Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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INTRODUZIONE


Il presente volume dell’Opera Omnia, che raccoglie la predicazione del beato Giacomo Alberione alle Figlie di San Paolo nell’anno 1960, si iscrive in quello che convenzionalmente è stato denominato Tempo della maturità e anni del Concilio. È un tempo di svolta per la Congregazione, inserita pienamente, dopo cinquantacinque anni di vita, in una società civile e religiosa in rapido cambiamento. Ed è un tempo di svolta anche nella vita interna dell’Istituto, che con il numero crescente di membri, si apre decisamente all’internazionalità e a iniziative apostoliche sempre più fiorenti, in risposta alle sollecitazioni della Chiesa e della società. In nuovi contesti, Don Alberione avverte la necessità di un veloce adeguamento ma anche di una più profonda presa di coscienza della specificità del carisma paolino nella Chiesa. Prosegue il rapido sviluppo apostolico e vocazionale degli anni precedenti che il Fondatore accompagna attraverso un’assidua formazione dei membri e l’animazione specialmente delle superiore.


LA PREDICAZIONE ALBERIONIANA: 1960
Contesto storico, ecclesiale e di Famiglia Paolina

Il 1960, in Italia, è l’anno del boom economico, con un prodotto interno lordo (PIL) al + 8,3%. È l’anno in cui i lavoratori dell’industria (40,6% della popolazione) e delle cooperative e servizi sociali (37,5%) superano quelli dell’agricoltura (29,1%). La migrazione dalle campagne è massiccia, specie dal meridione dell’Italia verso il nord, in particolare nelle città di Milano, Genova e Torino con la conseguente, importante evoluzione, del settore dell’edilizia.
Tutto questo ha risonanze positive, ma anche rischiose per il nuovo assetto socio-culturale. La veloce evoluzione verso il benessere, accelerato dal massiccio imporsi dei mass media
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specialmente della televisione, e dall’uso su larga scala dell’automobile privata e degli elettrodomestici, modifica decisamente lo stile di vita e i comportamenti sociali. Si cerca il lavoro sicuro, con altrettanto sicuro tempo di riposo; l’accesso scolastico è agevolato per tutti, è favorita una migliore qualità di vita con la conseguente valorizzazione del tempo libero.
In Italia, dal ’60 si alternano governi presieduti da politici democristiani: Fernando Tambroni (1901-1963), Amilcare Fanfani (1908-1999), e in seguito, Aldo Moro (1916-1978). Negli U.S.A. c’è l’avvento alla presidenza di John F. Kennedy (1917-1963) che fa sperare in una nuova frontiera spirituale, culturale, scientifica.
Diversi paesi africani, come il Congo, la Nigeria, la Somalia proclamano l’indipendenza, e altri lottano per ottenerla.
Nelle sale cinematografiche si proietta La dolce vita di Federico Fellini. Mentre la Chiesa cattolica e i conservatori chiedono l’intervento della censura, al festival di Cannes riceve la
Palma d’oro e, in seguito, l’Oscar per i migliori costumi.
A Roma, il 20 agosto viene inaugurato l’aeroporto Leonardo Da Vinci pronto a ricevere i partecipanti e gli spettatori della XVII Olimpiade che inizia il 25 agosto.
Dal 24 gennaio, si celebra nella Basilica Lateranense il Sinodo Romano che si concluderà nella Basilica di San Pietro il 31 gennaio, e sarà una degna preparazione al Concilio. Così si esprimeva Papa Giovanni XXIII nell’allocuzione di chiusura: Amiamo innanzitutto riconoscere che questo Sinodo Romano è riuscito una grande manifestazione di forza spirituale, a cui faremo ricorso nel proseguimento dei nostri sforzi per realizzare in noi e intorno a noi ciò che è e deve essere ordine e santificazione della nostra vita nella Chiesa. Con questo spirito, con la franchezza e la determinazione del Santo Padre, il 5 giugno inizia ufficialmente la preparazione del Concilio Vaticano II. A fine anno, in Vaticano, ha luogo lo storico incontro tra Papa Giovanni XXIII e l’Arcivescovo di Canterbury mentre si avvia un dialogo positivo tra le Chiese sorelle.
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A livello di Famiglia Paolina, il 1960 è l’anno di alcune importanti approvazioni pontificie: l’8 aprile 1960, degli Istituti aggregati alla Società San Paolo: Gesù Sacerdote, San Gabriele Arcangelo, Maria SS.ma Annunziata; il 30 agosto 1960 l’approvazione pontificia definitiva della Congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Nell’aprile 1960, Don Alberione convoca i confratelli più anziani della Società San Paolo ad Ariccia (RM), nella Casa Divin Maestro, per un corso di Esercizi spirituali di un mese. Il Fondatore stesso confida il vero obiettivo di quella adunata: l’aggiornamento dei membri alla Congregazione e alla Famiglia Paolina; e come testamento spirituale conclusivo della missione che mi impose il Signore (cf CVV 247; cf CISP, pp. 190-198).
Le Apostoline iniziano la rivista Se vuoi per la promozione delle vocazioni e la conoscenza della vita consacrata. La Prima Maestra Tecla ne caldeggia la diffusione (cf VPC 243).
Il 30 giugno 1960, il card. Arcadio Larraona (1887-1973) rende visita alla Famiglia Paolina, riunita nel santuario Regina Apostolorum, e inizia il servizio che gli è stato affidato come protettore delle fondazioni di Don Alberione, un ministero che nel tempo si dimostra sapiente e attento.
L’apostolato biblico, proprium della Famiglia Paolina, ha un forte incentivo con il riconoscimento pontificio del 14 ottobre 1960 della Società Biblica Cattolica Internazionale (SO.BI.CA.IN.), alla vigilia del XIX anniversario dell’arrivo di S. Paolo a Roma. Questo evento è celebrato dalla Famiglia Paolina con particolare solennità, attraverso un anno biblico (30 giugno 1960-30 giugno 1961) come risposta al desiderio di Papa Giovanni XXIII di favorire la diffusione della Bibbia. Don Alberione invita a vivere quest’anno in una duplice prospettiva: operare per la diffusione della Bibbia nelle famiglie ma soprattutto leggere e meditare personalmente il testo sacro.
In Alba, nei giorni 31 ottobre-3 novembre 1960, ha luogo l’esumazione del Canonico Francesco Chiesa e la traslazione della salma nel tempio di San Paolo.
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2. Realtà della Congregazione

