conosce tutti i nostri bisogni, può aiutarci e vuole aiutarci in ogni nostro bisogno.
S. Bernardo sul Vangelo di oggi fa delle bellissime considerazioni, particolarmente sulle parole: «Et nomen virginis
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Maria»4. Fu mandato l’angelo Gabriele ad annunciare a Maria il grande mistero che doveva compiersi in lei; e il primo periodo in cui è narrato questo episodio termina così: «Et nomen virginis Maria».
Adesso si potrebbe considerare il nome di Maria: nome dolcissimo, nome potentissimo, nome che si può dire di continuo invocato dagli uomini, dai fedeli, dai cristiani. Ma, interroghiamoci: Cosa vuol darci specialmente Maria quando noi invochiamo il suo nome, invochiamo la sua clemenza: Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi? Quando invochiamo la sua potenza di intercessione presso Dio, quando la chiamiamo nelle angustie e nelle difficoltà, Maria cosa vuol darci specialmente? Maria vuol darci Gesù.
E ce lo dà, perché ella ebbe la missione di darlo al mondo e di darlo a tutti. In generale ha dato il suo Gesù all’umanità mediante l’ufficio che ebbe da compiere, e cioè come madre di Gesù. Ella presentò Gesù ai pastori, a S. Giuseppe, lo presentò al tempio, e si può dire che lo presentò al mondo quando alle nozze di Cana ottenne il miracolo per cui i primi discepoli credettero in Gesù, ecc.
Maria ci vuole dare Gesù e ce lo dà come egli si è mostrato, come in generale lo ha dato la prima volta al mondo, e adesso in particolare a ogni anima. E come lo ha dato in generale? Lo ha dato come Via, Verità e Vita. Lo ha dato così: Maestro. E nello stesso tempo Gesù è Maestro e compie i suoi tre uffici: «Io sono la Via, la Verità e la Vita»5. Vuol dare Gesù a ogni anima.
Ognuno di noi, può ricordare con facilità le parole che Gesù in croce ha detto a Giovanni: «Ecco tua madre»6 ed indicò Maria. Sostituendo al nome Giovanni il nostro nome: «Ecco tua madre». E allora accettandoci, noi consideriamo Maria che, accettando questo ufficio di madre universale, ora ci vuole of-
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frire, dare, comunicare la vita soprannaturale, ci vuole dare, comunicare Gesù. Quindi si dice: In ogni bisogno chiamate Maria7. Siano tentazioni che turbano, siano preoccupazioni spirituali, siano dolori fisici o sia il tempo di tentazioni, sia in un periodo in cui specialmente vogliamo fare progressi nella virtù o in necessità materiali, ecco: sempre chiamare Maria. Sempre chiamare Maria.
Maria che cosa ci dà dunque? Gesù, la luce, perché Gesù è verità. Ci indica la strada della perfezione e della santità, perché Gesù è via. E ci comunica la sua grazia, perché Gesù è vita. Ella in tutte le necessità sempre ci dà Gesù. Questa è la sua missione. È stata allora per l’umanità in generale, e lo è in particolare per ogni anima, specialmente per le religiose, per i religiosi, per i sacerdoti, per le persone che sono consacrate al Signore e che sono le più care al suo cuore materno.
Infatti Maria porta luce nelle anime. Quando vi sono turbamenti, quando vi sono agitazioni, quando vi sono tentazioni, quando nella vita sembra di non vedere più, perché sembra che tutto il cielo sia nuvolo e sia chiuso sopra di noi, prova a dire un rosario, e la luce, la serenità tornerà. Perché è la Madre del buon consiglio, perché è la Sede della sapienza, perché è la Regina degli Apostoli. La luce! Noi progrediamo in quanto siamo illuminati. Non è che prima deve precedere il cuore, sempre precede la mente, cioè lo spirito di fede, la luce soprannaturale. Quando noi conosciamo chi è Dio, che cos’è il paradiso, quali vie dobbiamo tenere per andare in paradiso, quale è la via della perfezione, quali sono i vantaggi della vita religiosa, ecc., allora noi abbiamo bisogno di vedere.
