Esercizi spirituali,
Ariccia 4 e 8 febbraio 1960
I
SPIRITO DI FEDE1
Il Signore vuole bene alla vostra Congregazione, e questo si riconosce dai progressi che ogni anno si notano: progressi di persone, di opere e progressi anche del numero delle case e del fervore che, in generale, si dimostra in tutta l’attività spirituale, intellettuale, apostolica. Allora: riconoscenza al Signore.
Ecco che gli Esercizi sono per ravvivare la pietà e il fervore: Alere flammam2, accendere sempre meglio il fuoco santo! I presenti Esercizi non sono per scegliere la vocazione, non sono per la conversione, ma sono per la perfezione. Il che vuol dire corrispondenza al primo articolo delle Costituzioni: L’Istituto ha come fine la gloria di Dio e la santificazione dei membri. Santificazione dei membri nella pratica dei tre voti, nell’esercizio della vita comune e dell’apostolato. Considerare questo corso di Esercizi come un tempo di perfezionamento.
Facendo il confronto tra gli ultimi Esercizi fatti ad oggi, esaminarsi: Io ho fatto dei passi avanti? Sono avanzata nella via della santità? Ho maggiore fede? Ho maggior amore a Gesù? Ho più intelligenza dell’apostolato? Mi istruisco nelle cose di religione? Ho lo spirito paolino, e quindi: povertà, castità, obbedienza, amore alla vita comune, amore alle sorelle, amore alle Maestre, amore alle aspiranti? I miei pensieri sono raccolti in Dio e in quello che è di volontà, di gusto di Dio? E il mio cuore è sempre orientato verso il Signore e il suo paradiso? Se noi riconosciamo che da un corso di Esercizi ad un altro c’è un miglioramento, è segno della corrispondenza alla grazia del Signore. E credo che tutte possiate confermare
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e possiate constatare questo. Se però ci sono delle deficienze, ecco, detestare il tempo che si è perduto, la grazia che non fu corrisposta; non detestare la grazia, ma l’incorrispondenza, si capisce. E poi riprendersi.
Gesù è il Signore della misericordia. Chi è andata a Gesù e fu delusa? Chi è andata a Maria e fu delusa? Chi è ricorsa a S. Paolo e fu delusa? Noi possiamo trasformare la preghiera di S. Bernardo, Memorare: Ricordati, o Vergine santissima, che non si è mai sentito al mondo che alcuno sia ricorso a voi e sia stato abbandonato. Quando ci siamo rivolti a Gesù Maestro, alla Regina degli Apostoli, quando ci siamo rivolti a S. Paolo con fede e calore, non ci è mancato l’aiuto di Dio.
Esercizi di perfezionamento per penetrare sempre più le cose che riguardano l’istruzione, la virtù e la preghiera, affinché si possano fare i propositi per l’anno prossimo. Certamente, non si può sempre dire che di giorno in giorno, si sia fatto un reale progresso, e forse, qualche volta, neppure si potrà dire del lavoro di una settimana, ma facilmente, di ogni mese. Al ritiro mensile si constata un progresso, e certamente ogni anno da un corso all’altro degli Esercizi si può dire che c’è un anno di spiritualità. Supponiamo, come c’è l’anno solare, come c’è l’anno civile, da gennaio a dicembre, come c’è l’anno liturgico, che va dall’Avvento all’Avvento successivo, così c’è l’anno di spiritualità.
Sempre presenti le tre cose insieme. Ad onore di Gesù Maestro pensiamo se amiamo il Signore con tutta la mente: Egli è la Verità; ad onore di Gesù Maestro pensiamo se noi lo imitiamo nelle virtù, nella perfezione: Egli è la Via; pensiamo poi se onoriamo Gesù Maestro con il cuore e lo amiamo con tutto il cuore, progredendo nella pietà, nell’amore a Gesù: Egli è la Vita. Per onorare Gesù Maestro Via, Verità e Vita, progresso di mente, quindi amore sempre più vivo con la mente; progresso di cuore, amore sempre più vivo a Gesù; unione sempre più stabile, più intensa, e amore con tutte le forze, cioè con tutta la volontà, migliorare la vita. Questo è onorare Gesù Maestro Via, Verità e Vita, e questo significa realmente progredire. Voi fate tanti passi per la propaganda e allora passi anche nella virtù con coraggio e con fede.