Le FSP nel 1960 sono 1.843, presenti in 19 nazioni. Hanno comunità in Australia (1), Congo (2), Inghilterra (2), Italia (73), Argentina (8), Brasile (10), Uruguay (1), Giappone (7), India (2), Filippine (8), Svizzera (1), U.S.A. (9), Canada (2), Colombia (4), Venezuela (1), Francia (4), Messico (6), Portogallo (2), Spagna (4).
Per Maestra Tecla, il 1960 è l’anno delle visite alle comunità dell’estero. Parte all’inizio dell’anno insieme a Madre M. Lucia Ricci (1914-2001), Superiora generale delle Pie Discepole del Divin Maestro, verso il Brasile. In questa nazione, incoraggia le sorelle a dare inizio all’apostolato discografico per portare l’annuncio del vangelo anche nelle zone dove regna ancora l’analfabetismo. Tornata in Europa, prosegue la visita alle comunità della Gran Bretagna e a Madrid (Spagna). Ovunque incontra i gruppi di sorelle in formazione e con la presenza e la parola, consolida l’appartenenza alla Congregazione, promuove l’unità e l’apostolato. Scrive: Ho trovato tanto bene, tanto progresso nelle Case visitate. Progresso per le vocazioni, nelle iniziative di apostolato e fervore di spirito. Di tutto sia benedetto il Signore! Sempre e in tutto vediamo la santa volontà di Dio che dispone e permette tutte le cose (cf VPC 242).
La casa di Roma, in via Antonino Pio, diviene realmente il centro propulsore della Congregazione essendo sede della Casa generalizia e perciò anche della Prima Maestra Tecla, casa di formazione, sede dello studentato e degli uffici centrali di apostolato. Questi ultimi, facenti capo a Sr. Assunta Bassi (1915-2012), allora consigliera generale e grande animatrice di tutte le iniziative, rappresentano una vera e propria fucina di pensiero e di attività apostoliche.
Il Santuario dedicato a Maria Regina degli Apostoli, posto al centro dei caseggiati delle Figlie di San Paolo e della Società San Paolo, diviene il segno di unità spirituale e luogo di preghiera per le vocazioni e gli apostolati.
In questo contesto, si svolge ad Ariccia (RM) il Convegno Catechistico Paolino (7-10 gennaio 1960), al quale partecipano una settantina di sorelle provenienti da varie parti
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d’Italia, responsabili dei settori apostolici, della formazione, della promozione e diffusione. È un Convegno importante per l’aggiornamento di quante sono impegnate, a diversi livelli, nell’apostolato docente che caratterizza la Congregazione nella Chiesa. Si parla di catechesi, ma non solo di questo. Nelle meditazioni, il Primo Maestro tocca punti nevralgici e centrali della mistica apostolica paolina.
Nello stesso anno, il centro redazionale della Società San Paolo, guidato da don Gambi (1913-2002), propone un piano editoriale ampio per tutte le categorie di persone (cf RA, gennaio 1960, pp. 3-5). Le FSP editano 41 novità librarie e 49 ristampe (cf RA, febbraio 1961, p. 4). La diffusione attraverso la propaganda, diviene sempre più razionale e rivolta non solo a singole persone, ma alle collettività. Anche la stampa dei periodici delle FSP e della SSP ha una svolta decisiva.
Contemporaneamente, le agenzie della Sanpaolofilm, gestite in gran parte dalle FSP, raggiungono sempre più capillarmente le sale parrocchiali con la diffusione delle pellicole in 16mm., corredate da sussidi per la lettura dei film editati dal Centro Studi San Paolo Film, con sede in via A. Pio.
La Bibbia in formato economico, da mille lire, è diffusa su larga scala tramite tutti i canali che le FSP, con molta creatività, riscoprono: propaganda, libreria, spedizione, esposizioni, giornate bibliche, catechistiche, mariane ecc... La diffusione è spesso accompagnata da conferenze e da catechesi mirate alle diverse categorie di persone.
Il Fondatore sollecita un apostolato sempre più qualificato e incisivo e per questo insiste, nella predicazione, su una migliore formazione culturale che trovi applicazione nella pastorale.
L’anniversario della venuta di S. Paolo a Roma, è un ulteriore incoraggiamento per una lettura più attenta e approfondita della Sacra Scrittura.
Il 16 dicembre 1960 a Roma, il Centro Ut unum sint viene elevato da Papa Giovanni XXIII a Pia Associazione Primaria. È un alto riconoscimento ecclesiale che incentiva gli studi biblico-teologici per corrispondenza e il dialogo con i fratelli separati (cf Rag, novembre 1959, pp. 102-104; cf RA, gennaio 1961, pp. 1-3).
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ATTUALE EDIZIONE