Quando uno entra in una camera buia, dove non è mai stato, alla sera, non si azzarda a fare un passo, perché dove va a sbattere? Può essere che vada a sbattere con il capo contro un mobile. E non sa neppure com’è fatta quella camera, non c’è un barlume di luce… Allora si chiama e si cerca la lampada, oppure si tasta il muro se lì vi è un interruttore per accendere la lampada, la luce e così vedere dove si va. Quando l’anima è
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ottenebrata, chiamare Maria. Maria dà Gesù verità, Gesù luce, Gesù sapienza. E allora noi vediamo di nuovo. È Maria che apre e tocca l’interruttore della luce e allora l’anima nostra è tutta rischiarata. Si provi!
E anche se continuano un po’ le tenebre, le apprensioni, le agitazioni, rimane però una luce superiore, cioè quella luce che illumina, diciamo, la punta della mente per cui magari tutto il resto è oscurità, però la punta della mente è illuminata dalla luce di Dio, l’anima vede quale sia la volontà di Dio, e questa è la gran luce. Quando noi conosciamo quale sia la volontà di Dio e questa luce risplende in noi basta, basta. Tante volte, camminando nelle tenebre si aumentano i meriti. Questa luce per cui conosciamo il volere di Dio o direttamente per la luce soprannaturale che ci è comunicata, o lo conosciamo attraverso persone, attraverso libri, ecc. È sempre la luce sostanziale, la volontà di Dio. E allora possiamo camminare.
Non c’è bisogno che noi vediamo tutto ciò che c’è in quella camera in cui si è fatta luce, in quella camera che era oscura; non c’è bisogno che possiamo leggere tutti i titoli dei libri che ci sono nelle scansie, come è fatto il pavimento, precisamente se è di mosaico, se ha il tal disegno o altro. Basta che vediamo il cammino da fare: Devo andare verso quella parte e vado verso quella parte, supponiamo perché ho da prendere un’altra cosa. Quindi, Maria dà sempre la luce, almeno quella per conoscere il volere di Dio. E S. Francesco di Sales dice: la punta della volontà che è illuminata dal sole divino, e cioè dove noi vediamo il volere di Dio. Quindi, camminare nel volere di Dio. Secondo, Maria ci dà Gesù Via. Gesù, che viene comunicato a noi dalla Madre celeste, da sua madre, ci ricorda qual è la via dei religiosi, qual è la via delle religiose. Gesù ci ricorda quale via ha fatto lui stesso, e quale via ha tenuto Maria nella sua vita. Come ha camminato, quale via ha tenuto? La via della povertà, la via della delicatezza, la via dell’obbedienza, in una parola, la via della santità.
Allora comprendiamo nello stesso tempo come Gesù è il nostro mediatore e come lui è via al Padre, e come egli è intercessore, mediatore presso il Padre per noi. In sostanza, ci mettiamo nella vera posizione: noi acquistiamo i pensieri di
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Dio, i pensieri che ci ha comunicato Gesù Cristo nel Vangelo, e interpretiamo quale sia la via che deve tenere un religioso o una religiosa.
Maria ci dà Gesù che è vita, cioè che è grazia. È grazia che si comunica all’anima per cui la vita spirituale: «Ut vitam habeant et abundantius habeant»8, cresca, sia più abbondante e cioè che siamo sempre più uniti a Dio, a Gesù. Sempre più stretti a lui, poiché la perfezione è la carità, l’unione con Dio che poi si esplica e si manifesta nella carità verso il prossimo. Segno certo che noi abbiamo la carità verso Dio è questo: noi abbiamo la carità verso il prossimo, se l’abbiamo veramente.
Chiamando Maria ella ci dà Gesù come lo ha dato al mondo. E Gesù Cristo è tutto! Ella vuole che il suo Gesù viva in noi. Che viva in noi, cioè nella nostra mente, nella nostra volontà, nel nostro cuore, nella nostra vita, nelle attività, nell’apostolato. Che non siamo più noi, con i nostri pensieri e con i nostri desideri, con le nostre tendenze e le nostre preferenze, con i nostri capricci: ma sia in noi vivente Gesù. Che veramente egli possieda tutto il nostro essere. Così!
Pregare Maria, invocandola che metta Gesù nel nostro cuore come lo ha messo sulla paglia, nel presepio. E noi preparargli un cuore caldo, non un giaciglio fatto di paglie pungenti. Come Maria lo ha presentato a Giuseppe, e come Maria nel presepio l’ha presentato ai pastori che sono accorsi in quella notte santa, ella lo presenta a noi.
