5. MARIA PIENA DI GRAZIA1
Fermiamoci a considerare le parole che l’angelo disse a Maria: «Ave, piena di grazia»2.
Che cosa significa che Maria è piena di grazia? Significa forse, che lei possiede tutta la grazia? No. Solo di Gesù si dice: «Plenum gratiae et veritatis»3. La pienezza di grazia di Gesù non può aumentare, ma quella di Maria è suscettibile di aumento. Gesù è la fonte della grazia, egli la possiede in modo assoluto, invece Maria si dice «piena di grazia», non nel senso che la possedesse tutta, ma nel senso che poté aumentarla di giorno in giorno, di momento in momento.
Intorno alla pienezza di grazia di Maria vi sono varie sentenze. La prima, sicurissima, è questa: Maria nella sua Immacolata Concezione ricevette più grazia di qualsiasi altro santo, compreso S. Giovanni Battista, che pure venne santificato nel seno della madre, ricevette più grazia che non l’angelo più bello e più alto del paradiso. Altri dottori aggiungono che Maria ricevette più grazia nella sua Immacolata Concezione che non i maggiori santi in punto di morte. S. Alfonso4 afferma che tale grazia superò quella raggiunta da tutti i santi che sono stati e che sono e saranno.
Per capire la pienezza di grazia di Maria, meditiamo il Vangelo. L’angelo disse a Maria: «Ave, gratia plena». Perché Maria fu piena di grazia? Perché doveva diventare la Madre di Dio, la Madre del Figlio di Dio, la distributrice e mediatrice di grazia. Maria entrò nel consorzio della santissima Trinità e divenne la Madre del Figlio di Dio, Madre di Gesù al quale il Padre celeste guarda con compiacenza e dice: «Questi è il mio Figlio diletto!»5.
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Quando il Signore chiama un’anima a una determinata missione, le dà tutte le grazie necessarie. Il Signore amò Maria di un amore grandissimo, tanto da preferirla a tutte le creature. Dice un santo Padre che se (per assurdo) il Signore si trovasse nell’alternativa di distruggere il mondo universo, o perdere Maria, lascerebbe piuttosto perire tutto il mondo, ma conserverebbe Maria, tanto è grande l’amore che le porta.
Tutti i momenti della nostra vita sono buoni per aumentare in noi la grazia, quel dono soprannaturale che viene ad abbellire la nostra anima e la rende figlia di Dio, sua amica, sua intima. L’anima in grazia diviene capace di opere buone e di meritare per la vita eterna; diviene erede del cielo, coerede di Gesù Cristo.
In quali momenti l’anima acquista maggiore grazia? Durante la santa Messa, la santa Comunione, la Confessione, la Visita al SS. Sacramento... ma sempre quando l’anima è ben disposta e prega, e accetta tutto dalle mani di Dio. Dobbiamo tener conto di tutti i momenti della giornata per tesoreggiare per il cielo. Tener conto delle circostanze, delle condizioni, delle tentazioni, delle fatiche... Oh, se sapessimo in tutte le difficoltà, tentazioni, in tutte le occupazioni acquistare meriti e accrescere le nostre ricchezze per l’eternità! Si muore! Che cosa ci porteremo appresso? Nient’altro che il bene fatto, che i tesori spirituali che abbiamo saputo cogliere giorno per giorno, momento per momento. Il resto... ci porteranno al camposanto, ci metteranno in un loculo... il silenzio e l’oblio ci avvolgeranno come un velo. Appena qualche volta saremo ricordati... e Dio voglia che lo siamo solo nella preghiera e non in altro. Il Signore faccia perire la nostra memoria se abbiamo dato cattivi esempi, ed ecciti anime buone che ci mandino suffragi.
Maria ebbe i suoi giorni di speciale accrescimento di grazia: il giorno dell’annunziazione fu uno di questi, quando l’angelo le diede il grande annunzio ed ella rispose con: «Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum»6. Allora il
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Verbo divino s’incarnò in lei e la sua intimità con Dio, la sua grazia fu tale che non è possibile a nessun uomo né pensarla né raggiungerla.
Poiché è Madre di Dio, ella ha dato l’essere al divin Salvatore. Tutti noi siamo amati da Dio come servi suoi, come figli se vogliamo, ma Maria fu amata da Dio come Madre sua. Dignità e posizione altissima fin dal momento che formò l’Agnello immacolato nel suo seno. Questo è il grado della mistica più alto che non è possibile a nessun uomo raggiungere. Tale grazia e santità di Maria crebbero ancora immensamente sul Calvario, allorché Gesù le disse le parole: «Donna, ecco tuo figlio»7 e dilatò il suo cuore nell’amore per tutti gli uomini. Grazia immensa, ma non ultima! La santità e il cumulo di grazia in Maria crebbe ancora il giorno della Pentecoste. Allora tutti gli apostoli furono arricchiti di grazia, di luce, di forza dallo Spirito Santo, ma Maria più di tutti gli apostoli assieme. La grazia raggiunse in lei il colmo al momento in cui chiuse la sua giornata terrena per entrare nella gloria celeste. Quale cumulo di santità! Ella morì per eccesso di amore, allora fu veramente la «piena di grazia»!
Qualche riflessione. Quando c’è molta grazia c’è pure molta fede. Con l’infusione della grazia vengono infuse o aumentate nel cuore la fede, la speranza, la carità.
