Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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III
ISTITUTI SECOLARI I1


Per l’organizzazione degli Istituti Secolari, per entrambi gli Istituti ci si può rivolgere al Primo Maestro. Per l’Istituto San Gabriele scrivere di preferenza a don Speciale2; per l’Istituto delle Annunziatine, per le Figlie è incaricata Maestra Felicina3, per le Pie Discepole sr M. Francisca4 e per le Pastorelle Madre Celina5. Ci si può rivolgere, scrivere a loro, domandando le spiegazioni che si rendono necessarie per comunicare poi alle interessate e agli interessati. Occorre non scoraggiarsi per gli insuccessi. Questi si potrebbero trovare per opposizione, oppure perché la grazia deve fare il suo corso. Noi non dobbiamo imporci all’azione della grazia, ma interpretare l’azione dello Spirito Santo nelle anime, e aiutarle a corrispondere alla grazia dello Spirito Santo. Si troveranno anche opposizioni là dove non si vorrebbe e non si crederebbe di trovarle. Parlarne con convinzione e privatamente. Convincere anche dove è possibile parroci e direttori spirituali.
Tra le persone rivolgersi specialmente a quelle che hanno un’alta funzione sociale, e quindi hanno maggiore influenza e possono fare un apostolato più fruttuoso per la Chiesa. È vero che si può esercitare l’apostolato della preghiera, del buon esempio, della sofferenza, ma in generale se si arriva anche
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all’apostolato esterno è meglio. In questi casi occorrono contatti personali. E quando si hanno certi dubbi, si può domandare all’incaricata delle Figlie di San Paolo che si recherà, se è opportuno, sul posto.
Vi è una grande questione, ed è un interrogativo quasi per tutte e per tutti coloro che tendono a questi Istituti: in caso di malattia, non avendo famiglia, o in caso di vecchiaia, quando la famiglia non c’è più, come ci si comporta? Questo è uno dei problemi più delicati. Si è pubblicato nel San Paolo6 che vi sono determinate previdenze per il caso di malattia e di vecchiaia, come pure per i suffragi dopo morte. In generale rispondere così: Ogni caso va studiato a sé. Vi sono persone, come ad esempio tanti impiegati, che avranno già la pensione per la vecchiaia. Oggi poi ci sono le assicurazioni che vanno estendendosi un po’ a tutte le classi sociali. Vi sono inoltre persone che hanno beni in proprio. Vi sarà qualche caso in cui l’Istituto stesso penserà per la malattia e per la vecchiaia. Vi sono persone che sanno risparmiare e mettere denaro a frutto, e vi sono pure persone che possono depositare parte delle loro entrate al Fondo Paolino. Il Fondo Paolino si incarica di dare, a suo tempo, in caso di malattia o di vecchiaia, l’aiuto che spetta a queste persone che sono tanto meritevoli, perché sono consacrate a Dio ed hanno lavorato per la società, per le anime. Ma, ripeto, quando queste persone sono aspiranti o novizie, prima della professione si prevedono tutti i casi, e per ogni persona si dà una soluzione conveniente, adatta. È utile avvertire subito di questo, perché non si credano poi abbandonate a se stesse.
Quanti sono gli Istituti Secolari? Alcuni Istituti Secolari hanno già l’approvazione definitiva dalla Santa Sede; altri hanno la prima approvazione cioè il Decretum Laudis; altri ancora hanno in corso le pratiche per l’approvazione presso la Congregazione dei Religiosi; altri invece, sono già approvati per le diocesi. In totale sono circa duecento, parecchi altri sono in formazione. Quindi non vi è nessuna novità7.
Veniamo adesso a dire qualche cosa sui due Istituti San Ga-
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briele Arcangelo e Maria Santissima Annunziata8. Quanto al primo, S. Gabriele Arcangelo, [con il nome] richiama il mistero dell’annunciazione quando S. Gabriele appare alla Santissima Vergine: è il punto centrale della storia. Si tratta di annunciare il Verbo divino, il Salvatore: «Lo chiamerai Gesù, perché egli salverà il popolo»9. Maria accetta a nome dell’umanità la proposta dell’arcangelo ed è la prima a credere, la prima fra i credenti: «Beata te che hai creduto, perché si compiranno tutte le cose che ti furono annunziate»10. Questo ricorda molto bene il vostro ufficio di portare la Parola, il Verbo di Dio, la parola divina. Nello stesso tempo noi dobbiamo raccomandare alla Santissima Vergine che le anime accettino la Parola che voi portate in tutte le nazioni.
Poco fa, recitando il Breviario, leggevo questa considerazione: Ricordatevi che voi non siete mandate a due città o a una provincia, e neppure solo a una nazione. La Famiglia Paolina deve rivolgersi al mondo e finché non è arrivata a stabilirsi e produrre frutti di salvezza nelle varie parti del mondo11, non si può dire che abbia raggiunto il suo programma, è sempre ancora in sviluppo, in cammino. E quando poi avesse raggiunto la sua definitiva sistemazione, allora dovrebbe intensificare l’opera affinché la parola di Dio, di salvezza entri in tutti.
