Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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PRESENTAZIONE

Mentre ci avviamo al centenario di fondazione della Famiglia Paolina, ho la gioia di presentare un altro volume dell’Opera Omnia, nella serie Alle Figlie di San Paolo, al quale hanno lavorato con grande passione le sorelle del Segretariato Internazionale di Spiritualità.
La predicazione qui raccolta, riguarda l’anno 1956, anno in cui la Congregazione va acquisendo i lineamenti della maturità e il Fondatore è impegnato a trasfondere nei membri, che affluiscono numerosi, la ricchezza di una vocazione che pone al centro della vita e della missione la persona del Maestro. Scorrendo le varie meditazioni occasionali o date in occasione di esercizi spirituali, emerge il nucleo del magistero alberioniano: portare ogni persona a vivere in Cristo, sull’esempio dell’apostolo Paolo, a rivestirsi della mentalità, del volere, dei sentimenti di Cristo fino a venir trasformata in Lui. Nessuna fibra dell’anima o del corpo va esclusa da questo innesto che il Fondatore così esplicita: Sentire di appartenere a Gesù, e che Gesù viva nella mente, nel cuore, nella volontà, viva nell’essere, viva nel corpo che rende vergine. … È vero che viviamo ancora noi, ma realmente «vivit vero in me Christus»1.
La sua preoccupazione costante è di favorire nelle persone la comunicazione piena con Dio in modo da giungere all’unione. Per semplificare al massimo, Don Alberione usa un linguaggio metaforico paragonando l’unione con la persona di Gesù, alla trasfusione di sangue: Si mette in comunicazione la vena del datore di sangue con la vena di colui che si deve rafforzare. Quando sono bene in comunicazione, si può far passare il sangue dall’uno all’altro, al malato, alla persona che è debole, che è anemica. Bisogna che ci sia comunicazione, l’unione tra il cuore di Gesù e il cuore tuo, il cuore nostro, onde passi questo sangue
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divino in maniera tale che di lì a poco il nostro sangue sia sostituito dal sangue di Gesù.... Si vive di Gesù, ecco l’amore! Perdute in Gesù. Non sono più io che penso, non sono più io che sento, non sono più io che opero, è Gesù in me!2.
Il senso della vocazione paolina è in questa sostituzione… in questo inabissarsi nella vita del Cristo Gesù per emergere persone nuove, persone che comunicano Dio. La missione assume allora un colore tutto particolare, diviene irradiazione del Cristo: Voi siete i raggi di questa luce che è Gesù. «Ego sum lux mundi» e «Vos estis lux mundi», perché prendete da lui e date agli altri3. E l’apostolato è Luce che si espande attraverso i diversi strumenti della comunicazione e anche dalla Casa del catechismo di Grottaferrata, realizzazione di un grande sogno del Fondatore. Dirà alle sorelle che in questa casa si dedicavano alla redazione catechistica: Quando penso a questa casa, per mia parte mi sento il cuore commosso vedendo le grazie particolari e il bene immenso che deve partire da qui4.
Il pensiero del Fondatore, offerto in grande abbondanza, è di forte attualità mentre la Chiesa si prepara al Sinodo sulla Nuova evangelizzazione che propone anzitutto l’interrogativo sulla qualità della fede degli apostoli di oggi, sulla capacità di credere fino in fondo, che la regia del processo di evangelizzazione è nelle mani di Dio che guida la storia tramite il suo Spirito5.
Ringrazio le sorelle che si sono dedicate con amore e impegno, all’approfondimento del pensiero del Fondatore perché questo pane di casa sia nutrimento di tutte le generazioni paoline.

SR. M. ANTONIETA BRUSCATO
Superiora generale FSP


Roma, 26 novembre 2011
Festa del Beato Giacomo Alberione
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1 Meditazioni varie, 24.

2 E/m, XI.

3 Meditazioni varie, 7.

4 Meditazioni varie, 3.

5 Lineamenta per il Sinodo dei Vescovi sulla “Nuova evangelizzazione”, 3.