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Ecco, veramente il punto di partenza è sempre questo: la santificazione della mente, cioè maggior fede. Perché se c’è maggior fede, ci sarà anche speranza più ferma e ci sarà anche carità più viva, più ardente. Che cosa sia la fede lo sapete: è credere ciò che non si vede, perché se una cosa la vediamo, non ci sta più la fede, ma la si vede3. Il paradiso noi lo crediamo e non lo vediamo, quindi abbiamo fede. Non vediamo chi c’è nell’ostia, ma la fede ce lo dice e la fede supplisce al senso che non vede. Sì, fede!
Però bisogna sempre distinguere: vi sono persone che hanno una fede che non è operante, una fede che si restringe alla recita del Credo e all’Atto di fede. Questo non porta alla vita, cioè al miglioramento della vita, all’amore al Signore. Poi vi è chi invece ha una fede abbastanza viva, e allora le pratiche di pietà le fa con fede. Con fede la Messa, la Comunione, con fede la Visita al SS. Sacramento. Tuttavia ci può essere di più: si può arrivare allo spirito di fede, il che è molto più ancora. Lo spirito è più che l’anima, perché lo spirito di una persona domina l’anima e il corpo.
Supponete che una persona sia ambiziosa. L’anima ne è dominata, i pensieri sono di ambizione, e se è umiliata per qualche ora o per qualche giorno, sente l’umiliazione, ma non sa offrirla al Signore e prenderla bene. Tante cose che dice nel parlare, tante cose e i movimenti che fa, tanti atteggiamenti, tanti comportamenti sono ispirati dall’ambizione: lo spirito di ambizione, lo spirito di orgoglio. Se invece uno ha lo spirito di Dio, ha lo spirito di fede, fa tutto solo per il Signore: non si muove che per il Signore, non parla che per il Signore, non osserva l’orario, le prescrizioni, le disposizioni che per il Signore. Lo spirito! L’avaro ha spirito di avarizia e tutto fa per il denaro. E invece S. Francesco d’Assisi4, che aveva lo spirito di povertà, ha dato tutto quel che aveva, mentre l’avaro, se può, ruba agli altri. Lo spirito domini!
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Allora, che cosa significa avere lo spirito di fede? Significa sentire tanto le verità di fede e penetrarle così che la fede domini la nostra mente e domini la vita, e che tutto si faccia in spirito di fede. Quando c’è lo spirito di fede, la vita allora è tutta illuminata da Dio, e tutto quello che si fa e si muove, quando si dice una parola, è per la fede. Per la fede siete entrate in Congregazione, ricordando che c’è un paradiso da conquistare e che il paradiso può avere diversi posti. Vi siete innamorate dei posti più belli, avete desiderato la santità e avete desiderato di essere interamente di Dio. La fede vi ha portato in Congregazione, adesso vivere questa fede. La fede vi ha portato a fare la prima professione, a fare la seconda professione, a fare la professione perpetua, ed è la fede che ispira l’apostolato.
Ora facciamo qualche esempio: chi ha spirito di fede considera nelle Maestre, in chi guida l’Istituto, il voler di Dio, l’autorità di Dio, vede il Signore. Chi non ha spirito di fede, vede solo se piace o dispiace quello che è dato, ciò che è comandato, perché si considerano le cose dai tetti in giù, secondo il nostro amor proprio. Quando c’è spirito di fede, si venerano le persone che dirigono l’Istituto. Quando c’è spirito di fede, si vuol bene a tutte le sorelle, perché si vede in loro l’immagine di Dio, non soltanto la tale persona, quella che può essere più alta o più piccola, che può avere un nome o un altro, ma in lei si vede solo l’immagine di Dio. E fosse anche un’immagine difettosa, fosse anche un’immagine, una medaglia della Madonna che cadesse nel fango, noi la ripuliamo. Se c’è l’immagine di Dio in una sorella anche non tanto santa, si venera l’immagine di Dio, si passa accanto con riverenza. «Facciamo l’uomo a immagine e somiglianza nostra»5, disse il Signore quando creò l’uomo. Spirito di fede!