Maria ebbe, insieme alla pienezza di grazia, la pienezza della fede, della speranza, della carità. Quando entra nel cuore la grazia vengono pure infuse le virtù cardinali: quindi Maria ebbe la prudenza, la giustizia, la fortezza, la temperanza, con tutte le virtù annesse. La fede di Maria fu veramente eccezionale. Credette all’angelo, al mistero ineffabile dell’Incarnazione. S. Elisabetta le disse: «Beata te, che hai creduto»8. La speranza di Maria fu incrollabile anche durante la crocifissione di Gesù e dopo la sua morte. «E il terzo giorno risusciterò»9, aveva detto Gesù, e Maria non dubitò.
Assieme alle virtù teologali, cardinali e morali, Maria ebbe
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una effusione particolare dei doni dello Spirito Santo: doni di sapienza, di intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio. Coi doni dello Spirito Santo viene come a stabilirsi sopra la natura una soprannatura, un organismo spirituale che poi si fonde con la natura e forma due vite unite e distinte nello stesso tempo: la vita naturale e la vita soprannaturale. La persona investita abbondantemente dalla grazia pensa come Gesù, ama come Gesù, parla come Gesù, vive come Gesù, viene trasformata in un altro Gesù.
Accrescimento di grazia e di santità! Quando il cuore è pieno di Spirito Santo si manifesta anche all’esterno. Alle volte viene una figliuola a domandare: Posso entrare tra le Figlie di San Paolo?. Dalla espressione, dalla riservatezza, dalla fermezza con cui lo dice, si deduce che lo Spirito Santo abita in quell’anima. Non la si lascia neppure finire di parlare alle volte... non si ha nessun dubbio a dirle: Sì, entra, questa è la tua strada. Quando il cuore è pieno dello Spirito Santo, la persona ha un modo di fare tutto speciale: ha una bontà, una riservatezza in tutto, una cordialità, un’umiltà, una mitezza, una generosità, una fortezza che altre non hanno. Non è difficile allora comprendere l’anima: «Dall’abbondanza del cuore parla la bocca: ex abundantia cordis os loquitur»10; si capisce dal modo di parlare, dal modo di stare a tavola, a letto, per le scale o in cappella. Di fronte a certe persone ci si sente quasi obbligate a parlare con riservatezza; si nota anche all’esterno che quell’anima, pur non facendo cose straordinarie, è investita dallo Spirito Santo che abita e opera in essa.
Ci sono persone che hanno il pensiero conformato alla fede e lo manifestano con la loro parola, che mette pace e serenità. Non fa bisogno di essere profeti o di vedere l’interno di tali persone per capirle: lo dice il comportamento esterno. Sono persone che trattano con delicatezza, mitezza, che hanno bontà per tutti e sempre una parola di incoraggiamento, di speranza. Sembra di incontrare una creatura eccezionale, un’anima investita dallo Spirito Santo, che porta in sé il Signore, che è tabernacolo della santissima Trinità. Ed ecco che tutto il fare, il trattare, l’operare,
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il parlare, è tutto compiuto sotto l’azione di Dio. Vedendo altre persone invece si nota subito che in esse non abita lo Spirito Santo o vi è come compresso, impossibilitato a operare. Da esse escono parole tutt’altro che buone, escono invidie, amicizie particolari, simpatie, antipatie, pessimismo: sembra che vedano solo il lato brutto delle cose. Certe manifestazioni sono come il polso. Il medico mette la mano al polso di una persona e, dal modo con cui batte, deduce: Costui è febbricitante, dunque nel suo organismo c’è qualcosa che funziona male.
Misuriamoci il polso. Vediamo se in noi abita lo Spirito Santo. Avvicinando certe anime, così buone, così pie, così unite a Dio, si vede che vivono sotto l’azione dello Spirito Santo ed egli lavora abbondantemente in loro. In esse la grazia è abbondantissima e con la grazia, la luce, la fede, tutta una vita secondo Dio.
Concludiamo: fare massimo conto della grazia di Dio, lasciare lavorare lo Spirito Santo nell’anima e profittare di tutti i momenti per accrescere la grazia. I momenti più opportuni sono quelli della Messa, della Confessione, della Comunione, della Visita al SS. Sacramento... Ma i momenti più delicati, più preziosi sono quelli in cui siamo provati, in cui proviamo più pena, più difficoltà, più tentazioni... Ecco, allora sono i momenti in cui l’anima attenta si attacca al Signore con più forza, perché non vuole staccarsi da lui: Ne permittas me separari a te11. Allora l’effusione viene più abbondante e l’anima si trova più unita a Dio.
Se le anime entrano nell’intimità con Gesù, nella intimità con Maria, è perché sono docili all’azione dello Spirito Santo... sono le vergini prudenti che raccolgono da tutto e tengono sempre le lampade fornite d’olio.
Aspiriamo ad essere tutte come Maria, la Vergine prudentissima. Meditare il gran bene che è la grazia di Dio e quanto sia grande la prudenza e l’avvedutezza di coloro che la accumulano abbondante nei loro cuori.
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1 Predica tenuta a Grottaferrata il 13 gennaio 1956, alle esercitanti, stampata in Spiritualità Paolina, pp. 36-41, dove è scritto che è inedita.
2 Cf Lc 1,28.
3 Cf Gv 1,14: «Pieno di grazia e di verità».
4 Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), vescovo, fondatore dei Redentoristi, Dottore della Chiesa, autore di numerose opere. Cf Le glorie di Maria, (1750), prima parte.
5 Cf Mt 3,17.
6 Cf Lc 1,38: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
7 Cf Gv 19,26.
8 Cf Lc 1,45.
9 Cf Mt 16,21.
10 Cf Mt 12,34.
11 “Non permettere che io sia separato da te”. Da Anima Christi, in Le preghiere della Famiglia Paolina, Alba 1985, p. 77, preghiera eucaristica composta nel secolo XIV da anonimo.