Fonti, linguaggio, criteri seguiti

Le 34 meditazioni varie e le 20 prediche tenute in occasione del Convegno Catechistico Paolino (7-10 gennaio) e degli Esercizi spirituali, sono quasi tutte trascrizioni da registrazione. Le meditazioni dettate in occasione del corso di Esercizi per le superiore, vengono stampate immediatamente in Aiuti fraterni insieme ad altri approfondimenti e direttive delle superiore maggiori del tempo. Alcune meditazioni alla comunità di Albano vengono pubblicate nella raccolta Prediche del Rev. mo Primo Maestro tenute alle Suore della Clinica «Regina Apostolorum» di Albano. Il linguaggio, spesso accorato e paterno, lascia trasparire la cura del Primo Maestro per una solida formazione a livello culturale e soprattutto pastorale.
Nell’archivio storico generale delle Figlie di San Paolo è presente una meditazione del Fondatore tenuta ad Ariccia (RM) il 1° gennaio 1960 registrata e indirizzata, probabilmente, alle Annunziatine. Non è pubblicata in questa raccolta ma è stata consegnata all’Istituto interessato.

Un manuale di riferimento:
Teologia della perfezione cristiana di Antonio Royo Marin

Nel 1960, le Edizioni Paoline traducono e pubblicano Teologia della perfezione cristiana scritta dal domenicano P. Royo Marin. Don Alberione trova nel linguaggio di questo manuale un punto di riferimento particolarmente adatto al suo magistero. Nei primi anni della fondazione, per l’indirizzo da dare ai membri della nascente Famiglia Paolina valorizza soprattutto gli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola commentati dal P. Pincelli sj, gli scritti di S. Francesco di Sales e di S. Alfonso M. de’ Liguori, di S. Luigi M. Grignion de Montfort ma anche il Compendio di Teologia Ascetica e Mistica di Adolfo Tanquerey, orientamento sicuro per la dottrina e per la formazione.
Nella predicazione del 1960, Don Alberione si riferisce a Royo Marin per confermare, ad esempio, quanto insegna sul
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la lettura e meditazione della Bibbia (med. 18). Inoltre, se ne serve per descrivere i moti dell’anima nella preghiera (med. 25); per indicare come intendere la direzione spirituale (ES, 29 maggio 1960, I; ES, 13 giugno 1960); per comprendere e approfondire i vari gradi di preghiera (med. 25, 27-29) e per assumere alcune nozioni più attuali sul carattere (med. 21; ES, 18 giugno 1960, I).


Tematiche fondamentali

La predicazione di quest’anno, è molto attenta alla dimensione docente della vocazione paolina e in modo particolare alla vocazione catechistica. E ne ribadisce gli aspetti essenziali: In sostanza abbiamo da portare tutto l’uomo a Dio e assorbire in noi la vita di Cristo in quanto è Via, Verità e Vita (CCP, 8 gennaio 1960).

Apostolato docente radicato in Gesù Maestro

Nel Convegno Catechistico Paolino, l’insegnamento è chiaramente marcato dalla preoccupazione di sottolineare i fondamenti della vocazione paolina e di favorirne la piena maturità in Cristo (cf Ef 4,16). Ma anche dall’intento di evidenziare la missione catechistica come fondamentale opera apostolica, richiamandone costantemente i capisaldi irrinunciabili: la centralità di Cristo Via Verità e Vita e la totalità del messaggio da comunicare a tutti. È necessario che l’uomo viva Gesù Cristo: viva Gesù Cristo nella sua mente, viva Gesù Cristo nella sua vita, nei suoi esempi, in quanto che egli è via con gli esempi, perché è la via per andare al Padre. Per questo, dare il catechismo è parte fondamentale dell’apostolato, proprio per fare interamente cristiano l’uomo, tutto l’uomo, e portare tutto l’uomo a Dio, passando attraverso colui che è Via, Verità e Vita (CCP, 8 gennaio 1960).
Il Fondatore ribadisce la centralità del Cristo anche nella vita paolina e sottolinea come dobbiamo seguire Gesù Maestro Via, Verità e Vita nella nostra pietà, nella formazione religiosa paolina, nell’apostolato (ibidem).
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E questo cristocentrismo, diventa anche il metodo proposto da Don Alberione, un metodo che coinvolge la totalità della persona umana nel suo essere e nel suo agire perché, nell’integralità della vita, accosti la totalità del mistero di Cristo per poterlo vivere e annunciare. Il metodo dovrà quindi essere applicato a tutte le facoltà: mente, volontà e cuore, e a tutte le dimensioni della vita. È un metodo che diviene forma di vita dell’apostola, chiamata a portare tutto l’uomo a Dio: non possiamo farlo cristiano soltanto nella mente o solamente nei sentimenti o cristiano soltanto nella preghiera, o soltanto nelle opere (ibidem).
Il dinamismo della vita paolina è quindi segnato da un progressivo cammino di conformazione al Maestro: Non abbiamo delle particolarità, dobbiamo soltanto far vivere Gesù Cristo [in noi], vivere Gesù Cristo com’è: Via, Verità e Vita (ibidem).
Il modello dell’apostola è Maria, discepola e maestra, che conduce l’umanità al Maestro Gesù. Questo riferimento è, nell’anno, più volte richiamato: La suora si faccia un’altra Maria (CCP, 8-9 gennaio 1960). Come Maria la paolina deve donare Gesù al mondo: In ogni cosa dobbiamo imparare ciò che ci fa meglio dare Gesù Cristo Via, Verità e Vita, ciò che ci fa meglio vivere Gesù Cristo Via, Verità e Vita (med. 13).