Che carità è questa! Che apostolato mirabile fanno le propagandiste! Rispettarle, aiutarle, e circondarle di premure perché abbiano tanta grazia e siano sempre salve da ogni pericolo. Vedere bene, però, che per salvare gli altri non perdano se stesse, la propria vocazione. Le superiore saranno prudentissime se avranno molta devozione alla Regina degli Apostoli, perché la virtù cardinale della prudenza è veramente una virtù cardinale: i cardini sostengono la porta, la virtù della prudenza sostiene la vita della religiosa. Prudenza e pietà. E che vuol dire prudenza? «Vigilate». E pietà? «Pregate», «ne intretis in tentationem»12. Facciamo delle sante apostole! Impegnamoci! Che si possa popolare il cielo!
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Gli Istituti Secolari di cui parliamo sono veramente una grande benedizione di Dio per la Famiglia Paolina, perché l’apostolato si moltiplicherà. Cento membri, supponiamo, iscritti a questi due Istituti, cento membri possono fare cento apostolati diversi, o anche in modo diverso. Una è la parola dell’apostolato delle edizioni, della buona stampa, e poi una sarà propagandista, l’altra sarà scrittrice; uno propagandista e l’altro scrittore; uno potrà tenere le biblioteche e un altro potrà aiutare i periodici; chi potrà dare offerte e chi invece potrà sostenere specialmente con la preghiera. E allora cento e cento apostolati, i quali entrano un po’ dappertutto…13 : Congressi nazionali, internazionali, convegni, settimane di studio, raduni, prese di posizione, contatti diretti e indiretti con la gerarchia cattolica, stanno ad indicare la necessità di nuove vie per salvare l’umanità dal materialismo, dall’ateismo, dai residui dell’anticlericalismo massonico14.
D’altra parte, vi sono giovanotti e uomini che vogliono attendere alla santificazione propria in una vita stabile, organizzata religiosamente e guidata da obbedienza, senza entrare nella vita degli Istituti religiosi tradizionali. Il sacerdote non può penetrare in tutti gli ambienti sociali, e per alcuni ceti di persone si è creata una netta separazione fra l’azione benefica, apostolica e salvatrice del clero cattolico e il sistema di molti laici. Allora gli Istituti Secolari rispondono a un bisogno dell’ora presente, con forme nuove e assai adatte alle nuove necessità. Gli Istituti Secolari aprono un nuovo cammino di luce e di amore per i giovani che vogliono collaborare nel modo più efficace all’evento e alla diffusione del Regno di Dio, del divino Maestro, Gesù Via, Verità e Vita.
Perché S. Gabriele? Oltre ai motivi che ho detto, questo: il Santo Padre lo ha dichiarato protettore delle tecniche audiovisive, cioè cinema, radio e televisione, e quindi fu scelto.
Il fine generale dei due Istituti è sempre la santificazione. E qual è il fine speciale per l’Istituto San Gabriele Arcangelo? Servire e cooperare con la Chiesa nel dare all’umanità Gesù
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Cristo Maestro Via, Verità e Vita con la diffusione del pensiero cristiano, della morale cristiana e dei mezzi di elevazione della vita individuale e sociale, particolarmente in forme moderne.
Bisogna dire che gli apostolati sono tanti, ma si riducono a tre specie: istruire, formare, pregare cioè la pietà. I mezzi da adoperare per il raggiungimento di questi fini sono quelli più efficaci e più adatti in ciascun momento e in ciascun paese, compresi anche i più nuovi e i più ardui. Il fine quindi è di adoperare i mezzi del mondo, stando nel mondo. Supponiamo che uno sia maestro: organizzare i maestri e compiere il suo ufficio con coscienza cristiana. Poi aggregarsi altri maestri che possono aver la stessa finalità, quindi si organizzano in associazioni che si impegnano a educare cristianamente.
Poi vi è l’Istituto Maria Santissima Annunziata. Si premette: Oggi un discreto numero di figliole desiderano di consacrarsi al Signore in una vita di maggior perfezione e dedicarsi, nello stesso tempo, ad un apostolato per la salvezza delle anime. Ma non amano l’abito religioso o hanno uffici in società che non conviene abbandonare. A volte nella società operano già un bene cosi largo che prendendo l’abito religioso non potrebbero più operare. O hanno salute non adatta ad una vita pienamente in comune, o vorrebbero un apostolato moderno e corrispondente ai bisogni attuali; o una vita ben diretta, ma di tanta libertà nell’iniziativa, cosi da esplicare le tendenze e tutti i talenti propri; o maggiore agilità nell’intervenire alle necessità nuove, pur sempre sotto la sicurezza di agire col merito dell’obbedienza15.
