26. VIVERE LA COMUNIONE1
Il primo mezzo per vivere in Cristo Gesù è far bene la Comunione, e specialmente la Comunione durante la Messa. La consecrazione del pane e del vino è ordinata anche alla Comunione che si compie appunto nella Messa, non nella parte essenziale, ma nella parte integrativa per mezzo della Comunione del sacerdote prima e dei fedeli poi. S. Paolo dice: «Tu cum oleaster esses, insertus es in bonam olivam: Tu eri un olivastro, cioè un’oliva selvatica, una pianta di olivo selvatico»2. Le piante da frutta che sono selvatiche danno pochi frutti e poco buoni; perciò sei stato innestato nell’oliva buona, e l’oliva buona è Gesù Cristo. Sei stato innestato in Cristo, perché tu produca più frutti e migliori frutti. Chi fa la Comunione intiera produce frutti più numerosi e di qualità migliore. La Comunione si può fare intiera, si può fare a un terzo o si può fare per metà e qualche volta soltanto per un quarto.
Quando è che la Comunione si fa soltanto per un quarto? Quando non si ha fede, [non si fa] con fede, con amore e con propositi fermi, ma l’Ostia viene messa sulla lingua come in un vaso freddo, come nella pisside. Gesù nella pisside non produce alla pisside nessun cambiamento, la pisside dopo è dello stesso metallo di prima. Vi sono fedeli che vanno alla Comunione come andrebbero a ricevere, non so, una candela per andare in processione, oppure le ceneri, e dopo non fanno nessun ringraziamento, e se ne escono. Tuttavia, è chiaro che se sono in stato di grazia e hanno buona intenzione, se hanno l’istruzione sufficiente e credono cioè ai misteri principali della fede, Gesù porta sempre un po’ di grazia: Futurae gloriae nobis pignus datur3. È questo designato in quelle parole del O
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sacrum convivium4 che bisogna cantare più spesso in preparazione alla Comunione.
Poi la Comunione viene fatta alle volte per un terzo, quando si hanno solamente sentimenti di amore. Vien fatta invece completa, quando? Quando tutto l’uomo si unisce a tutto Gesù. Quando fate le vostre pile di libri, dopo averli brossurati, vedete di metterli ben incolonnati e che quel che è sopra poggi intieramente e con misura giusta su quello che sta sotto. Allora si combaciano perfettamente. Bisogna che combaci tutto l’uomo con Gesù. Comunione vuol dire unione con Gesù, unione con Gesù e cioè l’unione dell’uomo con Gesù: la mente, il cuore, la volontà, il corpo. Allora c’è la Comunione completa5.
1) L’unione completa quando uno dice a Gesù: Voglio che tu sia nella mia mente e cioè che tu produca i frutti di fede nella mia mente. Che io pensi precisamente come te. Voglio detestare ogni pensiero di distrazione e ogni pensiero contrario alla tua mente, cioè contrario a qualche virtù, per esempio, contrario alla carità, contrario alla povertà, ecc. I miei pensieri perfettamente uniti a te. Allora si ha la comunione della mente.
2) Quando l’anima preparandosi alla Comunione dice: Voglio che tu sia il mio solo amore. Cerco solo te. Voglio vivere solo di te. Che tu sia la vita della mia anima, perché il mio cuore è perfettamente unito al tuo, o il tuo vive in me, sostituisce il mio, cioè sostituisce nel mio gli affetti: amore a Dio e amore al prossimo. Allora c’è anche la Comunione del cuore.
3) Voglio tutto ciò che vuoi tu, o Gesù; la mia volontà perfettamente unita alla tua senza nessuna eccezione. Tutto, solo e sempre come vuoi tu, nelle cose grosse e nelle cose piccole. Allora si dice: Tu vivi in me, opera, esercita la tua volontà in me, la mia volontà è strumento tuo. Lo strumento non vuole fare né più né meno di quello che vuoi tu. Come il pennello in mano al pittore esegue perfettamente quello che vuole il pittore, né più in là né meno, così la mia volontà perfettamente unita alla tua.
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4) I miei sensi messi al tuo servizio: Voglio vedere ciò che vuoi vedere tu; voglio sentire ciò che vuoi sentire tu; voglio parlare come parleresti tu e come vuoi adoperare la mia lingua; e il mio corpo come vuoi tu, specialmente nel mio apostolato che è fatica, che è lavoro, ma lavoro apostolico. Allora la Comunione è completa e il carro che poggia su quattro ruote è più sicuro.
E se si vuole, si può anche ridurre a tre in quanto con la volontà si fa anche entrare l’esercizio del corpo, cioè il lavoro che deve fare il corpo. Allora il candeliere poggia su tre piedi: mente, volontà, cuore. Si combacia. Gesù è verità: la mente aderisce a tutta la verità. Gesù è vita: il cuore aderisce tutto a Gesù. Gesù è via: la volontà aderisce a tutti i suoi esempi e a tutti i suoi voleri; e siccome avete anche la vita attiva, ai voleri riferiti all’attività, alle iniziative dell’apostolato e, se si vuole, si può dire il corpo donato alle iniziative, alle fatiche dell’apostolato. Il corpo può essere compreso nel terzo. Però è meglio se si considera ancora in qualche maniera separato, non perché non sia compreso, ma per sentirlo di più. Se un candeliere avesse solo un piede, la Comunione non sarebbe perfetta. Unione completa a Gesù, allora la Comunione produce gli effetti che deve produrre: l’unione a Gesù Cristo, Verità, Vita, Via. Se si combacia, l’unione si fa perfettamente, ma se voi mettete solo un dito sul tavolino, non è che tutta la mano poggi sul tavolino. Bisogna unirsi intieramente a Gesù.
