Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

VIII
COME PROCURARE LA VERGINITÀ DI MENTE,
DI CUORE, DI VOLONTÀ1

Abbiamo considerato la necessità di una verginità totale: di corpo, di mente, di cuore, di volontà, di forze. Ora veniamo a dire come procurarla. La verginità quanto al corpo, già detto. Ora la verginità quanto alla mente, al cuore e alla volontà.
La verginità quanto alla mente è questa: non mescolare pensieri buoni a pensieri non buoni, ma solo pensieri buoni. Se vengono pensieri non buoni, non bisogna avere lo scrupolo che subito sia peccato. Sono peccati soltanto quando sono veramente cattivi e acconsentiti, acconsentiti, voluti cercati e graditi e volontariamente seguiti. Se uno vede il titolo o l’inizio di un libro che non è buono, non ha fatto peccato, ma se va a leggere il libro, l’articolo, se continua a guardare l’immagine, la figura, la pellicola, il quadro della televisione, ecc., il pensiero è acconsentito, voluto, compiaciuto. Se noi dovessimo credere peccato tutto ciò che passa nella testa, nel cuore, nelle tendenze naturali non si farebbe più nessuna Comunione. Sta lì la differenza tra l’anima retta e l’anima che non è retta, cioè che è scrupolosa, che non ha le idee giuste.
L’anima retta crede peccato ciò che è veramente peccato e non crede peccato ciò che veramente non è peccato. L’anima retta crede grave ciò che è veramente grave e non ciò che non è veramente grave. Così l’anima retta crede veniale ciò che è veniale e non crede veniale ciò che non è neppure veniale, oppure è grave. L’anima retta non crede che sia acconsentito ciò che non è acconsentito. Tuttavia ci sono tanti momenti in cui si resta tentennanti o dubbiosi. Il tentennare, qualche volta, può essere che sia volontario: si vuole o non si vuole, si vorrebbe prendere la soddisfazione, ma non si vorrebbe che fosse
~
peccato. E quando invece il pensiero se ne resta ostinato e già ci siamo raccomandati alla Madonna e già abbiamo cercato di fuggire e tuttavia, voltati a destra, voltati a sinistra, non si prende sonno, perché si è sotto quell’impressione, non è peccato. Quindi rettitudine di pensiero.
Come si procura questa bella verginità di mente per cui si pensano le cose buone e sante e non si seguono le cose che non sono buone e non sono sante? Come si procura?
Ho visto che ieri hanno portato dalla tipografia vostra un libretto, il quale contiene quegli articoli che furono pubblicati sulla circolare interna tempo fa col titolo: Il Primo Maestro alle Famiglie Paoline2. Benissimo: La santificazione della mente, ecco il titolo di quell’opuscolo. Là dentro c’è questo: Supponete che siate in una camera scura, tutto buio. Oh, che tenebre ci sono! Allora, prendete l’asciugamano e sbattete a destra e a sinistra per cacciare le tenebre? Si fa in modo molto più semplice: un giro di chiavetta dell’elettricità. I pensieri cattivi in mente si cacciano col mettere la luce e cioè la verità, le cose buone, i pensieri buoni. Qualche volta non sono proprio tenebre, qualche volta sono pensieri inutili, distrazioni anche strane, non è vero? Se capitasse così, se cadesse il sole, se venisse la morte quest’anno. Questo pensiero potrebbe anche essere utile. Ma vi sono le paure di nulla. Uno deve ancora dormire adesso con la luce accesa, eppure ha già quarant’anni anni! No. Ma mi sembra di vedere delle figure, di sentire dei rumori, qualcheduno che mi tira la coperta. Guardi che in questa casa ci sono i diavoli, i morti che vengono a visitare, perché una volta qui c’era gente cattiva e le anime del purgatorio vengono a chiamare aiuto. Beh, lasciate dormire me in quella camera. E ho dormito, ma ho dormito saporitamente. Forse perché non ero buono e venivano solamente a chiedere aiuto alle suore che erano più buone? Dunque serenità. Per quanto è possibile togliere anche le cose inutili dalla mente, le cose che non ci interessano.
Che cosa vale sapere questa notizia o quell’altra? Tante volte sono notizie buone, allora sì. Tante volte sono notizie che
~
servono per l’istruzione, oppure servono per il nostro apostolato, bene! Sono pensieri buoni. Ma non fantasticare, non vivere con la mente nel passato, non fare supposizioni: Se capitasse così, se andassi in quella casa lì, se mi trovassi in questa circostanza, se dovessi trovarmi con quella sorella... Allora avrete la grazia. Ma ho paura che se fossi in punto di morte non saprei sopportare. Ma adesso non hai la grazia. Ma se mi dicessero: o rinnega la fede o ti tagliamo la testa, non so se accetterei. Allora avrai la grazia. Adesso non l’abbiamo. Perché? Volete che il Signore ci porti da mangiare quando non abbiamo fame? No. Anche vostra mamma non vi portava da mangiare quando non avevate fame, ma quando era tempo; allora vi procurava il necessario.