Allora o hanno passato l’età e non possono più essere accettate negli Istituti religiosi, nelle Congregazioni religiose, oppure a volte hanno un carattere che in comunità non è sostenibile. Queste persone quando sono da sole il loro nervosismo se lo portano solo con sé, quindi non influiscono e non disturbano l’andamento dell’Istituto. E tuttavia possono... Mai però prendere gente che è fallita nella vita, che non ha saputo far niente. Mai! Vocazioni tardive sì, ma falliti, no! Perché chi non è capace a farsi una vita nella società, e non si è avviato a
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nessuna carriera, a nessun ufficio, ecc., generalmente non è neanche capace... Tuttavia vi sono le debite eccezioni. E vi sono parecchi giovani che hanno preso una via storta, quindi non sono entrati né nella vita ecclesiastica né nella vita religiosa, ma più tardi si sono ravveduti. Allora, dopo prove convenienti, queste persone potranno operare in un Istituto Secolare.
Quanto alle ammissioni: in generale bisogna dire che tutto si fa sotto la direzione della Congregazione dei Religiosi, come per le Congregazioni religiose. Questi Istituti sono diretti dalla Congregazione dei Religiosi, a nome della massima autorità ecclesiastica. Occorre vocazione, e la vocazione ha due segni: il desiderio efficace, fattivo della perfezione, e prova di saper lavorare in un apostolato. Bisogna che l’aspirante osservi già i comandamenti e voglia tendere a una vita più perfetta. Cosi scrive il Papa nel Motu Proprio Primo feliciter16 : Raccomandiamo con paterno animo di promuovere generosamente sante vocazioni di questo genere, ecc..
Quanto ai requisiti. Alcuni sono intellettuali, altri sono spirituali, altri sono fisici. Gli impedimenti che proibiscono l’entrata negli Istituti religiosi, in gran parte proibiscono anche l’entrata negli Istituti Secolari. Vuol dire che bisogna, press’a poco, rendersi consapevoli delle condizioni che ci vogliono per entrare negli Istituti religiosi e sapere che i requisiti sono in proporzione gli stessi. Tuttavia non sono sempre una condizione, per esempio l’età è un’altra cosa, perché possono entrare fino a 35-38, 40 anni, e anche di più.
Come si arriva all’incorporazione. Vi è un anno di aspirandato, che si fa anche a casa; vi sono due anni di noviziato, perché la vita che dovranno condurre è molto difficile, quindi bisogna che siano ben scelte e ben formate, e anche questo si può fare a casa. Vi sono poi otto anni di professione temporanea: cinque annuale e tre per un triennio. Questo in generale.
Adesso qualche altro pensiero. Molte volte questi Istituti Secolari sono stati formati da religiosi o da religiose, ad esempio, Istituti Secolari formati dai Gesuiti. Questi non possono
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dedicarsi a certe forme di apostolato, allora raccolgono e reclutano persone che da una parte vogliono tendere alla santificazione, e dall’altra hanno abilità per certi apostolati.
Ora, da parecchie persone, particolarmente dalle suore si domanda: L’Istituto Regina Apostolorum17 è di questi? No. Poi, questi Istituti di San Gabriele e di Maria Santissima Annunziata come sono governati? Sono parte delle Famiglie Paoline? Supponiamo le Annunziatine dipendono dalla Superiora generale delle Figlie di San Paolo? E i Gabrielini dipendono dalla Pia Società San Paolo? Questo per ora non è ancora definito, vediamo lo sviluppo che prenderanno. Intanto promuoverli noi.
Fondare gli Istituti. Prima bisogna avere le persone, poi stabilire le loro regole in particolare. La Santa Sede in questo non impone. Il Papa dice: Niente impedisce che a norma del Diritto, gli Istituti Secolari, per speciale concessione, possano essere aggregati agli ordini o agli istituti religiosi. Possono essere questo: le Annunziatine potrebbero essere i membri esterni delle Figlie di San Paolo, oppure essere un Istituto proprio, a sé, con proprie superiore e proprie Costituzioni, ma sempre legato spiritualmente alle Figlie di San Paolo. Il primo apostolato che si raccomanda loro è sempre quello delle Figlie di S. Paolo. Vi sono poi tanti membri che hanno già avviati o sanno meglio avviare altri apostolati, e allora questi si lasciano camminare, si aiutano e dirigono.
Quindi, per adesso che cosa si dice? Che sono uniti alla Famiglia Paolina, e basta. Il legame, se sia più stretto o un po’ più largo, è da stabilirsi dopo. Press’a poco come il legame che c’è tra di voi e le Pie Discepole: è un legame di parentela sì, è un legame di collaborazione, di affetto, di carità.
Un esempio per la varietà degli apostolati: Vi sono le Missionarie degli infermi18, Istituto Secolare. Supponiamo in Pa-