Quante Comunioni imperfette, che non aumentano poi la grazia della mente e non cambiano i pensieri. Quante Comunioni imperfette che non danno intieramente l’unione di cuore con Gesù, per parte del cuore. Quante Comunioni imperfette che non portano ai propositi, all’unione di volontà con Gesù, alla decisione di vivere secondo egli è vissuto, cioè secondo gli esempi che ci ha lasciato. Comunioni fatte per un terzo, per una metà, per un quarto alle volte. Comunioni complete! Questo porterebbe ad un vantaggio doppio, triplo della Comunione rispetto a quello che sovente viene ricavato.
Allora quale sarà il proposito di questo giorno, primo venerdì del mese di aprile, cioè in questo tempo pasquale, primo venerdì del tempo pasquale? Comunioni perfette, complete.
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Ora l’esame di coscienza qui sopra. La mia mente combacia perfettamente con Gesù nella Comunione? I miei pensieri sono intimamente uniti ai suoi? Voglio che Gesù operi nella mia mente, porti la fede e mi porti pensieri conformi alla fede, alla speranza, alla carità, alla prudenza, alla giustizia, alla temperanza, alla fortezza, alla povertà, alla castità, all’obbedienza, all’umiltà, alla pazienza. Pensieri conformi ai pensieri di Gesù. Voglio proprio pensare come Gesù: Beati i poveri, beati quelli che soffrono, beati quelli che hanno fame e sete della giustizia di Dio. Comunioni perfette per parte della mente.
Voglio che la mia Comunione sia perfetta riguardo al cuore? La faccio così la Comunione? E cioè, i miei sentimenti, i miei affetti, i miei amori sono soltanto due, e sono quelli del cuore di Gesù: amore a Dio e amore al prossimo, alle anime? Voglio questo? O vi sono ancora degli affetti che non avrebbe Gesù? «Di fuori ci stanno la tua madre e i tuoi cugini che ti vogliono parlare», dicono a Gesù che stava predicando in una casa. E Gesù risponde: «E chi sono i miei cugini e chi è mia madre? Chi fa la volontà del Padre mio è mio fratello, mia sorella e mia madre»6. Ecco l’amore vero della suora che si è consecrata totalmente a Gesù e ha consecrato a Gesù tutti i suoi affetti, il suo cuore. A sentire questa espressione di Gesù sembrerebbe che egli non adempisse il quarto comandamento. Oh, lo adempiva perfettamente, in una maniera così sublime che tante volte, perché non abbiamo il cuore a posto, non sappiamo capire. Perché molte volte non capiamo le cose? Perché il cuore non le vuole, è contrario, la professione non è stata fatta fino in fondo. La professione occorre che sia un atto di unione stretta e totale con Gesù fino al fondo.
E voglio che nella mia mente ci siano i tuoi voleri, o Gesù. E io ho fatto la Comunione anche per questa parte? Sono partito dalla chiesa, dopo la Comunione, con la tua volontà, portata in tutta la giornata, negli incontri spiacevoli, nelle tentazioni che il Signore permette, nella convivenza con le sorelle, o nell’incontro con persone diverse? Com’è stata la mia Comunione per
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questa parte? «Io faccio sempre ciò che vuole il Padre mio»7. Io faccio sempre ciò che vuole Gesù. Che bella cosa sarebbe questa, se una suora, se noi potessimo dire sempre così. Ma quante volte entrano delle cose che non sono proprio quelle che Gesù vuole! Non lo lasciamo volere in noi, lo soffochiamo: Adesso sei venuto in me, ora faccio io; eh, a parte.
E il mio corpo è totalmente unito a Gesù? Corpus Domini nostri Jesu Christi8. Ecco: Anima Christi… corpus Christi9, ecc.
L’apostolato è fatto sempre con spirito soprannaturale? È fatto con devozione, con delicatezza, con dedizione? I nostri pensieri sono indirizzati proprio ai doveri di stato religioso paolino: pensieri, sentimenti, voleri, attività, iniziative nello spirito della religiosa paolina? E cioè, si vive in comunione con Gesù tutto il giorno? Gesù continua ad abitare lì, ma bisogna sentirlo! Vivere con lui, cioè pensare con lui, amare con lui, volere con lui, operare con lui anche nell’attività esterna.
Adesso cantate bene Anima Christi e per ottenere questa grazia: che le Comunioni siano complete, complete!
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1 Meditazione tenuta alla comunità di Roma il 6 aprile 1956. Trascrizione da registrazione su nastro magnetico: A6/an 26b = ac 47a.
2 Cf Rm 11,24: «… tu sei stato reciso dall’oleastro che eri secondo la tua natura e contro natura sei stato innestato su un olivo buono».
3 Ci è dato il pegno della gloria futura.
4 Cf Meditazione 17, nota n. 3.
5 Quanto segue è un chiaro riferimento a ciò che Don Alberione esprimeva già nel corso di Esercizi del 1929 (cf DF pp. 39-41).
6 Cf Mt 12,47-50.
7 Cf Gv 8,29.
8 Preghiera che il sacerdote diceva prima di comunicarsi nel rito della Celebrazione Eucaristica prima del Concilio Vaticano II.
9 Dalla preghiera Anima Christi, cf p. 59.