Maria che cosa doveva dare al mondo? Dava il tesoro del cielo e della terra che è il Figlio di Dio incarnato. È il dono del Padre celeste all’umanità: «Così Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio»9. Se sapessimo che cosa vuol dare Maria! Troppe persone sanno solo chiedere salute e benedizioni temporali, grazie materiali per sé e per la famiglia, per altre persone che stanno loro a cuore. Cercate Gesù e cercatelo nelle braccia di Maria, sicuri che ella ce lo darà. Ce lo darà sulla terra, così che Gesù vivrà in noi invisibilmente, ma si sentirà che egli è nel cuore e che il cuore è un tabernacolo
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in cui egli vive, prima sacramentalmente e poi spiritualmente. Ecco, si sentirà.
Dopo che Maria ci ha dato Gesù sulla terra e che ci ha fatto vivere di lui: Mostraci dopo questo esilio, Gesù. Allora, ci darà Gesù svelato. Non più nascosto nell’Ostia o vivente in noi spiritualmente, ma svelato come egli è, come Maria lo ha adorato bambino nel presepio, come Maria lo ha assistito agonizzante sul Calvario, come Maria adesso lo adora e lo esalta in cielo. Allora, ci metterà a parte della sua gioia e della sua gloria. Ecco, lassù dove ci aspetta, Maria verrà incontro alle anime buone e sue devote, portando il suo Gesù, mostrando il suo Gesù.
Dunque, invocare sempre Maria, il suo santissimo nome, perché Maria, in primo luogo, ci vuole aiutare. Sì, Maria ottiene anche le grazie materiali. Infatti il prodigio che è narrato nel Vangelo è il cambiamento dell’acqua in vino. Ma soprattutto vuol darci le grazie spirituali. È la sua missione. E vuol darci queste grazie spirituali, questo gran dono, Gesù, questa vita di Gesù in noi: «Vivit vero in me Christus»10. Viviamo bene e chiediamo a Maria ciò che a lei fa piacere di darci. Quando le chiediamo che ci mostri Gesù, che ci dia Gesù, noi le rendiamo un grande ossequio, perché riconosciamo la sua potenza, il suo ufficio che è proprio dare Gesù. E riconosciamo la sua maternità divina, l’ufficio che ora ella ha in cielo di mediatrice e distributrice della grazia11.
Diamo questa consolazione a Maria, chiederle sempre in primo luogo le grazie spirituali che sono: la santità, il progresso nella santità, il progresso per cui ci siamo fatti religiosi e conseguire quella vita di perfezione per cui ci siamo consacrati a Dio. Diamo questa consolazione alla nostra Madre chiedendole Gesù Via, Verità e Vita.
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1 Meditazione tenuta ad Albano l’8 settembre 1958. Trascrizione da nastro: A6/ an 54b = ac 91a.
2 Monsignor Luigi Maria Grassi (1887-1948), vescovo di Alba dal 1933, resse la diocesi in modo saggio, vigilante, energico. Amò sinceramente le fondazioni di Don Alberione, ne seguì le sorti, ne desiderò sempre il progresso.
3 Chierici regolari di San Paolo, detti popolarmente Barnabiti, fondati da S. Antonio M. Zaccaria (1502-1539). Sorti alla vigilia del Concilio di Trento con la finalità di riformare il clero. Al carisma dell’Ordine partecipano anche le Suore Angeliche di San Paolo e i Laici di San Paolo.

4 Cf Lc 1,27: «E il nome della Vergine era Maria». Cf S. Bernardo, Omelie sull’Evangelo, “Missus est 2,17”. S. Bernardo di Chiaravalle (1090–1153), abate e teologo francese, fondatore dell’abbazia di Clairvaux e di altri monasteri, Dottore della Chiesa. Scrisse opere di teologia e omelie in onore della Vergine Maria. Nel 1953 papa Pio XII gli dedicò l’enciclica Doctor Mellifluus.
5 Cf Gv 14,6.
6 Cf Gv 19,27.

Il versetto richiama la celebre preghiera di S. Bernardo Guarda la stella, invoca Maria.

8 Cf Gv 10,10: «Perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
9 Cf Gv 3,16.

10 Cf Gal 2,20: «Cristo vive in me».
11 Cf AD 182, 201, 283. Nella sua predicazione Don Alberione ritorna sovente sul tema di Maria mediatrice della grazia. Anche al Concilio Vaticano II iniviò una proposta scritta circa lo schema della Beata Vergine Maria, dove chiese la proclamazione di Maria mediatrice di tutte le grazie. Cf Damino A., Don Alberione al Concilio Vaticano II, EAS, nn 85-90, pp. 93-98.