Dunque non bisogna affannarsi a sbattere i fazzoletti o gli asciugamani per cacciare le tenebre. Bisogna mettere della luce. Studiare, pregare con raccoglimento, badare a quello che si dice, leggere il Vangelo, le vite dei santi, ricordare le conferenze, studiare il catechismo, studiare l’apostolato; mettere l’applicazione, perché l’apostolato riesca bene e i libri siano ben fatti; le parole della propaganda siano quelle appropriate; studiare il modo di penetrare in quegli ambienti che non sono favorevoli a noi: certe fabbriche, certi ceti di persone, gli intellettuali, supponiamo. Inventare nuove cose e poi ottenere che l’apostolato abbia un frutto stabile. Un frutto stabile!
Vi sono mille pensieri buoni: conoscere la Congregazione, leggere quello che ci è utile, conoscere i libri che avete e come potete proporli; parlare di cose buone, ricordare le letture spirituali e le meditazioni. Sono mille i pensieri che sono luce nell’anima. «Lucerna pedibus meis verbum tuum»3: ecco, la lucerna, cioè la verità di Dio. Quando l’anima è piena di pensieri buoni, retti, santi, conformi alla volontà di Dio, che riguardano i nostri doveri, ecc., allora senza che venga l’agitazione, la preoccupazione e senza che il nervoso ci impedisca il riposo, allora l’anima è serena, la mente è piena di luce.
Amare la verità, amare di sapere le cose utili. Vi sono case dove i discorsi sono sempre utili e case dove, neppure a tavola,
~
si fa accenno a una cosa utile. È l’amor proprio che ispira i discorsi, è la leggerezza, non parlo di leggerezza cattiva, che guida le conversazioni. È la dissipazione che regna. Invece case serene dove tutto è bello, candido, tutto è luce. Verginità di mente che si riflette nella verginità dei discorsi e quindi niente si dice di male, e quel che si dice è ispirato al bene. È uno studio grande questo. Pensateci un pochettino, perché è uno studio grande, non facile.
La nostra mente è la facoltà più disobbediente che abbiamo, la più difficile a dominare. Se in casa vi è una matta, la si chiude in una camera, e la chiave la chiude; ma la nostra fantasia è matta e la mente è indipendente dal dominio diretto della volontà. Bisogna che noi la dominiamo indirettamente con pensieri buoni. Indirettamente! Tu non vuoi che accanto a te a tavola ci sia quella sorella che non ti piace? Mettici un’altra: il posto è occupato; metti buoni pensieri nella mente: il posto è occupato. Il posto è occupato! A tavola si scherzava su un frate e quel frate taceva sempre, continuava a mangiare. Tutt’al più alzava gli occhi, faceva qualche sorriso. Ma che cosa dici?, lo interrogavano e quindi lo pungevano con scherzi sempre un po’ più toccanti e lui continuava a mangiare. Solamente a un certo punto disse: Il mio parlatorio è occupato. Il parlatorio è la bocca, no? Occupato! Quando la mente è occupata da cose buone, non può introdursi una cosa cattiva. Letture buone, ecc. Verginità di mente quindi, sì, che si acquista indirettamente. Notar bene: la parola ‘indirettamente’ può servire per chi ha studiato la filosofia, dove si parla di questo, e sia per chi non ha studiato. La verginità di mente si conserva indirettamente pensando a cose buone. E ma ho visto quella persona, ho incontrato quell’altra, ho veduto quella figura. Certo, allora bisogna adoperare l’asciugamano? No, bisogna pensare a Gesù, pensare a Maria, pensare a cose buone. Mi sono raccomandata alla Madonna e il pensiero non è andato via. Due cose sono da farsi: raccomandarsi alla Madonna, perché c’è quel pensieraccio, poi volgere la mente ad altro, cioè occupare la mente con altro.
Secondo, procurare la verginità del cuore. Eccitare il cuore all’amore di Dio e all’amore delle anime. All’amore
~
di Dio, cioè la preghiera, la meditazione, la Messa, la Visita al santissimo Sacramento, la Comunione, la Madonna, il paradiso, i meriti, la santità. Entusiasmarsi per la santità. Finora siete state in preparazione, perché la vostra fanciullezza, giovinezza, aspirandato, postulato, noviziato sono stati preparazione alla totalità delle grazie, specialmente per la professione perpetua. Avete il massimo delle grazie che si possono avere nella vita. O vi fate sante adesso o non vi fate più: questa è la regola. Se c’è qualche eccezione, è eccezione davvero, ma la regola è questa. Avete il massimo delle grazie che potete aspettare dal Signore. Avete le forze fisiche, perché quando sarete vecchie non le avrete più tanto. Avete le forze spirituali, avete tutto l’aiuto della Congregazione. Poi considerare i mezzi spirituali che vi sono in Congregazione e fare esplodere un sentimento di riconoscenza, di amore: Quanto è stato buono Gesù verso di me a condurmi in questa Congregazione!