Memoria dell’arrivo di San Paolo a Roma

In preparazione all’anniversario dell’arrivo di San Paolo a Roma, il Fondatore propone e motiva la costruzione di due altari nel Santuario Regina Apostolorum (med. 4; ES, 31 maggio 1960).
Questo evento, per Don Alberione, è motivo per rilanciare la ricerca di collaboratori per la diffusione del Vangelo: Diventare industriosi nel farsi cooperatori e cooperatrici. In ogni parrocchia, in ogni paese dovrebbe esserci sempre una cooperatrice, un cooperatore in continuità, tutto l’anno, perché il cooperatore può cooperare in tre modi: la preghiera, l’opera, l’offerta (ES, 26 febbraio 1960, II).
E per quanto riguarda i Cooperatori, continua: Certamente non abbiamo ancora fatto tutto quello che dobbiamo fare,
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e in questo volevo dire aiutatemi un po’, perché da una parte sapete che sono vecchio, quindi ho poche forze, e d’altra parte questo nuovo movimento di persone e di anime è un grande beneficio alla Famiglia Paolina... (ES, 29 maggio 1960).
Per onorare l’Apostolo delle genti, il 30 giugno 1960 il Fondatore annuncia l’Anno Biblico (med. 15) e insiste sulla riscoperta della lettura della Bibbia: perché possiamo avere la grazia di darla agli altri, bisogna che ce ne nutriamo noi. Quando saremo pieni dei pensieri, degli esempi che ci sono nella Scrittura, specialmente nel Vangelo, di quello che è la grazia che è promessa nelle santissime parole di Dio, in modo particolare di Gesù Cristo, il santo Vangelo, allora avremo la grazia [per gli altri]. Quando avremo il cuore pieno, allora sapremo dare, perché noi diamo sempre quello che abbiamo dentro (ES, 26 febbraio 1960, II).
Con questo proposito, Don Alberione detta tre meditazioni programmatiche alla comunità di Roma (med. 15-18) illustrando metodo e frutti di una lettura quotidiana e costante del testo sacro. E applica questo metodo anche all’apostolato nelle sue diverse specificità: redazione, tecnica, diffusione.