Lo spirito di fede porta a desiderare le vocazioni, a desiderare che molte anime abbiano i beni che abbiamo noi, cioè la vita religiosa, la vita di perfezione; che molte anime possano consacrarsi a Dio e fare una vita sempre più santa e si compia sempre meglio l’apostolato. E nell’apostolato non si vendono solamente dei libri a delle persone; non è vendita, diviene apostolato:
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anime da illuminare. Lo spirito di fede! Diversamente la vita si materializza, si abbassa.
Si dice nel Credo: Io credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, ma se non c’è lo spirito di portare il bene alle anime non si pensa più: Dio mi ha dato tutto, è il creatore di tutto; se ho qualche cosa di bene è del Signore. Perciò, sempre l’umiltà: Se ho qualcosa di bene è di Dio; perciò sempre: Deo gratias, ringraziamento. Se c’è qualcosa che non va bene, so che disgusta Gesù, non lo faccio più. Spirito di fede!
Quando si ha lo spirito di fede, che belle genuflessioni si fanno, perché si vede con gli occhi della fede Gesù nel tabernacolo! Che bei segni di croce si fanno, perché si sa che ognuno benedice se stesso facendo la croce su se stesso, sul proprio corpo! Quando c’è lo spirito di fede, le parole delle orazioni, delle preghiere in generale, si dicono con un certo sentimento. Quando c’è spirito di fede nella Messa, come la si sente! Come si penetra la prima parte che è didattica; come si penetra la seconda parte che si chiama sacrificale; come si sente la Messa dal Padre nostro, quando incomincia la preparazione alla Comunione, fino alla Comunione e fino a tutto il ringraziamento, perché l’Eucaristia, oltre che sacrificio, è anche sacramento che riceviamo nella Comunione. Spirito di fede! Si vede in tutto il Signore che ci vuol bene. Anche se qualche volta si cade in qualche difetto: Il Signore voleva umiliarmi, io domandavo la carità e il Signore mi manda delle umiliazioni, si vede che ha veduto che io ho più bisogno di umiltà che di carità. Allora mi lascia sbagliare perché capisca che io sono buona a niente e che se non viene la sua grazia, commetterò delle mancanze dal mattino alla sera.
Quando c’è spirito di fede, i giorni degli Esercizi sono accolti come giorni di grazia, di benedizione, di incoraggiamento. Quando c’è spirito di fede c’è sempre ottimismo anche quando qualcosa è andato male; mi umilio e dico al Signore: Nella mia umiltà, dammi la grazia che ho perduta, dammi la grazia di riparare. E so che tu puoi aumentare così la grazia che io non solo rimedi, ma che faccia anche di più di quello che avrei dovuto fare prima. Signore, so che vuoi il mio progresso,
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Signore, so che vuoi la mia santificazione. Mi hai chiamata apposta e sono venuta.
La grazia della vocazione non è solamente entrare, adesso è soprattutto il corrispondere. La grazia di ufficio: se sei in libreria, se sei al cinema, se sei superiora, se sei invece nella propaganda, in qualunque ufficio stai, lì c’è la grazia di ufficio. Mi fido di Dio, il Signore mi accompagna. Io farò quel che posso e metto a sua disposizione le mie forze, la mia intelligenza, la mia buona volontà. So bene che da me nulla posso, ma con Dio posso tutto6!