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rigi: le parrocchie non sono tante, ma la popolazione è quasi quattro milioni. Molto spesso i parroci non arrivano a conoscere tutti i loro parrocchiani. Ma i membri di questo Istituto Secolare si incaricano di osservare se nella parrocchia vi sono infermi, specialmente gravi. Li aiutano materialmente e soprattutto spiritualmente, e quando vedono che la malattia è grave li dispongono ai sacramenti o a ricevere la visita del parroco. Almeno proprio se non vogliono il sacerdote, li indurranno a fare un atto di carità perfetta o un atto di pentimento perfetto, e quindi metterli nella via della salvezza.
Vi sono i Servi della Chiesa19 che aiutano gli Ordinari della diocesi nei ministeri apostolici. Vi è l’Opus Dei20 i cui membri tendono alla perfezione con la santificazione del lavoro professionale; curano le persone colte; fomentano in tutte le classi sociali la vita di perfezione nel mondo. Vi è, per esempio, l’Istituto di Nostra Signora del lavoro: questa istituzione della Madonna del lavoro ha lo scopo di mettere in pratica l’enciclica Rerum novarum. E vi è in Italia l’Istituto che ha maggior diffusione e aiuta le vocazioni povere, specialmente per il clero secolare. Questo Istituto è gradito a tutti i Vescovi e quindi ha una diffusione molto larga.
Adesso una parola su un altro punto: come si pratica in questi Istituti il voto di povertà, il voto di obbedienza e il voto di castità.
Quanto al voto di povertà: ciascuno ritiene il dominio e l’uso dei propri beni, e anche l’amministrazione. Ma per esercitare la povertà, presentano al principio di ogni anno, cioè negli Esercizi spirituali, il conto preventivo delle spese annuali prevedibili. Se si rendono necessarie all’improvviso spese che non erano previste, allora si chiede il permesso per lettera o a voce, secondo i casi. Poi si presenterà il conto consuntivo agli Esercizi spirituali seguenti. La superiora o il superiore, se
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si tratta di San Gabriele Arcangelo, allora farà le osservazioni. Inoltre hanno i mezzi per nutrire la virtù della povertà: quindi la meditazione sugli esempi di Gesù Cristo. Quanto al vestire, vestono secondo l’uso delle persone tra le quali si trovano in società. Altra è la posizione di un contadino, altra la posizione di un professore di università. Non devono differenziarsi esternamente, fuori che in questo: il loro abito è comune ed è sempre modesto, confacente cioè a una persona che si consacra a Dio.
Anche nella casa vi sono persone che hanno uffici importanti, supponiamo un avvocato che ha un grande lavoro, e deve avere le stanze di ricevimento. Siccome abbiamo qualche deputato, bisogna che possa avere qualche impiegato o impiegata, segretaria, o segretario; la casa dev’essere arredata modestamente, ma secondo la necessità, in maniera da non distinguersi tanto. Tuttavia evitare ogni ricerca di denaro, ogni forma di speculazione, ecc. Può essere imposto, secondo i casi, alle varie persone di questi Istituti un contributo per la casa centrale.
Il voto di obbedienza. I sacerdoti che possono iscriversi e che sono già in parte iscritti in vari Istituti della diocesi continuano a dare quel che devono dare come parroci o come viceparroci o impegnati in altri uffici diocesani; ciò che non sono obbligati a dare alla diocesi, devono darlo poi all’Istituto Secolare. Per l’obbedienza agli Esercizi fanno il programma di vita che successivamente agli Esercizi seguenti, potranno considerare, esaminare se fu osservato il voto. Così acquistano il merito dell’obbedienza.
Quanto al voto di castità, è sempre uguale, notando però, che queste persone, vivendo in mezzo al mondo, trovano maggiori difficoltà, e occorreranno perciò maggiori previdenze, maggiori attenzioni. Vi saranno degli uffici che non tutti potranno compiere oppure per certi apostolati si richiederanno persone già mature per virtù. Quindi può essere che si facciano delle eccezioni per l’età: invece di 38 anni, si possano accettare fino ai 5021...
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1 Meditazione tenuta a Roma il 13 luglio 1958. Trascrizione da nastro: A6/an 51b = ac 87a.
2 Cf med. 1, nota n. 1.
3 Sr Felicina Luci (1917-2001), Figlia di San Paolo incaricata da Don Alberione nel 1958 di avviare il nascente Istituto delle Annunziatine. Ne fu la responsabile per circa venti anni, durante i quali l’Istituto trovò la propria configurazione giuridica, il proprio volto nella Chiesa. Nel 1977 l’Istituto contava oltre 400 Annunziatine.
4 Marchegiani Maria, Sr M. Francisca (1918), suora delle Pie Discepole del Divin Maestro.
5 Orsini Angela, Madre Celina (1927), Suora di Gesù Buon Pastore. Entra in Congregazione nel 1940. Don Alberione la nomina Superiora generale nel 1954, incarico che ricopre fino al 1981.