Fedeltà alla vocazione e alle Costituzioni

Il Fondatore, specialmente quando si trova davanti a gruppi di giovani paoline, di superiore e Maestre di formazione, propone l’approfondimento dell’itinerario della sequela Christi. È un dinamismo che inizia dall’esame di coscienza, perché il lavoro spirituale comincia dal detestare ciò che non è buono (med. 12). Ma grande importanza annette alla chiarezza della meta: Chi intraprende il viaggio deve assicurarsi in primo luogo quale meta gli sia conveniente, quale meta voglia raggiungere. Questo è fissato dalla nostra fede: usciti dalle mani di Dio facciamo il viaggio attraverso a questo mondo e ritorniamo a Dio. Così come disse Gesù stesso: «Exivi a Patre, veni in mundum, relinquo mundum et vado ad Patrem». La via è tutta lì. Si tratta che questa via sia ben percorsa (med. 11).
A coloro che già viaggiano e sono arrivate a un buon punto del loro cammino l’Alberione suggerisce ancora l’esame
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di coscienza, la riconferma di tutto il bene, la preghiera per ottenere l’aumento di grazia (med. 11).
Molto sottolineato nella predicazione, l’impegno per la gloria di Dio e la santificazione, il perfezionamento mediante i voti e la vita comune e, di conseguenza, l’impegno apostolico (med. 5).
Ribadendo con profonda convinzione, la bellezza e l’urgenza della vocazione paolina, si interroga se è abbastanza sentita da tutte: Poco avete da guardare le altre famiglie. Se quelle hanno la missione che riguarda la carità, cioè hanno missioni caritative, voi avete la carità principale: «Facientes Verbum Dei in charitate, facientes veritatem: Fare la verità, dare la verità per carità». L’alimento delle anime, la luce che santifica e che illumina le anime. Si sente questo? (med. 15)
Il richiamo alle Costituzioni è costante, perché sono considerate norma, cammino, direzione per i membri dell’Istituto: Ognuno deve pensare che è un membro e che deve servire gli altri membri per osservare i primi due articoli delle Costituzioni, ai quali sono indirizzati poi tutti gli altri. È un grave errore considerarsi persone importanti, capaci di dare un grande contributo. Ci vuole umiltà nella redazione, nella tecnica, nella propaganda. Chi fa una cosa e chi ne fa un’altra, così l’Istituto va avanti; tutte si è al servizio di esso (med. 19). Quindi: Ringraziare il Signore per le Costituzioni, la via della santità, la devozione alle Costituzioni. Chi le possiede ha un tesoro, perché conosce la sua strada, e ognuna deve dire: ‘So quel che devo fare’. E non vi è dubbio per raggiungere la santità (med. 30).
Le Costituzioni per la paolina sono la via unica e sicura alla santità (med. 7), il cammino, la via bella da percorrere nel santo viaggio della vita dove si compie una commissione affidataci da Dio (med. 13/II), per poi raggiungere il paradiso (med. 12).
A proposito del testo normativo, più volte il Fondatore richiama l’elogio ricevuto dalla Sacra Congregazione dei Religiosi, che considera le Costituzioni delle FSP un vero esemplare da proporre ad altri Istituti (ES, 29 maggio 1960, II).