Quando c’è spirito di fede, una pena non scoraggia e una gioia non esalta, perché sempre tutto si vede in Dio che è buono. Si vede l’opera del Signore, dello Spirito Santo nell’anima. Il Signore è delicatissimo, non crediamo che disponga le cose soltanto così, all’ingrosso, ma dispone e permette anche le cose minime. Se Gesù ha detto che tiene conto di un capello del capo e li ha numerati e sa quanti sono (e noi non ci pensiamo mai a contarli) vuol dire che è delicatissimo, finissimo. Ah, se vedessi la storia amorosa del Signore nel lavorare la tua anima per la santificazione! Non badate tanto al passato, ma badate al presente, al futuro. Chiamate alla santità: fare alcuni passi tutti i giorni. Quando c’è un dolore: Ecco, finalmente ho un segno e un’occasione di mostrare il mio amore al Signore. E quando una cosa è andata bene, sto attento perché il mio orgoglio potrebbe allontanare la grazia e quindi caccio via ogni mia volontaria soddisfazione o compiacimento. E allora, ecco la grazia aumenterà.
Come si acquista lo spirito di fede? Lo spirito di fede si acquista con tanti mezzi. Primo: lettura della Bibbia. La Bibbia, mi pare, ha tremila quattrocento capitoli. Se una persona leggesse un capitolo al giorno, in circa quattro anni leggerebbe tutta la Bibbia. Allora i pensieri divengono soprannaturali, perché lì è Dio che parla e si sta con Dio, si ascolta il Padre celeste
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e si ascolta l’ispirazione dello Spirito Santo. Allora lo spirito di
fede si alimenta sempre di più. Leggere molto la Bibbia.
Secondo: lo spirito di fede si alimenta con la meditazione e con la lettura spirituale. Essere fedeli alla meditazione, e quando venissero distrazioni si legge un po’ di più, perché la nostra mente si raccolga. Se poi non abbiamo subito la grazia di raccoglierci, si possono recitare delle preghiere, perché il nostro spirito si raccolga e sia penetrato da quelle verità che stiamo considerando. La meditazione ben fatta nella maniera che si è imparato a San Paolo! Alla fine bisogna fare certamente delle buone risoluzioni.
Alimentare la fede con la lettura spirituale e con l’istruzione religiosa. C’è bisogno sempre di aumentare l’istruzione religiosa. I catechismi, in primo luogo. Poi catechismi più ampi, più spiegati che possono essere anche libri di cultura religiosa, ma cercare sempre ciò che noi riusciamo a capire. Non avere la pretesa di volere cose alte, ma di capire le cose semplici, le verità comuni, voglio dire, ma profondamente, profondamente! Chi capirà profondamente, del tutto, la Messa? Eh, c’è ben da meditare! La lettura spirituale quindi, e l’istruzione. Sempre i catechismi!
Per alimentare lo spirito di fede poi bisogna pregare. La fede la dà il Signore, e noi dobbiamo collaborare con il Signore. Il dono della fede ci è stato dato nel Battesimo: Donum fidei. Però, come dal Battesimo ad oggi si è cresciuti in età e in statura, così se alimentiamo la fede, questa crescerà in noi. Allora domandarla costantemente. Già si ha fede in una certa misura, ma: «Adauge nobis fidem: Signore, aumenta la mia fede»7 sempre di più, aumenta la mia fede!
Inoltre, bisogna evitare le persone che parlano sempre secondo il mondo: ragionano sull’obbedienza, parlano piuttosto di cose che distraggono e non raccolgono; giudicano un po’ tutti, superiori o inferiori o uguali. Evitare le persone mondane perché: Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei8. Anche nelle comunità occorre tenere presente questo avviso: bisogna amare
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tutti, ma non bisogna avere la medesima fiducia con tutte. La fiducia migliore sempre in chi ha spirito buono, in chi dà buon esempio, in coloro che sanno dare insegnamenti in varie maniere: come fanno, come dicono e come pregano. Vi sono persone che edificano e le persone che non edificano. Evitare ciò che è contrario allo spirito di fede. Quindi si può fare distinzione, ma non si arrivi a voler bene soltanto a quelle persone che si presentano molto buone. Con tutte l’amore, la confidenza con chi la merita.