6 Cf SP, aprile 1958, oppure RA, 4 (1958) 1-6.
7 Cf RA, 5 (1958) 2.

8 Cf med. 11, note n. 10 e n. 13.
9 Cf Mt 1,21.
10 Cf Lc 1,45.
11 Cf AD 65.
12 Cf Mt 26,41: «Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione».

13 Interruzione di registrazione.
14 Legge dall’articolo pubblicato su RA, 4 (1958), 4.

15 Ibid., p. 5.

16 Pio XII, Primo feliciter, 12 marzo 1948. Motu proprio con il quale il Papa approvò e chiarì meglio la natura degli Istituti Secolari, a un anno dalla promulgazione della Costituzione Apostolica Provida Mater Ecclesia.

17 Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni (Suore Apostoline). Il 29 giugno 1957 le prime giovani andarono ad abitare a Castel Gandolfo (Roma) in Via Mole e da subito si impegnarono nell’apostolato vocazionale. Il loro dies natalis è l’8 settembre 1959, giorno in cui ebbe luogo la professione religiosa privata delle prime suore. Cf Barbero G., Il sacerdote Giacomo Alberione - un uomo un’idea, Società San Paolo, Roma 1987, pp. 760-761.
18 Istituto Missionarie degli infermi “Cristo speranza” fu iniziato nel 1936 da Germana Sommaruga (1914-1995) per vivere il Vangelo in ogni ambiente, soprattutto tra coloro che soffrono, sono emarginati o prossimi alla morte.

19 I Servi della Chiesa fondati nel 1940 da don Dino Torreggiani (1905-1983), sacerdote della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, sono una famiglia di consacrati a Dio nel mondo per il mondo che si pongono con piena disponibilità al servizio della Chiesa.
20 L’Opus Dei, fondata nel 1928 dal sacerdote spagnolo S. Josémaria Escrivá de Balaguer (1902-1975), è prelatura personale della Chiesa cattolica.

21 Registrazione interrotta.