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Modelli di santità e umiltà: la Prima Maestra Tecla Merlo e il Can. Francesco Chiesa

Dalla fine degli anni ’50, Don Alberione sottolinea a più riprese, che la Prima Maestra Tecla è la persona che la provvidenza ha voluto a guida delle Figlie di San Paolo e che è stata ed è, anche per lui, indispensabile collaboratrice (med. 19). Maestra Tecla è additata come esempio e forma delle paoline: Bisogna che dica che, pur nella sua semplicità, la Prima Maestra, tra le Figlie di San Paolo, è la più profonda nel conoscere Gesù… Quella parola che la Prima Maestra dice: Questo fa del bene, Questo non fa del bene, comprende tutto! Allora vi rappresenta bene colei che fu discepola e colei che intanto ora è Maestra. Quindi seguirla, ma con umiltà (CCP, 9 gennaio 1960).
Semplicità, spirito di preghiera, fede nell’intraprendere le opere di apostolato ma anche umiltà: Se ci fosse l’umiltà e la pietà che ha la Prima Maestra, allora si godrebbe sempre veramente di una grande pace interna ed esterna, pur nelle difficoltà che nella vita sono immancabili e che cresceranno se noi siamo buoni (med. 20).
Il 15 settembre 1960, in preparazione alla festa di Santa Tecla, Don Alberione confidava alle FSP: Alla Prima Maestra dovete tutto e devo anch’io molto perché mi ha illuminato e orientato in cose e circostanze liete e tristi; è stata di conforto nelle difficoltà che intralciavano il cammino… Vi vorrei tutte come la Prima Maestra. Niente senza di lei e con lei tutto (med. 19).
E il 23 settembre dello stesso anno, in occasione della festa onomastica, diceva: La Prima Maestra è un programma di vita… (med. 20).
Nei primi giorni di novembre del 1960 avviene la traslazione della salma del Can. Francesco Chiesa dal cimitero di Alba al Tempio San Paolo (med. 26). La figura del padre spirituale e grande collaboratore dell’istituzione nella formazione dei primi membri della Famiglia Paolina, è viva nel cuore di Don Alberione. La sua santità, fondata su una solida pietà eucaristica e una tenera devozione alla Santa Famiglia di Nazaret,
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richiama a una profonda intimità e unità di vita con Gesù, Giuseppe e Maria. Il Can. Chiesa aveva ricevuto segni chiari di essere accolto come membro di questa Sacra Famiglia della quale ne viveva le virtù: raccoglimento, pietà, lavoro, umiltà, obbedienza, povertà, in sostanza tutte le virtù che esercitava Gesù nel silenzio della casa di Nazaret (med. 26).
Don Alberione, coglie l’occasione del ricordo di questo insigne collaboratore per soffermarsi sul significato della preghiera trasformante, una preghiera che trasforma la vita e la conduce al «Vivit vero in me Christus»: meta sempre, calorosamente ribadita.
Maestra Tecla Merlo e il Can. Francesco Chiesa: due modelli di santità posti nelle fondamenta della vocazione paolina che hanno collaborato con Don Alberione soprattutto attraverso l’esempio di una vita semplice ma ricca di umiltà, fede, dedizione piena anche nel faticoso travaglio per la costituzione della Famiglia Paolina.
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AVVERTENZE

