Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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19. L’UMILTÀ1


Bisogna che la novena alla festa di S. Tecla2 sia fatta con tutto il nostro essere: pensieri retti, umili; sentimenti retti, umili; apostolato retto, umile; relazione vicendevole umile. L’umiltà sarà la sorgente sempre viva della grazia per voi e per l’Istituto.
La Prima Maestra vi dà in questo l’esempio in cui tutte, senza eccezione, potete rispecchiarvi. L’ha sempre dato, fin dagli inizi della Congregazione3. Il suo atteggiamento è stato sempre semplice, umile, raccolto. Il can. Chiesa disse un giorno vedendola passare: Quella è un’anima eletta. E non la conosceva ancora come poi l’ha conosciuta in seguito.
È stata canonizzata la Mazzarello4 che, pur essendo non istruita, ha guidato tanto bene il suo Istituto. La sapienza non dipende dalle nostre elucubrazioni, ma dalla grazia dello Spirito Santo. Alla Prima Maestra dovete tutto e devo anch’io molto, perché mi ha illuminato e orientato in cose e circostanze liete e tristi; è stata di conforto nelle difficoltà che intralciavano il cammino.
L’umiltà è un clima in cui si deve sempre vivere. Bisogna che ci sia umiltà di pensiero, di giudizio, non solo come individui, ma anche come membri dell’Istituto. Bisogna che in esso ciascuno faccia bene il suo compito, perché siamo un organismo. Ognuno deve pensare che è un membro e che deve servire gli altri membri per osservare i primi due articoli delle Costituzioni, ai quali sono indirizzati tutti gli altri. Considerarsi persone importanti, capaci di dare un grande contributo
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è un grave errore. Le teste piccole sono sempre orgogliose, considerano solo se stesse.
Ci vuole umiltà nella redazione, nella tecnica, nella propaganda. Chi fa una cosa e chi ne fa un’altra, così l’Istituto va avanti; tutte si è al servizio di esso.
Avere la massima stima dell’Istituto. Credere che la Congregazione ha tutto ciò che porta alla santità e all’apostolato. Il fare a meno delle Costituzioni o il pensare indipendentemente da esse è orgoglio.
Quando si trattava di approvare le Costituzioni, chi doveva esaminarle disse: Si vede che si è provveduto a tutto.
Si è religiose e paoline, prima di tutto. La Prima Maestra è illuminata da Dio, ha avuto un lume tale nello scegliere i soggetti per i vari uffici che qualche volta sono rimasto meravigliato anch’io.
Custodite il vostro tesoro. L’Istituto cresce con l’opera di tutte, cresce come fa la pianta succhiando dal terreno la linfa vitale, la quale attraverso il tronco si diffonde in tutte le parti della pianta. Si deve crescere per alimentazione interna, non per sovrapposizione.
Portare umilmente il proprio contributo alla Congregazione, non superbamente, ma umilmente.
Nelle Costituzioni c’è tutto; ma bisogna meditare di più e
penetrare più a fondo i singoli articoli.
Far bene il proprio ufficio con umiltà. Usare bene i nostri poveri talenti per l’Istituto. Chi ha studiato di più deve essere più umile, perché capisce meglio che siamo nulla.
Vi vorrei tutte come la Prima Maestra. Niente senza di lei e con lei tutto.
Non sono molto amico delle feste rumorose, delle lettere, dei canti speciali, ecc. Preferisco l’esercizio delle virtù e dell’imitazione di chi viene festeggiata. Seguire la Prima Maestra umilmente, docilmente; compiere affettuosamente ciò che dice: non resistere alla sua volontà, aiutarla con la preghiera; fare in modo che non debba portare il peso della sua responsabilità con pena.
Umiltà di cuore, umiltà vera: di pensiero, di giudizio, di sentimento. Non aspirare a ciò che non conviene. Umiltà
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nell’apostolato, compiendo bene il proprio ufficio, qualunque esso sia.
Ieri sera ho predicato il ritiro ai sacerdoti commentando il Deuteronomio dove si tratta delle mormorazioni degli ebrei contro le disposizioni di Mosè5. Più tardi mi si avvicinò un sacerdote degnissimo che ha un ufficio importante, e osservò che tra noi si nota un impoverimento morale. Tu quali credi che siano le cause? gli domandai. Mi rispose: Tre, che poi sono una sola: le chiacchiere nei cortili, le chiacchiere nei corridoi, le chiacchiere sui marciapiedi. Ad avere sempre la bocca aperta si perde lo spirito. Quante volte si creano dei fastidi per le molte chiacchiere! Chi parla molto è come una bottiglia senza il turacciolo: poco per volta, quasi insensibilmente, si svuota. Chi chiacchiera molto perde lo spirito.
Rettitudine nei giudizi ci vuole; docilità, non tante chiacchiere! Mantenere alto il livello morale dell’Istituto, non abbassarlo, anzi accrescerlo. Amare ciò che è dell’Istituto, stimarlo. Procurare che l’Istituto cresca. Esso deve svilupparsi per la sua vitalità interiore non per sovrapposizione.
Chiedere al Signore queste grazie per intercessione della Madonna.
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1 Meditazione tenuta a Roma il [15 settembre 1960]. Stampata in quartino con il titolo: Meditazione del Primo Maestro in preparazione alla festa di S. Tecla.

2 23 settembre.

3 Cf AD 241-246.

4 S. Maria Domenica Mazzarello (1837-1881) cofondatrice, insieme a S. Giovanni Bosco (1815-1888), delle Figlie di Maria Ausiliatrice per l’educazione delle ragazze. Canonizzata da Pio XII il 24 giugno 1951.

5 Cf Dt 9,7-24.