Amare il Signore e amare l’apostolato cioè le anime. Amare la vita religiosa, le pratiche che si fanno, ma ancora di più le anime, le anime! Vedere quel mondo, considerarlo: due miliardi e mezzo di uomini, solamente ottocento milioni su venticinque conoscono Gesù Cristo e solamente quattrocento milioni sono cattolici. E che cattolici alle volte, eh! L’Italia è tutta cattolica, ma provate ad andare in propaganda. Voi lo sapete più di me, con il contatto quotidiano. Amare queste anime, questi peccatori, questi bambini innocenti e insidiati, questa gioventù che cade e ricade nel male, questa gente che muore senza sacramenti come se nulla fosse; questa gente che legge di tutto, sente di tutto, prende tutte le trasmissioni di televisione e di radio e assiste a tutte le pellicole. E tutti questi ragazzi abbandonati per la strada, senza catechismo, senza istruzione e che di religione hanno ancora un sentimento vago e incerto, appunto perché non hanno cultura, al primo che si presenta e dice qualche ragione e qualche parola ispirata al comunismo, al protestantesimo, cadono nella rete.
Allora sentire le anime! Suore che si consumano nella dedizione per le anime. Amore! Verginità di cuore! E amano la preghiera, la vita liturgica: che bell’amore! Vogliono vivere
~
Gesù, vogliono progredire nell’acquisto della grazia, nei meriti; vogliono santificarsi.
Terzo, verginità di volontà. Come si procura? Non ammettendo mai il peccato, ma particolarmente non ammettendo le venialità, perché si capisce che le suore non commettono peccati gravi. Il peccato grave fa orrore e si cerca di evitarlo, ma sono le venialità che fanno paura, perché le venialità sono la strada al peccato grave. Se vai su quella strada, ecco che ti metti sulla china e prima fai qualche passo, poi la stessa forza ti trascina e si finisce nel precipizio. Ecco, le venialità deliberate. Detestare e combattere i peccati veniali. Che non ci sia in noi peccato di volontà. Che ci sia verginità, pulizia. Non mescolare buono con cattivo, parole sante e parole non sante, azioni sante e azioni non sante, proteste di obbedienza e poi disobbedienze, proteste di povertà e poi mancanze di povertà, ecc. Evitare le colpe veniali, deliberate. Ecco che si forma la verginità di volontà. E perché questa verginità raggiunga il suo massimo: osservanza dei voti e della vita comune. Allora tutta la volontà è occupata nel bene.
Quello che avete da fare lungo il giorno è tutto bene, tutto buono; non avete nessun comando di cose che non siano buone, se noi facciamo ciò che è disposto e camminiamo bene nella vita comune, nell’orario, se noi diamo anche buon esempio, allora si fa anche del bene alle sorelle, alle persone che ci circondano. E certamente la pratica dell’esempio vale più che la predica di parole.
Osservanza dei voti santi, perché non ci siano mancanze riguardo alla povertà, riguardo alla purezza, riguardo all’obbedienza. Non ci siano mancanze nell’apostolato. Così non si mescola il bene col male.
Le forze. Vi sono persone che delle ventiquattro ore del giorno, qualche cinque minuti, qualche dieci minuti li sprecano o nel fare niente o nel fare delle cose che poi non piacciono a Dio. Certe conversazioni, certe cose che favoriscono l’ambizione, la vanità, certe lentezze nel fare, queste cose, questi minuti perduti impediscono il totale chiarore, la totale bianchezza della nostra volontà. Sveltezza!
~
Tanto insistevano i nostri superiori: Andate a scuola, il maestro non arriva subito, tarderà due minuti, cinque minuti: prendete subito un libro, ripassate la lezione, applicatevi con diligenza a capire quello che è stato spiegato l’ultima volta, oppure leggete un libro buono. E noi andiamo a studio e non abbiamo subito il raccoglimento. Avere un libro di riserva per leggere qualche cosa di buono al fine di raccogliere la nostra mente, dimenticare quello che c’è stato in ricreazione o quello che c’è stato nel giro di propaganda e mettere la mente a pensare a quello che dobbiamo fare.
Verginità di forze, di volontà!
Il Signore vi conforti tanto, vi aiuti. C’è tanta buona volontà! Attenzione però che non sia una volontà vaga. Curare le nostre cose: la verginità di mente, la verginità di cuore, la verginità di volontà.
~

1 Predica tenuta a Roma il 12 marzo 1956. Trascrizione da registrazione su nastro magnetico: A6/an 24a = ac 41b.

2 Cf Meditazioni varie n. 46, nota n. 3.

3 Cf Sal 119,105: «Lampada per i miei passi è la tua parola».