Frequentemente leggere vite di santi, sentire volentieri le meditazioni e leggere libri spirituali. Considerare di più, quindi, gli esempi di chi si è fatto santo e ricordare le parole, le espressioni che avevano questi santi, parole ed espressioni conformi alla fede. Crescere così nello spirito di fede.
Come ho detto, aumentando la fede, crescerà la speranza e la carità, perché la fede ne è la radice. Se la radice è sana, è buona, se la radice attinge sempre miglior nutrimento nella terra, ecco che la pianta si eleva, l’albero cresce con un bel fusto, poi allarga i rami, produce le foglie, i fiori, produce i frutti. Ma se la radice è malata oppure è disseccata, che cosa avverrà? La pianta si secca e non produrrà né frutti, né fiori, né foglie, né crescerà. La radice di ogni santità e di ogni giustificazione è lo spirito di fede. Allora, alimentarlo continuamente. L’occasione tanto bella e preziosa è questa.
Avere fiducia che la preghiera sia ascoltata. Fede! Il Signore ci ascolta secondo che crediamo: «Fiat tibi sicut credidisti: Ti sia fatto come hai creduto»9, come hai pensato che io potessi fare. Sì, fede! «Il lebbroso si era avvicinato al Signore con fede e il Signore, vedendoselo davanti, gli dice: Cosa vuoi che ti faccia? E il lebbroso: Che mi guarisca. Beh, ti voglio mondare, ti voglio cioè guarire; e restò guarito10.
Fede! Pregare con fede e acquisteremo sempre più aumento di fede. La fede esercitiamola anche nelle pratiche di pietà. Quando si è fatta la Comunione, quando ci troviamo in difficoltà, in pericoli, quando sembra che tutto vada a rovescio,
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c’è sempre il rifugio: Gesù nel tabernacolo, Maria, la madre celeste che ci accoglie, e S. Paolo che ci sostiene con la sua forza, con il suo esempio.
Vi benedica tanto il Signore e avanti. Avete fatto un progresso l’anno scorso, nell’anno di spiritualità che è terminato, ora un altro progresso. Adesso, avanti!
Gli Esercizi fateli molto serenamente, in fiducia! Questo più di tutto: in fede! Gesù ha più voglia lui di farci santi, più di quello che abbiamo noi, e ha più voglia lui di darci le grazie di quanto noi le desideriamo. Fiducia, fiducia! E non si tema di domandare troppo e risolutamente: Bisogna che tu mi faccia santa. Dite così: Io confido in te e questa grazia la voglio. La voglio perché la vuoi anche tu, e la voglio perché è la mia vocazione essere santa. Perché dire «Se vuoi essere perfetto...»11 è uguale a dire: Se vuoi essere santa. Non solamente salvarti con l’osservanza dei comandamenti, ma ancora salvarti e santificarti con i consigli evangelici.
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1 Meditazione tenuta ad Ariccia (RM) il 4 febbraio 1960. Trascrizione da nastro: A6/an 75a = ac 128b.
2 “Alimentare la fiamma”. L’espressione richiama il titolo di una collana di libri per religiose iniziata dalle Figlie di San Paolo nel 1959.
3 Cf Eb 11,1.
4 Francesco d’Assisi (1182-1226) diacono, fondatore dell’Ordine Francescano, proclamato, assieme a S. Caterina da Siena (1347-1380), patrono d’Italia il 18 giugno 1939 da papa Pio XII.
5 Cf Gen 1,26.
6 Cf LP, ed.2011, p. 24. Invocazione che Don Alberione ha ereditato dalla spiritualità salesiana. S. Francesco di Sales accompagnava le parole con il segno della croce sulla propria persona dicendo: Da me nulla posso. Con Dio posso tutto. Per amore di Dio voglio fare tutto. A Dio l’onore, a me il disprezzo. Don Alberione cambiò l’ultima espressione con: A me il paradiso.
7 Cf Mc 9,24.
8 Proverbio italiano.
9 Cf Mt 15,28.
10 Cf Mc 1,40-42.
11 Cf Mt 19,21.