1. La fedeltà agli originali è l’impegno tenuto sempre presente dalle curatrici del presente volume, nelle sue due parti: Meditazioni varie e Prediche del Convegno catechistico e di Esercizi spirituali.
I testi nella quasi totalità sono stati trascritti da nastro, solo quattro sono senza nastro.
2. Le Meditazioni varie sono numerate con numerazione ordinale; quelle degli Esercizi e Convegno con numerazione romana.
3. L’uso delle maiuscole e delle minuscole nei testi, poiché si tratta nella quasi totalità di trascrizione da nastro è stato fatto con libertà secondo l’uso attuale.
4. Ricorrono, a volte, alcuni vocaboli che sono propri del luogo o del tempo e si sono rispettati, altri invece perché ormai desueti, sono stati trascritti nell’uso corrente, ad esempio: ubbidienza con obbedienza.
Dei testi latini, conservati fedelmente, se non c’era nel testo, in nota è stata riportata la traduzione, in alcuni casi anche corretta.
5. Si sono corretti errori grammaticali evidenti, come concordanze, tanto più perché talvolta si tratta dell’audio non perfettamente chiaro.
6. La virgolette ad angolo (« ») si sono riservate per le citazioni bibliche.
7. Si è avuto particolare cura dell’apparato informativo: note bibliche, note storiche riguardanti l’ambiente, i fatti, le persone, le fonti, ecc.
8. Si è completato il volume con vari indici: citazioni bibliche, nomi di persona, nomi di luogo, nomi di autori e pubblicazioni citate, analitico e cronologico.
9. Le notizie biografiche di santi o di altre persone sono riferite in nota solo la prima volta che compaiono nel testo; nell’indice dei nomi invece, è riportata la pagina di tutte le volte in cui la stessa persona è nominata.
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10. Le encicliche pubblicate dopo il 1908 sono citate con la sigla AAS del periodico ufficiale della Santa Sede.
11. La citazione del presente volume è la eguente: FSP60 + pagina (es. FSP60, p. 6).
12. Le citazioni del libro Donec formetur Christus in vobis (DF) si riferiscono alla pagina dell’originale citata in margine e non alla pagina del volume pubblicato in Opera Omnia.
13. Quando nelle note si rimanda al Diario curato da Don Speciale (Diario Sp.), si intende la cronaca quasi quotidiana della vita e dell’attività di Don Alberione compilata dal suo segretario personale don Antonio Speciale SSP (1922-2011). Esso copre l’ultimo periodo della vita del Fondatore, dal 1946 al 26 novembre 1971. Il Diario Sp. è tuttora inedito.
14. Se l’originale è trascrizione di una registrazione, in nota è riportata la segnatura di riferimento al nastro dell’Archivio storico FSP, ad esempio: A6/an=1a 1b, nel caso si volesse risalire alla registrazione.
15. Per le note bibliche e traduzione italiana dei testi latini, si fa riferimento alla Bibbia di Gerusalemme, traduzione CEI, (anno 2008), e talvolta, per il senso, alla Volgata, traduzione di Tintori E., editrice S.A.I.E., Torino 1957. Per la traduzione dell’Imitazione di Cristo, si fa riferimento all’edizione Figlie di San Paolo 1992. Per la citazione di altre fonti si ricorre il più possibile alle Edizioni Paoline, essendo queste più conosciute dal Fondatore.

A cura del Segretariato Internazionale di Spiritualità

Figlie di San Paolo

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